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Luigi
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Federico ha scritto: Qui, se ci fosse, ci andrebbe la faccina che fischiettando, gurda un po' qui e un po' la... quella che fa finta di nulla, insomma :lol:
Tipo questa? 8)

(:so:) (:so:) (:so:)

Ax rulez! :D
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Federico
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Luigi ha scritto:
Federico ha scritto: Qui, se ci fosse, ci andrebbe la faccina che fischiettando, gurda un po' qui e un po' la... quella che fa finta di nulla, insomma :lol:
Tipo questa? 8)

(:so:) (:so:) (:so:)

Ax rulez! :D
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Esattamente.

Ma a me, se pigio su Guarda altre emoticons ieri succedevano cose strane. Oggi invece funziona.

Mistero.

Ciao
Art. Federico
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Luigi
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Ora ci tocca pure lo spettacolo di un ministro discriminato per le sue opinioni.
La mia modesta solidarietà  a Calderoli.

Caro Federico, dici che sono più forti di noi? Per me hanno già  vinto. Aspettiamo solo che la demografia completi l'opera.
Saluti mesti dalla repubblica islamica italiana.
Luigi
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Pierpa
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Mi dispiace ma un ministro non può fare il pagliaccio in quella maniera. Bene ha fatto berlusconi a chiedere le dimissioni a Calderoli.
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Von Kleist
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Ma a parte le conseguenze che questa pagliacciata sta generando, è proprio il gesto in se che si poteva risparmiare, almeno a me non sembra un'azione degna un ministro della Repubblica Italiana sbottonarsi la cammicia in diretta per far vedere una T-shirt da sotto... :x
La nostra patria per noi sono i villaggi, i nostri altari, le nostre tombe. La nostra patria è la nostra Fede, il nostro Re. Ma la loro patria che cos’è per loro? Voi lo capite? Loro l’hanno in testa, noi la sentiamo sotto i nostri piedi.
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Pierpa
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Appunto, l'attacco al consolato di Bengasi era programmato da tempo secondo me, come dice MAgdi Allam sul Corriere di oggi: "in Libia nulla accade se non con il placet del regime". Calderoli non c'entra ma si poteva risparmiare quella che è stata e rimane una figuraccia per chi ricopre una carica di governo (penserei la stessa cosa se a farlo fosse un sindaco o consigliere comunale del comune più piccolo d'Italia).
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Luigi
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Io la vedo diversamente.

Qualcuno ha approfittato di vignette pubblicate mesi fa per inscenare la solita ondata di odio antioccidentale. Che la maggioranza dei musulmani del mondo sia pacifica a me sembra tanto ovvio quanto ininfluente: sono quelli che urlano di più che contano, perchè trascinano la massa (vedere l'entrata in guerra dell'Italia nel '15, o l'ascesa del nazismo in Germania).

A questo punto, invece di una levata unica in tutta Europa (per non dire degli USA) a difesa della libertà  di opinione (soprattutto da chi si erge a censore dell'immoralità  dilagante), arriva una serie di belati penosi. In poche parole, questa libertà  è a senso unico, nel senso che si può dire solo quello che vogliono loro.

L'unico che compie un'azione magari discutibile come modalità  (ma cosa avrebbe potuto fare d'altro?), ma decisa, è stato proprio il ministro delle riforme. E allora tutti a dargli addosso (anche quelli che qualche anno fa parlavano di superiorità  della civiltà  occidentale).
Diciamolo, questo solo perchè per via della ventennale, ridicola politica energetica italiana dobbiamo accettare qualsiasi indecenza dai paesi del golfo e del nord Africa. E perchè siamo ormai una colonia.

Che volete, quello che per il resto del mondo è "fare il pagliaccio", in un circo viene considerato un onesto lavoro.
Nel paese che per anni ha stipendiato i terroristi perchè lo lasciassero in pace non mi aspettavo, francamente, nulla di diverso.
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Luigi

P.S.: ovviamente nessuno protesta per i consueti cori e le bandiere bruciate di ieri a Roma. Tanto da Israele non importiamo petrolio.
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Concordo, fotografia esatta.

rif. al p.s. vedrai che prenderanno le distanze, tanto non costa niente.
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Hellis
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Boh io mi chiedo a che pro inscenare la pantomima della maglietta.. credeva forse che si sarebbero tutti azzittiti? o voleva far vedere che lui, fiero padano della 'lega', ha il caSSo duro? ...in questo caso doveva andare a Bengasi con la maglietta, mica a Montecitorio...
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Nicola
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Propongo 100 milioni di magliette: se per una hanno fatto 15 morti e la matematica non è un opinione dovremmo riuscire a liberarci di un miliardo e mezzo di islamici.
.... il millennio è già  iniziato da un pezzo e non abbiamo ancora assistito a uno di quei simpatici eccidi a 6/7 zeri che hanno caratterizzato il precedente, siamo forse peggio di quei 4 babbei che ci hanno preceduto?
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Pierpa
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come al solito: nessuno che si scandalizza per i cristiani uccisi in Nigeria! :evil:
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Hellis
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...ma chi è che si è scandalizzato per i libici?
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Luigi
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Pierpa ha scritto:come al solito: nessuno che si scandalizza per i cristiani uccisi in Nigeria! :evil:
Scusami, caro Pierpa, ma se ad indignarsi si rischia il linciaggio morale come Calderoli, non vedo chi voglia correre questo rischio. E francamente mi fanno un po' ridere i prelati che da una parte dicono che Calderoli deve andare ai lavori forzati in Libia, e dall'altro chiedono il rispetto dei cristiani nei paesi mussulmani. La libertà  deve essere per tutti.
Dispiace notare che solo qualche anno fa, con Salman Rushdie, l'Europa si comportò in ben altro modo di quello tenuto ora. Segno evidente del nostro progressivo indebolimento.
Mandi.
Luigi

P.S.: Nicola, a memoria nella "grande guerra centrafricana" che fra alti e bassi va avanti da un decennio si parla di 4,7 mln di morti. Ma non essendoci yankees in campo non interessa a nessuno.
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Hellis
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...dovrebbero esportarci la democrazia, come in Iraq.

Comunque gente che perde la vita per quattro vignette del piffero, fa pensare ad un soffiar sul fuoco dell'odio che parte da molto più lontano di quanto si voglia far credere.

«La religione è un pretesto»
Il direttore del giornale indipendente This Day, di Lagos:
«I musulmani vogliono il potere economico e politico»
Cosa c'entrano i cristiani della Nigeria con i vignettisti danesi? Qui, non solo nessuno ha visto quelle vignette ma probabilmente nessuno sa bene cosa sia una vignetta. Le ragioni della violenza sono molto più profonde Eniola Bello è il direttore del quotidiano indipendente This Day di Lagos, lo stesso che a fine 2002 pubblicò un editoriale, a firma della giornalista Isioma Daniel sul concorso di Miss Mondo che avrebbe dovuto tenersi in quei giorni ad Abuja, la capitale nigeriana. La Daniel nell'articolo scrisse ironicamente che «anche il profeta Maometto si sarebbe potuto innamorare di quelle splendide ragazze in passerella e ne avrebbe potuta sposare qualcuna». Un commento giudicato «blasfemo» che provocò una rivolta islamica a Kaduna, nel nord della Nigeria — durata diversi giorni e costata la morte di oltre 200 persone —, lo spostamento a Londra del concorso e la fuga dal Paese della reporter, colpita da una fatwa che la condannava a morte. «Anche allora la religione fu solo un pretesto utilizzato per fini politici — racconta Bello, cristiano che si dichiara laico —. I musulmani hanno cercato, oggi come allora, un pretesto per attaccare i cristiani. Cosa c'entrano i cristiani di Nigeria con i vignettisti danesi? E poi, qui, non solo nessuno ha visto quelle vignette ma probabilmente nessuno sa bene cosa sia una vignetta. Le ragioni della violenza sono molto più profonde, vanno ricercate nelle condizioni sociali ed economiche di questo Paese».
Nell'autunno 2002 le prime dimostrazioni contro i cristiani iniziarono non contro i costumi da bagno osé delle Miss ma quando queste espressero solidarietà  a due donne, Safyiah e Amina, condannate a morte (poi assolte in appello) dalle corti islamiche per un adulterio probabilmente mai commesso. «I musulmani — continua Bello — fomentano i disordini per dimostrare che i cristiani non sono in grado di governare il Paese. Dunque il potere deve ritornare agli uomini dell'Islam. E le prossime elezioni sono alle porte». Quindi ci sono degli agitatori? «Non c'è alcun dubbio — spiega il direttore di This Day — . Anche se le gerarchie islamiche prendono le distanze a livello ufficiale, vengono però utilizzate per fini politici le masse dei poveri e dei diseredati che nulla hanno da perdere se finiscono in galera o picchiati dalla polizia». Dopo anni di dittature militari, guidate con pugno di ferro da generali musulmani, ora con il presidente cristiano Olusegun Obasanjo, democraticamente eletto, la situazione della Nigeria piano piano sembra cambiata. «I clan islamici — afferma Bello - stanno perdendo l'egemonia di un tempo. Da qui l'esigenza, violando la legge laica federale, di imporre la sharia per tenere le masse dei diseredati sotto il controllo della religione». Il governo ha cercato di impedire l'islamizzazione forzata ma, costretto da complicati giochi tribali e di potere, non è riuscito a bloccare del tutto le pretese dei governatori musulmani.
«Questo è il Paese più popoloso dell'Africa e in palio ci sono le sue enormi ricchezze petrolifere — precisa il giornalista —. La religione è un pretesto che ha causato molti dolori e sofferenze. Negli ultimi tempi i morti si contano a migliaia. Speriamo di uscire presto da questa spirale ma abbiamo bisogno di più democrazia e una distribuzione più equa della ricchezza».
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Pierpa
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Avevo letto già  questo articolo. Peccato che nessuno in occidente, prelati compresi come giustamente dice Luigi, abbia il coraggio di dire queste cose in maniera seria, senza carnevalate.
MAI DAÛR!

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