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axtolf
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Evaristo Dal Maso è andato avanti

Colpevoli gli impegni delle ultime settimane, la dipartita di Evaristo Dal Maso è un po' passata in sordina. Un ricordo per questo "ragazzo del '99"


CHIAMPO - 22 giugno 2006 Evaristo Dal Maso è “andato avanti”. L'alpino di 107 anni, ultimo veneto cavaliere di Vittorio Veneto ancora vivente, si è spento a San Paolo, in Brasile, dove risiedeva dal 1948. Aveva sempre la sua Chiampo nel cuore. Nel gennaio scorso il capogruppo Valerio Ceretta si era recato in Brasile per conoscerlo e per consegnargli una targa da parte degli alpini e del Comune.

Nato il 9 agosto 1899, Evaristo fu chiamato alle armi nel 1917; con il battaglione “Monte Berico” combattè sull'Ortigara. Dopo essere stato catturato in Austria, alla fine della guerra tornò in Veneto conoscendo miseria e tribolazione. Più di 500 chilometri a piedi lo condussero a Verona nel 1927, dove si sposò. Nel 1948 partì per il Brasile, con la moglie Rosetta e i tre figli Sergio, Graziella e Anna Giovanna. Qui riuscì a diventare imprenditore edile. Nel 1970 il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat gli conferì l'onorificenza di cavaliere di Vittorio Veneto.

Il ricercatore Silvio Dal Maso, nel ricostruire l'albero genealogico di famiglia, trovò notizie di Evaristo solo l'anno scorso, trovando un alpino ancora arzillo e in forze. “Nel gruppo alpini di Chiampo rimane il tenero ricordo di questo “vecio” che ha combattuto per l'Italia - spiega Valerio Ceretta -. Aveva una forza d'animo indescrivibile”.
(Giornale di Vicenza)
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Re: Evaristo Dal Maso è andato avanti

axtolf ha scritto:Colpevoli gli impegni delle ultime settimane, la dipartita di Evaristo Dal Maso è un po' passata in sordina. Un ricordo per questo "ragazzo del '99"


CHIAMPO - 22 giugno 2006 Evaristo Dal Maso è “andato avanti”. L'alpino di 107 anni, ultimo veneto cavaliere di Vittorio Veneto ancora vivente, si è spento a San Paolo, in Brasile, dove risiedeva dal 1948. Aveva sempre la sua Chiampo nel cuore. Nel gennaio scorso il capogruppo Valerio Ceretta si era recato in Brasile per conoscerlo e per consegnargli una targa da parte degli alpini e del Comune.

Nato il 9 agosto 1899, Evaristo fu chiamato alle armi nel 1917; con il battaglione “Monte Berico” combattè sull'Ortigara. Dopo essere stato catturato in Austria, alla fine della guerra tornò in Veneto conoscendo miseria e tribolazione. Più di 500 chilometri a piedi lo condussero a Verona nel 1927, dove si sposò. Nel 1948 partì per il Brasile, con la moglie Rosetta e i tre figli Sergio, Graziella e Anna Giovanna. Qui riuscì a diventare imprenditore edile. Nel 1970 il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat gli conferì l'onorificenza di cavaliere di Vittorio Veneto.

Il ricercatore Silvio Dal Maso, nel ricostruire l'albero genealogico di famiglia, trovò notizie di Evaristo solo l'anno scorso, trovando un alpino ancora arzillo e in forze. “Nel gruppo alpini di Chiampo rimane il tenero ricordo di questo “vecio” che ha combattuto per l'Italia - spiega Valerio Ceretta -. Aveva una forza d'animo indescrivibile”.
(Giornale di Vicenza)
Queste sono le notizie che un Tg deve dare.....onore a questo vecio
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Dal sito ANA:

Nato il 5 agosto del '99, Evaristo era stato arruolato negli alpini, 160ª batteria autonoma schierata, dopo Caporetto, nella zona del Grappa. Prigioniero degli austriaci, aveva assistito dal campo della periferia della capitale al volo su Vienna di D'Annunzio. Era diventato un'icona fra gli alpini emigrati, un testimone prezioso che ora ci mancherà . Ma la figura di questo “ragazzo”, cosi come degli altri poco più che bambini mandati in quel gioco infernale che fu la Grande Guerra, fa parte della nostra storia, rimarrà  nella nostra memoria. Sì, caro Evaristo, nella tua sconcertante semplicità  hai detto una grande cosa: “I alpini no i more mai”.


Un altro pezzo di storia patria che se ne va...
La nostra patria per noi sono i villaggi, i nostri altari, le nostre tombe. La nostra patria è la nostra Fede, il nostro Re. Ma la loro patria che cos’è per loro? Voi lo capite? Loro l’hanno in testa, noi la sentiamo sotto i nostri piedi.

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