In effetti la resa media della terminologia militare in film, libri e gazzette è fonte, in Italia, di effetti piuttosto penosi.
Si va dal giustamente celebre "Via col vento", dove
"Bonnie Blue Flag" è tradotto con l'anodino "diletta bandiera" - così perdendo del tutto l'importanza del chiamare "Bonnie Blue" la figlia del capitano Butler - ai
"tercios viejos" trasformati in "battaglioni di veterani" ne "Il destino di un guerriero" (del resto sempre in quest'ultimo film hanno tagliato, già in sede originale, il
"Santiago!" del grido di battaglia delle fanterie castigliane, evidentemente ben poco politicamente corretto, per ridurlo al solo
"Cierra Espana!").
Dopo di che, però, di uno storico anglosassone a caso - mettiamo il pluridecorato John Keegan - si apre un libro a caso - poniamo "La grande storia della guerra" - e si scopre che per lui la causa di Caporetto rimane lo sciopero militare.
E allora si deve concludere che come sempre c'è qualcuno che fa largamente peggio di noi, e di solito lo fa in inglese...
Mandi.
Luigi