Riporto un breve articolo comparso sul Secolo XIX di oggi:
Cosa ne pensate ? Intendo del problema uranio impoverito nelle zone di guerra e dei risarcimenti ai militari e/o alle famiglie ?Il Secolo XIX ha scritto: Uranio impoverito, condannato ilministero della Difesa
CAGLIARI. Il tribunale di Roma ha condannato ilministero della Difesa ad un risarcimento di 1,4 milioni ai familiari di un militare sardo morto alcuni anni fa per presunta contaminazione da uranio impoverito. La notizia è stata resa nota da un sito Internet, secondo cui stando ad un bilancio del gruppo operativo interforze della Sanità Militare in Italia sarebbero 250 imorti e 1991 i malati per possibile contaminazione da uranio. La sentenza di Roma giunge a meno di un anno di distanza da un'altra condanna simile inflitta alla Difesa dal tribunale civile di Firenze: il caso riguardava un reduce dalla Somalia risarcito con 545 mila euro e deceduto un mese dopo.
Secondo il sito, inoltre, proprio in questi giorni sarebbe morto un altro militare, sempre per la contaminazione da uranio. Si tratterebbe di un sottufficiale dell'Esercito della provincia di Cagliari, che ha prestato servizio nel poligono di Teulada. «Mio padre racconta la figlia ha sofferto per una mielodisplasia linfatica degenerata in seguito, nonostante lunghe cure, in leucemia mieloide acuta, causa tre mesi fa del suo decesso».
Immediate le reazioni alla notizia. Falco Accame, presidente dell'Anavafaf un'associazione che assiste i familiari delle vittime arruolate nelle forze armate si chiede: «Perché la magistratura deve intervenire quando esistono leggi da applicare?». «La notizia del risarcimento concesso per uno degli ormai numerosi casi di morte causati da uranio impoverito pone il problema di fondo del perché è necessario che intervenga la magistratura per avere il riconoscimento di ciò a cui l'amministrazione dovrebbe provvedere applicando le leggi esistenti». Senza contare che «le vittime debbono sobbarcarsi le spese degli atti giudiziari per ottenere ciò che dovrebbe essere loro dovuto» e dunque «c'è da chiedersi come può ottenere giustizia chi non dispone di sufficiente denaro».