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Hellis
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Federico ha scritto: Hellis ha detto bene, credo. E guarda che io e lui siamo spesso su opposti spalti, o meglio: lui è dalla parte sbagliata perchè è un comunista :lol: :lol:
...prima o poi ci riesco a farmi pagare da bere pure da te. :D :D
Al momento resiste bene quel taccagno di Abbadia, ma si sa: lui è un Alpino Ligure, col braccino corto.
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Federico
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Hellis ha scritto:
Federico ha scritto: Hellis ha detto bene, credo. E guarda che io e lui siamo spesso su opposti spalti, o meglio: lui è dalla parte sbagliata perchè è un comunista :lol: :lol:
...prima o poi ci riesco a farmi pagare da bere pure da te. :D :D
Al momento resiste bene quel taccagno di Abbadia, ma si sa: lui è un Alpino Ligure, col braccino corto.
:lol: :lol:

Ciao
Art. Federico
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andrea
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FEDERICO SEI UN GRANDE!!!!!!!!!!
Concordo e sottoscrivo!!!
Il mio benvenuto va a power!
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Alp. Andrea Villa
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Power
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Grazie per il vostro benvenuto!! :D
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Hellis
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Power ha scritto:Grazie per il vostro benvenuto!! :D
...se vai avanti così ti abbandoniamo in autostrada. eheh dai che scherzo :D Benvenuto
Bricchetto
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Hellis ha scritto:Mi pare di averlo già  scritto qualche volta. Chi non è Alpino, si chiede se la nostra 'passione' per il Corpo d'Armata che ci ha visto najoni, non sia patetico, anacronistico.
E me lo chiedevo anch'io.
(...)
Sinceramente, dopo aver fatto la naja scarpona, ho capito perchè ci sono circa 400/500 mila 'avvinazzati' che ogni anno si ritrovano e da civili difendono strenuamente i loro valori imparati sotto alle armi. E sono orgoglioso di poter fregiarmi immeritatamente dell'appellativo di Alpino.
Perchè gente come Federico, Luigi, ma un pò tutti poi, se ne devono avere a male se i 'professionisti' sputano nel piatto in cui mangiano, o non si vogliono identificare con gli 'Alpini'? a che pro? credo che gente come Federico e tutti gli altri siano persone ben realizzate, fuori dal mondo militare.
E quindi? Te lo dico io: non intendono rinnegare una scuola di vita che gli ha resi un pò migliori.
Roba da pazzi, ma quando è giusto è giusto.
Fatemi occupare un pò di banda per dire che sono d'accordo.
Fortunatamente per "loro" (e per noi), qualche Peppone è rimasto.
Bricchetto
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Federico ha scritto:
La Leva: si faceva quello che si faceva perchè ce lo ordinavano. Sarebbe molto meglio se chi oggi sproloquia di ricatti e spessore morale pensasse molto bene a ciò che ha detto. Fra le altre cose, il ricatto è un reato. E il bello è che nessuno dei suoi colleghi in servizio od in pensione ha avuto alcunchè da ridire. Complici? Mi rifiuto di pensarlo. Distratti forse...

(...)

Alpini Paracadutisti sono gli Italiani, punto e basta.

Gli Alpini Paracadutisti prendono anche il brevetto ranger.

Se i Ranger, quelli veri, gli Americani, sapessero sul serio che in giro c'è gente più preparata di loro, a Bolzano ci sarebbero Ranger USA a brevettarsi Alpini Paracadutisti. A cui alla fine del corso si darebbe un bel distintivo con su scritto Alpini Paracadutisti, ALPIPARA o altro. E stai certo che in un caso del genere, i Ranger USA non smetterebbero di sentirsi Ranger e non insisterebbero per farsi chiamare Alpipara.

(...)

Perchè è questo il punto a mio modesto avviso: voi vedete nel "ranger" il massimo dell'essere fico, io ci vedo, invece, solo uno dei molti brevetti che si devono acquisire per essere Alpino Paracadutista. Il più fico di tutti, anche dei Ranger USA.

Nomen omen in pratica.

Se poi non si sentono Alpini (Paracadutisti), per i motivi che dici tu, nessun problema.

Rendano il Cappello Alpino (che gli fa vergogna), rendano la Norvegese (che fa Naja), indossino il basco che desiderano tanto e che al 99,9% hanno pure già  comprato e via così.

Ma rendano anche il Fregio con l'Aquila che fa fighissimo e, soprattutto, rendano anche la Bandiera di Guerra che dovrebbero onorarsi di servire. Perchè a quell'Aquila e quella Bandiera chi è venuto prima di loro, e di cui oggi loro sono gli eredi (forzati direi), ci teneva tanto, anche troppo. Non mi pare giusto insultarli. E dire di non sentirsi Alpini in un Reggimento Alpino, erede della bandiera del 4° Reggimento Alpini è indiscutibilmente un insulto.

Si facciano chiamare 1° Reggimento ranger e morta lì. E le tradizioni, e le medaglie, se le facciano/guadagnino da soli.

Ciao
Bravo Federico.
Meriti un premio.

:arrow:

Alpini del battaglione sciatori Monte Cervino recuperano la salma del tenente Sacchi, medaglia d'oro.

Immagine


Preso dalla Rete:

La vita in Russia del battaglione durò esattamente dodici mesi: il primo combattimento ha la data del 22 marzo 1942 a 32° sotto zero sul fronte di Ploski ; ultimo combattimento, coi resti del reparto, il 22 gennaio 1943, a Olikowatka. Di 500 e poco più che erano tornarono in settanta.


Il 22 dicembre irrompono in una falla i russi, fanteria e carri. A contrastarli arrivano i carri tedeschi. Si potrebbe star fermi e fare il tifo. Invece il tenente Sacchi dà  un grido: "Cervino!!", si toglie gli sci e balza sul primo carro tedesco, quello che è già  in mezzo ai russi: tutti gli alpini fanno lo stesso; su ogni carro compare un grappolo di scatenati in tuta bianca che sparano raffiche, lanciano bombe, disperdono la fanteria nemica. I tedeschi saltano fuori dai loro panzer a ringraziare, ma Sacchi non c'è più: bisogna andarlo a cercare, morto, nella neve sporca.


Il Monte Cervino in Russia aveva poco più di 500 uomini: 105 sono caduti, 230 feriti sono stati sgomberati prima della ritirata, 120 quelli fatti prigionieri, di loro solo 16 sono sopravvissuti e torneranno a fine conflitto. Dei 17 treni che tornarono il Monte Cervino ne occupava un carro.
Ultima modifica di Bricchetto il ven ago 12, 2005 9:13 pm, modificato 1 volta in totale.
Bricchetto
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Motivazione della medaglia d'oro al Btg. Monte Cervino per la Campagna di Russia

MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE
Battaglione di sciatori alpini, fuso in granitico blocco di energie e di arditismo alpino, in dodici mesi di campagna russa ha dato ininterrotte prove di eccezionale valore e di impareggiabile spirito di sacrificio. Incrollabile nella difesa, impetuoso e travolgente nell'offesa, ha sempre raggiunto le mete indicategli. Nella grande offensiva invernale russa scrisse fulgide pagine di gloria. Sostiene per primo l'impeto di imponenti masse di fanteria sostenute da unità  corazzate che hanno travolto la resistenza del Fronte, le contiene con una difesa attiva ed ardita, le inchioda al terreno fino a quando arrivano rinforzi che gli consentono una tregua dopo un combattimento di due settimane compiuto senza soste, senza riparo, in condizioni di clima eccezionalmente avverso. Accerchiato da forze agguerrite di fanteria e blindate, benchè ridotto a pochi superstiti in buona parte feriti, congelati ed esausti, sostiene una lotta disperata e con il valore di tutti ed il sacrificio di molti, riesce a rompere il cerchio di ferro e fuoco. In seguito continua a marciare nella sterminata pianura nevosa, supera tutti gli ostacoli che si frappongono al suo andare, tiene in rispetto il nemico che lo incalza, e, sparuta scolta, raggiunge le linee alleate in un'aurea di vittoria uguale a quella delle più alte tradizioni alpine della storia. (Olkawactka - quota 176 - Klinowiy - Jahodnj - Iwanowka - quota 204 - Kolkos Selenj Iar - Rossosch - Olkawactka, Russia, febbraio 1942 - febbraio 1943).


Qualche altra nota, sempre dalla Rete.

[Se queste cose si leggessero ad alta voce, nel quadrato della Compagnia, dopo ogni alzabandiera, forse certe cose sarebbero più comprensibili.
Solo, chi glielo dice agli Ufficiali, che devono mettersi a studiare?]

Nessuno potrà  mai raccontare tutta la storia del "Battaglione Cervino", due volte formato e due volte distrutto nell'ultima guerra. L'ottanta per cento di questi alpini è sottoterra in Albania e in Russia: e ognuno custodisce un pezzo di storia che non ha fatto in tempo a raccontare e che non ha testimoni perché gran parte degli alpini morirono da soli. Il suo nome è diventato una leggenda di cui parlano i vecchi marescialli nelle caserme: erano tutti campioni di sci e di roccia, dal primo all'ultimo, compresi il medico e il cappellano; erano volontari e tutti scapoli, condizione prima per essere accettati; e ciascun alpino, raccontano i vecchi marescialli con gran stupore, aveva due paia di scarpe in Vibram per sé.


Per alcuni giorni il comando del battaglione fu tenuto da due sottotenenti. Un'altra volta un sottufficiale, Giacomo Chiara da Alagna Sesia, alto due metri, si trovò ad essere il più elevato di grado del "Cervino" mentre i greci attaccavano i resti del battaglione dopo un fuoco infernale di artiglieria. Chiara restò accovacciato al riparo fino al momento in cui il nemico scattò all'attacco; quando sentì l'alto grido dei greci, saltò sul punto più alto della trincea, dritto in piedi, colossale, col mitragliatore imbracciato come un fuciletto da ragazzi, e prese subito a sparare e sparare, cambiando l'arma, sempre eretto in tutti i suoi due metri in mezzo alle pallottole, solo davanti al nemico, tranquillo, preciso, invulnerabile. Discese soltanto quando il nemico tornò indietro, e tutti gli alpini gli saltarono addosso ridendo e piangendo per toccarlo; era proprio incolume, non un graffio, voleva soltanto bere. Quando i superstiti tornarono ad Aosta, le stesse scene; tutti volevano vedere e toccare Chiara, promosso aiutante di battaglia; quando entrava in una camerata di reclute, tutti si mettevano sull'attenti e quando usciva gli andavano dietro come in processione.
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Power ha scritto:
Io ovviamente la leva non l'ho fatta, quindi non posso fare paragoni diretti tra quell'esercito e l'attuale, però quando i miei amici più grandi (e guarda caso di solito erano Alpini!) mi raccontavano le loro esperienze, a me piaceva un sacco e mi immaginavo a fare quella vita.
(...)
Benvenuto pure da parte di un carrista in congedo, ancora puzzolente di olio e di grasso, e inc***oso perché il basco nero prima ce l'avevamo solo noi. 8)
Buon divertimento. :wink:
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linzen
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Ottimo Bricchetto ma pare che il problema sia proprio che i volontari non vogliano arruolarsi negli alpini perchè lo considerano una specialità  vecchia e non piu' al passo con i tempi, obsoletae se ne vergognino anche.
Forse non sanno che anche all'estero si stà  ridiscutendo l'utilità  della fanteria leggera (di cui gli alpini italiani erano una elite) e ci sono proposte anche nell'esercito americano e in altri di rispristinare alcune "divisioni" di fanteria leggera perchè si sono accorti che quella meccanizzata e blindocorazzata che normalmente la fà  da padrone non puo' arrivare ovunque mentre 2 piedi ben addestrati si'
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linzen ha scritto:Ottimo Bricchetto ma pare che il problema sia proprio che i volontari non vogliano arruolarsi negli alpini perchè lo considerano una specialità  vecchia e non piu' al passo con i tempi, obsoletae se ne vergognino anche.
Forse non sanno che anche all'estero si stà  ridiscutendo l'utilità  della fanteria leggera (di cui gli alpini italiani erano una elite) e ci sono proposte anche nell'esercito americano e in altri di rispristinare alcune "divisioni" di fanteria leggera perchè si sono accorti che quella meccanizzata e blindocorazzata che normalmente la fà  da padrone non puo' arrivare ovunque mentre 2 piedi ben addestrati si'
Io penso in ogni caso che la base della preparazione fisica, per militari e non, sia: piegamenti sulle braccia, piegamenti sulle gambe e corsa.
Non penso che chi fa un'ora e mezza ogni due giorni di questa attività  sia meno in forma di chi si gonfia in palestra.
E credo, a maggior ragione, che le camminate in montagna non siano incompatibili con questo tipo di preparazione. Non sviluppano "muscoli antagonisti".

La preparazione "alpina" deve rimanere come elemento unificante per gli appartenenti alle truppe alpine. Non mi hanno mai sparato addosso, ma ovunque ho letto che : "Country, queen, it's all bullshit". Non si combatte per la Patria, ma per i propri compagni. Per solidarietà , vincolo e unione che unificano quelli che hanno fatto la vitaccia insieme.
E quindi, avere tradizioni ma sopratutto storia comuni aiutano ad essere dei soldati migliori. Ci si sente parte di "un tutto".
Oltre all'orgoglio di quando si rende migliore la propria comunità .

Se fose necessario meccanizzare un rgt. alpino, uso un paradosso, si potrebbe pure fare, ma l'addestramento basico dovrebbe essere fatto di montagna, montagna e ancora montagna. E il cappello dovrebbero consegnarlo alla fine dell'addestramento, non prima.

Se tutto questo non c'è, se un soldato non ha radici né storia, se non fa parte di una comunità  di uomini (e noi a che ci rifacciamo, a Leone, Gava, Piazza Fontana, Moro, Vermicino, Craxi, la Cooperazione in Somalia, i super appalti, i BOT, Maria De Filippi ?!), allora quello non è un soldato, ma un pistolero.

Guardiamo alla Legione Straniera, sono di fatto dei mercenari, ma nella sostanza nessuno li considera tali. Lì le tradizioni sono tutto. Ovvio, è gente di provenienza e cultura diversa, la storia unificante è ancora più importante per loro, ma quelli non sono John, Alain, Hans, ma semplicemente "la Legione".
Cioè un reparto militare. E che reparto.

Sarà  un caso che i nostri parà , al posto dello strep col nome sulla mimentica abbiano la scritta "Folgore"?
E che al momento questa è la Cenerentola dell'EI e di fatto, in via di scioglimento?
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Power ha scritto:ma tu sei andato subito sulle gambe... ... cioè? :roll:
Era solo una battuta presa dal fubal per dire che sei andato subito giù duretto. 8)

Ai piedi del Cervino, una lapide voluta dal Cap. Lamberti reca queste parole:

Ancora torneranno i fiori
sui ciliegi al sol di maggio
ancora torneranno a cantare le cicale
nell'afa di luglio
ancor torneranno a danzar
le fanciulle d'Ucraina
nel pieno dell'estate
al ritmo delle balalaike sull'aia
delle isbe e nelle piazze dei villaggi
Voi soli più non tornerete
prodi, bianchi sciatori del Cervino.


Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


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Bricchetto ha scritto:
Se tutto questo non c'è, se un soldato non ha radici né storia, se non fa parte di una comunità  di uomini (e noi a che ci rifacciamo, a Leone, Gava, Piazza Fontana, Moro, Vermicino, Craxi, la Cooperazione in Somalia, i super appalti, i BOT, Maria De Filippi ?!), allora quello non è un soldato, ma un pistolero.

Ho rilanciato più o meno questo concetto anche su Pagine di Difesa, non se ne può più di "professionisti" tutto armi, equipaggiamento, vest e kevlar.

Per il Monte Cervino ricordiamo anche il Ten. medico Enrico Reginato rimpatriato il 12 febbraio 1954 dall'Unione Sovietica dove era tenuto prigioniero dal 1943 e 9 anni dopo che la guerra era finita.
E non fu il solo.
..... E PER RINCALZO IL CUORE!
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Mutande da combattimento in Iraq
contro infezioni e bucati troppo rari


Il colonnello Suchanek
mostra i nuovi slip
LONDRA - L'esercito britannico mostra le mutande da guerra. Quelle nuove, tecnologiche, adatte alle operazioni nel deserto, appena introdotte nell'equipaggiamento dei soldati inviati in Iraq. Fino ad oggi venivano forniti pantaloni, camicie e tutto l'abbigliamento necessario, ma per quanto riguarda gli slip, i soldati provvedevano da sé. Poi i superiori hanno scoperto che una volta esaurita la scorta personale di mutande, spesso perché fare il bucato non è possibile, i soldati si davano al "go commando", che non è una particolare azione sul campo, ma la frase idiomatica per dire che indossavano i pantaloni senza niente sotto.

"Queste faranno del "going commando" una cosa del passato", ha affermato soddisfatto il colonnello Silas Suchanek, capo del settore equipaggiamento del ministero della Difesa, mostrando ieri un paio di mutandoni di colore marrone. All'apparenza sembrano un paio di boxer elasticizzati un po' più lunghi del solito, ma il colonnello assicura che sono confezionati con un tessuto sintetico antibatterico, trattato in modo da prevenire le infezioni. Inoltre sono completamente senza cuciture, in modo da renderle molto confortevoli. E soprattutto, se non si cambiano ogni giorno non puzzano.

Nella descrizione ufficiale del nuovo capo della divisa, che l'esercito definisce "nuovo intimo da servizio" si legge che le mutande sono state sperimentate tenendo conto della comodità  e dell'estetica e sono indicate per le operazioni al caldo del deserto o in ambienti tropicali, dove un usuale lavaggio potrebbe non essere disponibile. Le loro proprietà  anti-microbiche inibiscono la proliferazione di batteri e di infezioni micotiche comuni in tali condizioni, così come i cattivi odori".

Per ora c'è solo la versione maschile, ma il colonnello ha precisato che, in attesa che sia distribuita la versione da donna, se le signore lo desiderano, possono usare i mutandoni da uomo. "Stiamo pensando alla versione femminile - ha precisato Suchanek - ma al momento il modello è unisex".

Insieme con le nuove mutande l'esercito ha anche mostrato nuovi occhiali da sole resistenti ai proiettili e scarponi, capaci di sopportare temperature di 300 gradi centigradi. "Sono cose che ognuno comprava per conto suo - ha detto un sergente, Paul Buckley - ora finalmente l'esercito ha capito che ciò che i soldati comprano per sé è roba buona e hanno deciso di fornircela gratuitamente".
...ve la immaginate la fila dei nostri professionisti che corrono a comprarsi le mutande da combattimento?
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Power
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Iscritto il: dom ago 07, 2005 9:16 pm

La versione femminile? E che devono fare, i tanga da combattimento? :lol:

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