Bricchetto
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Federico ha scritto:Molto interessante.

Purtroppo io vedo solo la prima immagine, quella della lettera su carta intestata "SEGRETERIA DI STATO di SUA SANTITA'" (Il che mi lascia molto perplesso, a dir poco, dato ciò che vi è scritto).

Ciao
Era loro ospite, lavorava presso di loro.
In ogni caso, la scelta di una carta intestata che è poco definire... inelegante e sconsiderata... :? :roll:

PS
Mi spiace per la 2° immagine, ma ero al telefono con la svedese, che tanto continua a darmi buca. :lol:
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onesto46
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Bricchetto, ancora con quella svedese??
quando le "buche" arriveranno a 18, invitala per una partita a golf.
Provare con una dei mille laghi????
Bricchetto
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L'inizio


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La conclusione



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Da:
Le ultime lettere di Jacopo Ortis
di Ugo Foscolo

Da' colli Euganei, 11 Ottobre 1797

Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà  concessa, non ci resterà  che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia. Il mio nome è nella lista di proscrizione, lo so:
ma vuoi tu ch'io per salvarmi da chi m'opprime mi commetta a chi mi ha tradito? Consola mia madre: vinto dalle sue lagrime le ho obbedito, e ho lasciato Venezia per evitare le prime persecuzioni, e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa mia solitudine antica, dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese, posso ancora sperare qualche giorno di pace?
Tu mi fai raccapricciare, Lorenzo; quanti sono dunque gli sventurati? E noi, purtroppo, noi stessi italiani ci laviamo le mani nel sangue degl'italiani. Per me segua che può. Poiché ho disperato e della mia patria e di me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non cadrà  fra le braccia straniere; il mio nome sarà  sommessamente compianto da' pochi uomini, compagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno su la terra de' miei padri.
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Luigi
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Brick,
mi hai fatto venire gli occhi lucidi. Su quella lettera feci un tema, secoli or sono. L'unico del triennio in cui rimediai un 7. Avevo osato parlare di Patria.

Però non ho capito se quella con la gondola in testa è la svedese. :P 8) :wink:
Mandi.
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"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


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Luigi ha scritto:Brick,
(...)

Però non ho capito se quella con la gondola in testa è la svedese. :P 8) :wink:
Mandi.
Luigi

I miei padrini Le recapiteranno l'invito ad incontrarmi domani mattina alle ore 05.00 fuori della Porta Maggiore, dove Ella mi renderà  conto di simile affermazione.
In quanto persona offesa, penserò io allo strumento che meglio si adatterà  alla risoluzione della controversia.
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Luigi
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Bricchetto ha scritto: I miei padrini Le recapiteranno l'invito ad incontrarmi domani mattina alle ore 05.00 fuori della Porta Maggiore, dove Ella mi renderà  conto di simile affermazione.
In quanto persona offesa, penserò io allo strumento che meglio si adatterà  alla risoluzione della controversia.
Gentilissimo cavalier Alessandro nobiluomo Bricchetto,

le rammento che è dello sfidato l'onore della scelta delle armi.
Come la renderanno edotta i miei padrini, cadrà  sul pezzo da 105/14 mod. 56 la mia volontà .
A lei, naturalmente, il primo colpo.
Per cui curerò di avere alle spalle l'augusto Palazzo Madama, o qualsiasi altra costruzione a sua scelta.

Con i segni della mia migliore stima rimango il suo umilissimo servitore

Luigi, graduato dell'Artiglieria da Montagna per grazia di Dio e maggior beneficio della Nazione
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


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Luigi ha scritto:
Bricchetto ha scritto: I miei padrini Le recapiteranno l'invito ad incontrarmi domani mattina alle ore 05.00 fuori della Porta Maggiore, dove Ella mi renderà  conto di simile affermazione.
In quanto persona offesa, penserò io allo strumento che meglio si adatterà  alla risoluzione della controversia.
Gentilissimo cavalier Alessandro nobiluomo Bricchetto,

le rammento che è dello sfidato l'onore della scelta delle armi.
Come la renderanno edotta i miei padrini, cadrà  sul pezzo da 105/14 mod. 56 la mia volontà .
A lei, naturalmente, il primo colpo.
Per cui curerò di avere alle spalle l'augusto Palazzo Madama, o qualsiasi altra costruzione a sua scelta.

Con i segni della mia migliore stima rimango il suo umilissimo servitore

Luigi, graduato dell'Artiglieria da Montagna per grazia di Dio e maggior beneficio della Nazione

Gent.mo
Nobilis Homo Tranta Sold,
sono dolente ricordarLe che in un duello, secondo il Codice Cavalleresco Italiano, la scelta della armi spetta sempre all'offeso.
In ossequio al Suo valore, del quale tanto si narra nei salotti della mia città , accondiscenderò i Suoi desiderata, portando due carri armati leopard 1A2 dotati, appunto, di moderno spingardone dal calibro 105.
Trovo che la Piazza Santissimi Apostoli in Roma, per la sua visione panoramica, l'aria salubre e le nobili frequentazioni, assecondi senz'altro alle nostre bisogna.
Con i sensi della mia immutata stima, semper Suo servitore

Alessandro del Bricchetto
nell'anno 84 del Signore e 2357 ab Urbe Condita


P.S.

MANUALI HOEPLI
Jacopo Gelli
CODICE CAVALLERESCO ITALIANO
con il commento e note di Giurisprudenza cavalleresca
15a edizione completamente rifatta
CON PREFAZIONE DI A. G. BANTI
ULRICO HOEPLI
EDITORE-LIBRAIO DELLA REAL CASA
MILANO
1926



LIBRO SECONDO
Questioni e principi di massima
I. ARMI PEL DUELLO E DIRITTO ALLA SCELTA



ART. 108 (167)
La scelta delle armi spetta sempre all'offeso, anche se sfidato (Corte d'onore, Firenze, in vertenza Corsi Sorcinelli).
Ultima modifica di Bricchetto il ven mar 24, 2006 12:30 pm, modificato 1 volta in totale.
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onesto46
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Troppo forti. Non cominciate senza di me, farò il servizio fotografico per i forum e provvederò alla eventuale moviola da sottoporre ai tecnici, se eventualmente qualcuno usasse proiettili non convenzionali.

però mi sfugge l'offesa, il sottogondola potrebbe essere svedese(lussurioso, ma svedese)
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Federico
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Siete magnifici.

Ora non vorrei sembrare pignolo ma date un'occhiata qui:

onesto46 ha scritto:...però mi sfugge l'offesa, il sottogondola potrebbe essere svedese(lussurioso, ma svedese)
:lol: :lol:

Bric, che dice l'augusto manuale Hoepli su di un duello a tre?

Ciao
Art. Federico
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Federico
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E, dimenticavo: Bric, non vorrai mica osare pensare o parlar male del compromesso storico vers. 06, vero!?! Vorresti dirmi che non ti senti bene, cioè, felice a farti cullare dalle sue morbide e profumate braccia? Ma non hai capito che li si sta bene, si è felici!.

Ciao


P.S.: a qualcuno recentemente ho scritto a proposito di immondo dragone, sebbene in tutt'altro contesto. Trovo comunque che l'immagine evocata si adatti perfettamente a quanto scritto qui sopra.
Art. Federico
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Luigi
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Bricchetto ha scritto: Gent.mo
Nobilis Homo Tranta Sold,
sono dolente ricordarLe che in un duello, secondo il Codice Cavalleresco Italiano, la scelta della armi spetta sempre all'offeso.
In ossequio al Suo valore, del quale tanto si narra nei salotti della mia città , accondiscenderò i Suoi desiderata, portando due carri armati leopard 1A2 dotati, appunto, di moderno spingardone dal calibro 105.
Trovo che la Piazza Santissimi Apostoli in Roma, per la sua visione panoramica, l'aria salubre e le nobili frequentazioni, assecondi senz'altro alle nostre bisogna.
Con i sensi della mia immutata stima, semper Suo servitore

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nell'anno 84 del Signore e 2357 ab Urbe Condita
Magnifico Alessandro del Bricchetto

sono ad umiliarmi presso la di Lei augusta persona datosi che il mio riferimento alla scelta dell'arma era in aderenza rispettosa del codice vigente nei territori già  della Cattolicissima Maestà  Imperiale e Regia.

Diradato tale increscioso et attardante equivoco, trovandomi perciò sollecitamente concorde con l'arma dettasi "moderno spingardone", nonchè con loco et ora da lei manifestati, sono ad inviarle presso i suoi i miei onoratissimi padrini.

Con il che Le manifesto come la nomea del miserrimo mio valore sia quale sussurro di foglie rispetto al vento impetuoso che il Suo smuove fra le genti che hanno massimamente care et la Religione et la Patria.

Luigi Tranta Sold
Primo del suo nome

"Devant al Conean o si sciampe o si mur"


P.S.: Onesto, temo, dato l'argomento, che non sia sicuro... ehm... il sesso del raffigurato. :roll:
Da cui l'offesa.

P.P.S.: il dragone è quanto mai forte e potente...
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Federico ha scritto:
(...)

Ora non vorrei sembrare pignolo ma date un'occhiata qui:

onesto46 ha scritto:...però mi sfugge l'offesa, il sottogondola potrebbe essere svedese(lussurioso, ma svedese)
:lol: :lol:

Bric, che dice l'augusto manuale Hoepli su di un duello a tre?

Ciao

Libro primo


V. SODDISFAZIONE E RIPARAZIONE.


ART. 43 (44, 45)
(omissis)
Nel caso in cui taluno sia stato offeso da più persone, ha diritto di scegliere tra gli offensori quegli che debba cavallerescamente rispondere per tutti. È, però, suo dovere di comunicare per conoscenza agli altri offensori il suo cartello di sfida.

Se lo sfidato non solleva eccezioni e la vertenza si risolve sul terreno, gli altri offensori non hanno alcun diritto di prender parte allo svolgimento della vertenza, a meno che non intervengano per dichiarare che sullo sfidato non grava alcuna responsabilità  dell' offesa.

In tal caso è dovere dello sfidante, malgrado che lo sfidato abbia assunto nobilmente la responsabilità  di offese altrui, di rinunciare alla domanda di soddisfazione nei suoi confronti e di rivolgerla ad alcuno di
quelli che si sono dichiarati i responsabili dell'offesa e pronti a sostenerla cavallerescamente.

Quando, però, sorgano contestazioni, non circa la procedura della vertenza, ma circa il merito dell'offesa, non si può adire ad un giudizio di un Tribunale d'onore senza darne avviso a tutti gli offensori, i quali hanno
il diritto di concorrere alla sua costituzione, di farsi udire, di produrre documenti ed istanze e di proporre prove.

La inosservanza di queste norme fa sì che il giudizio del Tribunale d'onore non possa fare stato altro che per i due primi avversari. E qualora il giurì si pronunci sulla consistenza di una accusa o definisca la vertenza,
l'offeso non può invocare il disposto di questo articolo; ma deve procedere a nuove sfide contro gli altri offensori, se vuol salvaguardare il proprio onore.

Qualora, poi, sussistessero due offese collettive lanciate da diverse persone, l'offeso può benissimo, uniformandosi al disposto di questo articolo, chiedere soddisfazione ad una sola persona, scegliendola fra
quelle che abbiano concorso a formulare o lanciare entrambe le offese.
Così pure, si può con un'unica vertenza chiedere ad alcuno soddisfazione per una offesa collettiva e per una offesa singola da lui lanciata.

Se però, dopo una prima offesa, rimasta lungo tempo senza richiesta di soddisfazione, l'offeso si decida a chiedere riparazione per una seconda offesa di cui possa rispondere lo stesso offensore, questi può ricusare
di dare riparazione per la prima offesa, eccependo la decadenza dei termini ed invocare anche sul comportamento cavalleresco dell'avversario un giudizio di un Tribunale d'onore, il quale può in certi ca"ì (gravità  e notorietà  dell'offesa subita senza reazione) giungere a gravissime sanzioni.

In ogni caso, deve ritenersi che la vertenza ha per oggetto due offese, le quali rimangono indipendenti, conservando le loro caratteristiche.
(Corte d'onore permanente, 28 ottobre 1924 in v. avvocati Lumbroso, Fontana, Marchini - Barsotti Estensore : avv. Boldrini).
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Federico
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Grazie infinite

Ora mi rimane un ultimo dubbio:

Chi può accedere a tale istituto?

Non vorrei, naturalmente, abusare della tua pazienza, Alessandro, ma trovo tutto ciò di estremo interesse. Ne vien fuori chi erano gl'Italiani. L'onore del sangue, altro che girotondi.

Ciao
Art. Federico
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Brigata Alpina Taurinense
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Contatta: Sito web

Beppe ha scritto::?:


Da:
http://www.giovanninoguareschi.com/

LA VICENDA DEL "TA-PUM del CECCHINO"
narrata basandosi solo su documenti, consultabili nel Centro Studi del Club dei Ventitré


Antefatto: il "caso" Guareschi - Einaudi 1950
Il 18 giugno 1950 GG pubblica su Candido n. 25 una vignetta di Carletto Manzoni dove figurano due file di bottiglie bene allineate recanti, in collage, l'etichetta "Nebiolo - Poderi del Senatore Luigi Einaudi". Le etichette "fanno da corazzieri" al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, disegnato sul fondo.
Un'interrogazione alla Camera dei deputati degli onorevoli Treves (PSI) e Bettiol (DC) convince il sottosegretario alla Giustizia, onorevole Tosato, a concedere l'autorizzazione a procedere. GG Guareschi, direttore responsabile di Candido, e Carletto Manzoni, autore del disegno vengono assolti in prima istanza ma, su ricorso del Procuratore generale della Repubblica, vengono condannati in Appello a 8 mesi per vilipendio a mezzo stampa al Presidente della Repubblica. Non scontano la pena grazie all'applicazione della libertà  condizionale.

Cronistoria della "vicenda"del "Ta-pum"

Il 20 e 27 gennaio 1954 GG pubblica su Candido due lettere attribuite a De Gasperi con un duro commento.

Nei primi giorni di febbraio: De Gasperi querela GG.

Viene istruito il processo e, dopo due rinvii, il 13 e 14 aprile hanno luogo la seconda e terza udienza del processo e GG, il 15 aprile, viene condannato a dodici mesi per diffamazione.

Non ricorre in appello e il 26 maggio entra nelle Carceri di San Francesco a Parma e uscirà  il 4 luglio 1955 (409 giorni) in libertà  vigilata.

Il 26 gennaio 1956 termina la libertà  vigilata.

Commento

GG, querelato da De Gasperi con ampia facoltà  di prova, consegnò al Tribunale le lettere accompagnate da una perizia calligrafica che non venne tenuta in considerazione dal Tribunale. Nel procedimento l'ampia facoltà  di prova, in pratica, gli fu negata perché non gli furono concessi né le nuove perizie richieste né l'ascolto di testimoni a suo favore.
Sulla base delle testimonianze a favore di De Gasperi, del suo alibi morale e del suo giuramento che le lettere erano false, il Tribunale decise di aver raggiunto la "prova storica" del falso condannando GG a un anno di carcere per diffamazione.

La sentenza metteva in evidenza il fatto che, anche nel caso di una perizia grafica favorevole all'imputato, "una semplice affermazione del perito non avrebbe potuto far diventare credibile e certo ciò che obiettivamente è risultato impossibile e inverosimile".
Per questa ragione GG non ricorse in appello e, avendo perso la condizionale nella precedente condanna a otto mesi per vilipendio del Presidente della Repubblica Lugi Einaudi- nonostante fosse stata nel frattempo decretata un'amnistia che riguardava reati ben più gravi - andò in prigione.

Non chiese grazie o agevolazioni, non usufruì di condoni e, durante la sua incarcerazione, gli venne assommata la pena della precedente condanna. Scontò in carcere 409 giorni uscendone in forza di legge e grazie alla qualifica di "buono" ottenuta in carcere. Scontò i rimanenti sei mesi in libertà  vigilata.

Coda

Nel 1956, nel corso del processo intentato in contumacia contro Enrico De Toma, il fornitore delle due famose lettere a GG, il Tribunale di Milano affidò a un collegio di tre periti l'esame delle due lettere negato due anni prima a GG. La conclusione dei periti fu che "non esistevano prove tali da stabilire inequivocabilmente la falsità  delle lettere".

Il Tribunale incaricò un successivo superperito che dichiarò le lettere "sicuramente false". La difesa di De Toma impugnò la superperizia e ne chiede una di parte. Sconcertante il responso dei periti della difesa che dichiararono di rilevare "palesi diversità  fra dette lettere e quelle pubblicate su Candido".
Il Tribunale non tenne conto di nessuna di queste perizie. Il 17 dicembre 1958 dichiarò estinto per amnistia il reato di falso e assolse De Toma dall'accusa di truffa per insufficienza di prove, con l'ordine di distruggere i documenti.

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