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Alfa1
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deumidificazione delle opere

i sistemi di deumidificazione delle opere, come funzionavano? sono impianti tipo quelli domestici ( con gas r134-r12 o altri) voi che avete esperienza di manutenzione nessuno si occupava di questo? e perchè serviva deumidificare ? (ad)
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Re: deumidificazione delle opere

Alfa1 ha scritto: e perchè serviva deumidificare ? (ad)
sei mai entrato in un'opera "vera" tipo la 6 di Portis o la 3 di Campiolo ?

guarda attraverso la nebbiolina che ristagna tutto l'anno al loro interno le stalattiti che si sono formate in "solo" 10 anni di abbandono e capirai perchè si deumidificava ... :wink:
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(Da una allocuzione del vice comandante la compagnia reclute in un soleggiato primo pomeriggio di uno dei primi giorni da spina nel novembre 1978)
Enrico 70
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Deumidificazione all'interno delle Opere

La deumidificazione all'interno delle grandi opere in calcestruzzo del Vallo Alpino fu introdotta nel dopoguerra per migliorarne la vivibilità  ma soprattutto per ovviare al gravissimo problema della condensa dell'umidità  sulle pareti dei cunicoli e dei locali. All'epoca della loro realizzazione (dal 1935 al 42') si pensava potesse bastare un buon tiraggio naturale ottenuto attraverso una progettazione che tenesse conto della disposizione ed orientamento degli ingressi nonché dell'inclinazione dei vari condotti di areazione, compresi anche i tubi delle postazioni fotofoniche. In seguito, però, fu necessario introdurre quegli enormi deumidificatori "Marelli" che ancor oggi si possono osservare sul soffitto delle camerate di varie opere (per es. "La Tonante" di Campiolo o nelle opere dello sbarramento di Portis). Sul loro funzionamento, almeno tecnicamente, non so nulla, so solo che in certe opere funzionavano in maniera continua ed automatizzata. Per farci l'idea di quanto importante sia il problema della condensa all'interno delle opere, vi invito a visitare l'Opera di Invillino Ovest - recentemente restaurata e sistemata per merito dell'Associazione "Decima Regio Italica" (il loro sito é questo :http://www.silvestriingsergio.it/xregio_home.htm Accordandosi con loro potrete organizzare un'interessante visita a quest'opera, davvero unica nel suo genere in quanto a recupero e mantenimento) - dove gran parte delle plafoniere per le lampade al neon sono completamente...piombe d'acqua!! Sulle pareti si trova un perenne strato di condensa che rende particolarmente gravoso il lavoro di tinteggiatura e se pensiamo che in strutture simili sulle pareti viaggiavano vari cavi elettrici e telefonici con relative apparecchiature, abbiamo la reale dimensione del problema!!
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Ho inserito la risposta di Enrico70 nel thread giusto.
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Il problema dell'umidità  si era già  presentato subito dopo l'entrata in funzione delle opere del Vallo Alpino: ci sono delle testimonianze di Reduci G.a.F., in tal senso, nel libro "Dei Sacri Confini Guardia sicura".

E benvenuto, da parte mia, al neo-adepto Enrico 70.
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Umidità.

L'umidità  era in effetti un grosso problema, non solo per le installazioni e le apparecchiature delle opere, ma anche per il personale che poteva o doveva permanere all'interno, in situazioni ambientali per nulla salubri.
Stefano
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bat64
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Re: Deumidificazione all'interno delle Opere

Enrico 70 ha scritto:La deumidificazione all'interno delle grandi opere in calcestruzzo del Vallo Alpino fu introdotta nel dopoguerra per migliorarne la vivibilità  ma soprattutto per ovviare al gravissimo problema della condensa dell'umidità  sulle pareti dei cunicoli e dei locali. All'epoca della loro realizzazione (dal 1935 al 42') si pensava potesse bastare un buon tiraggio naturale ottenuto attraverso una progettazione che tenesse conto della disposizione ed orientamento degli ingressi nonché dell'inclinazione dei vari condotti di areazione, compresi anche i tubi delle postazioni fotofoniche. In seguito, però, fu necessario introdurre quegli enormi deumidificatori "Marelli" che ancor oggi si possono osservare sul soffitto delle camerate di varie opere (per es. "La Tonante" di Campiolo o nelle opere dello sbarramento di Portis). Sul loro funzionamento, almeno tecnicamente, non so nulla, so solo che in certe opere funzionavano in maniera continua ed automatizzata. Per farci l'idea di quanto importante sia il problema della condensa all'interno delle opere, vi invito a visitare l'Opera di Invillino Ovest - recentemente restaurata e sistemata per merito dell'Associazione "Decima Regio Italica" (il loro sito é questo :http://www.silvestriingsergio.it/xregio_home.htm Accordandosi con loro potrete organizzare un'interessante visita a quest'opera, davvero unica nel suo genere in quanto a recupero e mantenimento) - dove gran parte delle plafoniere per le lampade al neon sono completamente...piombe d'acqua!! Sulle pareti si trova un perenne strato di condensa che rende particolarmente gravoso il lavoro di tinteggiatura e se pensiamo che in strutture simili sulle pareti viaggiavano vari cavi elettrici e telefonici con relative apparecchiature, abbiamo la reale dimensione del problema!!

...ottimo inizio Enrico70, ben arrivato!

Ciao, bat64
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Benvenuto ad Enrico70!

Anche a forte Montecchio esisteva il problema umidità , infatti nella polveriera (interamente scavata nella roccia) il corridoio fu rivestito di metallo (piombo?), al fine di convogliare la condensa.

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Ciao
Franco
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Qualche anno fa ho visitato il forte di Col Vidal in Cadore (costruito agli inizi del 900) Ricordo che la galleria e che collega la casermetta col la batteria e altre strutture sotterranee erano rivestite con una parete di mattoni forati da 8 cm in modo tale da formare una intercappedine isolante.
Una tecnica quindi per contenere gli effetti dell' umidità .

Ciao
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Bat64
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Giusto per dare un supporto visivo al tutto, di seguito un deumidificatore, fotografato in un'opera a Cavazzo Carnico. Immagino che chi bazzica un po' per opere lo abbia visto spesso visto che di solito non lo tolgono e quindi lo si trova in tutte le opere di un certa grandezza anche se in condizioni non proprio perfette.

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Qualche anno fa ho visitato il forte di Col Vidal in Cadore
Com'è? Vale la pena andarci oppure no? Era una delle mie mete vacanzifere tra le altre cose (le mie ferie iniziano sabato).
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il problema dell'umidita nelle opere della fortificazione permanente è grave in quanto oltre a provocare un disagio al presidio provoca dei malfunzionamenti agli impianti tecnologici, il degrado dei viveri e delle munizioni. Per ovviare questo, le opere specialmente in caverna erano state costruite con opportuni accorgimenti (di rimando a più approfondite notizie sulla parte Fortificazioni di questo sito). Per le rimanenti, il cui tasso di umidità  variava a seconda le stagioni, quasi nullo d'inverno causa il terreno ghiacciato, molto elevato in primavera e autunno, si cerco di attenuarlo con l'installazione di apparecchi deumidificatori di costruzione artigianale. Tali mezzi funzionavano così:
un ventilatore aspirava l'aria dagli ambienti da deumidificare, di norma solo le camerate, il posto comando, centralino e po.me. , per ovvi motivi erano escluse le camere di combattimento, a mezzo di tubi, l'aria veniva fatta passare attraverso un radiatore di un comune apparecchio refrigerante che condensava l'umidità  facendola precipitare in un apposito contenitore per essere smaltita, l'aria fuori uscita dal radiatore, priva o quasi dell'umidità  veniva rimessa in circolo attraverso appositi condotti. Perchè il sistema funzionasse bene era necessario che le porte stagne dei locali fossero chiuse, all'uopo esisteva un disegno esplicativo. L'apparecchiatura era comandata da un orologio sul quale, a seconda della stagione, veniva impostato l'orario di funzionamento. Era cura della squadra di manutenzione sorvegliare il buon funzionamento ed accertarsi che le porte fossero chiuse. Il sistema non dette mai i risultati sperati e il soggiornare nelle opere fu sempre causa di vari acciacchi. A proposito questo vale solo per le opere "Alpine".
la max trid. :roll:
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axtolf ha scritto:
Qualche anno fa ho visitato il forte di Col Vidal in Cadore
Com'è? Vale la pena andarci oppure no? Era una delle mie mete vacanzifere tra le altre cose (le mie ferie iniziano sabato).
Ho avuto la fortuna di raggiungere e a volte visitare quasi tutti i forti del Cadore costruiti prima della Grande Guerra. Bè posso dire che l' atmosfera che si respira dentro è un pò diversa da quella delle opere post conflitto. Forti come quello di Monte Rite (sopra Zoldo) o Monte Tudaio (sopra Lorenzago) erano in pratica piccoli villaggi militari autonomi. Molto grandi all' interno ma ritengo molto pericolosi da visitare caura crolli.
Forse il forte di Monte Rite è il meglio conservato ed il più facile da raggiungere: da Forno di Zoldo si raggiunge Passo Cibiana e si imbocca una strada bianca a sinistra per qualche kilometro. La struttura di questo forte è quasi interamente intatta: la casermetta logistica ed il basamento per le 4 cupole con obici da 149 (ovviamente rimosse).

Ciao e buone ferie

Bat64
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bat64 ha scritto:logistica ed il basamento per le 4 cupole con obici da 149 (ovviamente rimosse).
Una BdF da 149 non la si nega a nessuno...

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stiamo andando fuori argomento! si parte con i deumidificatori e si finisce ai cannoni. Moderatore dove sei? (:g:)
la max trid.

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