in questo mese, sei anni fa andava avanti il vecio piero redaelli. Seregnese e ufficiale medico (capitano) del 6°alpini btg valchiese era una persona molto schiva e riservata. fece la campagna di russia, fu fatto prigioniero in polonia ma nonostante cio non ne parlava molto.a mio padre regalò un libro scritto da lui stesso. da quando e finita la guerra non ne volle piu sapere di ritornare in montagna perche l impatto con la neve era diventata un incubo. Per anni nn ha nemmeno voluto partecipare al raduno dei reduci del lager perche riviveva quel periodo di segregazione con dolore. Partecipava invece ogni anno all adunata di brescia del 25/26 gennaio perche i superstiti di nikolajewka avevano fatto il patto di ricordare le penne mozze assistendo alla messa ed il 26 avrebbero spezzato il pane che a loro era ancora dato mangiare. grazie dottor piero redaelli, spero che la in alto abbia trovato i suoi amici caduti in Russia i quali sicuramente saranno contenti di rivederla. arrivederci.
Alp. Andrea Villa
8/04
8° Reggimento Alpini
Battaglione Alpini "Gemona"
69^Cp. "La Fulmine"
4° plotone 3^squadra
Quando leggo queste "piccole" storie di reduci, mi viene in mente sempre quanto sia vero che a noi spetta il compito di ricordare i nostri caduti e i nostri eroi, altrimenti nessuno se ne curerebbe. Quest'uomo ha visto cose terribili, atti di eroismo incredibili, ha sofferto e ha visto molti morire vestendo il cappello alpino e la nostra divisa. Come lui tanti altri che però spesso passano inosservati, perchè anche noi distratti dal quotidiano e da altre cose, spesso non riconosciamo in quegli occhi una persona particolare che potrebbe raccontare cose incredibili che la nostra generazione non conosce o dimentica.
andrea ha scritto:in questo mese, sei anni fa andava avanti il vecio piero redaelli. Seregnese e ufficiale medico (capitano) del 6°alpini btg valchiese era una persona molto schiva e riservata. fece la campagna di russia, fu fatto prigioniero in polonia ma nonostante cio non ne parlava molto.a mio padre regalò un libro scritto da lui stesso. da quando e finita la guerra non ne volle piu sapere di ritornare in montagna perche l impatto con la neve era diventata un incubo. Per anni nn ha nemmeno voluto partecipare al raduno dei reduci del lager perche riviveva quel periodo di segregazione con dolore. Partecipava invece ogni anno all adunata di brescia del 25/26 gennaio perche i superstiti di nikolajewka avevano fatto il patto di ricordare le penne mozze assistendo alla messa ed il 26 avrebbero spezzato il pane che a loro era ancora dato mangiare. grazie dottor piero redaelli, spero che la in alto abbia trovato i suoi amici caduti in Russia i quali sicuramente saranno contenti di rivederla. arrivederci.
Che roba. Un pensiero e un saluto va a Piero da parte mia.
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
C.le Istr. 9°/96
Brigata Alpina Cadore