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axtolf
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I mille del Monte Cimone

Prendo spunto da questo articolo da l'Alpino di Luglio, per ricordare una vicenda che forse non tutti conoscono:

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Ossario del Cimone. Nel silenzio del luogo sacro, in una mattinata primaverile illuminata dal sole, gli alpini salgono il sentiero - che si snoda fra gli alberi e le trincee austriache coperte da arbusti - verso l'Ossario che si erge al termine d'una lunga scalinata. Sotto gli archi della cuspide - quasi la punta anomala della montagna che non c'è più - c'è una grande urna di marmo: conserva quanto è stato recuperato di mille alpini saltati in aria con la vetta, dopo che una mina austriaca aveva sventato la montagna.

Il Cimone, formidabile osservatorio naturale, s'incunea fra le valli dell'Astico e del Posina protendendosi verso l'alta pianura vicentina: nel maggio di novant'anni fa, con la Strafexpedition scatenata dagli austriaci per punire l'Italia d'esser passata dalla Triplice all'Intesa, iniziarono una serie di operazioni militari che avevano lo scopo di sfondare il fronte e puntare su Venezia.

Il Cimone era un baluardo da superare, difeso dagli alpini che respingevano ogni assalto. Non restava che far saltare la montagna. Novant'anni dopo questi Caduti non sono dimenticati. Per deporre una corona, è salita sul Cimone una delegazione dell'Associazione guidata dal vice presidente nazionale Gian Paolo Nichele.

C'erano il comandante del 7° reggimento col. Maggian con un picchetto in armi, i gonfaloni della Provincia e dei Comuni del territorio, numerosi alpini, fra i quali una pattuglia di penne nere dell'operazione “Zaino per i bambini del Mozambico”, che percorrevano a piedi il sentiero dei Sacrari, e dal Pasubio erano diretti al Leiten.

Poi la cerimonia di rito: l'alzabandiera al canto dell'Inno di Mameli, la deposizione d'una corona portata da due alpini del gruppo di Tonezza, il “Silenzio” suonato dal trombettiere del plotone. Analoghe cerimonie si svolgevano, contemporaneamente, sul Grappa e sul Pasubio. Per non dimenticare.

Qui due righe sull'ossario e sull'evento:


Monte Cimone (m.1226) - Tonezza del Cimone (Vicenza)

Sepolti da mina nemica qui dormono mille figli d'Italia.

Il 23 settembre 1916 alle ore 5.45 gli austriaci con una mina di 14.200 kg. d'esplosivo fecero saltare la vetta. La cima del Cimone scomparve e con essa le truppe della Brigata Sele, della 136° Compagnia Zappatori del 63° Battaglione del Genio, composta da 10 ufficiali e 1118 soldati.

Ancora oggi risulta evidente l'effetto dell'esplosione guardando l'avvallamento antistante alla gradinata che porta all'Ossario. L'Ossario fu progettato dall'Ing. Thom Cevese, e inaugurato il 22-9-1929 dall'allora principe Umberto di Savoia.
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Von Kleist
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Mi associo al ricordo dei caduti del Cimone.

P.S.
Il Sele è un fiume che scorre a pochi Km da casa mia, non sapevo che esistesse una brigata del genere durante la 1a G.M.
La nostra patria per noi sono i villaggi, i nostri altari, le nostre tombe. La nostra patria è la nostra Fede, il nostro Re. Ma la loro patria che cos’è per loro? Voi lo capite? Loro l’hanno in testa, noi la sentiamo sotto i nostri piedi.
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Federico
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Von Kleist ha scritto:Mi associo al ricordo dei caduti del Cimone.

P.S.
Il Sele è un fiume che scorre a pochi Km da casa mia, non sapevo che esistesse una brigata del genere durante la 1a G.M.
Mi associo pure io.

Ciao

P.S.: Von Kleist: forse lo sai già , ma dubito fortemente che i Soldati della Brigata Sele fossero tuoi conterranei. A parte eccezioni, infatti (Brigata Sassari e Alpini su tutti), ben difficilmente i membri di una Brigata nel R.E. (e pure nell'E.I.) provenivano dal toponimo che dava il nome al reparto. Stranissima usanza a mio modesto avviso.
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Von Kleist
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Più che altro mi ha colpito il nome, non pensavo che il Sele fosse un fiume così importante da dare un nome ad una brigata. :)
Se non sbaglio c'erano altre brigate nella Grande Guerra con nomi di fiumi, come la Volturno, la Tevere, la Arno, e forse qualcun'altra.
La nostra patria per noi sono i villaggi, i nostri altari, le nostre tombe. La nostra patria è la nostra Fede, il nostro Re. Ma la loro patria che cos’è per loro? Voi lo capite? Loro l’hanno in testa, noi la sentiamo sotto i nostri piedi.
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wintergreen
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tanto per completare l'informazione:
Numero reggimenti Nome brigate
201 202 Sesia
203 204 Tanaro
205 206 Lambro
207 208 Taro
209 210 Bisagno
211 212 Pescara (inteso come fiume)
213 214 Arno
215 216 Tevere
217 218 Voltumo
219 220 Sele
Sempre se interessa ho l'elenco delle moltissime brigate costituite pe rla durata dell I GM,
Leonardo
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Federico ha scritto:Von Kleist: forse lo sai già , ma dubito fortemente che i Soldati della Brigata Sele fossero tuoi conterranei. A parte eccezioni, infatti (Brigata Sassari e Alpini su tutti), ben difficilmente i membri di una Brigata nel R.E. (e pure nell'E.I.) provenivano dal toponimo che dava il nome al reparto. Stranissima usanza a mio modesto avviso.
Durante la Grande Guerra ci furono anche brigate di fanteria a reclutamento regionale (probabilmente per agevolare la mobilitazione) ossia tutte quelle con reggimenti nr. 1xx, tra cui ad esempio la Brigata "Treviso" (115°-116°) che reclutava nelle provincie di Treviso e Belluno (soprannominata brigata "clinto" (:g:) ).
Le altre brigate di fanteria avevano invece un certo numero di distretti cui tradizionalmente attingevano, ma sparsi su tutta la penisola.
Infine la "Granatieri di Sardegna" aveva reclutamento nazionale.

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