Wintergreen (curiosità : come fai di nome?), di solito non sono d'accordo con l'80% di quanto affermi; però devo dire che ad una lettura attenta non ho trovato nulla di sconveniente nelle tue affermazioni.wintergreen ha scritto: Non ritengo che la mia affermazione, certamente pesante, possa essere considerata offensiva per qualcuno e rimango nella mia, personale, valutazione storica dell’intera campagna di Russia da parte italiana.
Forse da parte di tutti servirebbero un po' più di attenzione e rispetto (nel "tutti" io sono il primo, ovviamente!).
Sulla parte "storica del tuo discorso mi riprometto di aprire una discussione in altra sede; per quanto riguarda la parte inerente al topic, vorrei rispondere a questa tua frase:
Penso che la tua affermazione dipenda dal fatto che, non essendo socio ANA, non partecipi di conseguenza alle sue attività .Wintergreen ha scritto:Se mi è permesso: Gli alpini ricordano sempre la ritirata di Russia, certamente grande epopea umana, ma sempre di una ritirata si è trattato e la commemorano più di quanto altri commemorano le vittorie.
Se c'è una cosa che sempre mi è piaciuta dell'Associazione è che non ci sono, come avviene "fuori", morti di serie A e morti di serie B.
Noi li ricordiamo tutti allo stesso modo, dai "Caduti in riga" di Adua fino alle vittime del terrorismo alto-atesino, senza distinzioni; ci sono così cerimonie a ricordo di quasi tutte le principali battaglie sostenute dalle Penne Nere in 130 anni di storia, dall'Ortigara a Novo Postojalowka, dall'Adamello a Plevlje. Ed anche le Penne Mozze che non hanno una cerimonia "tutta loro" sono ricordate, oltre che in centinaia di cerimonie e S. Messe organizzate ogni anno dai gruppi dell'Associazione, nelle due principali commemorazioni che si tengono una il sabato dell'Adunata Nazionale e l'altra a Milano la seconda domenica di dicembre. E vado più in là : sebbene a livello "ufficiale" fino all'anno scorso non potessero iscriversi all'ANA, penso che tanti di noi abbiano sempre avuto un ricordo commosso anche per gli ultimi Alpini che hanno combattuto "in grigioverde"... sono sicuro che hai capito di chi sto parlando... Divisione Alpina "Monte Rosa" e 4° Alpini della RSI...
E' vero, forse le manifestazioni dedicate alla Campagna di Russia sono in numero superiore; però devi concordare che gli avvenimenti di questo evento raggiunsero livelli di tragedia tali che ancora adesso colpiscono profondamente l'animo, a cominciare dal fatto che neppure si conosce la sorte ultima di migliaia e migliaia di soldati (bada: ho scritto soldati, non alpini). Che poi, in un mondo dove sembrano trovare posto solo i vincenti, ci siano persone che serbino memoria anche dei "vinti" e dei loro sacrifici, è cosa che penso vada solo ad onore dell'ANA e dei suoi iscritti. Sempre che si possa chiamare "sconfitta" il comportamento di chi, dopo aver ricevuto l'ordine di cessare il fuoco, continui a combattere per ore, perchè quell'ordine non aveva sentito, o non aveva voluto sentire...
E' un atteggiamento difficile da spiegare razionalmente, ma d'altronde l'aveva già detto nel 1920 il Ten. Don Giulio Bevilaqua, in occasione della prima Adunata (allora "convegno-congresso"

"E' l'ossessione dell'anima alpina... meglio ultima sentinella sull'Ortigara che primo vincitore dovunque..."
La stessa cosa vale in un certo senso per la Russia.
Ah, dimenticavo: come molti sapranno, il 4 novembre 1919, primo anniversario della vittoria nella Grande Guerra, un solo Tricolore sventolava a Milano... oddio, forse dire che "sventolasse" è un po' troppo, visto che i primi soci dell'ANA avevano dovuto inchiodarlo per evitare che qualcuno lo strappasse...
E gli "altri", dov'erano?
Mandi.
Luigi