Che ne pensate? Altro che conflitti mirati e guerriglie, qui si torna a respirare aria pesante....
8 giugno 2006
Un fiume di rubli per le super armi della nuova guerra fredda
di Piero Sinatti
Il Sole 24 ore
Durante l'incontro con l'ex-segretario di stato americano Kissinger, avvenuto martedì scorso, il presidente russo Putin ha definito “sfumature” gli attuali motivi di contrasto con l'amministrazione Bush-Cheney, sottolineando la prevalenza degli interessi e degli impegni in comune: lotta al terrorismo, cooperazione energetica.
Si avvicina il vertice di luglio del G8 a San Pietroburgo, che Putin presiederà .
Nuovi armamenti: il programma novennale
Nella stessa giornata, in una riunione ristretta di governo, il presidente si congratulava con il primo vicepremier e ministro della difesa (nonché suo possibile successore) Sergej Ivanov: questi aveva annunciato la consegna alle Forze armate del primo elicottero di serie Mi - 28H , detto “Cacciatore notturno”, di ultima generazione. La nuova dotazione, in realtà , anticipa il “programma mirato” 2007- 2015, che prevede ristrutturazione, ammodernamento e rinnovamento sia degli armamenti e dei mezzi destinati alle Forze armate, sia del Complesso industriale-militare (Vpk) che li produce. Il programma prevede una spesa di 4,93 mila miliardi di rubli, attorno ai 185 miliardi di dollari. Una cifra “astronomica”. Mosca non aveva mai stanziato tanto, dopo il crollo dell'Urss.
Si passa, così, dalla progettazione e costruzione di modelli destinati per motivi di bilancio solo all'export (con introiti di 5,7 miliardi di dollari nel 2004 e 5,3 nel 2005), alla ripresa in grande dei goszakazy, ovvero degli ordinativi statali per le Forze armate.
Il 63% della enorme spesa è destinata all'acquisto di nuovi modelli di armi e di “tecnica” (mezzi di trasporto, logistica, materiali etc…) e di interi sistemi (komplekty : per esempio, missilistici) destinati alle diverse unità .Il resto andrà alla ristrutturazione e al rinnovamento del capitale fisso dell'industria bellica - obsoleto e dai costi sempre più alti. In particolare - ha sottolineato Ivanov - saranno adottate “misure atte a conservare e sviluppare le tecnologie ad alto contenuto scientifico” di quel settore produttivo, specie quelle a carattere “duale”. Per questo, nel solo 2007, l'investimento supererà il miliardo di dollari.
Un nuovo astro del Vpk : Vladislav Putilin
“Nel programma novennale saranno acquistate 3000 unità di armamenti di ultima generazione, mentre 5000 verranno ammodernati per le diverse destinazioni - annunciava il 2 giugno Vladislav Putilin, 58 anni, da poco chiamato a dirigere con rango di viceministro la Commissione industriale militare, passata dal Ministero dello sviluppo economico al controllo del Ministero della difesa.
Putilin, in fama di grande efficienza, ha diretto in passato il cosmodromo di Bajkonur ed è stato vicecapo di Stato maggiore e delle Truppe missilistico-nucleari.
Priorità per i settori strategici
Alla nuova nomina corrisponde un disegno preciso. Quello enunciato dal vice capo dell'Ammnistrazione presidenziale e influente consigliere di Putin, Vladislav Surkov, secondo cui “la componente nucleare delle nostre Forze armate è il fondamento della nostra sovranità ”.
Divenuta protagonista del “Grande gioco” energetico globale - ha precisato nei giorni scorsi lo specialista strategico oltre che autorevole capo-commissione della Duma Andrei Kokoshin - “la Russia deve disporre di una forza nucleare adeguata a questo ruolo”. Il settore petrolifero, ha detto, è soggetto a tensioni, instabilità , contrasti e conflitti per l'egemonia e/o il controllo. Infatti, dagli anni Ottanta - Novanta del secolo scorso - a non voler risalire indietro - i conflitti di maggiore peso riguardano in particolare le grandi regioni petrolifere e le aree limitrofe (dal Medio Oriente al Golfo al Caspio-Caucaso).
Il messaggio di maggio
Il 10 maggio scorso Putin nel messaggio annuale all'Assemblea federale affermava: “Se la casa degli Stati Uniti è anche una fortezza, anche la Russia deve rendere altrettanto forte e sicura la propria casa”.
Putin non ha specificato la natura della fortezza
Ma è possibile che abbia alluso alla “invulnerabilità nucleare”, o raggiunta o in via di raggiungimento da parte americana, secondo i piani di Difesa nazionale missilistica (Nmd) che sarebbero stati attuati con l'uscita unilaterale di Washington dal Trattato Abm del 1972. L'Abm vietava alle due Superpotenze nucleari la costruzione dello “scudo” missilistico o “stellare”. Se costruita, la fortezza segnerebbe la fine della cosiddetta Mad, ovvero Mutua distruzione assicurata, il deterrente che dai tempi della Guerra Fredda ha scongiurato il conflitto nucleare. «La Russia - ha detto Putin nel messaggio - non ha garanzie che armamenti, compresi quelli nucleari, non siano dislocati nello spazio». E aggiungeva che «le truppe russe devono essere pronte a combattere in conflitti locali, interni e globali», e che «i prossimi cinque anni saranno decisivi per lo sforzo di assicurare alle forze armate aerei, sottomarini e missili strategici».
L'arma del secolo XXI
Alcuni nuovi armamenti sono stati progettati e testati con successo negli anni Novanta, ma per mancanza di fondi non sono mai divenuti ordinativi statali per le FFAA, se non negli ultimi due anni, con costi aumentati e carenze di coordinamento. L'arma più importante, o “arma del secolo XXI”, è il missile intercontinentale (Icbm) Topol'- M, ovvero SS-27, con base fissa nelle shakhty o silos sotterranei, oppure in versione “mobile”, di cui sarebbe già stata dotata la divisione missilistico nucleare “Taman”, di stanza a Tatishevo, regione di Saratov, Russia centrale.
Un'altra variante del Topol'-M, detta Bulava, è destinata ai sottomarini nucleari. à‰ stata testata con successo un anno fa dalla base di lancio di Plesetsk, regione di Arcangelo, alla presenza di Putin. I Topol'-M e i Bulava sono dotati di una sola testata nucleare, ma possono essere mirvizzati , cioè dotati di testate multiple (Mirv - Multiple Independently targetable Re-entry Vehicle) - da tre a sei. Tuttavia, alla costruzione dei Topol'-M non ha corrisposto l'adeguamento dei silos. E alcuni nuovi missili «giacciono come pesi morti», negli impianti di Votkinsk.
Altri armamenti strategici
Si stanno costruendo nei cantieri di Severodvinsk (regione di Arcangelo) i nuovi sottomarini nucleari lancia missili del tipo “Borej” che saranno dotati dei Bulava. Altri sottomarini nucleari vengono ristrutturati a questo fine. Il programma novennale prevede cinque nuovi sottomarini nucleari e “alcune decine” di navi di superficie dotati di Icbm. Non si produrranno portaerei. All'aviazione militare andrà il nuovo bombardiere strategico TU-95M (Medved' o Bear). “Oltre mille” saranno i nuovi sistemi di attacco aereo-missilistico e di difesa antiaerea. 10 miliardi di dollari saranno stanziati per portare da 11 a 18 i satelliti militari, «espandendo la componente bellica del sistema russo di navigazione orbitale Glonass».
Conclusioni (o ipotesi)
La lotta contro il terrorismo internazionale costituisce l'elemento centrale della dottrina strategica di Putin. Tuttavia, il ritorno al primato degli armamenti strategici non può, presumibilmente, avere per oggetto il terrorismo. Si può, più ragionevolmente, ipotizzare che si tratti di una risposta al primato strategico nucleare che gli Usa avrebbero raggiunto.
E questo ci sembra il segno allarmante di una ripresa di Guerra fredda in altro contesto e forme. A quello spirito si ispirava il discorso pronunciato a Vilnjus un mese fa dal vicepresidente americano Cheney, «il più duro attacco mai sferrato da un alto dirigente Usa a Mosca dalla fine della Guerra Fredda». La Russia veniva accusata di “non democraticità ” e di uso delle forniture energetica come strumento di pressione internazionale.
Dal canto opposto, Mosca percepisce con allarme un progressivo accerchiamento in atto - già dal tempo dell'amministrazione Clinton - da parte americana, con l'espansione della Nato a Est. Essa dopo aver toccato i paesi dell'Europa centrale ex-comunisti e i tre paesi baltici, starebbe per raggiungere non solo Bulgaria e Romania, ma - quel che è peggio - Ucraina, Georgia e Azerbajdzhan, regioni ex-sovietiche o di produzione energetica o di transito delle pipelines di Mosca verso i mercati internazionali
Ora, Mosca considera da sempre queste regioni parte della propria sfera di “interessi vitali”. Le cosiddette “rivoluzioni arancioni” in Georgia, Ucraina e Kyrgyzstan, promosse con l'aperto sostegno di Washington, sono per Mosca l'elemento complementare di questa espansione-penetrazione, vista come una forma di attacco alla propria sovranità .
Ci sembra questo il contesto entro cui collocare una crisi dei rapporti Usa-Russia che va al di là dei rapporti personali tra gli “amici” Bush e Putin o delle dichiarazioni rassicuranti del presidente russo a Kissinger. La ripresa della corsa agli armamenti, paradossalmente ancora nel quadro degli accordi Start-2, ne è il segno più allarmante.