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Luigi
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A proposito, questo il testo della canta.
Od almeno, quello da me conosciuto. :wink:
Mandi.
Luigi

E TU AUSTRIA

E tu Austria non essere ardita
di varcare d'Italia i confini
che sulle Alpi ci sono gli Alpini
che su per aria ti fanno saltar.

Lassù in montagna, nel cuor delle Alpi,
vieni o nemico se hai del coraggio
e se la buffa ti lascia il passaggio
noialtri Alpini fermarti saprem.

Varcheremo le mura di Trento
coi fucili per ben caricati
e di rinforzo ci sta i richiamati,
tutto per aria faremo saltar.

Appena giunti alle mura di Trento
ci venne incontro la buffa fanteria
che pregava: Giuseppe, Maria
voi della penna veniteci a salvar!

Al comando dei nostri ufficiali
caricheremo cartucce a mitraglia
e se per caso il colpo si sbaglia
a baionetta l'assalto farem.

Dove più forte sarà  la battaglia
a corpo a corpo verremo alle mani,
farem vedere che siamo italiani,
faremo onore al patrio valor.

Quanti morti e quanti feriti,
quanto sangue è sparso per terra
ma noi Alpini sul campo di guerra
giammai nessuno fermarci saprà .

Voi care mamme che tanto tremate
non disperate pei vostri figliuoli
che sulle Alpi non siamo noi soli
c'è tutta Italia che al fianco ci sta!
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


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Federico ha scritto:Da questo ultimo fatto, forse, nasce l'amore di PCD per gli Alpini (che allora erano la vera e propria elite avventurosa dell'Esercito: basta vedere i "bei nomi" che ne fecero parte): [...]
Crespi, Jahier, Pieri, Monelli, Gadda, Vallepiana, e chissà  quanti altri se ne potrebbero fare.

Gli Alpini della Grande Guerra sono veramente una leggenda.
In realtà , dal punto di vista storico-militare, forse si potrebbe affermare, sebbene i confronti siano sempre da ben valutare, che nel secondo conflitto mondiale fu la Campagna di Russia a segnare il punto più alto e tragico nella storia delle Truppe Alpine; ed anche prima, nelle campagne oltremare, il corpo aveva mostrato le sue capacità . Ma forse per le caratteristiche del conflitto ‘15-‘18, svoltosi nei luoghi in cui da decenni gli alpini si addestravano, forse per la qualità  dei reparti impiegati, forse per lo “stile” di quei combattenti di razza, certo è che quelli della Grande Guerra sono “gli” alpini per antonomasia.
Viene da sorridere, al pensiero di certe pagine di Monelli o Bonaldi, o del decalogo dei “veci can” del Feltre, a leggere di taluni risibili tentativi di trasformarli in “soldati di pace” ante litteram...

A margine, l'interrogativo. Come mai allora la borghesia italiana, conscia dei suoi doveri, mandava i suoi figli a morire assieme a quelli delle classi “meccaniche”? E quanto costò all'Italia la strage, nelle file degli ufficiali di complemento, di ingegneri, dottori, avvocati, economisti e quant'altro appena usciti dalle università  o da poco entrati nel mondo del lavoro?
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


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