Max Falchi
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jolly46 ha scritto:Mi sembra che oggi strombazzare che quella sarebbe stata la direttrice dell'invasione sia nient'altro che una mossa politica ben studiata per dire: sì qualcosa avremmo fatto anche da voi, ma poco, non volevano farvi male, ce l'avevamo solo con la NATO (ergo con gli americani) .... e via dicendo.
Andrea68 ha scritto:A dir la verità  non so chi è che va strombazzando quanto dici, ma a spararle grosse ci vuol poco.
E' quello che è trapelato dagli archivi di paesi dell'ex "Patto di Varsavia".
Questo non vuol dire che l'informazione debba essere presa come verità  assoluta ma non mi sembra altrettanto saggio scartarla a priori.
Andrea68 ha scritto:Per quanto riguarda Gorizia, sarà  una fissa mia ma non è che mi fidi poi così tanto che gli Jugoslavi si sarebbero opposti ad un passaggio del PdV sul loro territorio. Sempre se fossi io il russo gli direi "Voi ci lasciate passare e noi vi lasciamo Trieste e anche qualcos'altro".
Io per natura tendo a non fidarmi di nessuno :roll: , per cui chi mi dice che la stessa proposta non l'avrebbero fatta agli austriaci, promettendo in cambio il Trentino-Alto Adige e già  che ci siamo anche il Lombardo-Veneto?
jolly46 ha scritto:L'azione dalla Pusteria avrebbe avuto senso solo se combinata con una dal Brennero, ma era una manovra molto più lunga e complicata ed avrebbe dovuto interessare anche la Baviera e credo che lì sarebbe stata dura progredire .... a tutta birra! :lol:
Andrea68 ha scritto:Una contemporanea avanzata attraverso il Brennero sarebbe indispensabile per tentare di forzare del tutto la serratura. Ma per farlo bisognerebbe prima aver preso Monaco; ma se faccio tanto di prendere Monaco che c@$$0 me ne frega di andarmi ad infognare su per la valle dell'Inn? Tiro dritto su Stoccarda!
Il vostro ragionamento è logico, ma non è detto che sarebbero passati per il Brennero, potevano entrare in Carnia e da lì scendere nella pianura friulana.
jolly46 ha scritto:Non era nella formazione mentale dei sovietici quel tipo di guerra "alpina", tutto sommato poi l'abbiamo visto nell'Afghanistan cosa hanno combinato.
Vero.
Però c'è anche chi più di sessant'anni fa aveva visto quello che i sovietici avevano fatto in Finlandia e pensando di fare una passeggiata ha dato inizio all'”Operazione Barbarossa”. :twisted:
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Vado a memoria, ma mi pare che in seguito all'esperienza afghana negli anni '80 anche l'Armata Rossa avesse reso un certo numero di divisioni di fanteria motorizzata convertibili in divisioni da montagna. Non so nulla sull'equipaggiamento e le reali capacità  operative; credo che queste divisioni fossero dislocate nei distretti militari del Caucaso e dell'Asia Centrale, quindi non sarebbero state impiegate nel teatro di operazioni occidentale, perlomeno non subito.
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Max Falchi ha scritto: E' quello che è trapelato dagli archivi di paesi dell'ex "Patto di Varsavia".
Questo non vuol dire che l'informazione debba essere presa come verità  assoluta ma non mi sembra altrettanto saggio scartarla a priori.
Non la scarto mica, solo non la sapevo. Però siamo un po' tutti d'accordo mi pare che la partita chiave sarebbe stata giocata in Germania. A questo proposito ho letto su uno dei thread su PdF che anche le forze di stanza in Cecoslovacchia sarebbero state impiegate contro l'Italia attraverso l'Austria, ma a me questo sembra piuttosto assurdo, sempre per lo stesso motivo.
MaxFalchi ha scritto:Io per natura tendo a non fidarmi di nessuno :roll: , per cui chi mi dice che la stessa proposta non l'avrebbero fatta agli austriaci, promettendo in cambio il Trentino-Alto Adige e già  che ci siamo anche il Lombardo-Veneto?
Mica una brutta idea! :lol: La corruzione come arma di pressione internazionale!
MaxFalchi ha scritto:Il vostro ragionamento è logico, ma non è detto che sarebbero passati per il Brennero, potevano entrare in Carnia e da lì scendere nella pianura friulana.
Verissimo, e in effetti la nostra difesa avanzata era un invito ad una battaglia di annientamento nel Friuli. Potevamo (forse) anche riuscire a reggere il primo colpo, ma non ci sarebbe rimasto molto per fronteggiare il secondo. Questa impostazione operativa era sicuramente dettata da considerazioni strategiche di maggior livello, che però non conosco nei dettagli. Certo che non era una situazione serena.
jolly46 ha scritto:Non era nella formazione mentale dei sovietici quel tipo di guerra "alpina", tutto sommato poi l'abbiamo visto nell'Afghanistan cosa hanno combinato.
Vero.
Però c'è anche chi più di sessant'anni fa aveva visto quello che i sovietici avevano fatto in Finlandia e pensando di fare una passeggiata ha dato inizio all'”Operazione Barbarossa”. :twisted:[/quote]
In queste cose, come in tante altre, è altissimo il rischio di vedere solo ciò che si desidera vedere.
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Luigi
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Mi sono letto tre volte - causa il mio inglese maccheronico - il brano che mi era stato consigliato (per chi non l'avesse visto: http://www.ducimus.com/Archive/auftrags-oleary.htm).
Ora però continua a permanere un problema che vorrei superare con una serena ed onesta autocritica.

Infatti, nonostante le tre letture - ricordate, sempre a causa del mio inglese maccheronico - non sono riuscito a trovare la frase corrispondente a quella che mi era stata gentilmente tradotta nel seguente modo:
"Ogni ufficiale e sottufficiale conosceva il proprio lavoro e quello delle unità  attorno a lui..."
(grassetto non mio)
L'unica che si avvicinasse alquanto nella forma è questa:
"It did these things because, in each case, the goal - "the Commander's Intent" - was clearly defined to every officer, NCO and soldier. Each knew his job, and each knew the jobs of those around him and was prepared to fulfill the unit's mission with reduced strength, even following the loss of their own superior."
(stavolta il grassetto è mio)

Proviamo ad analizzare modestamente - sempre il solito inglese - queste parole.
La prima frase si conclude con "to every officer, NCO and soldier." Quella seguente si apre con un "Each", che dovrebbe stare per "ognuno"; presumibilmente intendendo "Ogni ufficiale, sottufficiale e soldato", dato che a queste tre categorie l'autore si è appena riferito. Ma continuiamo, perchè viene facilmente di seguito che "Ognuno conosceva il proprio mestiere" (i puristi direbbero forse "compito"); e fin qui oserei dire che tutto fila.
Eccoci però ad un altro "each", che pure il mio vacillante idioma albionico continuerebbe a tradurre con "ognuno". Cosa fa, di bello, questo ognuno? Diremmo che "conosceva i compiti di quelli attorno a lui"? Io rispondo che il senso è quello. Ma volete che a un ufficiale, sottufficiale o soldato del Canadian Army sia chiesto solo questo? No, naturalmente. Perciò sempre il solito ognuno "era preparato a conseguire pur con forze diminuite l'obiettivo dell'unità , anche dopo la perdita del proprio superiore."
Come prima ondata, mi permetto di non essere troppo deluso.
Del resto i maccheroni non mi sono mai piaciuti.

Riepilogando, abbiamo una frase che nell'originale pare suonare - mementote albionicum maccheronicum meum - più o meno come:
"Ogni ufficiale, sottufficiale e soldato conosceva il suo incarico, e ognuno conosceva i compiti di quelli attorno a lui ed era preparato a conseguire pur con forze diminuite l'obiettivo dell'unità , anche dopo la perdita del proprio superiore."
che sembrerebbe alquanto diversa da quella proposta, che ricordo era:
"Ogni ufficiale e sottufficiale conosceva il proprio lavoro e quello delle unità  attorno a lui..."

Perchè, ognuno lo vede da sè, perfino nel Canadian Army è diverso dire che un comandante di squadra fucilieri deve saper fare anche il mitragliere, il granatiere, il radiofonista o il comandante di plotone, e sostenere invece che il suddetto debba saper pilotare un carro od argomentare dottamente su scopi ed organizzazione dei reparti da fortezza (soprattutto quando il nemico li conosce già  non perchè usi sapientemente il pendolino che prende il nome dalla capitale dell'URSS, ma perchè qualcuno glieli racconta fra un'acquetta e l'altra).

Chi mi spiega perciò gentilmente dove il mio inglese made in Barilla ha sbandato?
Auf wiedersehen.
Luigi

P.S.: come insegnavano disinformacija alla Frunze non lo faceva nessuno.
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Molto interessante la dissertazione sulla semantica della frase, che effettivamente può giusitifcare interpretazioni sottilmente diverse.
Arriviamo però al punto:
Luigi dice:
non è necessario che: “il suddetto debba saper pilotare un carro od argomentare dottamente su scopi ed organizzazione dei reparti da fortezza”
Io concordo sul concetto, ma dico
“Il suddetto deve sapere in quale modo dare e ricever appoggio ai carri e ai reparti da fortezza, o almeno sapere che esistono.”
E questo, parlo per mia esperienza, non lo sapeva neppure il mio comandante di battaglione.
Quanti morti per fuoco amico ci sono stati perchè fanteria e artiglieria parlavano due lingue diverse?
Andrea68
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Bravo Luigi, promosso in inglese! In effetti a ben rileggere la parola "unità " è una mia aggiunta che posso, o perlomeno ci provo, giustificare in questo modo: la mia attenzione era rivolta all'aspetto operativo della faccenda, vale a dire che un comandante che agisce in una battaglia ad armi combinate dovrebbe perlomeno sapere che cosa fanno i carri, l'artiglieria, gli elicotteri ecc sul campo di battaglia attorno a lui; magari anche solo per evitare di finire sotto i cingoli dei carri amici o di fare uno sbarramento di artiglieria troppo corto. Si chiama coordinamento: gente che fa mestieri diversi ma deve sapere qual è il modo di operare dei colleghi. E' come dire che in sala operatoria l'anestesista se ne freghi di quello che sta facendo il chirurgo: é ora di svegliare il paziente, anche se ha ancora la pancia aperta.
Ammetto che la mia affrettata traduzione non era strettamente aderente al lessico dell'originale, ma l'intento era quello di evidenziare un aspetto, non quello di disinformare. Che dire, quel punto lo chiarisci, ma da quel punto in poi, a mio parere, torni a sbandare e non ti seguo proprio. Non capisco nemmeno la frase sul comandante che deve saper pilotare i carri o discettare di fortificazioni: mi pare che nessuno abbia detto niente del genere, e questo toglie un po' di efficacia al tuo sarcasmo. Del resto il filone della "Auftragstaktik" contrapposta al soldato italiano che fa troppe domande l'hai imboccato tu: mostraci dove vuoi arrivare.
A me sembra che il tipo di addestramento che promuovi sia molto "sovietico" e ben poco "tedesco". Nell'Armata Rossa infatti si compensava lo scarso livello addestrativo dei quadri con una cieca obbedienza ed esecuzione automatica di certe azioni, in modo da rendere prevedibile per i comandanti superiori l'esecuzione dei loro ordini. In effetti si tratta di un metodo che ha una logica, a fronte di un sano realismo riguardo le capacità  del personale a disposizione.
Non mi pare proprio che questo fosse quanto insegnavano nel Reichswehr o nel Bundeswehr.
Su certi altri commenti ti lascio parlare, preferisco balloccarmi con gli x carri e y cannoni...
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Federico
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Un dato empirico che potrebbe interessare la discussione sulla "via montana" all'invasione.

Avete idea di quanto sia lunga l'autocolonna formata da un Battaglione di fanteria e da una compagnia carri?

Per fare un paragone: il Pinerolo al completo (equipaggiamento di pace, non di guerra) con la sua colonna munizioni si allungava lungo la Val Maira per circa 5/6 Km.

Parliamo di un Gruppo di Artiglieria da Montagna. 12 Pezzi in tutto. Colonna munizioni formata da 5 ACM che trasportavano le munizioni buone per una Scuola Tiro, facciamo una trentina di colpi per Pezzo. In parole povere: pochissima roba, che però occupava mezza valle. E se per caso, come successe, si incontra un reparto che scende lungo la stessa via, tutto fermo perchè due ACL affiancati passano solo a fatica e solo in alcuni punti più larghi. Basta poco per fermare tutto, quindi.

Ora io non so di preciso quale sia la consistenza numerica di un Btg di fanteria motorizzata russa in guerra, ma tenderei a considerarla superiore a quella di un Gr.A.Mon.

I carri: in Val Maira, a meno di non sbancare alcuni tratti di strada, non ci passavano di certo. E per quello che ricordo di Merano e (graziosissimi) dintorni, lo stesso vale per quelle zone.

Una cosa, invece, considererei a favore dei Russi: la nostra pressochè totale mancanza di serio armamento AA. Ed in montagna gli aerei (provato anche questo per esperienza diretta. F111 che ci "bombardarono" a bassa quota arrivando apposta dalla Spagna) hanno vita facilissima sulle truppe a terra: quando li senti/vedi, è tardi, hano già  sganciato.

Ciao
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Andrea68 ha scritto:Del resto il filone della "Auftragstaktik" contrapposta al soldato italiano che fa troppe domande l'hai imboccato tu: mostraci dove vuoi arrivare.
Io non voglio arrivare da nessuna parte. Hic manebimus optime.
Più che altro, assisto divertito ai viaggi organizzati cui altri vorrebbero mi dedicassi.
Mandi.
Luigi
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Andrea68
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Federico ha scritto:Un dato empirico che potrebbe interessare la discussione sulla "via montana" all'invasione.

Avete idea di quanto sia lunga l'autocolonna formata da un Battaglione di fanteria e da una compagnia carri?
...

Ora io non so di preciso quale sia la consistenza numerica di un Btg di fanteria motorizzata russa in guerra, ma tenderei a considerarla superiore a quella di un Gr.A.Mon.

I carri: in Val Maira, a meno di non sbancare alcuni tratti di strada, non ci passavano di certo. E per quello che ricordo di Merano e (graziosissimi) dintorni, lo stesso vale per quelle zone.

Una cosa, invece, considererei a favore dei Russi: la nostra pressochè totale mancanza di serio armamento AA. Ed in montagna gli aerei (provato anche questo per esperienza diretta. F111 che ci "bombardarono" a bassa quota arrivando apposta dalla Spagna) hanno vita facilissima sulle truppe a terra: quando li senti/vedi, è tardi, hano già  sganciato.

Ciao
Si tratta di una quarantina di BMP o BTR, una decina di carri e una batteria di mortai semoventi o trainati, più naturalmente i supporti a seguire e reparti da ricognizione a precedere. Un bel po' di gente insomma, con una colonna bella lunga in fase di avvicinamento.
Presumo, ma correggetemi se sbaglio, che alla presa di contatto l'unità  si raggruppi per prendere d'assalto le difese nemiche.
Non conosco personalmente la Val Maira, ma dalla carta vedo che è una stretta valle di alta montagna. La Val Pusteria è invece molto più larga.
L'armamento contraereo è un'altra nota dolente degli italiani, perlomeno fino all'arrivo degli Stinger. E questo avrebbe potuto facilitare l'infiltrazione di unità  di fanteria eliportate alle spalle del nostro schieramento, o no?
Andrea68
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Luigi ha scritto: Io non voglio arrivare da nessuna parte. Hic manebimus optime.
Più che altro, assisto divertito ai viaggi organizzati cui altri vorrebbero mi dedicassi.
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Buon divertimento allora. Credo nessuno ti abbia mandato la cartolina-precetto.
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Andrea68 ha scritto:
Federico ha scritto:Un dato empirico che potrebbe interessare la discussione sulla "via montana" all'invasione.

Avete idea di quanto sia lunga l'autocolonna formata da un Battaglione di fanteria e da una compagnia carri?
...

Ora io non so di preciso quale sia la consistenza numerica di un Btg di fanteria motorizzata russa in guerra, ma tenderei a considerarla superiore a quella di un Gr.A.Mon.

I carri: in Val Maira, a meno di non sbancare alcuni tratti di strada, non ci passavano di certo. E per quello che ricordo di Merano e (graziosissimi) dintorni, lo stesso vale per quelle zone.

Una cosa, invece, considererei a favore dei Russi: la nostra pressochè totale mancanza di serio armamento AA. Ed in montagna gli aerei (provato anche questo per esperienza diretta. F111 che ci "bombardarono" a bassa quota arrivando apposta dalla Spagna) hanno vita facilissima sulle truppe a terra: quando li senti/vedi, è tardi, hano già  sganciato.

Ciao
Si tratta di una quarantina di BMP o BTR, una decina di carri e una batteria di mortai semoventi o trainati, più naturalmente i supporti a seguire e reparti da ricognizione a precedere. Un bel po' di gente insomma, con una colonna bella lunga in fase di avvicinamento.
Presumo, ma correggetemi se sbaglio, che alla presa di contatto l'unità  si raggruppi per prendere d'assalto le difese nemiche.
Non conosco personalmente la Val Maira, ma dalla carta vedo che è una stretta valle di alta montagna. La Val Pusteria è invece molto più larga.
L'armamento contraereo è un'altra nota dolente degli italiani, perlomeno fino all'arrivo degli Stinger. E questo avrebbe potuto facilitare l'infiltrazione di unità  di fanteria eliportate alle spalle del nostro schieramento, o no?
Ok. Allora la supposizione che mi ero fatto tra me e me e cioè che uno dietro all'altro la colonna si stenda per 6 o più Km (propendo per il più, date le distanze di sicurezza da mantenere tra un mezzo e l'altro nonché tra plotone e plotone) era corretta. La Val Maira è senz'altro stretta: ci passa una sola strada, piuttosto stretta. Ma non è affatto di alta montagna, almeno per ciò che normalmente si intende per alta montagna. Parte da Dronero (ca 600 m slm) e arriva ad Acceglio (ca 1200 m slm). Direi ampiamente nella media delle altitudini normali per le strade pedemontane e montane del nord Italia.

Mettiamo che in Val Pusteria la colonna di attaccanti possa marciare su colonne affiancate, sui due lati della valle (ma attenzione: di mezzo c'è il fiume e i ponti mica è certo che 1) siano ancora li belli e in piedi e 2) che reggano il peso dei mezzi). In questo modo accorciano di certo la lunghezza della colonna (ma molto probabilmente la dividono in due, precludendo la possibilità  che le due colonne possano darsi aiuo reciproco). Poi si arriva a contatto col nemico (cioè: noi).

Il contatto avverrà  certamente, visto che non è un attacco di sorpresa, dove noi desideriamo che questo avvenga. Cioè in zona che abbia il massimo dei vantaggi per il difensore (e viceversa).

La(e) colonna(e) si compatta per attaccare l'ostacolo. Poiniamo che da 6 (3) dimezzi la(e) sua(e) lunghezza e arrivi(no) a 3 (1,5) Kilometri. Fuori strada è ben difficile che possano andare, se non per qualche metro: c'è il fiume da una parte e la montagna dall'altra. E a questo punto mi chiedo: i fianchi (cioè le coste boscose delle montagne che formano la valle) chi glieli guarda? Fanteria a piedi? Costringendo quindi i motorizzati a procedere solo e solo se i reparti a piedi ai fianchi dichiarano pulita la zona che man mano rastrellano?

A questo punto abbiamo: la punta del Battagione impegnato in combattimenti molto verosimilmente duri contro un nemico che ha potuto scegliere la posizione ove difendersi. Che altrettanto verosimilmente ha preparato (in alcuni casi per decenni) le posizione di difesa con bunker, caverne eccetera. Che conosce benissimo il territorio corcostante. La colonna è certamente ferma (non dirò imbottigliata: è libera di muoversi, sic stantibus rebus, all'indietro) e può attaccare solo su di un fronte molto limitato, nel senso che non può concentrare tutto il suo potenziale di fuoco contemporaneamente su di un punto, perchè non può distendersi in larghezza per farlo. Se il Battaglione attaccante non ha provveduto ad assicurarsi i fianchi (con truppe rigorosamente a piedi), direi che il suo destino è segnato. Basta che un qualunque reparto di Alpini faccia il minimo per cui è stato (duramente) addestrato per colpire sui fianchi l'attaccante: hanno almeno 1,5 km di spazio, su entrambi i lati della valle, per farlo, protetti dai boschi.

L'infiltrazione di unità  eliportate/paracadutate era di sicuro un opzione che i Russi avrebbero perseguito.

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Bravo Luigi, promosso in inglese! In effetti a ben rileggere la parola "unità " è una mia aggiunta che posso, o perlomeno ci provo, giustificare in questo modo: la mia attenzione era rivolta all'aspetto operativo della faccenda, vale a dire che un comandante che agisce in una battaglia ad armi combinate dovrebbe perlomeno sapere che cosa fanno i carri, l'artiglieria, gli elicotteri ecc sul campo di battaglia attorno a lui; magari anche solo per evitare di finire sotto i cingoli dei carri amici o di fare uno sbarramento di artiglieria troppo corto. Si chiama coordinamento: gente che fa mestieri diversi ma deve sapere qual è il modo di operare dei colleghi. E' come dire che in sala operatoria l'anestesista se ne freghi di quello che sta facendo il chirurgo: é ora di svegliare il paziente, anche se ha ancora la pancia aperta.
Ammetto che la mia affrettata traduzione non era strettamente aderente al lessico dell'originale, ma l'intento era quello di evidenziare un aspetto, non quello di disinformare. Che dire, quel punto lo chiarisci, ma da quel punto in poi, a mio parere, torni a sbandare e non ti seguo proprio. Non capisco nemmeno la frase sul comandante che deve saper pilotare i carri o discettare di fortificazioni: mi pare che nessuno abbia detto niente del genere, e questo toglie un po' di efficacia al tuo sarcasmo. Del resto il filone della "Auftragstaktik" contrapposta al soldato italiano che fa troppe domande l'hai imboccato tu: mostraci dove vuoi arrivare.
A me sembra che il tipo di addestramento che promuovi sia molto "sovietico" e ben poco "tedesco". Nell'Armata Rossa infatti si compensava lo scarso livello addestrativo dei quadri con una cieca obbedienza ed esecuzione automatica di certe azioni, in modo da rendere prevedibile per i comandanti superiori l'esecuzione dei loro ordini. In effetti si tratta di un metodo che ha una logica, a fronte di un sano realismo riguardo le capacità  del personale a disposizione.
Non mi pare proprio che questo fosse quanto insegnavano nel Reichswehr o nel Bundeswehr.
Su certi altri commenti ti lascio parlare, preferisco balloccarmi con gli x carri e y cannoni..
Non sono per nulla d'accordo.

Non è compito del comandante di una compagnia o di un plotone sapere dove sono i carri armati o l'artiglieria. E' compito di un comando a livello piu' alto che deve coordinare le forze in campo ed evitare che i carri armati e l'artiglieria sparino sulle linee amiche. Il comandante della compagnia o del plotone deve sapere se ha o non ha supporto di artiglieria e carri, e sapere come usare la radio per richiederlo. In uno scenario "perfetto" (passatemi questo termine) potrebbe anche essere un osservatore di artiglieria con il reparto a livello di compagnia o di battaglione.
Facendo l'esempio degli alpini d'arresto e delle opere, il comandante della singola opera (intesa non come gruppo di singole fortificazioni ma come singola fortificazione, armata con x M e x C ) deve solo sapere dove sparare e quando. Deve poi saper riconoscere se il mezzo che c'è nel mirino delle sue armi, è amico o nemico. Un comando a livello piu' alto conosce invece la dislocazione di tutte le opere, dei plotoni di difesa vicina e anche delle eventuali forze che integrano l'opera di arresto.
Integrazione tra le forze non significa che tutti devono sapere cosa fanno gli altri. Significa che al giusto livello ogni comandante sappia cosa deve fare e a chi deve chiedere supporto.
Se io comando il plotone difesa vicina dell'opera 2, devo sapere dove sono le mine e quali sono i settori di tiro delle armi dell'opera, gli angoli morti delle stesse armi,dove sono gli ingressi. Poi dovrei essere in grado di ricoscere un mezzo del mio esercito, o un militare che veste la mia stessa divisa. Basta. Perchè dovrei sapere dove sono i carri dell'Ariete ad esempio, o dove è disclocata la mia artiglieria?
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Ok. Allora la supposizione che mi ero fatto tra me e me e cioè che uno dietro all'altro la colonna OMISSIS
Aggiungo: i ponti non ci sono piu'. I prati accanto hanno qualche mina interrata quà  e là . Il primo mezzo che mette cingolo o ruota fuori dalla strada fa esplodere una mina. La colonna si ferma. L'osservatorio appositamente predisposto manda le coordinate all'artiglieria.L'osservatorio delle opere che ci sono lì' in giro manda le coordinate e le armi che hanno campo di tiro aprono il fuoco. Idem eventuali armi dei reparti dislocati e agiscono d'iniziativa. Dopo qualche minuto di fuoco di artiglieria, si impacchetta tutto e ci si sposta un Km piu' in là . E si ricomincia. Idem i reparti che agiscono d'iniziativa. Le opere che non si possono spostare subiscono ovviamente fuoco di controbatteria. I russi chiamono supporto aereo. Oltre al fatto di perdere elicotteri e aerei perchè comunque qualche danno lo facciamo anche noi, i mezzi aerei possono sparare sui bersagli che vedono o su quelli che conoscono. Il fatto di distruggere reparti in giro, artiglieria e le opere che hanno fatto fuoco, non elimina nè il problema delle mine, nè tantomeno la mancanza del ponte. A dire il vero non elimina nemmeno la presenza delle opere che sono dietro alle prime che hanno fatto fuoco, oppure di quelle che non hanno ancora fatto fuoco perchè non hano bersagli.
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Dirò di più, Axtolf: un Osservatore d'Artiglieria non sa mai, o quasi, dove siano i pezzi di cui comanda il fuoco. Sa "solo" qual'è la zona degli obiettivi, cioè sa in che aree, momento per momento, i suoi pezzi possono ingaggiare il nemico. Viceversa il Posto Comando sa sempre dove siano i suoi Osservatori (primo compito di un Osservatore, giunto in un nuovo Osservatorio, e prima ancora, o mentre si sta scavando il buco/mascherando, è di comunicarne coordinate e altitudine).

Se l'azione a cui si sta partecipando è complessa, allora saranno pianificate azioni di fuoco coordinate tra varie Batterie/Gruppi a supporto, che so, di un azione congiunta tra Carri e Fanteria che avanzano (o si ritirano, ai fini di un Osservatore è uguale). Tali azioni sono pianificate a livelli molto più alti (almeno di Reggimento), e ogni responsabile sul campo sa che cosa fare e a che ora. L'Osservatore controlla che tutto funzioni e, se del caso, interviene per correggere tempi e/o coordinate degli obiettivi. Oppure, se è nella posizione (assegnazione) per farlo comunica agli enti superiori e quindi ai colleghi le modalità  stabilite per azioni complesse di questo genere: unità  impegnate, percorsi (luogo di partenza, passaggi e destinazioni), orari, obiettivi prestabiliti per interventi d'artiglieria (anche il tipo di intervento), eccetera. Unica cosa che non viene mai modificata, a meno di casi eccezionalissimi, è il celebre (per noi Artiglieri) FPF (Final Protective Fire) e cioè la sarabanda finale, a fuoco accelerato, di saturazione, che si effetua prima di abbandonare una poisizione, a protezione delle Fanterie che lasciano una posizione. E' chiaro che il FPF era l'inizio di movimenti in grande stile e quindi difficilmente il suo orario e/o obiettivi venivano modificati in corso d'opera.

Ciao

P.S.: *edit* questo post è rferito al tuo che inizia con "Non sono per nulla d'accordo"
Ultima modifica di Federico il lun dic 11, 2006 5:38 pm, modificato 1 volta in totale.
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Non è che l'attaccante avanzi in colonna o come anticamente a ranghi serrati come in piazza d'armi aspettando che la prima cannonata o mina fermi tutta la colonna e farsi annientare al tiro al bersaglio. Prima avrà  fatto una di quelle preparazioni di artiglieria (il famoso organo di stalin per saturare tutto)e bombardamento aereo (senza superiorità  aerea,se il meteo lo permette,non si muove nessuno specialmente lungo le valli) da permettere alle aliquote di esplorazione e presa di contatto di essere su di noi. Poi? Poi tutto e il contrario di tutto è possibile,anche perché l'artiglieria l'avremmo avuta pure noi. Elisbarchi sul retro? Pattuglie sui fianchi da valli laterali? Non ci sarebbe stata una sola direttrice ma soglia di Gorizia,Pusteria,Brennero,Coccau,etc sarebbero stati interessati. Sarebbe bastato forzare una direttrice per essere di fianco o alle spalle di un'altra. Qualcuno ha detto che il pdv aveva dietro a se tutto mentre noi dietro alla prima difesa niente. Avremmo resistito pure in qualche settore ma non so dove e soprattutto quanto.

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