Stasera, alle 23:30, a Speciale Tg1 si parlera' dell'8 settembre e di tutto quello che ne e' derivato: la fuga del governo, la nascita della RSI, la resistenza, i partigiani, le foibe. Sara' presente un'intervista al "ragazzo" che traghetto' il re e consorte.
"Ferro Ignique Viam Per Hostem - Col Ferro E col Fuoco Contro il Nemico"
Ricorre quest'anno il 60° di quella data. Dovremo sorbirci manifestazioni di pacifisti, no-global e centri sociali???
Spero che questa data venga ricordata e riscoperta, penso che non ci sia stato capitolo meno oscuro della nostra storia. Va ricordata ma non va festeggiata secondo me, abbiamo pur sempre voltato le spalle a un alleato e mandato nel caos la nazione, mettendo italiani contro italiani. Dobbiamo meditare su quello che è successo e fare in modo di non trovarci mai piu' in questa situazione.
Rieccoci a ricordare l’8 settembre, ora sono 60 anni da quella data vergognosa non tanto per l’esito della nostra guerra quanto per la convergenza del marasma spirituale, morale, militare e politico che ci colpì.
Vedremo gli speciali alla TV, leggeremo le pagine su quotidiani e riviste, sentiremo le autorevoli interviste di qualcuno che magari all’epoca era imboscato al Vaticano, speriamo che vengano ricordati gli unici, veri protagonisti positivi di quei giorni, i soldati di ogni grado che a Porta San Paolo ed in tante altre località in Italia ed all’estero presero le armi contro i tedeschi nonostante non avessero ricevuto ordini da chi nel frattempo “fuggiva” in modo ignobile e vergognoso.
La causa principale della disfatta dell’8 settembre fu proprio l’assenza di capi competenti e capaci, consci della realtà del momento, ricchi di disinteresse personale e di fede nel compito assegnato, dotati di dignità , decisione e tenacia.
Trionfarono invece l’imprevidenza, l’inerzia, il proprio personale “particolare”.
Qui ancora una volta voglio ricordare una verità troppo spesso sottaciuta o comunque messa nell’ombra per farne risplendere altre più accattivanti, di chi anelava all’esclusività della lotta, al ruolo di prima attrice: nonostante la “fuga dei Generali”, il “tutti a casa” della truppa abbandonata al suo destino, la feroce rappresaglia tedesca, furono le Forze Armate ad impugnare per prime le armi contro l’aggressore, a rifiutare la collaborazione, a dare vita alle prime formazioni partigiane, a voler testardamente andare in prima linea con il lacero grigioverde (o con l’uniforme coloniale come avvenne a Montelungo in quei giorni del freddo dicembre 43) per combattere i tedeschi.
Purtuttavia ai reparti dell’Esercito che combatterono lungo la penisola fino a Bologna insieme agli Alleati, fu concessa solo una M.O.V.M. alla Bandiera del 67° fanteria per il combattimento di Montelungo. Gli altri reggimenti ricevettero al massimo una M.A.V.M. e ciò, secondo me e senza voler fare ingenerose “classifiche” di merito, stona con le M.O.V.M./M.A.V.M. concesse a molti Comuni italiani per la resistenza ai tedeschi.
Quei nostri soldati compirono in silenzio ed in coscienza una scelta di dovere e di senso patrio da ammirare ancor oggi, sarebbe stato più facile per loro chiedere di non combattere ed andare a fare i “lavoratori” per gli Alleati oppure disertare tranquillamente come tanti fecero e nella sicurezza di una futura impunità , invece si mantennero fedeli al Giuramento ed alle Bandiere.
Può darsi che molti di loro poi abbiano rimpianto quella scelta ma ciò non cambia assolutamente il valore storico del loro sacrificio.
Ma di questi Soldati, della loro scelta, delle loro vicende, ben poco si è parlato sino ad oggi, perché probabilmente non portavano acqua a nessuno di quei “mulini” che allora ed anche dopo giravano vorticosamente per attrarre l’attenzione dei più!
Il Cap. Bonciani, giornalista, Ufficiale di complemento, volontario quarantenne del X° Reggimento Arditi, che combattè con i suoi paracadutisti a Porta San Paolo, partecipò alla resistenza “militare” di Roma, finì la guerra con i paracadutisti dello “Squadrone F” lanciandosi nella pianura padana alle spalle dei tedeschi, così dedicava nel gennaio del ’46 nell’unica edizione del suo bellissimo libro di memorie: “Questo libro, che è vero e vissuto, lo dedico a tutti i Morti del mio glorioso X° e del mio bello Squadrone F. Tutti caduti invano”.
Ieri sera ho visto per lo più un programma su rai tre di cui ora mi sfugge il nome...in prima serata. Carino...finalmente stanno rivalutando quel periodo e a chi è morto affinche noi potessimo fare i bellini ora gli stanno attribuendo il rispetto che si meritano.
Ho l'impressione che c'è tanto da sapere ancora.
COmunque dice che faranno anche una trasmissione il 4 novembre.
Se vi capita guardatela.
Io ho visto qua e là qualche servizio causa mancanza di tempo. Devo sempre ringraziare il Nostro Presidente Ciampi che sta cercando di insegnare, più che ricordare, la storia d'Italia, cosa che fino ad ora cominciava a sbiadire anche sui libri di storia. Ma la storia di questi eventi andrebbe raccontata e ascoltata dal vivo da chi è stato lì, più che leggere delle nozioni sui libri (e magari avendo il coraggio di essere anche di parte).
E purtroppo anche io ricado in quella schiera di Italiani che la storia non l'ha apprezzata o studiata a dovere, forse perchè i professori me l'abbiano fatta odiare o forse per mia propria leggerezza: così, non posso "ricordare" l'8 settembre, ma solamente imparare questa data.
Volevo solo ricordare, come ho voluto sottolineare ad un mio amico che mi faceva ben presente la giornata di ieri su una letterona via email, e a tutti coloro che narrano la storia magari per ricavarci un bel "servizione giornalistico" essendo scappati dalla "befana naja" che il servizio militare non è un dovere ma un diritto...cosa c'entra? Molte cose si imparano sotto naja, molte cose che durante la vita non sarà possibile conoscere, la vita da soldato (che mai potrà essere uguale come in "quei momenti").
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
C.le Istr. 9°/96
Brigata Alpina Cadore
Ho visto anch'io la trasmissione, in partenza ero abbastanza prevenuto, mi aspettavo la solita trasmissione pseudo storica e molto "politica".
Devo dire che mi sono sbagliato, ho sentito cose molto interessanti e nei giusti toni, finalmente si parla di ricordare il ruolo primario dei nostri Soldati in quei giorni.
Mi è piaciuto molto Mieli, ha detto delle cose giuste nel modo giusto.
Mi è piaciuto molto anche l'Ufficiale dei Granatieri che combattè a Porta San Paolo quando ha detto che loro non combatterono per il Re, per Badoglio, ma per la Bandiera!
Mi è sembrato di intuire che tutto ciò sia partito dalla "volontà " del Presidente Ciampi che quei giorni li ha vissuti in prima persona, spero a questo punto che tutto non finisca con la classica "bolla di sapone" quando Ciampi terminerà il suo mandato!
Ho visto anch'io il programma di Rai3 sull'otto settembre.
Concordo in pieno con jolly46 (io mi domando come si può non esserlo...), con Mauro e con Beppe.
Devo dire che mi sono piaciute anche le partecipazioni e le parole sia di Tremaglia che di Vassalli: finalmente è ora di dare una nuova lettura a tutto tale periodo, diciamo "oscuro", della storia d'Italia.
Tremaglia, tra l'altro, mi è piaciuto particolarmente nella sua affermazione, pur non contraddicendo e rinnegando nulla di ciò che fece, che allora vide l'otto settembre come "la morte della Patria" e oggi lo legge come "la morte dello Stato".
Sono convinto che esse sono due cose ben distinte: la Patria non morì l'otto settembre, ne' dall'una ne' dall'altra parte!
Resta solo il fatto che tante gloriose Unità del Regio Esercito furono lasciate alla loro sorte, senza ordini e senza direttiva alcuna. Soprattutto quelle all'Estero, attaccate dai tedeschi (ovvio) e dai partigiani locali (già attivi da tempo).
Una di esse fu, a Cattaro, anche il 120° della Div. Emilia (il I btg si immolò quasi al completo), dove tra l'altro meritò una medaglia di bronzo al vm: ieri sera non è stata nemmeno menzionata (assieme a tante altre gloriose Unità ). Certo, riconosco che la Div. Acqui fu letteralmente decimata a Cefalonia, ma il mio RISPETTO va a TUTTI quelli che non sono tornati.
A me piace molto leggere e devo dire che tanti spunti di "rilettura" del periodo storico di cui parliamo mi sono venuti dal libro/romanzo storico di G.P. Pansa "I figli dell'Aquila" dove ambo le parti, fatte le loro scelte, sono trattate con il dovuto rispetto (tra l'altro Pansa, di sinista, profondo conoscitore del periodo, fu anche tacciato da alcuni "ben pensanti" di trattare con troppo rispetto l'"avversa" parte).
120Fornovo ha scritto:Ho visto anch'io il programma di Rai3 sull'otto settembre.
Concordo in pieno con jolly46 (io mi domando come si può non esserlo...), con Mauro e con Beppe.
Devo dire che mi sono piaciute anche le partecipazioni e le parole sia di Tremaglia che di Vassalli: finalmente è ora di dare una nuova lettura a tutto tale periodo, diciamo "oscuro", della storia d'Italia.
Tremaglia, tra l'altro, mi è piaciuto particolarmente nella sua affermazione, pur non contraddicendo e rinnegando nulla di ciò che fece, che allora vide l'otto settembre come "la morte della Patria" e oggi lo legge come "la morte dello Stato".
Sono convinto che esse sono due cose ben distinte: la Patria non morì l'otto settembre, ne' dall'una ne' dall'altra parte!
Resta solo il fatto che tante gloriose Unità del Regio Esercito furono lasciate alla loro sorte, senza ordini e senza direttiva alcuna. Soprattutto quelle all'Estero, attaccate dai tedeschi (ovvio) e dai partigiani locali (già attivi da tempo).
Una di esse fu, a Cattaro, anche il 120° della Div. Emilia (il I btg si immolò quasi al completo), dove tra l'altro meritò una medaglia di bronzo al vm: ieri sera non è stata nemmeno menzionata (assieme a tante altre gloriose Unità ). Certo, riconosco che la Div. Acqui fu letteralmente decimata a Cefalonia, ma il mio RISPETTO va a TUTTI quelli che non sono tornati.
A me piace molto leggere e devo dire che tanti spunti di "rilettura" del periodo storico di cui parliamo mi sono venuti dal libro/romanzo storico di G.P. Pansa "I figli dell'Aquila" dove ambo le parti, fatte le loro scelte, sono trattate con il dovuto rispetto (tra l'altro Pansa, di sinista, profondo conoscitore del periodo, fu anche tacciato da alcuni "ben pensanti" di trattare con troppo rispetto l'"avversa" parte).
Ciao a tutti e ... alla prossima.
L'ho letto anche io il libro di Pansa che dici qui sopra. Se l'argomento ti interessa ti consiglio i tre volumi "San Marco... San Marco", di Pieramedeo Baldrati (citato nei ringraziamenti all'inizio del libro di Pansa), una vera miniera di informazioni, di documenti e foto dell'epoca. Li ho pagati circa 50 euro ma non trovo che il prezzo sia alto in relazione alla mole ed ai contenuti.
Quanto a Cefalonia ed alla Divisione Aqui... non saprei. Fatto salvo ovviamente il ripetto per i Caduti, non va dimenticato che il Generale Comandante, ben conosciuto e rispettato dai Tedeschi, stava trattando con loro una via d'uscita per l'intera Divisione. Accadde invece che di sua propria iniziativa un Capitano (quello del "mandolino" per intenderci) dopo aver passato un bel po' di armi ai partigiani greci (sempre di sua iniziativa) aprì il fuoco sui tedeschi.
Il signore in questione se ne vanta ancor oggi. E non sembra avere minimamente idea del fatto che forse, molto probabilmente, se non avesse dato quell'ordine, il tutto si sarebbe potuto risolvere in maniera differente. Altri reparti riuscirono a trattare il rientro in Italia. Forse la Acqui sarebbe potuta essere fra questi.
E' piaciuto anche a me Tremaglia che invece di nascondersi e rinnegare il proprio passato come molti avrebbero fatto non si è nascosto dietro un dito. In fondo anche quelli della Repubblica di Salò combattevano per l'Italia....
Io purtroppo ho visto solo 1 parte del programma in quanto ero preso anche da un'altra rete dove c'era un dibattito seulla Virtus.
comunque quello che ho visto mi e' piaciuto assai e penso che tutte queste ricorrenze e ricxordi siano merito di ciampi, senza di lui sarebbero finite nel mortorio
Alp. Malaguti Daniele
Anzola dell'Emilia (Bo)
8/97
Gente che vedo........
........Pioppa che lascio!!!
Non sono assolutamente d'accordo con Ciampi riguardo al suo giudizio sull'8 settembre, quando afferma che la Patria non morì ma risorse in quella data.
Resto sempre e solo dell'idea che comunque si voglia girare la frittata quella è la data di un volgare tradimento che ha infangato la Nazione e personalmente mi vergogno per questo
Massimo ha scritto:Non sono assolutamente d'accordo con Ciampi riguardo al suo giudizio sull'8 settembre, quando afferma che la Patria non morì ma risorse in quella data.
Resto sempre e solo dell'idea che comunque si voglia girare la frittata quella è la data di un volgare tradimento che ha infangato la Nazione e personalmente mi vergogno per questo
Senza contare il fatto che in Italia ci si dimentica troppo facilmente di un vecchio proverbio che dice: "il nemico apprezza il tradimento ma disprezza il traditore".
Va da se che il disprezzo del tradito è sottinteso.
Se uno si legge il giudizio che Eisenhower diede dell'Italia, può farsi un idea di che cosa significhi, in pratica, il proverbio testè enunciato.
illuminami dato che non l'ho letto....
comunque da una parte hai ragione anche te Massimo.
Mi immagino lo sconforto di molti che non seppero a che santo votarsi...se a i nazisti che fino a poco prima gli combattevano a fianco o agli alleati tanto odiati...