Roma, 21:23
Terrorismo, partito contingente italiano per Afghanistan
E' partito questa sera, con un volo militare diretto a Kabul, il primo team del contingente italiano che sarà impegnato sul campo, in Afghanistan, contro il terrorismo internazionale. Lo rende noto lo Stato maggiore della Difesa.
Si tratta di 35 militari che fanno parte del cosiddetto advanced party, che svolgerà attività organizzative finalizzate a realizzare le strutture logistiche indispensabili per il successivo dispiegamento del grosso del contingente, che avverrà a partire dai primi giorni di febbraio. (red)
Alpini.L'Ho appreso dapprima su Tgcom: si parte!
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
C.le Istr. 9°/96
Brigata Alpina Cadore
Per quanto riguarda le penne nere, la scelta dovrebbe essere caduta sul nono Reggimento di stanza all'Aquila. Il comandante è il colonnello Claudio Berto, che dovrebbe assumere anche il comando del battle group italiano, mentre un ufficiale già esperto di Afghanistan (con tutta probabilità il generale Giorgio Battisti) dovrebbe essere l'Italian senior national representative, in pratica il capo missione.
Gli alpini del 9o Reggimento - veterani delle missioni all'estero: dal Mozambico alla Bosnia, dal Kosovo all'Albania - da mesi si stanno addestrando ad una operazione che gli stessi esperti militari definiscono "ad alto rischio". Esercitazioni in alta montagna, anche di notte, e al combattimento nei centri abitati e corpo a corpo; sessioni di tiro, training di orientamento e contro la minaccia Nbc (nucleare, batteriologica e chimica).
L'equipaggiamento e l'armamento sono all'avanguardia: fucili mitragliatori AR 70/90 e pistole Beretta 92F, visori notturni, localizzatori Gps ed altri sistemi computerizzati, oltre alle tradizionali maschere antigas e alle speciali tute Nbc. Tra i militari in prima linea, accanto ai commandos del Col Moschin e agli uomini del 9/o Reggimento della Taurinense, potrebbero esserci anche gli alpini paracadutisti del battaglione Monte Cervino, i cosiddetti Rangers italiani.
Complessivamente, comunque, non più di 400 persone, mentre il resto del contingente - tra cui gli specialisti del Genio e delle Trasmissioni - avrà compiti di supporto e logistici. Tra le altre componenti anche una di carabinieri del reggimento Tuscania, anche con compiti di polizia militare.
Entro febbraio arriveranno in Afghanistan anche i mezzi ruotati del contingente (Vm90 protetti e carrelli da montagna), mentre non è ancora noto se parteciperà una componente elicotteristica dell'Esercito.
La missione operativa del contingente durerà sei mesi a partire dal Toa, il Transfer of authority, cioè il passaggio delle unità italiane sotto il controllo operativo del comando Usa. Il costo dell'intera missione è stato stimato in circa 100 milioni di euro.
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
C.le Istr. 9°/96
Brigata Alpina Cadore
Credete possibile che il Gen. Giorgio Battisti possa essere inviato nuovamente in Afghanistan (fu il primo ad andarci, col grado di Colonnello) dal momento che ora è il Comandate della Brigata Alpina Taurinense?
non che non me lo aspettassi ma rispetto alle intenzioni originali, in cui si parlava di "unità di supporto di fuoco" (cioè artiglieria e/o mortai) questa "formazione" del contingente non vi pare un po' (tanto) ridotta?
Ciao Federico,
radionaja dice che al 1° da Montagna abbiano tirato fuori dalla naftalina i 105/14 proprio in vista di una partecipazione diretta ad Enduring Freedom (ovviamente FH 70 ed M 109 non sono robe serie).
Però, sempre radionaja aggiunge che ci sia anche un problema di costi...
In ogni caso, già il Btg. L'Aquila ha in organico un Cp. Mortai con i 120 Brandt.
Mandi.
Luigi
P.S.: dimenticavo questa.
Esercitazioni in alta montagna, anche di notte, e al combattimento nei centri abitati e corpo a corpo etc. etc.
Tutta roba che si faceva anche ai tempi della leva...
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)
A L'Aquila c'era a suo tempo una batteria "cooperante" del gr. Belluno (vedi discussione organigramma 4° CAA).
In quanto a mortai, dovrebbero essere disponibili anche i nuovi "rigati" da 120mm a suo tempo ordinati per il 185° rgt. art.par. Folgore.
Dopo la trasformazione del rgt nel ruolo di acquisizione obiettivi, queste armi sono state assegnate a rgt. di arma base.
Ad esempio le cp. mortai dei rgt. paracadutisti hanno in linea sia il vecchio 120 liscio che quello rigato (e ruotato).
Quest'ultimo è un'ottima arma con una gittata superiore a quella del "magnifico" 105/14.
Vedrei bene un mix di queste due armi, il 105/14 potendo anche essere utilizzato, abbassando i ginocchielli, nel tiro diretto tipo controcarri o comunque obiettivi protetti.
ma coma ho fatto a dimenticarmi della discussione sul 4CAA? Mah, sarà l'età !
Quanto alla possibile "fine" del 105/14 per obsolescenza non saprei. Mi ricordo che una delle nostre scuole tiro la facemmo in "tandem" con i mortaisti del Saluzzo ed un loro Sten, che stava all'Osservatorio con noi, non faceva altro che magnificare i suoi "tubi" rispetto ai nostri obici. Quella volta loro uscirono con gli 81, dato che questo era il mortaio di turno per la esercitazione, ma lo Sten diceva che il 120 era decisamente superiore al nostro obice da 105. Naturalmente parlava di quelli lisci, non di quelli rigati. In particolare ne declamava la leggerezza rispetto all'obice, di cui (probabilmente a ragione) criticava soprattutto la scarsa gittata.
Ho una domanda però: dopo pochi giorni dal mio arrivo in Batteria mi fu insegnato quello che ritengo essere un principio fondamentale dell'Artiglieria e cioè:
- la vera arma NON è nè l'obice nè il mortaio, bensì il proiettile che questi sparano.
Sarà infatti quest'ultimo ad arrecare danni al nemico, non l'obice, il cannone o il mortaio. Da ciò deriva la mia domanda: è più efficace la granata da 105 dell'obice o la bomba da 120 del mortaio? Se non mi ricordo male la granata dell'obice è più pesante e porta più esplosivo della bomba da 120 e dovrebbe quindi avere, ad esempio, un "effetto scheggia" distribuito su di un area potenzialmente maggiore di quella del mortaio. Ricordo bene?
Ora capirete anche voi che le mie conoscienze in materia artiglieresca sono quello che sono ma mi chiedo: se USA (che se non erro hanno in linea un pezzo da 105 forse peggiore del nostro sotto alcuni aspetti) e UK (considerati i Maestri della moderna artiglieria) mantengono in linea obici da 105 e non li sostituiscoo con i mortai da 120 (lisci o rigati che sia) i loro più che buoni motivi li avranno, no?
Questione interessantissima.
Non sono abbastanza esperto per dare una risposta definitiva in materiale, però mi sovvengono alcuni concetti:
- Come hai detto tu la granata di un obice contiene più esplosivo, è piu' pesante e quindi fa maggiori danni, ottenendo con meno munizioni maggiori effetti.
- Il mortaio liscio è meno preciso di un obice. Per il mortaio rigato non so.
- Da un lato però il mortaio è una roba semplice, bastano pochi uomini per portarne uno e si tratta solo di un tubo con poco altro. L'obice è una macchina con parti meccaniche e diverse parti costitutive. Forse questo concetto cade con il mortaio da 120 rigato, che mi sembra essere piu' complicato di un mortaio "tradizionale".
Forse bisognerebbe mandare in pensione il 105, ma sostituendolo con un altro 105, progettato oggi e non 40 anni fa. Sono certo che con i moderni materiale e le moderne esperienze si potrebbero ottenere migliori prestazioni, magari addirittura con minor peso. Quindi lascerei entrambe le armi, i mortai come arma al seguito per una risposta immediata a una offesa o per supporto a un attacco e gli obici con la funzione della classica artiglieria, leggermente arretrata, pronta a bombardare il nemico o a supportare i difensori in caso di attacco.
Soprattutto durante la prima guerra mondiale gli alpini hanno dimostrato di poter portare armi piuttosto grosse in posti incredibili. Io includerei questo nell'addestramento, sarebbe una peculiarità non indifferente per una forza di difesa o di attacco.
D'altra parte il mortaio è considerato come un arma di supporto per la Fanteria, mentro gli obici no.
Sempre a proposito di munizionamento se andate qui http://www.fullaventura.com.ar/eqmilita ... 104127.htm trovate (in spagnolo) la pagina di un produttore argentino di munizioni. Con i suoi proiettili il vecchio 105/14 arriva ad una gittata di 12,1 Km, il che non poi tanto male (si tratta di un aumento di circa il 20%).
Forse (e forse dico una bestialità ) qualche modifica non molto importante al pezzo della OTO Melara, anche lui potrebbe sparare le altre munizioni che sono disponibili e che permettono gittate vicine ai 20 Km. Credo che il problema sia soprattutto nella lunghezza (scarsa) del tubo obice e, molto probabilmente, nei meccanismi di rinculo che non consentono l'uso di cariche di lancio ancora più potenti.
Io penso che oltre alla lunghezza della canna, bisognerrebe cambiare tipo di acciaio delle parti coinvolte nel fuoco. Infatti cariche maggiori sicuramente assicurano piu' portata, ma di certo usurano di piu' le varie parti.
Io sono convinto che si perderebbe meno tempo e soldi riprogettando da capo che aggiornando quello che c'è. Se bisogna cambiare la canna, gli organi di fuoco e di rinculo, in pratica è come fare un'arma nuova.
Un'altra cosa. Penso che il mortaio abbia piu' problemi con il calore. Immgino che un obice abbia meno problemi con i tiri accellerati.
"Nessuna vittima tra le forze alleate. Lo scontro è stato il più duro dal febbraio dell'anno scorso, quando finì l'operazione Anaconda
Afghanistan, battaglia tra americani e talebani
Usati elicotteri e bombardieri: uccisi decine di ribelli. Il 1° marzo gli alpini si schiereranno nella «Base Salerno» tra i monti dell'Est
ROMA - Si chiama «Salerno» la base di Khost, in Afghanistan, dove si vanno a schierare gli alpini. L'hanno costruita i soldati americani accanto a una vecchia pista d'atterraggio, l'hanno fortificata, difesa nel corso dei mesi da pesanti attacchi e l'hanno battezzata col nome della città italiana dove altre truppe degli Stati Uniti fecero nel 1943 uno sbarco che segnò una svolta nella Seconda guerra mondiale. Gli alpini arriveranno alla «Salerno Base» all'inizio di marzo. Cominciano però a partire da sabato 1° febbraio per Kabul, dove troveranno una piccola avanguardia di loro colleghi, una cinquantina di uomini che ha raggiunto la capitale afghana da 15 giorni per preparare il terreno all'intero contingente che sarà composto da mille militari, fra cui 5 donne soldato: 4 alpine e una paracadutista.
Oltre ai velivoli dell'Aeronautica militare, che trasferiranno i reparti a piccoli gruppi all'aeroporto di Abu Dhabi e poi da lì a Kabul, saranno utilizzati anche una ventina di voli di cargo Antonov presi in affitto dall'Ucraina per trasportare equipaggiamento, fuoristrada e mezzi armati.
A metà febbraio il trasferimento sarà concluso e gli alpini passeranno un paio di settimane a «familiarizzare», come dicono i militari, con gli americani. Poi lasceranno Kabul e, lungo una strada tortuosa di circa 300 chilometri, raggiungeranno la base «Salerno», fra le montagne della regione Paktya. Li guiderà il colonnello Claudio Berto, mentre il generale Giorgio Battisti, che già conosce la situazione afghana perché ha comandato la forza di pace Isaf, si installerà a Kabul per mantenere i collegamenti col comando americano del generale Dan McNeill.
Nella base di Khost, gli alpini troveranno un migliaio di paracadutisti americani. C'erano accampati anche i britannici Royal Marines che sono rientrati in patria e vengono sostituiti proprio dai nostri soldati. Nella stessa zona, a poca distanza, il presidente Karzai ha sistemato un reparto di afghani appartenenti alle forze armate locali che sta cercando di costruire. La missione italiana, denominata operazione Nibbio, si configura come la prima vera azione di guerra con truppe di terra, alla quale partecipano i nostri soldati dalla fine del Secondo conflitto mondiale. Non c'è dubbio, infatti, che gli italiani vanno a sostenere combattimenti in una regione molto infida.
Il signore della guerra locale Badshan Khan Zadran vi esercita il potere attraverso alcune migliaia di miliziani che spesso si scontrano con gli uomini di Hakim Taniwal, il governatore mandato da Karzai a prendere il controllo della zona. Insomma, in quel lembo di terra c'è guerra vera.
Le montagne che vi fanno da corona raggiungono i 3 mila metri di quota. Lì si annidano gruppi di talebani che affluiscono dal vicino confine col Pakistan. Ad essi gli alpini dovranno dare la caccia. Sono preparati per farlo. Si sono esercitati in alta montagna, sono attrezzati con armi moderne, visori notturni, collegamenti radio, Gps. Per evitare imboscate, i gruppi destinati di volta in volta a entrare in azione saranno trasportati sul posto con gli elicotteri dell'Esercito americano.
Il grosso del contingente è formato dal 9° reggimento alpini della Brigata Taurinense. Li affiancano un centinaio di carabinieri paracadutisti del Tuscania, alcune decine di incursori del Col Moschin e un centinaio di alpini ranger del Monte Cervino.
Tutti volontari di professione, gente con una lunga esperienza di missioni estere maturata soprattutto in Bosnia e Kosovo. Resteranno in Afghanistan fino all'inizio di giugno, quando verranno rimpiazzati dai paracadutisti della Folgore, ai quali toccherà il periodo giugno-settembre."
(Marco Nese)
La cerimonia di saluto al 9° Alpini è prevista per domani, ma trattandosi di cerimonia militare vi parteciperanno solo il Labaro Nazionale ed il Vessillo della Sezione Abruzzi dell'ANA.
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)