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axtolf
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Meglio tardi che mai....?

ROMA - "Fiume, terra orientale già  italiana": è la definizione che campeggia sul francobollo da 0,65 euro che le Poste Italiane emetteranno il 30 ottobre prossimo celebrando la città  contesa nel secolo scorso tra Italia e Jugoslavia e che attualmente fa parte della Repubblica Croata (con il nome di Rijeka).

Il francobollo raffigura la facciata del Palazzo del Governatore di Fiume, attuale sede del Museo marittimo e storico del litorale croato. A commento dell'emissione verrà  posto in vendita il bollettino illustrativo con un articolo di Guido Brazzoduro, Presidente dell'Associazione Libero Comune di Fiume in Esilio (con sede a Padova); gli annulli speciali primo giorno di emissione saranno apposti a Trieste e Milano. Il nuovo francobollo non fa parte delle emissioni annuali per la commemorazione (che cade il 10 febbraio di ogni anno) della giornata del ricordo dell'esodo dei profughi italiani dai territori giuliani, istriani e dalmati passati alla Jugoslavia dopo la seconda guerra mondiale.

La prima commemorazione filatelica dell'esodo risale al 1997 (il francobollo rappresentava una delle navi sulle quali trovarono posto gli esuli); nel 2005 il francobollo commemorativo dell'esodo rappresentava una famiglia di profughi in fuga; nel 2006 il ricordo è stato dedicato alla Società  Dalmata di Storia Patria e quest'anno alla Borgata Giuliana di Fertilia. Comunque, quello di Fiume non è il primo esempio di un francobollo della Repubblica italiana riferito ad una città  non più italiana: nel 2003, infatti, venne dedicato un francobollo al vecchio Liceo "Carli" di Pisino in Istria. Con il nuovo francobollo si riapre un capitolo filatelico, quello fiumano, che ha un cospicuo spazio nelle collezioni filateliche dell'area italiana.

La città  di Fiume, sul mare in fondo al golfo del Carnaro, appartenne come "corpo separato" al Regno d'Ungheria (nell'ambito della monarchia Asburgica) fino alla fine della prima guerra mondiale; in seguito al voto della cittadinanza per l'annessione all'Italia e in attesa di definirne il destino (era rivendicata dal nuovo Regno dei Serbi Croati e Sloveni) passò in regime di occupazione militare e apparvero i primi francobolli (ungheresi) soprastampati "FIUME". Nel 1920 vi fu l'avventura fiumana di Gabriele D'Annunzio: furono prodotte diverse emissioni di francobolli, alcune delle quali con l'effigie del poeta; alla fine dell'anno la città  fu rioccupata dall'esercito italiano e fu proclamato uno stato libero, con ulteriori emissioni di francobolli sino al 1924 quando avvenne l'annessione all'Italia. Nel 1934, per celebrare il decennale dell'annessione, le poste del Regno d'Italia emisero una serie di ben 16 francobolli.

http://www.ansa.it/opencms/export/site/ ... 05027.html
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7°Alpini
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Al momento della 'liquidazione' della ex-jugoslavia, il nostro governo ha perso un'occasione x impugnare quell'infamia che va sotto il nome di Trattato di Osimo e rinegoziare tutto con le nuove repubblichette nate dallo sfacelo balcanico e soprattutto rendere un po' di giustizia a nostri connazionali bistrattati dalla storia a dalla madrepatria.
Forse in quel momento di marasma generale si poteva anche per assurdo far leva sulla possibilità  di un referendum x far tornare sotto il tricolore l'Istria, Zara, Fiume,Pola.
Certo la popolazione italiana era ed è minoritaria, ma in quel momento la possibilità  di stare al 'sicuro' sotto l'ala di un paese della Nato forse poteva far comodo anche agli slavi...
Purtroppo con la classe politica che ci ritroviamo, oggi come allora, era pura fantascienza pretendere un simile 'gesto di coraggio' .
L'occasione perduta non tornerà  piu' ed intanto i nuovi nazionalismi slavi sono anche peggio del 'minestrone' ex-yugo, anche x la comunita' italiana ancora presente in quelle terre.
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Luigi
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Temo che oltre all'ignavia della nostra classe dirigente - ampiamente nota - abbia avuto il suo bel peso il riconoscimento-lampo che di Slovenia e Croazia fece in una notte la Germania da poco riunita (e, mi costa il dirlo, pure il Vaticano, se ben ricordo).
Penso che l'ipotesi di una riunificazione fosse comunque del tutto fuori della storia in ogni caso. Quanto venne spezzato sul nascere da quel riconoscimento fu invece la possibilità  di una redifinizione dello status delle Province Perdute, sul modello magari dell'Alto Adige.

Invece siamo adesso con paesi neo-UE che discriminano la popolazione italiana, senza che la cosa sia del menomo disturbo per i cantori in spe della democrazia liberale.
Mandi.
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jolly46
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Mi trovo concorde, pur se amaramente e dolorosamente, con le osservazioni e conclusioni di Luigi.
L'ipotesi di una ridefinizione dei confini è oggi da escludere in maniera assoluta, personalmente di questa Europa nata per motivi economici ed affaristici non me ne frega nulla piuttosto credo in Europa della cultura, della storia e della comune matrice cristiana: spero comunque che in questa ottica possa essere resa giustizia agli istriani, soprattutto a quelli dell'esodo misconosciuto ed "avversato".

Prendo al volo l'occasione per rinnovare l'invito alla lettura del più bel libro storico, di cronaca, di ambiente, di vita quotidiana, di umori, di geografia, di cuore e ricordo sulla terra istriana: "Nata in Istria" di Anna Maria Mori.
Ogni pagina è una scoperta ed anche una conferma dell'italianità  di quella terra al di là  della retorica di ieri e del falso di oggi.
..... E PER RINCALZO IL CUORE!
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Federico
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Non ne posso più di voi reazionari oscurantisti, vatican-talebani, clericofascisti che non siete altro.

L'europa è L A I C A, volete capirlo? il critianesimo non c'entra un tubo, rassegnatevi.

Al massimo è riscontrabile, culturalmente parlando, una certo debito - mai ripagato, a nostra imperitura onta, perenne, anzi: eterna vergogna del mondo - nei confronti della cultura giudaica. Quindi piantatela di banfare di radici cristiane, inesistenti, e riconoscete finalmente quelle giudaiche, che sono le uniche autentiche.

Dimenticate ireneo, clemente alessandrino, agostino, tommaso, duns, bernardo, abelardo, bacone, bellarmino, pascal e tutto 'sto ciarpame oltretutto olezzante d'incenso (francesco, dal punto di vista sociale, è tollerabile. dante scrisse delle ottime rime di fantasia. Risultano orecchiabili, sono quindi passatempo buono per guitti à  la page e per il loro pubblico) e studiatevi i veri pilastri della vostra cultura e cioè Maimonide, Judah Loew ben Bezalel e Baruch Spinoza, sol per nominarne qualcuno. Ah, e Marx naturalmente, ca va sans dire e pure Freud e Jung. Ammissibile Averroè ma da prendere con le pinze per via della sua origine, però almeno non è un papista


Ciao

:lol:
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Luigi ha scritto:(...)

Invece siamo adesso con paesi neo-UE che discriminano la popolazione italiana, senza che la cosa sia del menomo disturbo per i cantori in spe della democrazia liberale.
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Luigi
Della democrazia "sociale" come definita, nella vostra costituzione, da PCI e cattolici di sinistra, cioè la DC.
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Luigi
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Bricchetto ha scritto:Della democrazia "sociale" come definita, nella vostra costituzione, da PCI e cattolici di sinistra, cioè la DC.
Liberalismo, socialismo o dicciesimo poco cambia.
Tutta roba - a suo tempo condannata - che ha partecipato alla creazione di €landia.
Mandi.
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wintergreen
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Che bella discussione.
la parte etnico/filosofica è, purtroppo, carente; parlando di radici ci si dimentica sempre l'uomo di Cromagnon.
Senza di lui niente Europa e niente discussioni simili!
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Federico
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wintergreen ha scritto:Che bella discussione.
la parte etnico/filosofica è, purtroppo, carente; parlando di radici ci si dimentica sempre l'uomo di Cromagnon.
Senza di lui niente Europa e niente discussioni simili!
:roll: Come se i Cromagnon non avessero subito le influenze della cultura Neanderthaliana. Suvvia, certe dimenticanze, Winter, da te non me le sarei aspettate...

:lol:
Art. Federico
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wintergreen
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Perdincibacco!
Hai ragione, mi scuso per la mia ignoranza.
Vado immediatamente a documentarmi.
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Federico
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Torno ora dal locale ufficio postale (provvisoriamente - quanto durerà ?- ospitato in alcuni container per via di lavori di ristrutturazione alla sede normale).

In bella mostra sulla parete adiacente al bancone dei Prodotti Postali, con tipico stile da ufficio pubblico da basso impero, stava la stampata di una email interna delle Poste: era l'ufficio filatelico che avvisa tutti che:

L'EMISSIONE DEL FRANCOBOLLO COMMEMORATIVO
"FIUME, TERRA ORIENTALE GIA' ITALIANA"
PREVISTA PER IL 30/10/2007
E' STATA SOSPESA.


Data del comunicato (perchè si tratta di pubblico servizio da basso impero): 31/10/2007

Sul sito delle poste, pure nel "settore" dedicato alla filatelia io non sono riuscito a trovare un bel nulla al proposito, ma ammetto di aver cercato piuttosto velocemente, circa 15 minuti, non di più.

Qualcuno ne sa qualcosa?

E soprattutto: che cosa c'è dietro?
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Francesco
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Su QN (che qui si chiama "La Nazione") del 31 ottobre, era riportata la notizia della "sospensione provvisoria" dell'emissione del francobollo, e, UDITE, UDITE, la causa non era dovuta ad errori di stampa dei, mi sembra, 3.500.000 di esemplari, bensì ad una protesta formale da parte del console ex jugoslavo al governo di Roma, il quale immediatamente ha sospeso l'iniziativa di Poste s.p.a. (meno male che sono private!).
Non disponendo di date, il giornalista aggiungeva che i francobolli potessero essere messi in commercio all'inizio della prossima estate, così da non "turbare" la preparazione delle elezioni amministrative della prossima primavera.
L'unico lato simpatico della vicenda è che non tutti gli uffici postali della penisola sono stati raggiunti in tempo dai comunicati, pertanto un po' di quei francobolli sono in circolazione :lol:
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Luigi
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Federico ha scritto:E soprattutto: che cosa c'è dietro?
Ha risposto educatamente Francesco.

A proposito di "dietro", da parte mia e molto meno educatamente ritengo del tutto appropriata, per molta ma molta ggente, una battuta del film "36 Quai des Orfèvres", nella quale vengono equiparate due parti anatomiche altrimenti abbastanza lontane.

Altro che basso, l'impero è fognario.
Mandi.
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