Pierpa ha scritto:Due cose: avrei chiamato De Sanctis per Peruzzi e Lucarelli per Gilardino (Gilardino???????).
No dai, Peruzzi fa sempre il suo dovere e lo fa bene. De Sanctis l'avrei portato come 3° portiere.
Mi trovo d'accordo su Gilardino, che in nazionale fa solo caxxate, ma mi viene la febbre quando leggo il nome di Iaquinta, IAQUINTA!!!, convocato in nazionale!, a sto punto era meglio Vieri!!!!!
Ma con tutti gli attaccanti di buon livello che abbiamo!
Lucarelli, Tavano, etc. avrei preso in considerazione anche il vecchio Enrico Chiesa, secondo me un grandissimo calciatore, la sua tecnica avrebbe fatto comodo.
La nostra patria per noi sono i villaggi, i nostri altari, le nostre tombe. La nostra patria è la nostra Fede, il nostro Re. Ma la loro patria che cos’è per loro? Voi lo capite? Loro l’hanno in testa, noi la sentiamo sotto i nostri piedi.
La Juve restituisca lo scudetto
di FRANCESCO MERLO
Per la Juve il vero scudetto sarebbe restituire lo scudetto. Da tifoso della Juventus, da tifoso dell'eleganza, del calcio come rappresentazione dei modelli classici, della kalokagathia, l'unione di virtù etica e bellezza corporea, vorrei che la mia squadra si avviasse a una nuova vita restituendo, spontaneamente e subito, questo maledetto scudetto dello strapotere e dell'impunità , questo primato che è un dolore, un'emozione truccata. Rinunci, la Juve, a quel simbolo andato a male.
Per trasferimento di immagini, quello scandaloso scudetto rischia ora di guastare idee e simboli che espressero la Juve e che la Juve espresse in altre epoche, in altre generazioni.
La Juve infatti è la città di Torino, è la famiglia Agnelli, è il genio italiano che impediva al capitalismo più ricco e potente di diventare arrogante e meschino, è il campione fuori dagli schemi, è la valorizzazione di tutto ciò che non è scontato, è la distrazione colta e di talento, è l'unità d'Italia, sono gli emigranti meridionali che solo il pallone rendeva aggraziati e ben fatti, goffi nella vita ma bellissimi in campo, uomini generosi che per conquistarsi il diritto di esserci carezzavano la palla e usavano i piedi come due mani di pianista.
Fortissimamente vorrei dunque che, senza aspettare alcuna sentenza, e ben prima che glielo tolgano, restituisse lo scudetto della furfanteria proprio la Società della quale noi tifosi siamo sempre stati fieri, perché non era una semplice società sportiva, ma una filosofia e una morale nazionali, l'ideale continuazione di quella stagione dell'Olimpo talentuoso che fu il Rinascimento italiano.
La Juventus è un universo fiabesco di miti adolescenziali che più si invecchia e più diventano necessari. E quello scudetto va riconsegnato all'Italia proprio per salvare il bosco incantato dove Sivori era come capitan Miki, John Charles era Superman, Zidane come Black il Macigno, Nevdev come Tex Willer, Bettega come Achille, Scirea come Apollo e Boniperti come il padre di tutti gli dei. Persino gli avversari quando raggiungevano la maestosità , nel nostro cuore diventavano juventini d'elezione. Gigi Riva, per esempio, per noi era come Ettore: ci dispiaceva che non fosse acheo.
Insomma la Juventus non può tenere uno o più scudetti chiacchierati e non specchiati. Offenderebbe innanzitutto la memoria dell'avvocato Agnelli, che scovava e covava i talenti, di qualsiasi genere; credeva nell'eccellenza e nei cavalli di razza che non hanno mai bisogno di spinte, di accordi sottobanco, di telefonate losche, di sequestri di persona, di volgarità .
Noi non siamo ingenui, sappiamo che non esiste la carne senza il grasso, e che anche l'eccellenza ha un lato in ombra, perché c'è sempre un artificio, una causalità o magari anche un'ingiustizia nella costruzione di un mito. C'è sicuramente un rapporto tra la forza del danaro e la coltivazione del talento. È infatti vero che un'orchidea non si può inventare, ma è anche vero che ha bisogno di cure costose, di ingaggi, di premi partita; e della vicinanza di altre orchidee, perché i campioni si attraggono tra loro, sono come gli investimenti di capitali: si depositano nei luoghi eletti, già arati da altre eccellenze. I migliori vanno con i migliori.
Gestire il calcio è un passatempo da Signori, che sono ricchi ma riconoscono il merito, soprattutto quello dell'avversario, ovviamente. Non basta infatti essere ricchi per meritare l'eccellenza. Né bastano intelligenza e competenza. È necessario lo stile, che è alto proprio quando è insidiato. È facile essere munifici e magnifici quando l'antagonista è raro. Ma è difficile "tenere" lo stile in democrazia, quando tutti, o quasi, hanno le stesse opportunità , e le squadre sono quotate in borsa, e i capitali arrivano chissà da dove e da ogni dove, e grazie ai successi gli impegni si triplicano sottoponendo ad usura la tenuta dei campioni. Si comincia con il fare uso di eccitanti, poi oscuramente si mettono in piedi sistemi di autodifesa, e a poco a poco il meccanismo si droga, il delitto diventa quasi naturale, lo sport si muta nel suo contrario, la prova aperta tende a trasformarsi in risultato acquisito.
Ebbene, è proprio questo il momento in cui deve prevalere lo stile.
Invece Luciano Moggi ha messo in piedi una efficientissima struttura di sostegno al migliore, dove il confine tra il furfante e il manager moderno è diventato indistinguibile. Attenzione: Moggi non è divisibile tra mascalzoneria e abilità . Il suo è "il paradosso del migliore" che, per difendere il migliore, cioè se stesso, comincia a utilizzare tutti gli strumenti, specie i peggiori. Tutto si può usare nello sport: l'ultimo ritrovato tecnico, la psicologia, l'attrazione, la forza di un'intera società specializzata nella vittoria, persino il malocchio e il fallo di mano sono legittimi.; a tutto si può ricorrere, ma non ai trucchi. Il confine tra l'ultimo ritrovato e il trucco è appunto lo stile, è la linea dell'etica personale e societaria. È difficile distinguere il grande scalatore Pantani dal cocainomane. Per farlo devi dire basta. Pantani non c'è riuscito ed è morto. La Juventus, o ci riesce o muore.
C'è infine un'aggiunta di plebeismo, non tanto nella festa in discoteca dei giocatori domenica sera, e forse nemmeno nella sfrontata difesa che Capello fa di Moggi, magari dovuta alla incapacità appunto di distinguere il delitto dall'efficienza nella costruzione di parte della propria carriera. C'è purtroppo anche il plebeismo di quella tifoseria intellettuale che in questi giorni si affaccia sui giornali e in tv, e che a me, tifoso juventino, pare il peggio della tifoseria juventina. Invece di chiedere alla Juve di rimettere, intanto, lo scudetto, questi intellettuali bianconeri si fanno un merito di tifare come dei picciotti, si sentono veramente e finalmente tifosi, pronti a giustificare anche il delitto pur di conservare il primato.
Prima, avevano il problema di essere finti tifosi, intellettuali raffinati con la ciliegia del gioco plebeo, un po' come Machiavelli che amava giocare a carte nelle bettole. Ora, approvando le furfanterie, cercano il bagno di tifo proletario vero, esibiscono una passione così gesuitica da farli diventare cadaveri. Per loro, il tifo irrazionale è come il cibo povero riscoperto al ristorante dai radical chic. Ebbene, secondo noi, non è questo lo stile della Juventus e il loro è un tifo che fa male. Difendere Moggi, da parte di questi "intellettuali organici" al tifo, è come difendere Ciancimino, come baciare Totò Riina.
Perciò vorremmo che la Juventus fosse all'altezza di se stessa, di quel suo mondo antico dove il merito trionfava fulgido. Sia la Vecchia Signora insomma e, con tutta la consapevolezza, si guadagni lo Scudetto restituendo lo scudetto.
Nicola ha scritto:
La Juve restituisca lo scudetto
Il problema e' semplice.......
.......la juve veniva considerata ladra ancor prima di queste vicende pertnto...con o senza queste vicende la juve per molti ....... saa' sempre considerata ladra ed allora...che senso ha restituire lo scudetto?
A proposito....qualcuno ha visto il primo rigore dato al milan?
Ah, voi l'avete visto...io no.. e per fortuna che la maglia non era bianco-nera....
Alp. Malaguti Daniele
Anzola dell'Emilia (Bo)
8/97
Gente che vedo........
........Pioppa che lascio!!!
Si Lele era da ridere come rigore e la roma a parer mio potrebbe recriminare anche altro.
Però i giochi erano già fatti, si poteva gridare allo scandalo se Milan e Juve fossero state pari punti, ma............
Lele, tu hai sottolineato, giustamente, l'episodio del primo rigore assegnato al Milan e trasformato dal Bambinello d'oro, ma io che a S.Siro c'ero ti garantisco che l'arbitro ha penalizzato fortemente il Milan in tante altre occasioni. Cerchiamo di vedere oltre la nebbia del tifo di parte, almeno stavolta.
E ti dico un'altra cosa: io non aspetterei la giustizia sportiva per rendere indietro i due scudetti, lo farei adesso, anzi, prima di adesso! Proprio perchè la juve è oramai bollata come ladra, che dovrebbe farlo, per rispetto verso i suoi tifosi (che non mi pare gradiscano la situazione) e verso i tifosi delle altre squadre, che di fronte a tutto questo scempio si sentono defraudati.
Io penso sia questo il messaggio da lanciare per meglio ripartire dopo questo smacco agli occhi del mondo.
Riflessioni di un appassionato.
C.le Semplicino Luigi
16° Rgt Belluno
Compagnia Comando e Servizi
-- 'Szischt? --
5/99/A
Pierpa ha scritto:Due cose: avrei chiamato De Sanctis per Peruzzi e Lucarelli per Gilardino (Gilardino???????).
No dai, Peruzzi fa sempre il suo dovere e lo fa bene. De Sanctis l'avrei portato come 3° portiere.
Mi trovo d'accordo su Gilardino, che in nazionale fa solo caxxate, ma mi viene la febbre quando leggo il nome di Iaquinta, IAQUINTA!!!, convocato in nazionale!, a sto punto era meglio Vieri!!!!!
Ma con tutti gli attaccanti di buon livello che abbiamo!
Lucarelli, Tavano, etc. avrei preso in considerazione anche il vecchio Enrico Chiesa, secondo me un grandissimo calciatore, la sua tecnica avrebbe fatto comodo.
Lele ha scritto:Il problema e' semplice.......
.......la juve veniva considerata ladra ancor prima di queste vicende pertnto...con o senza queste vicende la juve per molti ....... saa' sempre considerata ladra ed allora...che senso ha restituire lo scudetto?
mi pare che oltre te a difendere la juve ci siano altri 4 imbecilli che hanno scritto IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI. fai te....
io farei monte, l'anno prossimo non farei nemmeno il campionato
bah, non sò se avete letto degli ultimi sviluppi, sono sconcertato, deluso e stento quasi a crederci.
il doping, moggi che comanda tutto, de santis rapito da moggi, il papa, emerson e la rai che paga la roma per pagargli i diritti d'immagine..basta basta...
toh... anche iaquinta sarà della gea. a casa pure Lippi e speriamo che l'italia perda subito!
"Moggi incideva sulle convocazioni"
I pm convinti: pressioni su Lippi
Centomila telefonate intercettate in otto mesi, per una media record di 416 chiamate in un giorno. Questi gli incredibili numeri di Luciano Moggi: una linea rovente tramite cui l'ex dg bianconero, secondo il dossier dei pm, avrebbe "inciso in maniera determinante sulle convocazioni in azzurro di Marcello Lippi, generando nel c.t. una favorevole predisposizione verso i giocatori segnalati da Moggi e sponsorizzati Gea".
Dalle intercettazioni telefoniche che lo riguardano, emerge una situazione ancor più complessa del previsto. Oltre alle pressioni sul mondo arbitrale, al doping e ai rapporti 'amichevoli' con i mass media, Luciano Moggi incideva sulle convocazioni della Nazionale di Marcello Lippi. E' quanto emerge da uno stralcio del dossier presentato dai magistrati romani, che lo hanno indagato per illecita concorrenza con minaccia e violenza in relazione al sospetto di posizione dominante della Gea, e pubblicato su 'La Repubblica': "Moggi - si legge - riesce ad incidere in maniera determinante sulle convocazioni. Una simile situazione genera una originaria e favorevole predisposizione da parte del Ct azzurro nei confronti di giocatori segnalati da Moggi e sponsorizzati dalla Gea in modo da promuovere l'immagine aumentandone la visibilità e la quotazione di mercato. Inoltre tale predisposizione si intrinseca anche nel non convocare quei calciatori facenti parte della rosa bianconera, sempre segnalati da Moggi, per non incidere sulle loro condizioni fisiche e pregiudicare il loro impegno con la squadra di club". Dalle chiamate, dunque, emerge un abile tessitore di alleanze dentro e fuori dal campo in grado di parlare con ministri, magistrati e alti esponenti delle forze dell'ordine. E l'esame delle intercettazioni (otto mesi di telefonate con numerose conversazioni) sarà ancora lungo visto che rimangono molte telefonate da trascrivere.
Ma Moggi faceva pressioni solo su Lippi o anche su altri cittì? Se così fosse si capirebbero molte convocazioni e ruoli da titolare per giocatori non all'altezza in determinati momenti e competizioni internazionali.
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