Wintergreen ha scritto:Molto interessante la dissertazione sulla semantica della frase, che effettivamente può giusitifcare interpretazioni sottilmente diverse.
Come "sottilmente"? Secondo me ci corre un abisso...
Wintergreen ha scritto:Luigi dice:
non è necessario che: "il suddetto debba saper pilotare un carro od argomentare dottamente su scopi ed organizzazione dei reparti da fortezza"
Io concordo sul concetto
Bene.
Wintergreen ha scritto:ma dico
"Il suddetto deve sapere in quale modo dare e ricever appoggio ai carri e ai reparti da fortezza, o almeno sapere che esistono."
E questo, parlo per mia esperienza, non lo sapeva neppure il mio comandante di battaglione.
Il "suddetto", ricordo, era un comandante di squadra fucilieri.
Sapere in quale modo dare e ricevere appoggio ai carri significa, ancora una volta, essere un fante meccanizzato: non è il nostro caso. Del resto, ma sono sempre pronto a ricredermi, non mi pare che le truppe da montagna di altri eserciti siano addestrate all'accompagnare forze corazzate.
Il nostro caposquadra conosce il suo mestiere, per cui ha già delle solide - ancorchè limitate come ampiezza - conoscenze.
Si trova a dover coprire con la sua squadra un fianco di un plotone carri durante un combattimento in terreno rotto e compartimentato. Bene, dovrà organizzare le sue "conoscenze", anche se non sono le migliori possibili, per ottenere però il risultato migliore.
E proprio qui sta il nocciolo dell'Auftragstaktik, che è orientata sulla missione, non sulle capacità o sui mezzi, come mi pare dica bene anche il documento canadese quando stigmatizza il "Fetishism for battle drills", così tipicamente anglosassone, mentre io ho tentato (con scarsa fortuna) di porre in evidenza analogamente il vizio così italiano dell'eccessiva "informazione" (termine poco felice, lo riconosco), cioè il bisogno quasi istintivo di avere sempre il caso codificato da libretta sotto il naso (situazione A, si fa così; situazione B, si fa cosà ; situazione C, non contemplata, non si fa niente. Sia chiaro che parlo in generale, non del tuo caso caso particolare).
Esempio: Ludendorff a Liegi. C'erano probabilmente, per quella situazione, centinaia di ufficiali imperiali con maggiori conoscenze e capacità ; ma in quel momento o non erano sul posto, o non seppero sfruttare la propria migliore preparazione per quel compito.
In parole povere, "Improvvisare, adattarsi, raggiungere lo scopo".
Per la fortificazione permanente, rimango della mia idea.
Era uno dei nostri punti di forza, ed il nemico ne sapeva già troppo. Maggiore era la riservatezza, meglio era, come mi sembra dimostrato anche dall'episodio dell'alpino al bar ("dagli italiani è più facile ottenere il sacrificio della vita che la consegna del silenzio"). Inoltre, come avevo già osservato, mi pare di aver capito che i reparti d'arresto prevedessero aliquote destinate ad operare nei pressi delle postazioni, così sollevando la fanteria "di linea" da tale compito.
Addestrarsi a tutto, inoltre, significa o non addestrarsi veramente bene in niente, o far parte di un reparto speciale.
Wintergreen ha scritto:Quanti morti per fuoco amico ci sono stati perchè fanteria e artiglieria parlavano due lingue diverse?
Mi dispiace, ma questo esempio mi pare non calzante. Infatti, se ciò avviene (escluse naturalmente le conseguenze dell'azione nemica) si deve o a mancanza di equipaggiamento/normative (e quindi in questo caso l'addestramento può poco o niente), oppure perchè qualcuno "didn't know his job", in quanto la cooperazione fanteria/artiglieria rientra nelle abilità richieste, mentre non lo è quella alpini/carri.
Quando l'addestramento c'è, anche se l'equipaggiamento è un po' "del bel tempo" qualcosa si combina (vd. cooperazione btr. alpine/btg. alpini in Russia: nonostante il materiale scadente, fu buono perchè fin dal tempo di pace si era preparati a questo).
Mandi.
Luigi