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cavalli
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una gran brutta faccenda!
che in Irak ci sia una guerra dovevamo/dovevano saperlo da tempo e non solo quando a casa tornano le bare!
volenti o nolenti il coltello dalla parte del manico è degli USA, pertanto, Cermis insegna, tutto verrà  messo nel dimenticatoio.
Forse un po di silenzio da parte degli organi d'informmazione non starebbe male, ma credo che Liberazione cavalcherà  l' affaire per molto tempo.
Poveri noi!
Dal Max Trid.
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jolly46
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SempreSbalzo ha scritto:Jolly non è quello il punto. L'intelligence americana una cosa doveva sapere e se non la sapeva proprio intelligence non è. Mettere ad un posto di blocco un ragazzino che non sa neanche cosa significa uccidere e per di più a un posto di blocco che è a rischio autobomba non è proprio il massimo.
Guarda che l'intelligence con i posti di blocco non c'entra proprio nulla, si occupa di tutt'altre cose ........... forse conosci meno di me procedure e limiti d'azione dei vari attori di un'organizzazione militare.

Ribadisco, e vedo che Abbadia concorda con me, si tratta di guerra (anche se questa è ancor più particolare, pericolosa e subdola) ed in guerra queste cose succedono, sono sempre successe e succederanno ancora.

Nel 1940 il Governatore della Libia, Italo Balbo, fu abbattuto su Tobruk dalla nostra contraerea, era a bordo di un velivolo trimotore S.79 inconfondibile nella sagoma ed impossibile da confondere con un velivolo inglese, eppure fu buttato giù.
Si è parlato di complotto per anni (guarda caso anche ora c'è chi inventa strane elecubrazioni mentali) ma non ci fu allora nessun complotto come non c'è adesso, solo guerra con tutto quello che le guerre portano.
Non facciamo i puritani, ricordati sempre che sei stato chiamato a fare militare per essere pronto ad uccidere altre persone, volenti o nolenti è questa la realtà , cruda quanto vuoi ma non da nscondere dietro ad un dito per assolverci.
..... E PER RINCALZO IL CUORE!
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Abbadia
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Gia' si tratta di guerra ...e non di guerra di trincea...con bandiere, divise, squilli di trombe....eccetera eccetera....ma attenzione lo é da qualsiasi parte la si guardi...
Una guerra non si combatte solo da una parte...e ora in Irak é addirittura peggio di una guerra civile.
Prendiamone atto TUTTI, e diciamolo forte e chiarao, dopo di che ci saranno quelli che sono favorevoli e quelli che sono contrari, ma a quella cosa ben definita che si chiama GUERRA.
Cominciamo a definire le cose, se ne dobbiamo parlare....
Non mascheriamo la realta' ad ogni costo col classico dito che ormai deve coprire troppe cose, dobbiamo innanzi tutto decidere che parliamo di merda e non di nutella !!

Ciao a tutti

Abbadia GA TAU
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Piuttosto scopro ora che gli agenti del SISMI sono bravi ed eroici dopo che per decenni li abbiamo infangati in ogni modo, imputandogli le più brutte nefandezze, i più terribili crimini.
Dobbiamo quindi essere grati agli americani che ci hanno restituito l'orgoglio per questi silenziosi uomini da sempre al servizio della Patria.
Che amarezza scoprire ora chi sono perchè uno di loro è caduto!
ROMA - Sono almeno diecimila le persone che hanno reso omaggio alla salma del funzionario del Sismi Nicola Calipari.

E' senza sosta il pellegrinaggio di cittadini, gente comune che aspetta in silenzio di sfilare davanti al feretro e spesso lascia mazzi di fiori all' uscita e messaggi sui libri sistemati dal ministero della Difesa proprio per raccogliere l' affetto degli italiani. Moltissimi i cittadini con bandiere tricolori, le stesse sventolate quando tornarono in Italia i militari uccisi a Nassiriya, mentre qualcuno sventolava anche bandiere della pace.

''E' il piu' triste giorno della mia vita, Nicola sei un nostro eroe'', recita un dei tanti messaggi dove ricorre la parola eroe ma anche la richiesta di pace. Tra le corone, anche quella della Fnsi e quella del Manifesto.

Ad accogliere stamattina il feretro il vicecapo della Polizia, prefetto Alessandro Pansa, il direttore del Cesis, Emilio Del Mese, con il braccio destro Antonio Vecchione, il prefetto di Roma Achille Serra, che ha abbracciato la vedova, e tanti colleghi che hanno condiviso col funzionario del Sismi esperienze professionali e amicizia.

La camera ardente e' allestita nella stessa sala che ha accolto le bare dei caduti di Nassiriya. Nicola Calipari, poliziotto schivo ma con una volonta' di ferro, ora avra' dal Presidente della Repubblica una medaglia d'oro al valore e, domani, funerali di Stato nella basilica di Santa Maria degli Angeli. Ma soprattutto sara' ricordato come l'uomo che ha salvato Giuliana Sgrena a costo di morire.

L'aereo C-130 con a bordo la bara avvolta nel tricolore e' atterrato a Ciampino ieri sera pochi minuti prima della mezzanotte e a Calipari - atteso dalla moglie Rosa, affranta, e dai figli e famigliari - sono stati resi gli onori militari, presenti il presidente Ciampi, il presidente della Camera Casini, il premier Berlusconi e numerosi ministri e parlamentari. Anche il Papa ha speso parole per Calipari, 'eroe generoso', morto tra le braccia di Giuliana Sgrena, per proteggerla dopo averne ottenuto la liberazione.

(ANSA)
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ROMA - 'Per noi se non c'e' nessun problema durante il cammino tu tornerai libera. Pero' stai attenta che invece gli americani non vogliono che tu torni viva in Italia'.

E' quanto le avrebbero detto i rapitori. Parole che, dice Giuliana Sgrena, mi sono tornate in mente quando mi sono vista sotto quella pioggia di fuoco.

Non tornero' piu' in Iraq, ha aggiunto: li' non c'e' possibilita' di fare informazione. I giornalisti o stanno chiusi in albergo o se vanno fuori succede quello che e' successo a me. La morte di Nicola, dice la giornalista, e' ancora piu' difficile da superare del sequestro. I rapitori, spiega, mi hanno chiesto scusa, ma del riscatto non so nulla.


WASHINGTON - Il presidente George W. Bush ''vuole un completo rapporto su quanto e' accaduto'' venerdi' sull'autostrada per l'aeroporto internazionale di Banghdad ed e' pronto, ''ovviamente'', a ''condividerlo'' con il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi.

La Casa Bianca non lesina l'attenzione sulla tragica morte di un funzionario dei servizi di sicurezza italiani, Nicola Calipari, poco dopo la liberazione di Giuliana Sgrena; e non misura gli sforzi per evitare un peggioramento dei rapporti con l'Italia, uno degli alleati piu' coinvolti in Iraq.

Dan Bartlett, consigliere della Casa Bianca, uno dei pochi confermati e promossi al momento del passaggio dalla prima alla seconda Amministrazione Bush, ricorda, rispondendo a domande sulla Cnn, che il presidente ha tenuto a esprimere ''le sue condoglianze, a nome del popolo americano, e ha personalmente chiamato Berlusconi, per rassicurarlo che c'e' una piena indagine, cosi' che possiamo capire i fatti di cui parliamo''.

AGGUATI E RISCATTI
Il dramma di Calipari arretra nell'attenzione dei media Usa, che tengono, pero', alte le cronache da Roma e sottolineano le contraddizioni tra la versione fornita dalla Sgrena (l'auto, su cui viaggiava, non andava forte e non c'era un vero e proprio posto di blocco) e quella data a caldo dai militari a Baghdad.

Ma, davanti al rischio di frizioni con l'Italia, la Casa Bianca e tutta l'Amministrazione mantengono alta la guardia.

Cosi', a Washington, nei palazzi del potere, nessuno specula, almeno pubblicamente, sulle voci che l'Italia abbia pagato un riscatto per ottenere la liberazione della Sgrena, il che sarebbe contro la prassi americana; e non si tradisce neppure irritazione per le ipotesi di 'agguato' teso dagli americani agli italiani.

A riprendere la storia del riscatto, su cui dichiarazioni s'intrecciano tra Baghdad e Roma, e' Tom Fenton, un ex della Cbs: ''E' noto -dice- che italiani e francesi pagano riscatti per i loro giornalisti. Cosi', adesso, c'e' una sorta di taglia di quattro milioni di dollari su ciascuno di loro''.

TRAFILA DI CONDOGLIANZE
Dopo le telefonate di Bush a Berlusconi e del segretario di Stato Condoleezza Rice al ministro degli esteri GianFranco Fini, il segretario alla difesa Donald Rumsfeld chiude la trafila di condoglianze chiamando il ministro della difesa Antonio Martino, cui esprime ''il rammarico dell'Amministrazione e suo personale''.

Dopo la conversazione col collega, il ministro Martino si sente ''sicuro che le indagini potranno fare piena chiarezza sulle circostanze che hanno portato al tragico epilogo'' della liberazione della Sgrena.

E' la stessa sicurezza che, a Washington, mostrano Bartlett e tutte le fonti dell'Amministrazione Bush, badando pero' bene a non attribuire la responsabilita' dell'accaduto, a priori, ai soldati americani.

Infatti, in tv Bartlett dice: ''E' importante che accertiamo i fatti prima di dare giudizi''; e ricorda che l'episodio s'e' svolto ''in zona di combattimento, sulla strada per l'aeroporto che e' un'area notoria per la presenza di auto-bomba, dove gli uomini devono prendere decisioni al secondo'' e dove, pare sottinteso, e' normale avere i nervi a fior di pelle.

ROMA - ''Ha fatto benissimo la procura di Roma a iniziare immediatamente l'indagine sull'omicidio di Nicola Calipari. Ma temo che presto ci sara' un conflitto di giurisdizione, cioe' che gli americani rivendicheranno la loro competenza a giudicare i propri militari''. Non e' ottimista sulle sorti dell'inchiesta avviata dalla procura di Roma Antonio Cassese, gia' presidente del tribunale penale internazionale e attualmente responsabile della Commissione di inchiesta dell'Onu sul genocidio nel Darfur. E ricorda non a caso il precedente del Cermis: ''gli americani dissero 'la competenza e' nostra'; ma la loro inchiesta si e' conclusa con risultati risibili per la giustizia''. Un precedente che stavolta non si deve ripetere: ''spero che l'autorita' politica italiana convinca gli Usa ad agire diversamente''. Per Cassese non ci sono dubbi: la competenza penale sull'assassinio del nostro funzionario del Sismi, ucciso dopo la liberazione di Giuliana Sgrena dal fuoco dei marines Usa, ''e' della procura di Roma perche' si tratta di un crimine commesso all'estero contro un italiano. E dunque hanno agito correttamente i magistrati ad avviare subito l'inchiesta e a richiedere prove e acquisizione di testimonianza agli americani. Ma credo che a breve scoppiera' il problema: gli Stati Uniti obietteranno che trattandosi di atti posti in essere da militari americani, la competenza a giudicare e' loro. E dunque solleveranno un conflitto di giurisdizione'' Il loro appiglio e' ''la Convenzione di Londra del 1951, ''che pero' - spiega l'esperto di diritto internazionale - riguarda solo i militari della Nato, ma i cui principi gli Usa cercano di applicare in tutti i casi in cui si tratta di giudicare soldati americani''. E lo faranno, quasi certamente, anche stavolta: ''e' indubbio che sono la parte piu' forte perche' hanno in mano i presunti colpevoli, che difficilmente ci consegneranno, e tante prove, a cominciare dalle testimonianze. Presumo percio' che l'Italia dovra' tirarsi indietro, a meno che non siano gli Usa a rinunciare''. Il precedente del Cermis non gioca a nostro favore: ''in quel caso pero' - fa notare Cassese- il contesto era diverso: si trattava di militari della Nato''. E un esito diverso da allora potrebbe maturare solo in un contesto di trattativa tra i rispettivi governi: ''spero che stavolta sia trovata una soluzione politica, che alla fine spinga la Casa Bianca a collaborare per rispetto nei confronti di un alleato come l'Italia''. Nessuno spazio c'e' invece per l' intervento del tribunale penale internazionale dell'Aja: ''e' competente solo per i crimini commessi nei Paesi contraenti o da loro cittadini; e l'accordo istitutivo - sottolinea l'ex presidente -non e' stato sottoscritto ne' dall'Iraq, ne' dagli Usa''.

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Questa invece è una campana decisamente diversa:
(già  postato da wintergreen in Ferreamole)


ITALIAN JOURNALIST TRAGEDY TURNS FARCICAL
BACKGROUND We were sorry when Italy's top hostage negotiator, a quiet and unknown [for obvious reasons] family man, was accidentally killed by US troops on his way to Baghdad airport. He was headed for a flight out, having successfully obtained the release of an Italian woman journalist kidnapped in Iraq. This brave man died when he threw himself on you to shield you.
But now we are absolutely furious. The journalist is alleging the US may intentionally have targeted her because she is left-wing, and because her captors had warned her the US did not want her in Iraq because she would learn the truth.
Lets talk about the truth, Signora Journalist. You went to Iraq legitimately to cover events of legitimate interest to your newspaper and readers. You were kidnapped by terrorists and held for 4 months. It appears to us your kidnappers prevented you from doing your job.
Next, your government, that you have regularly attacked for its Iraq policy, spent millions of dollars to get you freed - including a ransom of unknown amount. The US was also involved in the effort to free you.
THE ROAD TO BAGHDAD IAP An accident happened on a road that is generally acknowledged as the most dangerous road in Iraq. It was night. US forces say that they shone a spotlight on your car, gestured for you to stop, shot at the engine when your driver continued, and shot up your car when you still continued forward.
You say there was no checkpoint, no spotlight, no warning. Out of nowhere, in the darkness, a US patrol started shooting, without warning or reason.
TIME TO SPEAK OF MANY THINGS Well, Signora, perhaps it is time you educated yourself about the military and military operations. The patrol WAS the checkpoint. In the US military a checkpoint does not have to be a large, static installation, brightly lit, with a McDonalds doing business to one side and an X-rated video store doing business to the other side. The US does have checkpoints the way you understand them. Because fixed checkpoints are easily avoided, the US supplements these with roving patrols, who set up checkpoints at random, and do not necessarily advertise themselves: to do so would be negate the objective.
Lets continue further with your education. Please accepted as granted that if the US wanted to ambush you, you would not be here today. The US military is quite competent. If the idea was to get rid of you, the US military would not have been involved. You would have been killed, all evidence removed, and the US military would genuinely be saying in puzzlement: "Yes, such a car passed our checkpoint but did not pass the airport checkpoint. We have no idea what happened."
More education, please: we hope your head is not hurting from all this exotic information, which is known to just about anyone with an IQ above 70. If such an assassination were to be mounted, it would have to be approved all the way back to the US President. We hope we will not puncture your ego and permanently damage your self-esteem, BUT: you are simply not important enough to be at the receiving end of such. a complicated and politically dangerous operation. As far as the US is concerned, you were just one of the amazingly stupid private citizens who roam all over Iraq for fun or profit, get into trouble, and then want their governments to rescue them. As US taxpayers, we adamantly oppose spending our hard earned money on saving people like you, be they American citizens or not. You knew the risks. You went. Why should we in any way waste a single dollar in helping Rome rescue you?
OUR ANALYSIS OF WHAT HAPPENED Our explanation is much simpler than yours. Occam's Razor. Out of ignorance, you and your escorts did not know the procedure on the road. Out of nowhere, on a very dangerous road, bright lights and shots. The most natural reaction in the world? Press on the accelerator and lets break through, before we are killed, or worse, taken hostage again.
WHOSE MISTAKE WAS IT, REALLY? We believe the mistake was made by your escorts, and that's why we say this was a tragedy. The US troops made no mistake at all: their job was to stop your car, and that they did.
A SUGGESTION Since you love your terrorist captors so much, and are so determined to bring the truth about US imperialism etc in Iraq to light, may we suggest you return to Iraq when you are healed of your wound? That would show dedication. Insofar as you are incapable of telling who the good guys and who the bad guys are, it would also show incredible stupidity. May we also suggest than when you are kidnapped again, you NOT call Rome 911? Most of the cost of saving you was borne by Italian taxpayers. Not our business, but frankly, we think with reporters like you, your taxpayers are not getting their money's worth.
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prima di tutto condoglianze per la famiglia del funzionario ucciso, venendo al brutto episodio come sia andata è da vedere, certo è che è stato pagato un riscatto come lo hanno pagato anche per quelli prima, hai voglia a dir di no...

forse perchè questa è comunista non dovevano darlo?

e secondo questo articolo siamo proprio sicuri che se volevano l'avrebbero uccisa ugualmente?

mah...
e siamo proprio sicuri che corressero? un funzionario esperto come Calipari avrebbe fatto una cazzata simile?

speriamo che si sappia la verità  ma mi sa che finirà  come il cermis.
però con i soldi degli americani hanno fatto un bell'impianto, bravi americani, meno male che ci siete voi che ci liberate dal male
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fonte tgcom e non è liberazione... :wink:

...Quello che è certo è che Stati Uniti e Iraq non debbano vedere proprio di buon occhio che l'Italia versi dei soldi nelle mani dei rapitori per liberare i propri ostaggi. Come ha ricordato Cossiga, da tempo Usa e Gb hanno regole severissime in questi casi: se si riesce si individuano i terroristi e si liberano gli ostaggi con dei blitz....

c'entra qualcosa? mah sennò che si fa? si lasciano morire?
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Hellis
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Io alle tesi del complotto etc etc non credo. Mi sarò lanciato in un'anatema, ma porca miseria mi chiedo se questo è il modo di "portare democrazia e sicurezza", ed inoltre penso sempre che sia il modo migliore per cercarsi gli 11/09: chissà  quanti di questi episodi accadono tutti i giorni.
Poi che la si voglia far passare per una cosa normale, non corrisponde al mio modo di pensare: se durante le guerre queste cose sono sempre accadute, penso che questa situazione sia diversa. Inoltre durante la guerra, non erano forse gli inglesi che si lamentavano dicendo che gli americani erano più pericolosi dei guerriglieri? addirittura non era successo che per errore una pattuglia di caccia americani avesse attaccato una colonna di carri armati inglesi? questi qui pensano di essere in una riserva di caccia, altro che palle.
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SempreSbalzo
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Bah ragazzi, tanto si sa già  come va a finire...

"The US military is quite competent. If the idea was to get rid of you, the US military would not have been involved. You would have been killed, all evidence removed, and the US military would genuinely be saying in puzzlement: "Yes, such a car passed our checkpoint but did not pass the airport checkpoint. We have no idea what happened."

Lo dicono gli ameriscemi stessi, cosa dovremmo pensare noi? Sicuramente non si saprà  MAI come si siano svolti effettivamente i fatti, è inutile che Berlusconi si incazzi disfi faccia etc, questi sono i padroni del mondo che portano avanti una guerra personale a modo loro, a colpi di americanate, ovviamente.
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più leggo e più sono dell'idea che un complotto non è stato, che gli italiani sapevano cosa stavano facendo ma che gli americani mi sa proprio di no.... è quasi certo che erano riservisti. se fosse vero sono proprio imbecilli (perchè mi fanno incazzare) anche se sarebbe meglio dire impreparati e col solito fuoco facile tipico dei cow-boy.

poveracci, un pò mi dispiace perchè capisco la situazione, quelli si cacano sotto ma no si fa così

ma lo sapete quanti ne sono morti per fuoco amico o devo fare un copia incolla?
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No Hellis, non è una situazione diversa.
In Somalia gli americani spararono addosso anche ai nostri, quella volta per fortuna non successe nulla ma qualcuno si ricorda ancora le raffiche che gli venivano incontro.
Gli inglesi non da ora ma da decenni operarono malvolentieri con gli americani e così tutti i militari dei paesi NATO.
Se scambi quattro chiacchiere informali con militari della NATO salta subito fuori questa storia (ed è indipendente da chi è il Presidente in quel momento), immaginatevi poi i francesi!!

Ma d'altro canto ti assicuro che è molto più facile di quello che si pensi, anche qui da noi in normali esercitazioni è successo che l'artiglieria sparasse addosso alla fanteria per errori di tiro o puntamento, bene è andata se il morto non c'è scappato!
Immaginarsi in situazioni di tensione quando c'è in gioco la pelle.
..... E PER RINCALZO IL CUORE!
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linzen
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Hellis ha scritto: se durante le guerre queste cose sono sempre accadute, penso che questa situazione sia diversa
Non vedo come dal punto di vista di un soldato americano di guardia ad un check point (se lo era) cosa ci sia di diverso tra una situazione di guerra ed una situazione di guerriglia strisciante, visto che sono obbiettivi reagiscono di conseguenza (e pure un po' troppo forse ma bisognerebbe essere là  per saperlo) alle volte sbagliando, notiza di oggi che hanno ucciso qualche giorno fà  anche un soldato bulgaro ad un check point e pare che sia un problema piuttosto diffuso in irak (spesso su quella strada), ma come al solito in italia grazie ai nostri brillanti ed utilissimi inviati se ne viene a sapere solo in queste occasioni che ci riguardano da vicino e facendole passare come se fosse la prima e unica volta provocano lo scandalo e le ridicole accuse di complotto (ridicole perchè se faccio tutto sto papocchio per eliminare qualcuno e poi lo lascio vivo potendo comunque finire il lavoro indisturbato sono fesso).
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Hellis
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Scusami Linzen, scusami Jolly, ma sono proprio zuccone. Alla storia del complotto non ho creduto da subito, ma alla coglionaggine dei soldati americani si.. o meglio, i soldati americani sono come tutti gli altri.
Ho un rigurgito che mi scaturisce dalla vicenda: ci mostrano da sempre un esercito di professionisti, dotati delle migliori armi possibili; ci mostrano la precisione millimetrica di un missile sparato da migliaia di km di distanza, ci fanno vedere aerei che volano senza pilota, e nei check point si spara per errore?.
Linzen prova a fare un parallelo: metti che a Nassirya una pattuglia italiana avesse freddato un funzionario della Cia... immagini che casino?
In realtà  mi pare che ci sia una certa soluzione di continuità  fra la cultura della società  civile americana (dove portare armi e difendersi sparando è una cosa piuttosto normale), e il soldato Jhonny catapultato in una zona a rischio, dove prima spara e poi chiede chi era...

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