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Luigi
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Mauro ha scritto:P.s. Una delle più belle discussioni a cui abbia mai assistito sia virtualmente che realmente.
Confermo ed attendo gli sviluppi.
Forse tutto dipende dal fatto che, pur avendo magari opinioni anche profondamente differenti, rispettiamo e stimiamo anche chi non la pensa come noi.
Mandi.
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"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
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axtolf
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Forse tutto dipende dal fatto che, pur avendo magari opinioni anche profondamente differenti, rispettiamo e stimiamo anche chi non la pensa come noi.
Dopotutto è un forum di alpini, come aspettarci qualcosa di diverso? Complimenti a tutti.

Forse non è che le nostre opinioni siano tanto differenti.
Siamo sicuramente tutti d'accordo sul fatto che la politica estera americana sia quanto meno opinabile. Siamo anche (penso) d'accordo sul fatto che gli interessi economici muovano, come da sempre il mondo.

Rilancio:
Se in questo momento sono qui a scrivere su questo forum, se questo forum esiste, è tutto perchè siamo rimasti in area di influenza americana.
Però, Luigi, se dal lato militare abbiamo afidato quasi totalmente la nostra difesa agli Americani , non so d'accordo totalmente dal lato industriale. Se all'inizio gli americani ci hanno dato soldi e supporto, poi ci siamo arrangiati, nel senso che l'inziativa italiana e la nostra caparbietà  ci hanno portato a dove siamo ora.
Diamo a tutti quelli quello che si meritano. Agli Americani i soldi per la ripresa, a noi la volontà  di fare la ripresa e di arrivare un giorno a essere paese fondatore della Comunità  Europea e un giorno, speriamo, potenza mondiale con gli altri paesi della comunità 
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jolly46
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Ecco la risposta su Chamberlain per Lele:
non parlavo del "grande" Wilt (ora saranno gli altri a chiedere, chi è costui)!!

Ecco a grandi linee.
Neville Chamberlain era il Primo Ministro inglese nel 1938.
Dopo l'annessione dell'Austria, Hitler aveva spostato le sue attenzioni sulla Cecoslovacchia rivendicando i Sudeti, regione dove c'era una forte minoranza tedesca.
Per dirimere la questione fu indetta la Conferenza di Monaco fra Germania, Regno Unito, Francia e Italia.
Chamberlain, facendo un grosso errore di valutazione, alla fine lasciò mano libera ai tedeschi che si annetterono anche i Sudeti; tornò a Londra acclamato come "salvatore della pace".
In realtà  i tedeschi non erano sazi e si sarebbe visto poco dopo ed in maniera più tragica.
Chamerlain, quando i venti di guerra diventarono dominanti, fu giudicato poi un inetto ed un impaurito che aveva ceduto ai tedeschi.
Personalmente la penso diversamente, mi suona molto strano che un Primo Ministro inglese sia un inetto ed uno sprovveduto, credo che egli agì in quel modo perchè nel 38 inglesi e francesi erano completamenti impreparati dal punto di vista bellico ad affrontare un braccio di ferro ed una probabile guerra con i tedeschi.
Aveva quindi bisogno di tempo, che questo sia poi successo sulla pelle dei cecoslovacchi è un fatto di "realpolitik" abbastanza consueto nella storia.

Le vicende degli anni dal 1935 al 1940 se rilette attentamente oggi e fatti i debiti distinguo, sono molto istruttive ed illuminanti, tanto più qui da noi con i pacifisti a senso unico in servizio permanente effettivo che abbiamo!

Una volta c'erano gli eserciti, le flotte e le armate aeree, oggi abbiamo le bombe atomiche fatte in casa, le armi chimiche e batteriologiche modello "fai da te", e soprattutto persone che sembra non abbiano problemi ad usarle o che comunque non danno la garanzia di saperle gestire.
I tedeschi, con tutte la atrocità  commesse e con il marchio indelebile dell'Olocausto, non hanno mai usato i gas nervini: siano sicuri che oggi un fanatico qualsiasi non lo farebbe?

E che facciamo, diciamo "ci siamo sbagliati, pensavamo, e via dicendo" a quel punto?
I nostri vecchi dicevamo che era inutile chiudere la stalla quando i buoi erano già  scappati: senza aver fatto grandi studi, avevano già  capito tutto!
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Nicola
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Continuo la discussione aperta l'altro giorno. Non cito nulla in particolare perché il discorso è abbastanza generale. Affronterò una volta in più il rischio di passare per antiamericano (e sicuramente non lo sono, vista tra l'altro la mia fruizione massiccia di letteratura e musica Statunitense). Il fatto è che parlare male di un "capufficio" autoritario e talvolta pasticcione viene facile a tutti. Non si può neanche più sfogarsi con la controparte sovietica, avendo questa calato le brache in cambio della possibilità  di fare quello che vuole nei suoi protettorati (al limite potremmo aprire un post su Cecenia e dintorni). Una volta per tutte: quando in Iran lo Scià  iraniano fu cacciato per opera degli integralisti furono proprio gli americani ad appoggiare con massicci invii di armi tramite la CIA l'attacco dell'Iraq (8 anni di guerra, 1 milione di morti). Non a caso ancora ora si vedono puntare contro armi che loro stessi hanno fabbricato. Vogliamo parlare dell'Afghanistan? Anche qui il regime si è imposto con armi americane, fornite in massicce quantità  a partire dal '79. I talebani andavano benissimo in funzione antisovietica, ma nemmeno loro avevano le caratteristiche di manovrabilità  sperate. Gran parte dei capi terroristi di oggi sono stati istruiti da uomini dei servizi segreti americani.
Quando - giustamente - ricordi i crimini del regime iracheno sono completamente d'accordo con te, non si può permettere che nel terzo millennio si verifichino genocidi su qualsivoglia forma discriminante. Maliziosamente però devo notare che il presidente Bush è stato eletto per una manciata di voti in più del suo avversario grazie all'appoggio determinante delle lobby del petrolio e delle arm e che adesso ha come priorità  di sganciare milioni di bombe su di un gigantesco giacimento petrolifero. Perché non intervenire in Congo, dove negli ultimi anni ci sono stati massacri che hanno portato a due milioni di morti? Mi sembra che anche lì ci fosse bisogno di un intervento deciso. Poi, sarà  un caso ma solo 2 Nazioni sono pronte ad intervenire. Se noi siamo pulci politiche e militari, lo stesso non si può dire della Francia, potenza coloniale fino a pochi anni fa. E' tutta la faccenda vista nel complesso che puzza. Riguardo agli aiuti americani del dopoguerra, è innegabile che siano stati fondamentali per la rinascita dell'Italia. Ovvio poi che un paese povero e affamato sarebbe stato facile preda della propaganda staliniana. La riconoscenza c'è (almeno da parte dei più assennati di noi), la complicità  è un altro paio di maniche: eravamo alleatianche mentre i bombardieri sganciavano napalm sui villaggi? O quando bombardavano Panama? Durante le mie ricerche per la tesi ho avuto occasione di leggere molti saggi sugli Stati uniti del dopoguerra, e ne è emersa una realtà  sociale che non è quella idilliaca dei telefilm.
Ma sto divagando un po' troppo, il fatto è che parlare di guerra con cognizione di causa è difficile ed emotivamente molto impegnativo, oltre che decisamente interessante. Faccio fatica ad accostare la solidarietà  incondizionata dello spirito alpino (sottolineata ancora una volta nei post relativi all'ultimo numero de L'Alpino.) con l'idea di attaccare intere popolazioni per colpire 4 canaglie fomentatrici d'odio.
Ancora la parola a voi, amici.
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Nicola ha scritto:Poi, sarà  un caso ma solo 2 Nazioni sono pronte ad intervenire.
Se non vado errando anche l'Australia ha navi in viaggio verso il Golfo!!!!!

Ps: Oggi ho sentito che i nostri militari....mmhhh, i nostri alpini...... stanno facendo delle prove sul Gran Sasso per prepararsi ulteriormente all'Afghanistan.
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"eravamo alleati anche mentre i bombardieri sganciavano napalm sui villaggi?"


Ciao a Nicola e a tutti,
posso essere anche d'accordo in linea di principo con alcune tue osservazioni, ma personalmente ho l'impressione che alcune citazioni o riferimenti che fai sulle posizioni assunte dagli Americani negli anni passati non possono assolutamente prescindere dal contesto della "guerra fredda" in cui sono nate e sviluppate.
E' vero gli americani hanno "aiutato" dei regimi che oggi magari sono diventati "avversari"; ma tieni conto che all'epoca la posta in gioco era grossa, molto grossa!
Che poi in tutte queste vicende le popolazioni civili ci abbiano rimesso e pesantemente, con vittime, distruzioni, sofferenze, questo purtroppo è il tragico, classico risultato di ogni guerra!

L'opportunità  del momento, quella che fa' dimenticare valori etici ed idee, non è un'invenzione recente, c'è sempre stata nella storia, magari paludata sotto differenti vesti.
Un esempio spesso dimenticato e da molti sconosciuto è ad esempio il fatto che nel settembre del 1939 quando i Tedeschi invasero la Polonia e scatenarono la guerra erano "alleati" dell'Unione Sovietica che nello stesso momento entrò in Polonia da est e spartendosela poi con la Germania (non contenti di questo, dopo un po' fecero fuori con un colpo alla nuca migliaia di Ufficiali polacchi da loro catturati ed imprigionati, il massacro di Katyn).
Poco più di un anno dopo i compari che s'erano divisi la povera Polonia, si ritrovarono al regolamento di conti!

Sul "cappello" della mia risposta ho messo la tua frase, perché sinceramente e con tutto il rispetto, non la condivido, ma non tanto perché mi piace spargere napalm sugli inermi quanto perché mi ricorda le origini del più bieco antiamericanismo nato negli anni della guerra in Vietnam e magnificato dalla maggior parte dell' "intellinghenzia" nostrana.

Ricordo ad esempio che nella 2^ guerra mondiale i bombardieri inglesi bombardavano di notte le città  tedesche (e quelle italiane) con la tattica del "bombardamento d'area"; e non di "precisione" (quella la facevano gli Americani di giorno ed ovviamente la precisione lasciava molto a desiderare): obiettivo dei bombardieri inglesi non erano le industrie, le installazioni militari, eccetera ma semplicemente le città  ed in questi bombardamenti veniva in genere innescato il fenomento della "tempesta di fuoco" ovvero una sorta di onda d'aria incandescente che ovviamente bruciava tutto.
Eppure inglesi ed americani sono gli eroi che ci hanno liberato dalla barbarie nazista (e le vittime civili siamo sicuri che erano tutte "cattivi nazisti"?).
Qualche anno dopo, più o meno con una tecnica simile, gli Americani sono diventati i "cattivi" di turno con i loro bombardamenti al napalm in Vietnam.

Quindi è molto difficile a volte discernere azioni, situazioni, casi specifici avulsi dal contesto generale, utopia da realtà , troppe sono le sfaccettature e le variabili, troppe le realtà  culturali e sociali in gioco.

Io ad esempio, e credo così di attirarmi gli strali di numerosi "benpensanti", penso che tutto sommato l'intervento americano in Vietnam era giusto come fu giusto quello precedente in Corea.
In entrambi i casi c'era una parte, minoranza politica ed ideologica, che voleva imporre la sua egemonia, se del caso, come accadde, con la violenza e la forza.
La popolazione era favorevole? Per me era "costretta" ad essere favorevole, i capi villaggi contrari venivano fatti fuori "democraticamente", il governo e gli americani non erano in grado di proteggere e controllare il territorio, i vietcong avevano vita facile ad imporre i loro voleri e dettati alla popolazione (vi dice nulla un riferimento alla mafia che può tutto, conosce tutto, arriva dovunque e lo Stato non riesce a controllare il territorio?).
Poi si possono fare tutte le disquisizioni sul corrotto governo di Saigon, sull'approccio sbagliato dal punto di vista militare dell'intervento americano, eccetera (ma anche qui ci fu il bastone fra le ruote della politica e dei blocchi contrapposti, i bombardamenti massicci delle vie di comunicazione e di rifornimento con la Cina ed il blocco navale dei porti furono fatti solo da ultimo per arrivare alla conferenza di pace di Parigi, fossero stati fatti prima l'apparato militare nordvietnamita avrebbe resistito ben poco).

Altro riferimento, insieme ad altri anche noi italiani siamo intervenuti in Kosovo per impedire i soprusi del governo legittimo jugoslavo contro una minoranza di un suo territorio, l'intervento è stato salutato da tutti come necessario e benefico per la Pace e per la tutela delle popolazioni: in Vietnam gli americani intervennero a difesa e chiamati dal legittimo governo del Vietnam del Sud (quindi, cambiano i tempi e cambiano i modi di interpretare le cose? soprattutto è cambiato il mondo da quei tempi, non c'è più il "muro"!).

Per quanto riguarda la società  americana, sapete oramai come la penso: ha molti aspetti positivi ma dal punto di vista sociale e di stile o modo di vivere non credo sia auspicabile ed augurabile.
Se hai soldi bene altrimenti sono "rogne", vige la legge del profitto a tutti costi e della competizione sfrenata, e via dicendo: non abbiamo obbligo di "copiare"; il loro modello di vita. Meglio qui da noi ed alla grande!
Ed abbasso "McDonald", teniamoci le nostre osterie ed il pane fresco la mattina.

Per il petrolio gli USA fanno la guerra? Però hanno le maggiori riserve mondiali di oro nero.
Noi, in debita proporzione, in anni non tanto lontani per il petrolio ci siamo tolti le braghe: forniture di mezzi militari (anche tolti dalle linee dell'Esercito) alla Libia, liberazione di terroristi arabi (quelli della strage di Fiumicino) accompagnati a casa loro con aerei della nostra Aeronautica Militare, tangenti varie sulle forniture ed altre amenità  del genere.
Si dirà , sempre meglio della guerra: è vero, ma un Paese deve anche avere dignità , coscienza del proprio ruolo internazionale, fedeltà  alle alleanze liberamente scelte.

Ho messo insieme un po' di cose e forse ho deviato dall'argomento ma credo comunque sia interessante vedere come nel tempo e col mutare delle situazioni tante analisi e considerazioni possono essere viste con diversa prospettiva.
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Nicola, ho riletto più volte il tuo intervento, e penso che il nocciolo della questione sia racchiuso in questa tua frase:
Perché non intervenire in Congo, dove negli ultimi anni ci sono stati massacri che hanno portato a due milioni di morti?

La risposta è semplice: in Congo non c'è nulla che, agli occhi del Governo USA, valga le ossa di un solo Marine.
Gli Stati Uniti perseguono i loro fini, come dovrebbe essere logico per tutti gli stati del mondo; perciò intendono intervenire in Irak, come sono intervenuti in Afghanistan o nei Balcani: per difendere i loro interessi, non per fare le dame di carità  (in teoria per questo dovrebbe esserci il carrozzone dell'ONU). Non ci sono "guerre umanitarie" o "soldati di pace" (queste sono le ipocrisie tipiche soprattutto di noi italiani); ci sono invece conflitti in cui i costi economici e le perdite fra le proprie truppe sono compensate dai vantaggi che si suppone si possano conseguire con l'opzione bellica (e mi dispiace, ma le vittime tra la popolazione dell'eventuale nemico di solito non entrano in bilancio).
In Irak c'è il petrolio (tanto), e con il suo decennale comportamento Saddam Hussein rischia ogni volta di creare seri danni all'economia occidentale; per questo, messi nel conto perdite e guadagni (compresi ovviamente quelli dell'industria delle armi), gli USA pensano che valga la pena di rischiare (e magari pure per mettere un poco di sana paura addosso agli sceicchi che spendono un po' troppo per BL e soci). Se poi, come già  successo in Afghanistan, la guerra porterà  anche alla caduta di un regime criminale, tanto di guadagnato; ma non è certo per questo che gli yankees spendono milioni di dollari e rischiano la vita dei loro soldati.
Forse dal punto di vista etico tutto ciò non è molto bello, ma da sempre morale e politica (di cui la guerra è la continuazione con altri mezzi, come diceva qualcuno) non vanno d'accordo.

non contenti di questo, dopo un po' fecero fuori con un colpo alla nuca migliaia di Ufficiali polacchi da loro catturati ed imprigionati, il massacro di Katyn
Dimmi Jolly46, ma cosa ti hanno insegnato in Sezione? :D
Le fosse di Katyn le hanno riempite i nazi...

Noi, in debita proporzione, in anni non tanto lontani per il petrolio ci siamo tolti le braghe
E' vero, ma anche la ricompensa è stata in proporzione: agli USA la distruzione del WTC, a noi i due Scud contro Pantelleria... sempre italiani siamo... :oops:
(poi magari si può pure parlare di Siad Barre...)
Concordo in pieno con quanto hai detto sul Vietnam e sui mangimi da ingrasso dei fast food.
Mandi.
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Non parlerò più di Vietnam, perchè so troppo poco in proposito. La storia alle superiori arriva si e no alla seconda guerra mondiale e l'anno della maturità  l'abbiamo abbandonata ben prima perchè era uscita filosofia :shock:
In effetti il richiamo al napalm che ho fatto era un po' ad effetto, potevo rispiarmarvelo. Resta il fatto che gli americani stessi non hanno capito il senso di quella guerra e spesso hanno chiuso le porte in faccia ai reduci chiamandoli assassini (ho in mente Nato il 4 luglio e qualche altra pellicola) mentre coloro che avevano combattuto la guerra mondiale furono accolti da eroi. Pensate (per alleggerire un pochino) che durante la guerra del Vietnam Capitan America, che nel quaranta aveva combattuto tedeschi e giapponesi (e Italiani) buttò la sua divisa a stelle e strisce e si fece chiamare Nomad, in spregio alla politica imperialista imperante. So per esperienza che i fumetti americani sono sempre stati molto sensibili alla realtà  sociale del paese.
Se ne avete la possibilità  leggete l'articolo di Le Carrè apparso oggi su Repubblica, essendo stato scritto da un inglese ci permette di sdoganare un po' del nostro provincialismo bellico (inteso come voler partecipare alle guerre anche se non abbiamo che schegge di esercito).
Un altro voto alla campagna contro Mc Donald e un bicchiere di vino alla vostra salute.
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Fosse di Katyn ovvero ognuno si faccia carico delle proprie stragi, massacri, violenze, sopraffazioni.

I Tedeschi scoprirono le fosse di Katyn nell'aprile 1943, otto fosse comuni con i corpi di circa 4500 ufficiali polacchi uccisi con un colpo alla nuca.
L'URSS, visto che la storia la fanno i vincitori, addossò la responsabilità  del crimine sui Tedeschi.
Nel 1953 una commissione americana confermò che le vittime, fatte prigioniere dai russi nel 1940 ed internate nel campo di Kozel'sk, erano state massacrate dall'NKVD sovietica (la polizia politica).
Questa conclusione è stata ufficialmente confermata dal governo sovietico nel 1990.

Ricordo anche che durante la guerra gli inglesi riuscirono ad ottenere dai Russi la liberazione dei militari polacchi ancora imprigionati, i polacchi al cui comando fu messo il Gen. Anders raggiunsero il Medio Oriente dove costituirono inizialmente una Brigata che combattè in Africa Settentrionale con l'8^ Armata inglese.
Successivamente la Brigata diventò Corpo d'Armata, il 2° Corpo Polacco (3^ div. fucilieri Carpatica - 5^ div. fanteria Kresowa - 2^ brigata corazzata + altre unità ), che combattè nella Campagna d'Italia (Montecassino - liberazione di Ancona - liberazione di Bologna).
Il 9° btg. fucilieri della Carpatica fu soprannominato "Bolonski" (Bologna) dopo la liberazione della città , coniando un apposito distintivo con lo stemma della città  felsinea.
Finita la guerra il 2° Corpo polacco rimase in Italia fino al 1947 poichè la maggior parte dei suoi uomini non voleva ritornare in patria sotto il nuovo dominio sovietico. La maggior parte di questi uomini si sparse nel mondo.
Credo che in Italia esista tuttora una Associazione dei Combattenti Polacchi in Italia.
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claudio
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Afganistan

Da La Stampa del 17/1/2003

Missione Afghanistan, debutto al femminile
Il semestre di permanenza sarà  suddiviso in due periodi di tre mesi: da marzo a maggio e da giugno a settembre Alla fine saranno 2000 i militari italiani impiegati. Trentacinque uomini stanno preparando l´arrivo dei colleghi

ROMA. La Task Force Nibbio partirà  a cominciare dal 26 gennaio (80 uomini), - e poi a scaglioni - sino al 13 febbraio quando tutti i circa mille uomini della missione avranno abbandonato l´Italia. Destinazione: l´Afghanistan, probabilmente in una delle province più pericolose dell'era post-talebana: quella di Khost, al confine con il Pakistan. Lì i soldati italiani rimarranno per sei mesi, che «non auspichiamo nè intendiamo rinnovare», ha detto il ministro degli Esteri Martino. Il semestre in Afghanistan sarà  suddiviso in due periodi di tre mesi: da marzo a maggio e da giugno a settembre. Alla fine, dunque,saranno circa 2.000 i militari italiani impiegati in Afghanistan. Nella provincia di Khost sono già  al lavoro 35 militari italiani per preparare l'arrivo del resto del contingente, che opererà  nell'ambito di «Enduring Freedom», un capitolo tra i più duri e complessi della guerra globale al terrorismo dichiarata dagli Usa dopo l'11 settembre. La task force italiana in questi giorni sta completando a L´Aquila il proprio addestramento in vista della prossima partenza. Il ministro della Difesa che ieri si è recato a portare loro il suo saluto, non ha nascosto che «sarà  forse la missione più difficile e impegnativa dalla Seconda guerra mondiale». Una missione «ad ampio margine di rischio», aveva già  affermato due giorni fa durante il question time alla Camera. Ma i giovani soldati che all'Aquila verificano e perferzionano le loro capacità  di gestione delle situazioni di pericolo, parlano con grande tranquillità  della missione.
E anche con entusiasmo. Tra loro ci sono cinque donne (4 alpine 1 paracadutista) , le prime inviate in una zona di guerra nella storia militare italiana. Una si chiama Isabella, ha 22 anni, è un alpino, e racconta che «l'unica vera preoccupazione è la distanza». Certo, può capitare di dover sparare. «E noi siamo preparati a tutto, anche al peggio. Speriamo non sia necessario, perché è bruttissimo sparare contro una persona, però può capitare di doversi difendere», rileva Elisabetta, di Genova, effettiva al nono reggimento alpini di stanza a L'Aquila e prossima alla partenza per il Paese asiatico insieme ad altri mille ragazzi e ragazze della sua età .
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MA DICO IOOO!!

Rispondo ora perchè non ho avuto tempo per legggere tutto....
Ma vi siete accorti di quel cavolo di Bush sta combinando? Sta per essere coinvolto in guerre in tutto il mondo. Ma poi neanche se ne parla più di tanto. Afganistan...fra poco in Iraq e la Corea del Nord gli ha detto che è pronta alla guerra e che li aspettano.
E noi stronzi gli mandiamo anche i nostri ALPINI?
Concordo con voi...non siamo pronti a veder tornare qualcuno in una bara con il tricolore sopra.
Questo succede quando chi sta al potere non sa neanche cosa voglia dire la naja.
Si tratta solo di interessi e noi fessi andiamo dietro a quel pappagallo di Bush.
Ma perfavore!
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Mauro
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Avete idea di cosa sia e cosa faccia precisamente questa bomba che fa saltare ogni circuito elettrico nel raggio di diversi Km, che probabilmente utilizzeranno gli Americani? Non sono riuscito ad 'agguantare' il modello o qualcosa di più descrittivo.
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
C.le Istr. 9°/96
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[quote="jolly46"]
...... visto che la storia la fanno i vincitori ......
quote]

Quanta verità  in questa affermazione, anche se a volte essa viene usata allo scopo di mitigare le responsabilità  dei "vinti".
Non mi dilungo in approfondimenti di varie affermazioni fatte in questa discussione, e questo in conseguenza di "grosse rogne in atto" nella mia attività , anche se mi riservo un intervento articolato, ma di una cosa sono certo:
DOBBIAMO AVERE SEMPRE PRESENTE LA CENTRALITA' DELL'UOMO.
Egli:
crea i governi (più o meno democratici),
con le sue azioni innesca processi di trasformazione nel mondo (inteso in senso lato),
non è soddisfatto del tanto, vuole il "di più",
si dimentica del "prossimo" (nel suo significato cristiano),
è sempre pronto a criticare "gli altri",
ecc.
quando nel mondo riusciremo a guardarci, gli uni e gli altri, senza l'ansia della prevaricazione o il timore della sopraffazione, allora, e solo allora, avremo compreso il significato che io dò alla "CENTRALITA' DELL'UOMO".
Un difetto di noi occidentali nasce dall'ansia di volere affermare il nostro modello di vita su tutto l'emisfero, e il non accettare che ci siano persone che gradiscono uno stile di vita diverso.
Un pregio "INNEGABILE" del mondo occidentale è la possibilità  di vincere le elezioni per una manciata di voti, ancorchè scaturiti da precisi interessi di parte, ma pur sempre leggittimi nella nostra impostazione occidentale. Questa per me è la democrazia: il vincitore risulta chi riesce a convincere il maggior numero di elettori della bontà  delle proprie idee e del percorso per concretizzarle, e dove ogni voto ha lo stesso "peso". E' inaccettabile il solo pensare che: "Ma queo 'l xe mona" (passatemi la battuta in lingua veneta - tr.: quella persona non capisce niente)
Io temo le elezioni con maggioranze "strepitose", ove manifestatamente il risultato evidenzia che il detentore del "POTERE" fa sentire il peso della propria posizione. (Irak, Cuba, Jugoslavia, Corea del Nord, ecc.).
Scusate le divagazioni. A presto.
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Caro Rinaldo, quanto hai appena affermato mi trova in piena sintonia con te.
In questo periodo sto osservando quanto si sta verificando a livello mondiale e non nascondo di avere un po' di paura per quello che può accadere e che, probabilmente, accadrà .
Vorrei fare delle considerazioni storiche e poi confrontarle sinotticamente con la situazione mondiale attuale, ma sarebbe troppo complicato trattarle nel forum...verrebbero fiumi di parole.
Certo è che si stanno verificando, magari in contesti diversi, situazioni storiche che nel passato hanno portato a conseguenze poco felici per tutti.
Vorrei entrare nel merito di Bush, ma ritengo opportuno, vista la mia professione, di non parlarne in un luogo pubblico come Internet; mi limito solo a dire che occorrono delle misure e bisogna darsi dei limiti.
Roma, grazie alle sue mire espansionistiche, al suo nazionalismo ed al suo sentirsi superiore agli altri, nell'antichità  è riuscita a costruire un grande impero schiacciando chi le era scomodo ed ltraggiava i suoi interessi: non sembra che oggi gli americani, in questo senso, siano come gli antichi Romani in chiave moderna?
Mi fermo...ho già  detto troppo.
Ai posteri l'ardua sentenza, come diceva il Manzoni nell'Ode dedicata a Napoleone.
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Ai posteri l'ardua sentenza, come diceva il Manzoni nell'Ode dedicata a Napoleone.
Speriamo ci siano posteri e non solo postumi. L'importante, riprendendo la tua citazione manzoniana ed emendandola dai significati religiosi, è non chinar la fronte passivamente, ma esercitare il proprio diritto democratico, ricordato da Rinaldo, con cognizione di causa. Quindi informarsi il più possibile e prendere con le pinze pregiudizi e sentito dire. Avere idee proprie anzichè riportare acriticamente quelle dei buffi (interviene l'autocensura) politici, che mai come in questo momento si stanno esibendo in risibili cagnare.
Ciao a tutti
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