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Pubblichiamo la nota Sir di questa settimana. Per la seconda volta gli italiani sono chiamati al referendum costituzionale confermativo. In realtà la Costituzione è stata oggetto di un costante lavoro di manutenzione, svolto pressoché all'unanimità . Solo di recente però si è inciso in profondità sul testo, con la riforma del titolo quinto, votata a maggioranza dal centro-sinistra, sulla base del lavoro interrotto della terza commissione bicamerale, presieduta da D'Alema. Sottoposta a referendum nel 2001 venne confermata: come dimostra l'aumento esponenziale dei conflitti di attribuzione che intasa la Corte Costituzionale tra il 2002 e il 2004, diverse cose tuttavia non funzionano nella ripartizione di competenze tra stato e regioni. Così la nuova maggioranza ha messo mano, fin dall'inizio della scorsa legislatura, ad una riforma che poi ha investito tutta la seconda parte della costituzione, fino alla forma di governo. E' stato infatti introdotto il cosiddetto premierato, secondo una linea che muoveva dalla fine degli anni Ottanta, quando il movimento referendario, guidato da Mariotto Segni, ma egemonizzato dal PDS di Occhetto, reclamava il “sindaco d'Italia”. In realtà è facile riformare la Costituzione, attraverso il meccanismo dell'art. 138. Esso infatti fu varato in un quadro proporzionalista. Utilizzato in un ambiente maggioritario innesca tuttavia una rincorsa, come si è visto. In un sistema politico fatto di soggetti deboli, e sottoposto a ripetute alternanze “per disperazione”, riformare la Costituzione può apparire il massimo della capacità decisionale: senza tuttavia il supporto di una opinione diffusa e condivisa, il rischio è di generare piuttosto instabilità e sovraccaricare il sistema. Il referendum del 25 e 26 giugno risulterà così comunque periodizzante, in quanto rappresenta in qualche modo il punto di coagulo di una vicenda che data dagli anni Ottanta, sia che vincano i “sì”, sia che si affermi il “no”. Secondo una diffusa percezione le tematiche istituzionali non sono in questo momento al cuore delle preoccupazioni degli italiani, molto più attenti ai temi economici e soprattutto fiscali. Eppure la partecipazione è importantissima e non a caso è stata fortemente sottolineata dai pronunciamenti ecclesiali che nello stesso tempo evitano scrupolosamente prese di posizione sul merito del voto. In caso di referendum confermativo partecipare è un dovere civico ancora più rilevante, una espressione di “fedeltà alla Repubblica”, per riprendere il deposito etico dell'articolo 54, di cura ed attenzione per le istituzioni, che sono di tutti. Ecco allora l'importanza della partecipazione: non solo per la decisione, quanto per il seguito del dibattito, che, come ha ribadito la gran parte degli attori in gioco, non potrà che svilupparsi con accenti diversi da quello, quasi venticinquennale, che arriva oggi all'approdo del voto popolare.
Curioso come - ad un anno esatto di distanza - il voto torni ad essere un dovere civico... "ancora più rilevante", nientemeno!
Eppure gli astensionisti dovrebbero avere qualche argomento dalla loro anche riguardo a questa chiamata...
Posto anche quanto scritto da un amico (forzista, notate bene) in un altro forum:
I costituenti del 1948
La Costituzione repubblicana del 1948 è stata scritta, tra gli altri, da: Giorgio Amendola, Benedetto Croce, Pietro Calamandrei, Alcide de Gasperi, Giuseppe di Vittorio, Luigi Einaudi, Amintore Fanfani, Ugo La Malfa, Giorgio La Pira, Luigi Longo, Aldo Moro, Costantino Mortati, Pietro Nenni, Francesco Saverio Nitti, Umberto Nobile, Vittorio Emanuele Orlando, Sandro Pertini, Giuseppe Saragat, Ignazio Silone, Umberto Terracini, Palmiro Togliatti, Paolo Treves, Leo Valiani, Benigno Zaccagnini.
Gli artefici della modifica del 2005
La modifica di ben 53 articoli della Costituzione repubblicana votata dalla maggioranza di centro-destra nel 2005 è stata elaborata da Andrea Pastore, Francesco D'Onofrio, Roberto Calderoli e Domenico Nania, scelti dalle segreterie dei rispettivi partiti (FI, UDC, Lega Nord, AN), riuniti per qualche giorno in una baita di montagna (località Lorenzago).
Bel confronto, no?