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Europa disarmata

Vi segnalo da Repubblica di oggi (Andrea Bonanni):

"Un'Europa in disarmo. Dopo essere stata per secoli la caserma del mondo, prima potenza militare egemone e poi campo di battaglia globale, l'Europa del "soft power", ma soprattutto della crisi economica, scopre il fascino discreto dell'addio alle armi.
Taglia i bilanci della difesa, liquida reggimenti gloriosi, smantella navi e portaerei, chiude basi, manda in pensione aerei e carri armati. Rinuncia, con apparente facilità , ad un pezzo della propria storia e della propria identità .
L'allerta arriva, come sempre, dall'altra parte dell'Atlantico. Alla vigilia del vertice Nato, che a Lisbona in novembre deve varare il "nuovo concetto strategico" dell'Alleanza, gli Stati Uniti si inquietano per il fatto che gli europei spendono sempre meno nella Difesa. "La demilitarizzazione dell'Europa, che nel XX secolo era una benedizione, sta diventando un ostacolo al raggiungimento di una vera sicurezza e di una pace durevole nel XXI secolo", ha avvertito qualche mese fa il segretario americano alla Difesa, Robert Gates.
E il Wall Street Journal scrive: "Se gli alleati dell'America vogliono avere voce in capitolo quando si tratta di questioni di sicurezza, e soprattutto se vogliono essere ascoltati, non possono presumere che siano sempre gli Stati Uniti a pagare il conto per mantenere l'ordine globale".
Quella di una più equa ripartizione degli oneri è una vecchia e sempre inascoltata rivendicazione americana. Non priva di qualche ipocrisia. Washington ha sempre rimproverato agli europei di non fare abbastanza, ma non ha mai accettato di condividere veramente la leadership atlantica e ha boicottato i timidi tentativi di dare vita a una difesa europea autonoma. Ma questa volta l'allarme per il crescente disarmo europeo è condiviso anche dai responsabili della Difesa del Vecchio Continente.
"Non c'è dubbio che, mentre gli Usa mantengono un alto livello di risorse per la difesa, gli europei non riescono a raggiungere il livello di spesa che si erano prefissati al 2 per cento del Pil", dice a Repubblica l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, presidente del Comitato militare che riunisce i capi di stato maggiore della Nato, l'uomo che deve cercare di contenere gli effetti della corsa al disarmo. "Questo trend non può continuare, perché porterebbe a un indebolimento irreversibile delle capacità  di difesa europee".
Si assiste così al paradosso di un'Europa che non ha mai speso tanto poco per le proprie forze armate, proprio nel momento in cui esse sono impegnate sul campo in misura che non ha precedenti nel dopoguerra. Decine di migliaia di soldati, tra Afghanistan, Libano, Balcani, e varie missioni in Africa. E se il costo umano di queste missioni è pesante, quello economico non è da meno.
Prima la crisi finanziaria, poi quella dei debiti pubblici, hanno costretto a una serie di drastici ridimensionamenti delle spese militari. Nel 2002 tutti i membri dell'Alleanza si erano dati come obiettivo di stanziare ogni anno "almeno" il 2 per cento del Pil per la difesa. Nel 2009 solo Grecia (3,1), Albania (2,0), Francia (2,1), Gran Bretagna (2,7) e Stati Uniti (4,0) hanno mantenuto l'impegno. Italia e Germania sono a 1,4. La Spagna a 1,2. L'anno prossimo, verosimilmente, solo gli Usa resteranno al di sopra del due per cento.
Le prime misure di austerità  sono arrivate all'indomani della crisi di Wall Street. Nel 2009, per esempio, la Francia ha tagliato il bilancio per la difesa del 15%, l'Italia del 38, il Belgio del 5,7, la Spagna del 4,6, la Turchia del 16,9. Ma questo ridimensionamento è trascurabile rispetto a quelli che si stanno preparando ora, dopo che gli attacchi speculativi contro l'euro hanno costretto tutti i governi a varare piani draconiani di risanamento dei conti pubblici.
Il premier britannico David Cameron ha appena annunciato un taglio al bilancio militare dell'8 per cento in quattro anni. Londra rinuncerà  alla sua unica portaerei, la Ark Royal, in attesa di due che sono in costruzione; taglierà  drasticamente gli ordini del nuovo caccia Jsf. Manterrà  il programma nucleare dei sottomarini Trident, ma la Royal Navy sarà  ridimensionata. Il settore della difesa perderà  42 mila addetti entro il 2015.
La Francia per quest'anno ha confermato gli impegni di bilancio, ma gli esperti militari si attendono che la scure calerà  sulle spese per la difesa l'anno prossimo. Del resto non è un mistero che, dietro la decisione francese di reintegrare la struttura militare dell'Alleanza, c'è anche la consapevolezza di non avere più le risorse per mantenere una capacità  difensiva autonoma. Francesi e britannici hanno già  sul tavolo accordi per gestire in comune l'arsenale nucleare dividendo le spese. Lo stesso si preparano a fare condividendo i nuovi aerei da trasporto Airbus A400.
La Germania, che sta passando dall'esercito di leva a quello professionale, con una conseguente contrazione degli effettivi e un aumento della spesa, si prepara anch'essa a segare le spese per la Difesa. Gli esperti del ministero, interpellati dalla Merkel, hanno messo a punto una lista di tagli per 9,3 miliardi di euro.
In Olanda, il nuovo governo ha già  fatto sapere che rinuncia a comprare i costosi e sofisticatissimi super-caccia Jsf. Anche in Italia si tira la cinghia. L'Aeronautica militare ha già  chiuso il 5° stormo intercettori di Cervia, e nel 2012 chiuderà  anche quello di Trapani. Secondo il capo di Stato maggiore dell'arma, il generale Giuseppe Bernardis, "il ridimensionamento ha finora interessato un centinaio di reparti, con l'adozione di oltre 160 provvedimenti di soppressione e riorganizzazione". L'Italia è anche uscita dal programma Nato SAC (Strategic Airlift Capabilities) che prevedeva l'acquisto e la condivisione di aerei da trasporto militare C130. E ha tagliato di 25 aerei il suo piano di ordinazioni per i caccia Eurofighter. Le riduzioni che tutti i Paesi dell'Alleanza stanno portando ai bilanci militari potrebbe anche mettere in pericolo il progetto di sorveglianza aerea AGS (Air-ground surveillance) che avrebbe dovuto essere basato a Sigonella. La ristrutturazione dei comandi Nato, che ridimensionerà  anche quello di Napoli, comporterà  complessivamente una riduzione del personale da 13 mila a 9 mila addetti.
Su un'unica cosa tutti gli esperti sono concordi: nonostante i tagli, finora nessun Paese ha risparmiato sulle dotazioni fornite ai soldati impegnati in missione in Afghanistan o altrove. Ma anche qui le ristrettezze di bilancio si fanno sentire. E le esitazioni con cui l'anno scorso gli europei hanno risposto alla richiesta americana di inviare a Kabul diecimila uomini in più, si spiegano non solo con perplessità  di ordine politico, ma anche in molti casi con pure e semplici preoccupazioni di bilancio.
Per ora, almeno, le conseguenze di questa Europa disarmata non si sono ripercosse sul piano della sicurezza, anche se gli europei difficilmente sarebbero in grado di mettere in piedi un'altra grossa operazione militare in caso di crisi. L'idea di inviare una forza di peacekeeping in Somalia è stata scartata non solo per considerazioni politiche ma anche per la difficoltà  di reperire i mezzi. E l'invio di una forza di interposizione in caso di accordo di pace in Medio Oriente non sarebbe possibile senza rimettere mano ai bilanci della Difesa.
"Il risultato delle maggiori spese per missioni è che si taglia sugli investimenti, sulla ricerca. In qualche modo si comprime il nostro futuro proprio mentre la Nato si accinge a varare il suo nuovo concetto strategico", spiega l'ammiraglio Di Paola, secondo cui è a rischio la competitività  dell'industria militare ad alta tecnologia. "In altre parti del mondo ci sono grossi programmi di sviluppo degli armamenti. La nostra superiorità  tecnologica può essere colmata in pochissimo tempo. La superiorità  qualitativa va mantenuta a qualsiasi costo, magari sacrificando in parte l'elemento quantitativo".
I tagli, dunque, più che sulla sicurezza, si ripercuotono ancora una volta sull'economia e sulla competitività  del "sistema Europa". E rischiano di costituire un pericoloso autogol proprio nel momento in cui l'Europa, nel suo insieme, stenta a far ripartire la macchina della crescita economica."



...meno male che ci difenderanno i supersoldati di Pianeta Difesa.

Come dite? Questo non è un videogioco per Playstation :shock: ?
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Re: Europa disarmata

Ciao Nicola questo articolo da veramente momento di riflessione anche perchè noi italiani come posizione geografica siamo fra i più esposti,militarmente siamo impegnati in tante missioni all'estero e sè in caso di eventuale attacco saremo i primi ad subirne le conseguenze.Forse noi europei ci sentiamo ultimamente un po troppo sicuri ed imuni ad affrontare un eventuale conflitto bellico.
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Re: Europa disarmata

Interessante ma.....non andrebbe su: "Vita Alpina di tutti i giorrni".
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Re: Europa disarmata

Beh, di solito si parla qui del lento declino dell'esercito. C'è una discussione di più di 100 pagine che verte su questo.
Avevo pensato a "Storia tecnica e argomenti militari" ma ora che mi fai riconsiderare la cosa potrei chiedere ad Ax di spostare tutto in "Barzellette", da quando Lele ci ha lasciato la stanza è piena di polvere :--"" .
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Re: Europa disarmata

E via di guerra per conto terzi.
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friz
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Re: Europa disarmata

sono sempre perplesso quando leggo queste cose. se è vero che sono ormai fuori dal giro da qualche anno, non posso fare a meno d'osservare che queste grida di dolore si levano periodicamente (sempre le stesse) alla vigilia di summit, revisioni "strategiche", ecc.
L'obiettivo (comprensibile per i vertici Militari, Nato, Statunitensi e Nazionali, un po' meno per Repubblica...ma torna buono per riempire mezza pagina) è quello di batter cassa anche solo come deterrenza contro ulteriori tagli.
Praticamente da che esiste la Nato è tutto un coro di impegni a raggiungere un tetto di un budget che non si raggiunge mai. In realtà  i programmi vanno avanti, magari a rilento, magari cancellando i più ambiziosi o più avveniristici. E' ovvio che nessun Paese vuole essere in cima alla lista dei contribuenti (neppure gli Americani, sempre pronti a criticare i Partner europei, ma non disponibili a rinunciare ad alcuna porzione di Grand Strategy).
Da Alpino fantaccino guardo sempre con sospetto le alte tecnologie (computer based operations, air ground surveillance, et similia) e penso che nel XXI secolo, con buona pace di chi certi allarmi LI DEVE comunque lanciare, i maggiori rischi si corrono per la sana, vecchia pirateria (stretto di bab el mandeb e stretti di malacca) o per i traffici illeciti sul mare e per improvised explosive devices fabbricati in depositi talebani con semplici componenti o per razzi dei cari :!: , vecchi RPG-7 (che tirano giù elicotteri).
Ma qualcuno si chiede quale sia la minaccia da fronteggiare? so che chi ne sa più di me può raccontare per ore quanto sia utile una porta-aerei nella guerra al terrorismo (ma se poi la si usa come nave soccorso ad Haiti ...giusto per show the flag...). Non credo che il paradigma debba essere quello dei vari film con Matt Demon, dove si vedono pittoresche sale operative con decine di schermi dalle potenzialità  infinite sui quali seriosi Capi di Stati Maggiori seguono persino la pattuglia di Commando a 10mila km di distanza, con effetti visivi che spaziano in ogni banda dello spettro em.
Guerre asimmetriche le chiamavano (ora non so cos'altro si saranno inventati): ma guardate le immagini straccione dei Taliban che ci vengono proposte eppure sono 9 anni che ci fronteggiano (senza ricordare l'invasione sovietica). e del Vietnam non parla più nessuno? napalm, U2 (non i musici...) e quelli se ne fecero un baffo. Lo so è un po' semplicistico, ma quel disfattismo, alimentato per interesse anche dai vertici, mi dà  fastidio: si pensi di più ad addestrare al tiro con le armi in dotazione, si faccia più addestramento basato su resistenza e vigoria, si smetta "di menare il torrone" dei soldati di pace e si alimenti un atteggiamento un po' più marziale (da Mars, Dio della GUERRA), poi ogni amennicolo da war games sia il benvenuto, ma sempre con la consapevolezza che quando si ...va a terra i talloni devono stare bassi.
mi scuso, ma l'OT non è mio
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Re: Europa disarmata

[quote=""Repubblica""]
L'allerta arriva, come sempre, dall'altra parte dell'Atlantico. Alla vigilia del vertice Nato, che a Lisbona in novembre deve varare il "nuovo concetto strategico" dell'Alleanza, gli Stati Uniti si inquietano per il fatto che gli europei spendono sempre meno nella Difesa. "La demilitarizzazione dell'Europa, che nel XX secolo era una benedizione, sta diventando un ostacolo al raggiungimento di una vera sicurezza e di una pace durevole nel XXI secolo", ha avvertito qualche mese fa il segretario americano alla Difesa, Robert Gates.
E il Wall Street Journal scrive: "Se gli alleati dell'America vogliono avere voce in capitolo quando si tratta di questioni di sicurezza, e soprattutto se vogliono essere ascoltati, non possono presumere che siano sempre gli Stati Uniti a pagare il conto per mantenere l'ordine globale".
Quella di una più equa ripartizione degli oneri è una vecchia e sempre inascoltata rivendicazione americana. Non priva di qualche ipocrisia. Washington ha sempre rimproverato agli europei di non fare abbastanza, ma non ha mai accettato di condividere veramente la leadership atlantica e ha boicottato i timidi tentativi di dare vita a una difesa europea autonoma. Ma questa volta l'allarme per il crescente disarmo europeo è condiviso anche dai responsabili della Difesa del Vecchio Continente.
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(:ho:) (:ho:) (:c:) (:ho:) (:ho:)
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Re: Europa disarmata

A me pare che qui si provochi :-k

L'Europa venne militarmente schiantata con la II Guerra Mondiale.
Evito accuratamente di dire se fu cosa buona o meno.
Mi limito a prendere atto di un fatto, alquanto eclatante ma spesso dimenticato.
Con la sconfitta, metà  di essa finì sotto il tallone sovietico, l'altra metà  sotto quello anglosassone; e anche qui mi guardo dal commentare.

Durante la Guerra Fredda, il confronto fra Est e Ovest permise un certo grado di libertà  politico che, risultando la guerra - secondo la famosa citazione - della politica una continuazione, consentì a sua volta il mantenimento di un discreto apparato militare negli Stati europei.
Sempre, è naturale, fino a dove i vincitori del secondo conflitto mondiale permettevano di giungere; e non un passo di più (si leggano, solo come esempio, in "Contro amici e nemici" di Cernuschi i tentativi del nucleare militare italiano; e in "Storia della Guerra Fredda" di Romero la similare vicenda tedesca).

Vinta la Guerra Fredda, è naturale che i protettorati siano stati ricondotti con le armi al piede, per così dire.
Ecco perciò il sistematico passaggio in tutti i paesi europei dal reclutamento di Leva a quello volontario; ovvero, ecco in tutti i paesi europei lo svellamento delle radici dal cui nutrimento una parvenza di virilità  castrense continuava ad alimentarsi.
È ridicolo leggere di reparti chiusi qui, o di tecnologie mancanti là .
Non è questione di armi, addestramento e contingenti. Queste sono questioni tecniche.
È questione di cultura.
La Reichswehr doveva simulare i carri armati con le auto - e perfino le biciclette - camuffate. Ma aveva la cultura, e lo dimostrò quando fu il momento. Noi avremo anche MLRS, "soldato futuro" e munizionamento GPS; ma sono niente altro che i giocattoli costosi da utilizzare solo e soltanto dietro sorveglianza dei grandi.

Quelle di Gates e del WSJ sono perciò le classiche lacrime di coccodrillo.
È il segreto di Pulcinella che nessuno, finora, sia andato a vedere il bluff dell'economia statunitense per un solo motivo: nessuno ha sufficienti fiches per equilibare la dozzina di gruppi da battaglia su portaerei e la più forte aviazione del mondo che gli USA hanno sul tavolo (per non parlare che del convenzionale, cioè del mero argent de poche).
Come scrisse qualcuno, l'inviolabilità  del domicilio non consiste nel codicillo di legge che la prevede, ma nel padre di famiglia che la difende se necessario con l'ascia in mano; per cui meglio vietare le asce.
E se qualche scriteriato di facesse strane idee di indipendenza, vada prima a leggere alla voce "Herrhausen, Alfred".

"Caro m'è 'l sonno, e più l'esser di sasso,
mentre che 'l danno e la vergogna dura;
non veder, non sentir m'è gran ventura;
però non mi destar, deh, parla basso"


Mandi.
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Re: Europa disarmata

Le idee più o meno condivisibili vanno rispettate.
Espresse come ha fatto Luigi sono comunque un bel leggere.
:wink:
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Re: Europa disarmata

Luigi ha scritto: l'inviolabilità  del domicilio non consiste nel codicillo di legge che la prevede, ma nel padre di famiglia che la difende se necessario con l'ascia in mano; per cui meglio vietare le asce.
con l'ascia in mano, e spalleggiato dai suoi figli maschi.

sul che, prima delle asce la manovra è stata impostata sui figli.
perché darsi la pena di vietare, quando è meno costoso irretire?
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Re: Europa disarmata

Sì, decisamente qui mi si tira al precipizio :--""

Avevo pensato di ricordare il passo per intero (per inciso è tratto da E. Jà¼nger, "Trattato del ribelle"; se ricordo bene) con annesso e logicamente conseguente pistolotto su aborto, contraccezione, femminismo, commercio degli schiavi e alla via così.
Poi, per evidenti ragioni che preferisco tacere, ho optato per eliminare tale parte, vero pozzo senza fondo (e giustamente mi hanno scoperto, aggiungo: il diavolo fabbrica solo le pentole, non i coperchi).

Hai ragione: i figli maschi sono precedenti l'ascia, e perciò nella realtà  ovviamente l'assassinio demografico dell'Europa ha preceduto quello della militia avvenuto con obiezione di coscienza, servizio femminile, "guerre di pace", sindacalizzazione e abolizione della Leva.
Del resto come sorprendersi: è dalla notte dei tempi che la demografia è il metro di valutazione della potenza sul lungo periodo, laddove forza militare ed economia lo sono sul corto e sul medio.
Per cui va bene limitare gli armamenti, ottimo assoggettare la struttura produttiva, ma non va dimenticato il cardine del sangue giovane.

Mandi, e complimenti.
Luigi

P.S.: Poi magari un giorno mi spiegherai cosa sia davvero il "passaggio al bosco", perchè confesso di non averlo compreso... (:zzz:)
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Re: Europa disarmata

qualche giorno fa sul sito difesa esercito:

Ieri nella Caserma “A. Cavalleri” di San Giorgio a Cremano (NA), il Comandante del 2° Comando delle Forze di Difesa, Generale Francesco Tarricone, ha ricevuto la visita della responsabile della Regione Campania, Sorella Bisogno Maria Rosaria e della responsabile per la provincia di Napoli, Sorella Muoio Maria Rosaria, del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. Nel corso dell'incontro, le rappresentanti della CRI hanno consegnato gli attestati di partecipazione ai corsi di primo soccorso (comprensivi di BLS), per l'acquisizione e l'addestramento alle manovre sanitarie di emergenza, svoltisi presso il 2° FOD e indirizzati al personale militare.

Ieri, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale Giuseppe Valotto, è stato inaugurato, presso la caserma “Scalise” (Vercelli), sede del 52° Reggimento artiglieria terrestre “Torino”, un asilo nido denominato “Santa Barbara”, dal nome della protettrice degli artiglieri. La struttura, attiva già  dal 04 ottobre 2010, è stata realizzata con i fondi dello Stato Maggiore dell'Esercito e offre un servizio di asilo nido a ventiquattro bambini di età  fino a 3 anni, con l'obiettivo di rispondere in maniera sempre più adeguata alle esigenze delle famiglie dei dipendenti civili e militari del Ministero della Difesa. La gestione è stata affidata alla Cooperativa “Progetto Donna Più” che per prima ha introdotto nella provincia di Biella i principi pedagogici di Maria

sono OT o ci siamo? il guaio è che non si tratta di notizie isolate: praticamente ce ne sono un paio al giorno...
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Re: Europa disarmata

friz ha scritto: [...] le rappresentanti della CRI hanno consegnato gli attestati di partecipazione ai corsi di primo soccorso (comprensivi di BLS), per l'acquisizione e l'addestramento alle manovre sanitarie di emergenza [...]

[...] è stato inaugurato, presso la caserma “Scalise” (Vercelli), sede del 52° Reggimento artiglieria terrestre “Torino”, un asilo nido denominato “Santa Barbara” [...] con l'obiettivo di rispondere in maniera sempre più adeguata alle esigenze delle famiglie dei dipendenti civili e militari del Ministero della Difesa.
Il corso di Basic Life Support non lo trovo così snaturalizzante per un reparto di armati, almeno eviteranno di commettere errori grossolani nella mai troppo remota eventualità  di intervenire in prima persona con manovre di primo soccorso.

L'asilo nido "aziendale" invece lo considero un congruo benefit per gli uomini e le donne, impiegati civili e militari, delle nostre FF.AA. passate in così pochi anni dalle Scuole Militari ai Centri Addestramento, e che puntano sulla coltivazione dello zafferano (anche l'agronomia, oltre alla democrazia, va esportata con le armi) e sulla complicità  femminile (anche qui, bisogna per forza vestire le stellette per aprirsi alle esigenze delle donne afghane?) quali migliori strumenti per debellare la corruzione lasciata in eredità  dal defunto regime dei Mullah.
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Re: Europa disarmata

certo che le sorelle della CRI hanno dei cognomi appropriati :mrgreen:
in merito al corso BSL perchè non è stato fatto dall'ufficiale medico del reparto, o dal maresciallo infermiere?
gli asili "Aziendali" sono la conseguenza dell'apertura alle donne delle FF.AA.
chiedo se queste soldati mamma partecipano a tutte le attività  del reparto o sono esentate da qualcuna , vds ad es. frequenza di corsi, escursioni , missioni estere ecc.
La Max Trid.
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Re: Europa disarmata

Andrea, cero che ce le andiamo a cercare le rogne eheheheheh :--""
Chi vuoi che risponda alle tue domande , al di fuori delle...versioni ufficiali ; forse qualche militare o ufficiale ( anche superiore che incontri al bar del Raduno e che beve un caffè con te , ma non si possono neè fare , ne' riferire le risposte : si possono immaginare .
Purtroppo oggi la demagogia paga !!!

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