Da Il Giornale di Vicenza
Gli alpini non ci sono più
La caserma Monte Grappa ha chiuso i battenti
Dopo quasi un secolo Bassano rimane senza le penne nere simbolo della città . Il comandante è già stato trasferito a Padova, a presidiare la struttura di viale Venezia è rimasto un maresciallo che se ne andrà fra qualche giorno. Perdita gravissima ma non inaspettata: se ne parlava già da anni
(r. f.) Il tricolore non sventola più sulla caserma Monte Grappa. Nessuno squillo di tromba riecheggia nel cortile del complesso militare di viale Venezia. Anche l'ultimo, ridottissimo presidio di soldati a guardia dei locali, guidato dal cap. Pietro Aglio, ha riempito lo zaino e se n'è andato. Dopo un'agonia durata anni, nel corso dei quali si sono alternati sentimenti di speranza e di delusione, la Monte Grappa quindi non è più operativa.
«È rimasto solo un maresciallo in attesa di essere destinato altrove - informa Bortolo Busnardo, presidente della sezione Ana Montegrappa che fino all'ultimo ha combattuto pur di non far chiudere la storica struttura, un tempo vanto della città - il cap. Aglio è stato trasferito a Padova e l'immobile è stato inserito nell'elenco del ministero della Difesa tra quelli da dismettere».
Finisce un'epoca per la caserma e per Bassano, considerata la capitale morale degli alpini. La conferma risale all'ultimo, recente incontro fra Busnardo, il nuovo comandante delle truppe alpine gen. Ivan Resce e il sindaco Gianpaolo Bizzotto.
«In quell'occasione, il generale ha spento ogni nostra speranza di far rivivere il complesso - riferisce amareggiato il presidente sezionale dell'Ana -, purtroppo è arrivato il momento tanto temuto dell'epilogo di questo glorioso capitolo. A questo punto, nemmeno un miracolo potrebbe più evitare la dismissione dell'immobile. Abbiamo bussato a tutte le porte possibili, ma se anche la caserma di Feltre ha chiuso, significa che simili strutture hanno il destino segnato. La fine della leva obbligatoria ha poi accelerato la morte di questi luoghi, che oggi risultano inservibili allo scopo per il quale sono stati costruiti e per questo vengono messi in vendita».
Sul futuro della Montegrappa per ora si intravede solo un enorme punto interrogativo. «Il sindaco Bizzotto si è attivato al ministero affinché il Comune possa avere il diritto di prelazione sull'acquisto del complesso - spiega Busnardo che non nasconde il suo rammarico - si vorrebbe salvare almeno la palazzina storica che si affaccia su viale Venezia, trasformandola in sede museale o comunque in un luogo in cui si possa ancora respirare aria alpina a testimonianza del passato, degli eventi e dei protagonisti della storia locale. La parte restante potrebbe essere destinata a sede di servizi. Ma si tratta solo di idee, non sapremo nemmeno se l'Amministrazione potrà acquisirla. Inoltre, il passare degli anni non fa che aumentare la trascuratezza e il degrado dei locali».
Costruita nel 1914, la Monte Grappa è parte integrante della storia del territorio. Per decenni ha accolto migliaia di alpini in servizio di leva e non mancano i nomi illustri, tra i quali l'attuale presidente nazionale dell'Ana, Caprioli, e il celebre ed indimenticato avvocato interista Peppino Prisco. A lungo è stata la sede della scuola allievi ufficiali di complemento alpini e bersaglieri. Di quel passato glorioso oggi rimangono solo deboli tracce, nostalgia e tanti ricordi.