il problema dell'umidita nelle opere della fortificazione permanente è grave in quanto oltre a provocare un disagio al presidio provoca dei malfunzionamenti agli impianti tecnologici, il degrado dei viveri e delle munizioni. Per ovviare questo, le opere specialmente in caverna erano state costruite con opportuni accorgimenti (di rimando a più approfondite notizie sulla parte Fortificazioni di questo sito). Per le rimanenti, il cui tasso di umidità variava a seconda le stagioni, quasi nullo d'inverno causa il terreno ghiacciato, molto elevato in primavera e autunno, si cerco di attenuarlo con l'installazione di apparecchi deumidificatori di costruzione artigianale. Tali mezzi funzionavano così:
un ventilatore aspirava l'aria dagli ambienti da deumidificare, di norma solo le camerate, il posto comando, centralino e po.me. , per ovvi motivi erano escluse le camere di combattimento, a mezzo di tubi, l'aria veniva fatta passare attraverso un radiatore di un comune apparecchio refrigerante che condensava l'umidità facendola precipitare in un apposito contenitore per essere smaltita, l'aria fuori uscita dal radiatore, priva o quasi dell'umidità veniva rimessa in circolo attraverso appositi condotti. Perchè il sistema funzionasse bene era necessario che le porte stagne dei locali fossero chiuse, all'uopo esisteva un disegno esplicativo. L'apparecchiatura era comandata da un orologio sul quale, a seconda della stagione, veniva impostato l'orario di funzionamento. Era cura della squadra di manutenzione sorvegliare il buon funzionamento ed accertarsi che le porte fossero chiuse. Il sistema non dette mai i risultati sperati e il soggiornare nelle opere fu sempre causa di vari acciacchi. A proposito questo vale solo per le opere "Alpine".
la max trid.