Bricchetto
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Forse non tutti sanno che.

"Centomila gavette di ghiaccio" è stato scritto nell'inverno '45-46.
Bedeschi aveva 30 anni.
Il libro ha trovato un editore dopo 18 anni di attesa.
Un anno dopo ha vinto il premio Bancarella.
Ha superato le 50 edizioni.
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Federico
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Re: Forse non tutti sanno che.

Bricchetto ha scritto:"Centomila gavette di ghiaccio" è stato scritto nell'inverno '45-46.
Bedeschi aveva 30 anni.
Il libro ha trovato un editore dopo 18 anni di attesa.
Un anno dopo ha vinto il premio Bancarella.
Ha superato le 50 edizioni.
Già . E pure che il manoscritto originale era ben più lungo di quanto poi sarebbe uscito col titolo 100.000 Gavette di Ghiaccio. Ugo Mursia, infatti, unico editore che prese a cuore il testo di Bedeschi, consigliò allo stesso di accorciare il romanzo, che altrimenti sarebbe risultato pesante. Il risulato di questo labor limae fu che dopo 100.000 Gavette di Ghiaccio autore ed editore diedero alle stampe Il Peso dello Zaino, e cioè il seguito del primo romanzo.

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brisky
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La vetrina di Mursia (la cui sede è qui dietro al mio ufficio) attualmente pullula di libri storici della 2°GM, tra cui purtroppo manca il "cronache del Genio Alpino" che ancora non gli ho visto in vetrina... l'avrà  finito? Cmq cito solo ad esempio "le Dolomiti del Terzo Reich" e altri vari... Tutti intorno alle 700 pagine circa.

Di Bedeschi, due anni fa, "Il Natale degli Alpini" ... piccolo e abbastanza veloce da leggere
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Pierpa
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La Mursia è una casa editrice benemerita! Da quel che so è l'unica a livello nazionale che abbia pubblicato tanti libri di memorialistica e di argomento storico militare "di nicchia".
Le "Cronache del Genio alpino" le ho viste sulle bancarelle di una manfestazione storico letteraria qui a Gorizia due settimane fa. Ero tentato a prenderle ma poi, vista la già  grande mole di libri presi, ho optato per "Con me e con gli Alpini" e "Fronte greco-albanese: c'ero anch'io" che mi mancava.
Ultima modifica di Pierpa il gio giu 01, 2006 2:24 pm, modificato 1 volta in totale.
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Abbadia
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Cronache del Genio Alpino l'ho ordinato per email a mursia e me l'ha mandato a casa mi pare con un paio di euro in piu'
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Luigi
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Re: Forse non tutti sanno che.

Bricchetto ha scritto:"Centomila gavette di ghiaccio" è stato scritto nell'inverno '45-46.
Bedeschi aveva 30 anni.
Il libro ha trovato un editore dopo 18 anni di attesa.
Domanda perfida: quanto dovettero attendere i contemporanei libri di Revelli e Rigoni Stern?
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Federico
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Re: Forse non tutti sanno che.

Luigi ha scritto:
Bricchetto ha scritto:"Centomila gavette di ghiaccio" è stato scritto nell'inverno '45-46.
Bedeschi aveva 30 anni.
Il libro ha trovato un editore dopo 18 anni di attesa.
Domanda perfida: quanto dovettero attendere i contemporanei libri di Revelli e Rigoni Stern?
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Luigi
Meno. Menissimo, anzi :D

Ciao
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Gian Luca
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Il Sergente nel '53, se non sbaglio fu scritto di nascosto in prigionia nel 1944.
Certo l'atteggiamento dei due scrittori è differente e giusto è il perfido quesito di Luigi. Scandalosa è stata l'avversione e la "censura" di certi scrittori e certa storiografia.

Ma secondo il mio parere, con tutto il rispetto, da un punto di vista strettamente letterario e artistico, Rigoni Stern doppia il pur grande Bedeschi.

Vabbè, basta poi vedere la mia firma :oops:
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)
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Da quel che so io, Rigoni raccolse i ricordi della campagna di Russia e li mise x scritto nel '44, in prigionia.
Nel primo dopoguerra, '47-'48 riordino' il tutto e comincio' la stesura di quello che poi sarebbe diventato "Il sergente nella neve".
Nel '51-'52 lo invio' a Vittorini della Einaudi e nel '53 venne pubblicata la I^ edizione.
Sicuramente le 'simpatie' politiche del mondo editoriale hanno fatto la loro parte, nel bene e nel male.
Saluti Alpini
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p.s. Vittorini: ex fascista di sx, poi simp.comunista poi liberal-socialista
un'esempio pratico di intellettuale italiano del xx°secolo.
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axtolf
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Rigoni Stern doppia il pur grande Bedeschi
Permettimi di non essere d'accordo, anzi di essere d'opinione completamente opposta.
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Pierpa
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Dal mio punto di vista Rigoni e Bedeschi hanno due stili diversi e ognuno ha il suo fascino. A me sono piaciuti gli scritti di entrambi.
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A mio modesto parere, se ci puo' essere un vantaggio da parte di Rigoni Stern è quello di non essere monotematico, certamente la naja, gli alpini, la guerra sono sempre presenti nei suoi racconti, magari fanno da sfondo a storie che riguardano altri aspetti, la natura, gli animali, il lavoro in montagna, la caccia...

Saluti Alpini
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Luigi
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Gian Luca ha scritto: Ma secondo il mio parere, con tutto il rispetto, da un punto di vista strettamente letterario e artistico, Rigoni Stern doppia il pur grande Bedeschi.
Finchè si parla di arte, potrei anche essere d'accordo. Sono infatti convinto che Rigoni Stern avrebbe scritto anche senza il "la" della Russia. Bedeschi no. Penso che avrebbe trascorso una tranquilla vita da dottore.
Si potrebbe dire che il primo è, da questo punto di vista, un guerriero, il secondo un soldato.

Però, se si va oltre l'arte... beh, la mia modesta opinione è che Bedeschi sia, con Guareschi, un unicum nella letteratura italiana del '900; entrambi, ad esempio, scontarono l'avversione della intellighenzia ufficiale.
Come scrissi a suo tempo, considero "Centomila gavette di ghiaccio" un poema epico in prosa. E nelle civiltà  pre-moderne, i poemi non avevano solo scopi artistici, anzi. Da cui la sua straordinarietà , e le antipatie.

In effetti anche la mia firma cade a proposito... :wink:
Mandi.
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axtolf ha scritto:
Rigoni Stern doppia il pur grande Bedeschi
Permettimi di non essere d'accordo, anzi di essere d'opinione completamente opposta.
Permetto eccome, ci mancherebbe!
Devo però ribadire, senza considerare i contenuti e la loro varietà , che lo stile piano, i periodi concisi, le evocazioni, i richiami alla natura, alle radici, le similitudini davvero eccellenti di Rigoni Stern non le troveremo mai nello stile bedeschiano che pure è sostanziale e ficcante come pochi.
Su Rigoni Vittorini però si sbagliò scrivendo che era scrittore non per vocazione. Dopo 11 anni di silenzio scrisse Il bosco degli urogalli, poi altri 10 ritorno sul Don.
Fin qui forse Vittorini ebbe ragione.
Succesivamente Rigoni divenne scrittore davvero "totale", spaziando su una pluralità  di argomenti insospettata, e l'opera omnia di Mondadori - insieme ai grandi della letteratura mondiale - penso sia un riconoscimento notevole.
Io a Bedeschi il monumento glielo farei per quel capolavoro di memoria collettiva che ci ha indirettamente regalato con i suoi C'ero anch'io....
Un'opera penso unica al mondo, a mio parere ancora sottovalutata nonostante siano passati così tanti anni.
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Von Kleist
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Della collana "C'ero anch'io" fino ad adesso ho letto solo "Fronte russo" devo dire una gran bella raccolta di testimonianze, molto completa.
Però "La strada del Davai" di Revelli è secondo me molto più incisiva, si può percepire in questo libro tutta la rabbia dell'autore verso chi ha mandato al macello inutilmente intere divisione, e soprattutto tutta la sofferenza, lo sdegno e la rassegnazione dei superstiti nei confronti della vita che si sono guadagnati con tanta fatica.
La nostra patria per noi sono i villaggi, i nostri altari, le nostre tombe. La nostra patria è la nostra Fede, il nostro Re. Ma la loro patria che cos’è per loro? Voi lo capite? Loro l’hanno in testa, noi la sentiamo sotto i nostri piedi.

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