Ieri in sezione c'era consiglio direttivo, e perciò ne ho approfittato per scartabellare un po' di album fotografici. Ho avuto fortuna.
Ad una nostra festa sezionale di anni ormai lontani, da sinistra, al tavolino: Don Giovanni Brevi, Luciano Zani, Enrico Reginato.
Del Val Cismon il primo, undici anni prigioniero dei russi; del Val Chiese il secondo, unica MOVM di Nikolajewka (dove comandava la 255^ Cp.) concessa a vivente; del Monte Cervino il terzo, dodici anni di prigionia in URSS (era stato catturato durante il primo ciclo operativo del suo reparto, ancora nel '42).
Non mi sembra abbiano chiesto altri copricapi, per "differenziarsi".
Saluto alla tesa.
Luigi
Allegati
Tre Medaglie d'oro...
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"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)
Ma la MOVM non la assegnarono anche a Reverberi?
A sapere che eri del CDS piacentino sarei venuto alla vostra adunata sezionale e ti avrei salutato, invece sono andato da un'altra parte.
P.S. La prossima volta che scrivi saluti alla tesa verrai denudato e torturato da Abbadia.
Io lo dissi il primo giorno di servizio mentre spiegavo la procedura per il giuramento a uno stordito del mio corso e....il mio capitano che ascoltava di nascosto mi disse:"Hai cominciato malissimo a dire saluto alla tesa, ma ti concedo di offrirmi da bere dopo il giuramento!"
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)
Dai Gian Luca, spiegami sta cosa del saluto alla tesa, non posso mica torturare uno come Luigi senza sapere il perché ?
Le formalita' me le hanno insegnate alla Scugenio, ma 10 mesi di abbadia me le hanno fatte scordare ; dove si fa il saluto?
Io da borghese preferisco il Cappello sul cuore... bahhhh genieri alpini strana gente !!!
eh eh eh
è una pura formalità linguistica, la classica cacca di pollo inventata per farti trovare lungo il primo giorno di servizio.
Visto che "tesa" è chiamato il berretto non da alpino, il tristellato uffiziale mi ha imbottigliato perchè voleva che dicessi saluto al cappello alpino.
Tu mi insegni che la porca naja è anche questa.
Ciao!
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)
Non me la sento di imitare il tristellato ( anche perché una m. gialla come me ....! ) .
E' implicito che gentaglia come noi quando parla di tesa , parla di quella del Cappello Alpino.
Chi ha dei dubbi merita di essere ricoperto di.....vergogna !!!!!!
Bottiglie due !!!
Gian Luca ha scritto:
Ma la MOVM non la assegnarono anche a Reverberi?
In effetti, si. Così è scritto pure sulla sua tomba. Ma era una MOVM "in generale" per tutta la campagna, o solo per Nikolajewka? Io mi ero fidato di Luigi Grossi, "Da Belogoroje a Nikolajewka. Avanti il Val Chiese", che a memoria affermava essere quella di Zani l'unica MOVM di Nikolajewka concessa a vivente.
Per il resto, ero e resto un fierissimo capopezzo dell'artiglieria da montagna (anche se in giro fanno di tutto per farmi sentire colpevole).
Perciò non sono nel CDS (altrimenti avrei partecipato al Consiglio, non sarei andato in giro a rovistare vecchi album... ), ed ignoravo completamente che la "pizza" si chiamasse "tesa".
Per me la tesa è solo quella del Cappello Alpino. D'altronde la chiamava così pure Bedeschi:
Seguendo la direzione indicata dalla freccia si incamminò verso gli uomini della leggenda.
Erano soldati al pari di ogni altro, gli alpini della “Julia”; solamente, come tutti gli alpini, portavano uno strano cappello di feltro a larga tesa all'indietro sollevata e in avanti ricadente, ornato di una penna nera appiccicata a punta in su sul lato sinistro del cocuzzolo.
Direi che era il tuo Capitano a dover pagare da bere.
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)
Per completezza.
Ho lasciato la dizione "alla memoria" per l'onoreficenza a Don Brevi, anche se si tratta di un evidente errore, non so se di copiatura, o perchè l'onoreficenza venne concessa prima del suo ritorno in Italia senza correggere la motivazione (dal sito del Quirinale).
Mandi.
Luigi
Medaglia d'oro al valor militare
ZANI Luciano
Tenente cpl. 6° rgt. alpini.
motivo del conferimento
Comandante di compagnia alpina sul fronte del Don, organizzava e dirigeva personalmente ardite azioni di pattuglia e colpi di mano, distinguendosi per cosciente audacia e spiccata capacità di comando. in tragica fase di ripiegamento, indomito animatore di epiche lotte, sosteneva con successo, nove sanguinosi combattimenti d'avanguardia contro preponderanti forze che sgominava aprendo, con gravi sacrifici, un varco alla sua colonna. Nel corso di successivi cruenti combattimenti, caduti tutti i suoi ufficiali, gravemente ferito alle gambe, continuava impavido a dirigere l'azione del suo reparto. Ferito una seconda volta, rimaneva al suo posto di dovere persistendo in lotta tenace. Quasi esausto, rimasto isolato con pochi valorosi superstiti feriti, privo ormai di munizioni e viveri, non si dava per vinto e, tra stenti inauditi, benché pressato dal nemico incalzante, proseguiva nella tormentosa marcia riuscendo, dopo inenarrabili sacrifici sostenuti con stoica fermezza, a congiungersi a basi arretrate. Chiaro esempio di preclari virtù militari. — Fronte russo, novembre 1942 -febbraio 1943.
Medaglia d'oro al valor militare
REVERBERI Luigi
Generale di Divisione, comandante la Divisione alpina «Tridentina ».
motivo del conferimento
Comandante della Tridentina ha preparato, forgiato e guidato sagacemente in Russia con la mente e l'esempio i suoi reggimenti che vi guadagnarono a riconoscimento del comune eroismo medaglia d'oro al valor militare. Nel tragico ripiegamento dal Don, dopo 13 combattimenti vittoriosi, a Nicolajewka, il nemico notevolmente superiore in uomini e mezzi, fortemente sistemato su posizione vantaggiosa, deciso a non lasciar passare resisteva a numerosi cruenti nostri tentativi. Intuito essere questione di vita o di morte per tutti, il comandante nel momento critico, decisivo, si offre al gesto risolutivo. Alla testa di un manipolo di animosi, balza su un carro armato e si lancia leoninamente, nella furia della rabbiosa reazione nemica, sull'ostacolo, incitando con la voce ed il gesto la colonna che elettrizzata dall'esempio eroico, lo segue entusiasticamente a valanga coronando con una fulgida vittoria il successo della giornata ed il felice compimento del movimento. Esempio luminoso di generosa offerta, eletta coscienza di capo, eroico valore di soldato. — Nicolajewka (Fronte russo), agosto 1942 - gennaio 1943.
Medaglia d'oro al valor militare
BREVI Don Giovanni
Tenente ( Alpini , Cappellano 9° reggimento alpini )
luogo di nascita: Bagnatica (BG)
alla memoria
motivo del conferimento
Apostolo della fede, martire del patriottismo, in ogni situazione, in ogni momento si offriva e si prodigava in favore dei bisognosi, noncurante della sua stessa persona. Sacerdote caritatevole ed illuminato, infermiere premuroso ed amorevole, curava generosamente gli infetti di mortali epidemie. Intransigente patriota, con adamantina fierezza, affrontava pericoli e disagi, senza mai piegarsi a lusinghe e minacce. Di fronte ai doveri ed alla dignità di soldato e di italiano preferiva affrontare le sofferenze e il pericolo di morte pur di non cedere. Eroicamente guadagnava il martirio ai lavori forzati. Esempio sublime di pura fede e di quanto possa un apostolo di Cristo ed un soldato della Patria. Prigionia in Russia, 1942 - 54.
Medaglia d'oro al valor militare
REGINATO Enrico
Tenente medico di cpl. ( Alpini , 4° reggi mento alpini, battaglione sciatori « M. Cervino » )
luogo di nascita: Treviso (TV)
motivo del conferimento
Ufficiale medico di battaglione alpino già distintosi per attaccamento al dovere e noncuranza del pericolo sul campo di battaglia, per oltre undici anni di prigionia fu, quale medico, apostolo della sua umanitaria missione e, quale ufficiale, fulgido esempio di fiero carattere, dirittura morale, dedizione alla Patria lontana ed al dovere di soldato. Indifferente al sacrificio della propria vita, si prodigò instancabilmente nella cura dei colpiti da pericolose forme epidemiche fino a rimanere egli stesso gravemente contagiato. Con mezzi di fortuna che non gli offrivano le più elementari misure precauzionali, non esitò ad affrontare il pericolo delle più gravi infezioni, pur di operare ed alleviare le sofferenze dei malati e dei feriti affidati alle sue cure. Sottoposto, per la sua fede patriottica e per l'attaccamento al dovere, prima alle più allettanti lusinghe e, subito dopo, a sevizie, minacce e dure punizioni, non venne mai meno alla dignità ed alla nobiltà dei suoi sentimenti di sconfinato altruismo, altissimo amor di Patria, incorruttibile rettitudine, senso del dovere. Russia,1942-1954.
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)
Luigi ha scritto: ...Per il resto, ero e resto un fierissimo capopezzo dell'artiglieria da montagna (anche se in giro fanno di tutto per farmi sentire colpevole).
Mandi.
Luigi
Questo solo perchè sei piacentino, mica perchè sei un capopezzo.
Effettivamente quando sento il piacentino ed avverto le tutte quelle u con la umlaut viene da pensare se i piacentini siano della mia stessa regione
Devo dire che la storia del saluto alla tesa l'avevo già scritta in altro post quindi, considerato il mio totale niplex-rincoglionimento, sarà mia precisa cura pagare dazio non appena ci si incontrerà
Sul Generale Reverberi, che - insieme a Martinat e altri ufficiali - trascinò gli alpini giù da quel maledetto anfiteatro con il suo "personale esempio" (come scrive Massignani), non so perchè ma mi sovviene sempre l'oblìo che lo ha circondato dopo tutti questi eventi: era scomodo, molto scomodo avere fra le scatole un uomo di quel tipo.
Ecco, pensare a Reverberi che fa il rappresentante di profumi e se ne va cadendo dalle scale mi riempie il cuore di una tristezza, vergogna e rabbia notevoli.
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)
Gian Luca ha scritto:
Ecco, pensare a Reverberi che fa il rappresentante di profumi e se ne va cadendo dalle scale mi riempie il cuore di una tristezza, vergogna e rabbia notevoli.
Cosa intendi? Io questa non la sapevo. Racconta, quando hai tempo.
Però Reverberi mi pare trascurato ufficialmente, come spesso avviene, più che dagli alpini. D'altronde sono spesso dimenticati i due Ordini Militari di Savoia da lui guadagnati nella Grande Guerra come subalterno.
Forse metteva un po' in ombra la dirigenza del tempo...
Prossimamente, un'altra piccola sorpresa.
Mandi.
Luigi
P.S.: i parmigiani-reggiani non fanno testo.
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)
Ma su Reverberi, noto come "Il Gazusa" per il suo carattere spumeggiante e probabilmente poco consono al milieu tipico dei Generali da Comando Supremo/Badoglio, non tutte le voci sono univoche. Mi pare di aver letto, ma non so più dove, che egli dovette il suo grado (era il più giovane generale del Regio Esercito) più ad amicizie-pressioni politiche che ad altro. E siccome sappiamo che fine fecero dopo la guerra molti di coloro che furono vicini, o accusabili di essere stati vicini, a quel partito politico, questo potrebbe spiegare l'oblio in cui cadde questa MOVM.
Altra cosa: se gli Alpini lo chiamavano Gazusa, forse c'è anche da tenere in considerzione che fosse uno che rompeva un po' le scatole e a tutti i livelli, dalla Truppa mai abbastanza scattante ai superiori. Anche questo potrebbe spiegare il silenzio.