Sto cercando di realizzare un servizio sulle Opere del Vallo Orientale.
Mi sono trovato a visitare l'ultimo posto dove il tenente della Julia ha combattuto( a Fiume)fino ai primi giorni di Maggio 1945 e valorosamente ha saputo portare a casa la pelle sua e dei suoi uomini.Ho sentito che ha scritto un diario ma non sono stato in grado di reperirlo,chiedo pertanto aiuto a voi che siete sicuramente più esperti di me!
Se interessa potrei postare delle foto della zona,si tratta delle più grandi fortificazioni del Vallo Orientale costruite!
Saluti a tutti!
P.s. Non ho fatto l'alpino (l'alpinista sì)ma il marinaio(tantissimi anni fà )ma sono un grande ammiratore di questi splendidi reparti.
TESTIMONIANZA DEL Dr. FRANCO GEJA SULLE DIFESE DI FIUME DURANTE L'ULTIMO CONFLITTO MONDIALE
La posizione geografica della città di Fiume - praticamente isolata dall'Italia e collegata all'Istria da uno stretto coridoio (quale cordone ombelicale) comprendente le sedi della ferrovia e della strada statale per Trieste - da sempre aveva costituito una situazione anomala, sotto il profilo militare, nella programma dfensivo del XXVII settore Guardia alla Frontiera (GAF).
Ovviamente la presenza della Marina Militare, nella base navale di Pola ed in porto a Fiume, consentiva la risoluzione dei molti problemi con il determinante apporto dell'artiglierie navali: e le forze armate della Jugoslavia di allora non potevano certo contrastare.
In fatto di approntamenti difensivi "terrestri", il solito pressapochismo del nostro S(tato) M(aggiore) era riuscito a non portare a termine, in tempo utile, la costruzione del 4º complesso in caverna (quello di Monte Lesco) che avrebbe dovuto chiudere il perimetro difensivo della città giuliana.
Nell'aprile del 1941 - al momento di entrare in guerra con la Jugoslavia - erano pronti ed efficienti i capisaldi denominati: "Santa Caterina", "Monte Croce Est", "Monte Croce Ovest", mentre a Monte Lesco era stata approntata la sola parte muraria e la blindatura delle cupole (osservatorio e postazioni).
La favorevole conclusione delle operazioni militari aveva di fatto accantonato il progetto ed il completamento dell'opera fortificata, il suo armamento , ecc.
Ogni complesso blindato comprendeva:
1 osservatorio, con cupola a visori a 360°
2 distinte postazioni per B(ocche) di F(uoco) da 75 m/m, con feritoia da 30-35° (?)
2/4 postazioni da mitragliatrice da 8 m/m, poste a raggera intorno a tutto il complesso per la difesa ravvicinata.
Tutte le cupole blindate erano "annegate" con riporto in roccia in modo da assicurare un buon livello di mimetizzazione con l'ambiente carsico circostante.
Nell'interno della montagna, una rete di gallerie e locali assicuravano la funzionalità dell'opera difensiva, con la presenza di:
Comando/ Centralino telefonico/ Allogiamenti/ Cucina/ Servizi/ Cisterna acqua/ Deposito munizioni/ Gruppo elettrogeno e relativa riserva carburante per ventilazione forzata/ Illuminazione/ Movimentazione degli elevatori a catena per il rifornimento munizioni alle cupole blindate.
All`estero dei tre capisaldi, una serie di casermette ad un piano, ben inserite e mimetizzate nell`ambiente, per un normale acquartieramento dei reparti in condizioni di non combattimento.
Settori di tiro delle 3 sezioni da 75 m/m:
S. Caterina: tutta la città di Sussak/ foce fiume Eneo/ zona porto Fiume
M. Croce Est: Val Draga/ Tersatto/ Buccari
M. Croce Ovest: sorgenti fiume Eneo
In pratica erano virtualmente battute tutte le possibili direttrici di attacco da parte jugoslava, con la grave carenza che consentiva prendere sul rovescio lo schieramento statico delle fortificazioni.
Completavano lo schieramento difensivo della citta di Fiume:
le batterie DICAT (con funzione antiaerea e contronave)
la batteria “JULIA” (su 4 obici da 100/17 mod 14.)
secondo uno schema adottato a Trieste ed a Monfalcone, la DICAT disponeva di B.d.F. da 90/53 e da 76/40 ex R.M. - senza centrali di tiro. Dopo la conclusioni del conflitto con la Jugoslavia, nel riordinamento le 3 Btr. da 90 erano sistemate a raggera, sul costone montano, a Campo Marte - Pulaz - Tersatto mentre la Btr. da 76 a riva mare, sui moli: Pecine - Sussak - Diga Cagni, ecc.
Tutte disponevano di postazioni, riservette munizioni, comando, ecc. in cemento, a livello di terreno, discretamente protette, con non abbondante dotazione di munizioni dei 2 tipi a.a. ed c.c. perforanti.
la Btr. “JULIA” aveva dovuto arrangiarsi, secondo la miglior tradizione, con quanto passava il convento in un momento di stretta “quaresima”….
Le opere murarie della fortificazione servirono ad accantonare una gran quantità di granate mod. 32a da 20 m/m, per magazzino viveri e materiali e per il centralino telefonico.
Le piazzuole furono scavate - a suon di mine - in roccia e baracchette in legno furono gli alloggiamenti/ comando/ scuderia, ecc. e tante postazioni campali per riservette munizioni, postazioni mitragliatrici, ecc.
……
Era la testimonianza del dr. F. Geja, comandante del batteria alpina “JULIA”, che faceva parte della difesa di Fiume fino a Aprile 1945.
...
Saluti da Jinhae
Vladimir
Ringrazio Vladimir per la cortese(e precisa) risposta.
Io cercavo,se possibile,di avere la possibilità di leggere tutto il Diario,anche per conoscere meglio colui che(a mio parere) si è dimostrato essere il migliore comandante italiano della II Gm.
Spero di poter conoscere Vladimir quando ritornerà del lontano Oriente.
Saluti a tutti!!!