cavalli ha scritto:in ogni caso cari miei amici comunque la mettiamo la nostra naja Alpina non c'è più, come 63 anni fà è tramontata l'epoca della cavalleria a cavallo così sono finiti gli alpini!
volevo rammentare a coloro che non condividono le mie idee, che se il Corpo d'Armata Alpino è riuscito, se pur falcidiato, uscire dalle vare sacche rosse, ciò è avvenuto grazie alla coesione dei reparti, formati, giustappunto, da elementi della stessa valle o località , dunque legati da vincoli che difficilmente legano un siciliano ad un lomdardo, fatte salve le dovute eccezioni!
Il reclutamento territoriale delle Truppe Alpine, caso unico, a questo livello, nel Regio Esercito, non fu deciso per l'evidente guadagno in termini di saldezza e coesione, ma perchè, per il particolare compito del Corpo (proteggere la radunata dell'esercito di campagna) erano necessari elementi che vivessero nelle vicinanze della frontiera. Il che vuol dire che, da questo punto di vista, gli alpini sono morti dall'anno in cui venne costituita la GAF, struttura che in pratica ne ricopriva il ruolo. In ogni caso, dopo la fine della II GM, il progressivo spopolamento della montagna, poi unito al calo demografico e quindi all'obiezione di coscienza, ha portato nelle unità alpine sempre più personale che i monti, spesso, li aveva visti solo in cartolina. Sommando a questo il diradamento dei vincoli della piccola comunità del "villaggio" dovuto alla modernizzazione, non si riuscirebbe a capire il motivo per cui i reparti alpini abbiano mantenuto, fino alla morte della Leva, le loro peculiarità di elevata coesione, spirito di corpo e, per lo standard italiano, di operatività .
Certo il reclutamento regionale, ancorchè annacquato dalle precedenti considerazioni, a questo ha giovato. È ovvio che un piemontese od un friulano abbiano pù probabilità di divenire buoni alpini che un campano od un siciliano, allo stesso modo per cui questi ultimi ne hanno di più di riuscire bravi marinai che i primi due. Ma al fondo rimane valido, per me, il discorso di Federico. Si possono prendere ragazzi di famiglia alpina fin dal 1872, ma se non li si forma adeguatamente, non se ne ricaverà nulla. Anzi, si sprecherà pure dell'ottimo materiale di partenza.
In fin dei conti, il reclutamento riservato alle zone di tradizione alpina, nonchè a color che ne facciano espressa domanda, è quanto previsto dalla legge. Ma se a questa gente, sempre che la legge sia rispettata, invece di mettere zaino in spalla e via sui monti a morire di pattuglie, si fanno fare 36 ore alla settimana in orario di ufficio (e guai a uscire di notte, altrimenti scattano gli straordinari), si otterrà quello che si può vedere già ora ai reggimenti: sguardi spenti, pance da impiegato e dubbie conoscenze perfino dell'abc del soldato della fanteria leggera (l'arma inviduale).
Mandi.
Luigi