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andrzup
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ca.STA ai giorni nostri

Leggendo alcuni articoli in rete, sui campionati sci delle truppe alpine, mi sono chiesto se ha senso chiamarli ancora a questo modo. I Ca.STA, fino all'abolizione delle naja obbligatoria, avevano, come partecipanti, dei dilettanti (o quasi), ai quali veniva data la possibilità  di passare diversamente una parte dei "noiosi" 12 mesi. Mi ricordo nell'85, che c'era una sana rivalità  tra i vari gruppi, battaglioni e brigate. Ora l'esercito è composto da professionisti/ste, gli alpini hanno addirittura la propria squadra di atleti e sono sparite, non solo caserme, ma brigate intere, a seguito della riorganizzazione delle forze armate. A questo punto converrebbe chiamarle sport invernali militari e lasciare i vecchi Ca.STA nei ricordi, come lo sono le brigate Orobica e Cadore.
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Claudio Zanetti
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Re: ca.STA ai giorni nostri

Concordo pienamente i ca.STA di allora avevano un senso quello che gli fanno fare adesso è un altra cosa.Si dovrebbero intitolare diversamente.
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Re: ca.STA ai giorni nostri

Ma il nome lo hanno già  cambiato una vita fa.
Ai miei tempi gli attuali Ca.STA (Campionati Sciistici Truppe Alpine) si chiamavano GISTA Gare Interregimentali di Sci delle Truppe Alpine,.
La denominazione cambiò ne 1977 perchè erano spariti i reggimenti, ma è generica si attaglia bene sia alla precedente che all'attuale situazione.

PS
Non è carino dire che """" veniva data la possibilità  di passare diversamente una parte dei "noiosi" 12 mesi"""".
Specialmente in un sito dove tanti ricordano con entusiasmo la propria naja
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Re: ca.STA ai giorni nostri

Sinceramente anche secondo me non c'è nessuna necessità  di cambiare il nome. Che c'entra il passaggio da leva a professionisti? I reparti sono sempre reparti alpini. E sempre di campionati sciistici si tratta.
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andrzup
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Re: ca.STA ai giorni nostri

Per quanto riguarda i 12 mesi, ho messo noiosi tra gli apici per distinguere le normali attività  di addestramento militare con la parte sportiva e per ricordare che non tutti avevano incarichi da far passare velocemente le giornate, penso di trovarne un buon numero che potrebbero confermarlo, fermo restando l'orgoglio di essere alpino. Per quanto riguarda i Ca.STA, penso a come li ho vissuti io, con la gara dei plotoni. I ragazzi, scelti, nel giro di poco tempo venivano addestrati ad eseguire al meglio varie attività , dalla posa di un campo minato, al lancio della bomba a mano, eccetera. Provate a mettere a confronto un militare della naja normale, con un professionista attuale. Ricordo che l'evento sportivo era relativamente importante, mentre, dal lato militare, c'era una valutazione sull'addestramento del personale. L'ufficiale che aveva addestrato il plotone (composto per la maggiore di najoni) acquisiva un merito ed un'immagine particolare. Al gruppo Agordo ricevemmo la visita del generale Gavazza e venne per le congratularsi con l'allora capitano Bellò.
Per concludere, secondo il mio pensiero, con la chiusura di brigate e caserme varie, con il passaggio dalla naja al professionismo, saranno pure campionati sciistici, ma sono un qualcosa che non hanno niente da spartire con la filosofia dei vecchi Gi.STA o Ca.STA.
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Re: ca.STA ai giorni nostri

andrzup ha scritto:Per quanto riguarda i 12 mesi, ho messo noiosi tra gli apici per distinguere le normali attività  di addestramento militare con la parte sportiva e per ricordare che non tutti avevano incarichi da far passare velocemente le giornate, penso di trovarne un buon numero che potrebbero confermarlo, fermo restando l'orgoglio di essere alpino. Per quanto riguarda i Ca.STA, penso a come li ho vissuti io, con la gara dei plotoni. I ragazzi, scelti, nel giro di poco tempo venivano addestrati ad eseguire al meglio varie attività , dalla posa di un campo minato, al lancio della bomba a mano, eccetera. Provate a mettere a confronto un militare della naja normale, con un professionista attuale. Ricordo che l'evento sportivo era relativamente importante, mentre, dal lato militare, c'era una valutazione sull'addestramento del personale. L'ufficiale che aveva addestrato il plotone (composto per la maggiore di najoni) acquisiva un merito ed un'immagine particolare. Al gruppo Agordo ricevemmo la visita del generale Gavazza e venne per le congratularsi con l'allora capitano Bellò.
Per concludere, secondo il mio pensiero, con la chiusura di brigate e caserme varie, con il passaggio dalla naja al professionismo, saranno pure campionati sciistici, ma sono un qualcosa che non hanno niente da spartire con la filosofia dei vecchi Gi.STA o Ca.STA.
hai pienamente ragione! ora sono una sorta di vetrina dove gareggiano solo i professionisti inteso nel senso che tutto l'anno si dedicano alla pratica sportiva o attività  ad essa collegate.
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Re: ca.STA ai giorni nostri

Continuo a non capire perchè bisognerebbe secondo voi cambiare il nome all'evento.
L'evento si è evoluto, come organizzazione, di pari passo con l'evoluzione delle FFAA. E mettendo a paragone un professionista con un ragazzo della naja, potrebbe essere che il paragone non vada esattamente come vi aspettate. E quando ho fatto il militare io, le persone più promettenti sportivamente parlando, andavano comunque nei gruppi sportivi invece che fare il normale serivizio di leva.
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Re: ca.STA ai giorni nostri

lo spirito dei Gi.S.T.A e poi Ca.S.T.A. era quello di costituire un banco di prova dell'addestramento sciistico di vari reparti. Diffatti la partecipazione alla gara dei plotoni doveva essere fatta sorteggiando fra i vari plotoni che ogni reparto poteva mettere in campo. Questo era lo spirito iniziale che poi nel corso degli anni è andato perso .
se la diatriba è solo sul nome della manifestazione a mio parere questa non sussiste in quanto sempre di truppe alpine si tratta ,però sarebbe opportuno ritornare allo spirito sopracitato.
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Re: ca.STA ai giorni nostri

Effettivamente la diatriba riguarda solo il nome, quindi non mi sembra necessario farne un problema.
Cambiarlo non cambia la sostanza, quindi tanto vale lasciarlo.
Per quello che riguarda i contenuti è corretto l'intervento di andrzup, con la sola annotazione che tutto avrebbe avuto un significato più profondo se si fossero estratti a sorte i componenti dei plotoni e non si fossero invece cercato (almeno ai miei tempi) fior da fiore per avere, quindi, già  in partenza una base solida su cui lavorare.
Ma, sempre come dice andrzup, dal buon risultato alle GISTA poteva dipendere anche la carriera, quindi era meglio non rischiare.
Tra l'altro, se non ricordo male, chi partecipava alle GISTA aveva un trattamento alimentare migliore e godeva di più permessi e mi sembra (ma è passato molto tempo!) addirittura che fossero esentati dai servizi armati di caserma.
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Re: ca.STA ai giorni nostri

wintergreen ha scritto:Effettivamente la diatriba riguarda solo il nome, quindi non mi sembra necessario farne un problema.
Cambiarlo non cambia la sostanza, quindi tanto vale lasciarlo.
Per quello che riguarda i contenuti è corretto l'intervento di andrzup, con la sola annotazione che tutto avrebbe avuto un significato più profondo se si fossero estratti a sorte i componenti dei plotoni e non si fossero invece cercato (almeno ai miei tempi) fior da fiore per avere, quindi, già  in partenza una base solida su cui lavorare.
Ma, sempre come dice andrzup, dal buon risultato alle GISTA poteva dipendere anche la carriera, quindi era meglio non rischiare.
Tra l'altro, se non ricordo male, chi partecipava alle GISTA aveva un trattamento alimentare migliore e godeva di più permessi e mi sembra (ma è passato molto tempo!) addirittura che fossero esentati dai servizi armati di caserma.
caro Winter d'accordo su cosa scrivi, in merito al trattamento alimentare essi beneficiavano delle integrazioni vitto previste dalle norme in vigore, in merito a licenze, permessi ed esenzioni delle guardie penso che tutto poi era a discrezione del c.te di reparto. iN tridentina i plotoni venivano riuniti in un unico reparto fin dal mese di ottobre, per gli allenamenti.
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Re: ca.STA ai giorni nostri

axtolf ha scritto:Continuo a non capire perchè bisognerebbe secondo voi cambiare il nome all'evento.
L'evento si è evoluto, come organizzazione, di pari passo con l'evoluzione delle FFAA. E mettendo a paragone un professionista con un ragazzo della naja, potrebbe essere che il paragone non vada esattamente come vi aspettate. E quando ho fatto il militare io, le persone più promettenti sportivamente parlando, andavano comunque nei gruppi sportivi invece che fare il normale serivizio di leva.
Concordo: l'evoluzione è logica, naturale e positiva e rispecchia le molteplici finalità  delle gare incluse nei CASTA che devono conciliare l'aspetto più prettamente militare (gare di pattuglia, biatlon e fondo) con quello agonistico, che serve un po' anche da vetrina internazionale; teniamo ben presente che le rappresentative straniere si presentano con squadre di atleti di ottimo livello e vengono per vincere e non certo solo per onor di firma... E' quindi logico disporre di squadre agonistiche composte di veri atleti anche appositamente allestite.
Assieme alle eccellenze coesiste però ancora quello spirito più prettamente alpino fatto di sano agonismo, di spirito di emulazione e di genuina rivalità  fra reparti che ha caratterizzato i timpi passati rievocati da vari interventi: se avete osservato con un po' di attenzione i servizi di stampa e soprattutto i reportage fotografici dei CASTA 2010 avrete certamente notato - soprattutto nelle prove di fondo e nella gara di scialpinismo in notturna - la partecipazione di personale in servizio anche di una certa età , o non particolarmente "tirato" fisicamente o non dotato di attrezzature particolarmente performanti o superleggere (si vedono anzi scarponi e sci di normale uso scialpinistico in luogo di attacchini e sci/scarponi in carbonio) che gareggia per il solo piacere di esserci, o di battere il pari età , o di dare un po' di biada a qualche giovincello... E' segno, a mio avviso, che accanto alle logiche tendenze di "risultato che conta" o di visibilità  internazionale coesistono ancora le motivazioni più prettamente alpine ed anche un po' "caserecce" che molti di noi ricordano con nostalgia...

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