Cari amici,
dopo molto tempo ritorno qui a scrivere...complice il breve, ma incisivo, invito che mi è giunto via mail. Non che vi avessi scordato, ma la vita e soprattutto la salute non sempre mi hanno dato quella lucidità e quell'entusiasmo che mi portava qui.
Oggi è un giorno speciale per tanti motivi e, quindi, anche l'aver trovato la mail ha aggiunto un raggio di sole alla giornata.
Vengo al Piave...un falso e moderno concetto di Patria, basato su un errato concetto di integrazione, hanno portato a sviluppare una politica sociale ed educativa lontana dalle tradizioni patriottiche, viste come un ostacolo allo sviluppo di una piena società multietnica richiesta dalla contemporaneità.
Invece di un dialogo tra tradizioni e valori, si promuove l'annullamento di esse per dare spazio a non si sa bene cosa, ma certamente ad una cultura di tipo assistenzialistico e poco vicina ai valori della nostra Comunità.
Anche la scuola ha sposato tale concetto, rinunciando a tramandare le tradizioni e l'amor Patrio per far emergere non il dialogo interculturale, ma una cultura non ben definita.
E' la confusione generale che porta a tutto questo ed un non adeguato approccio al tema.
A scuola, infatti, si dovrebbe promuovere e costruire intercultura che possiamo riassumere secondo questo principio: "Favorire la conoscenza, il confronto, la tolleranza e la comprensione delle differenze culturali e delle diversità individuali e sociali; aiutare ciascuno ad aprirsi all'interazione con l'altro, fatta di conoscenza, di comprensione, di dialogo fecondo nel rispetto della specificità e della differenza, nella consapevolezza che l'incontro interculturale autentico non comporta la perdita della propria identità (...)" (
G. Milani, Comprendere e costruire l'intercultura, La Biblioteca Pensa MultiMedia, Lecce, 2007, pag.12); in questa prospettiva, che si dovrebbe seguire nel campo dell'educazione, ma anche della società, il Piave ci sta eccome...però bisogna avere la consapevolezza che tutto questo richiede impegno. Destrutturare una società, i suoi valori, le sue tradizioni è lavoro molto più facile che non valorizzarla in una dimensione interculturale.
Un caro saluto a tutti.
Omar.
