Come ha già anticipato il mio segretarioRobby73 ha scritto:Spero che sia ironico.Luigi ha scritto: comunistaccio

Per altro ti eri spiegato benissimo.
Mandi.
Luigi
P.S.: oh Beppe, non mi fare il grullo! Anche il "segretario" era ironico!

Come ha già anticipato il mio segretarioRobby73 ha scritto:Spero che sia ironico.Luigi ha scritto: comunistaccio
So che non è educazione rispondere con una domanda ma...: se la cosa corrispondesse (come di fatto è prevedibile date le esperienze in campo OGM non umano) a lauti profitti, non disgiunti dal potere, quello vero, sull'uomo, chi credi che sia in grado di "non permettere"?Hellis ha scritto:... Avere la capacità , le conoscenze, per creare un figlio a catalogo, non significa poi permetterne la realizzazione.
Si Federico. Però, dal mio punto di vista, non bisogna precludere nessuna strada.Federico ha scritto: A me (fantascienza a parte, ma ne uscirebbe un bel film credo
) la cosa fa paura, posto anche il fatto che la ricerca in campo genetico, ma effettuato sulle staminali adulte e su quelle del cordone ombelicale sta già dando grandi risultati, al contrario di quelle già effettuate sulle staminali embrionali, che di risultati ne hanno dati, ma tutti pessimi. Non sarebbe meglio concentrarsi su ciò che già oggi sta dando risultati positivi, promettendone di altri, piuttosto che imbarcarsi in qualche cosa che assomiglia da vicino al "giocare a fare Dio (o Natura se preferite?)".
Ciao
Per quanto riguarda le idee sono pienamente d'accordo.Hellis ha scritto:scherzando, ma non troppo, penso Robby che quando uno ha una idea propria ed è convinto della sua bontà se ne deve infischiare di quello che pensano Pecoraro, Diliberto, Fini, Berlusconi.
Vedrai che credere nelle tue idee sarà fondamentale nel tuo futuro di progettista. A proposito, visto che ci occupiamo della stessa materia, ti aspetto per un caffè qui in ufficio.
Quindi. Come la mettiamo? gli italiani che purtroppo avranno parenti e congiunti in questa situazione, continueranno ad essere coerenti con la loro scelta o correranno in svizzera?La nuova tecnica è stata applicata con successo in Svizzera
Otto bambini guariti in due settimane. Lo studio su "Lancet"
Pelle fetale usata come una benda ustioni addio senza trapianto
LOSANNA - Tessuto cutaneo fetale donato da una donna dopo un aborto spontaneo, utilizzato come "bendaggio", ha guarito in sole due settimane, otto bambini con ustioni cutanee da ustioni. La notizia, data dalla rivista scientifica The Lancet, indica nuove prospettive in ingegneria dei tessuti per ottenere guarigioni più rapide e risolvere il problema del reperimento della cute, lasciando intravedere la possibilità di creare banche di pelle fetale. Almeno nei Paesi dove l'utilizzo di materiale ricavato da feti e embrioni è consentito.
Il lavoro è stato coordinato da Patrick Hohlfeld del Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia dell'Università ospedaliera di Losanna, in Svizzera. Oggi, per riparare lesioni cutanee e ustioni di secondo e terzo grado, la tecnica standard consiste nell'autotrapianto di pelle, ovvero nel prelievo di pelle da una parte del corpo del paziente dove la cute è sana, per impiantarla nella regione lesionata.
Una procedura dolorosa, che spesso sfigura i pazienti.
Alla ricerca di un'alternativa, gli esperti hanno osservato le potenzialità del tessuto cutaneo di un feto morto a 14 settimane di sviluppo, all'utilizzo del quale la donna, la cui gravidanza era terminata prematuramente, aveva dato il consenso informato scritto. Da una biopsia di tessuto cutaneo fetale gli esperti hanno ottenuto una banca di tessuto cutaneo fetale, dimostrando che a partire da una singola donazione si potevano produrre diversi milioni di costrutti (di dimensioni 9x12 cm) utilizzabili in chirurgia ricostruttiva della cute.
L'idea iniziale degli esperti era quella di trapiantare nei pazienti il materiale di origine fetale, al posto di quello autologo. Ma con loro sorpresa, hanno scoperto che il tessuto cutaneo, una volta applicato sulle parti ustionate, come un bendaggio "biologico", restituiva ai tessuti danneggiati la capacità di restaurarsi e di guarirle in tempi rapidi, evitando il trapianto.
Con queste premesse i ricercatori hanno testato i costrutti cutanei su otto bimbi con ustioni. L'équipe ha applicato i lembi di pelle fetali sulle lesioni dei pazienti e le ha bendate, rimpiazzando la particolare applicazione ogni 3-4 giorni per tre settimane. Alla seconda settimana le ferite dei bimbi erano già rimarginate e nessun paziente aveva più bisogno di autotrapianto di cute: guarigione completa. "Ci aspettavamo di utilizzare la pelle di origine fetale come innesto - ha riferito Hohlfeld - ci siamo trovati a utilizzarla come un bendaggio in grado di stimolare la guarigione".
Peter Dziewulski, chirurgo plastico al St Andrew Center, nell'Essex, ha commentato: "Una clamorosa novità , anche se molto ancora bisogna indagare prima di affermare che è stata rivoluzionata la tecnica di cura in questo campo". In generale, un'ustione di secondo-terzo grado, richiede il trapianto e lascia pesanti strascichi. La pelle impiantata è più spessa e dura del normale, di solito non consente di muovere al meglio dita e articolazioni. Nei bambini, in particolare, non segue il ritmo di crescita del resto del corpo, il che induce successivi trapianti. Al contrario, la pelle rigenerata nei bambini trattati con la nuova tecnica sembra molto più simile alla norma, elastica e pigmentata come le parti di cute sana.
Le cellule isolate e coltivate in un laboratorio in Scozia
Tutte le speranze per combattere lesioni al midollo e morbo di Parkinson
Staminali, nuove cure per il cervello scoperte da scienziati ialiani "emigrati"
di ELENA DUSI
ROMA - Nella bottiglia sollevata in aria per esaminarla meglio non c'è un liquido qualsiasi: siamo in un laboratorio dell'università di Edimburgo, e un'equipe di scienziati italiani e scozzesi ha appena prodotto per la prima volta in provetta un cocktail di cellule del cervello umano. È l'ultimo frutto della ricerca sulle staminali, che all'orizzonte vede nuovi farmaci e la cura di malattie del cervello come Parkinson's, sclerosi, còrea di Huntington, lesioni del midollo spinale.
L'Italia ha partecipato all'esperimento con un ruolo di primo piano, ma nel nostro paese la ricerca sulle staminali è vincolata da una legge più restrittiva di quella britannica, e così è a Edimburgo che il cocktail di cellule del cervello è stato ottenuto, ed è da lì che le immagini dell'esperimento sono state divulgate. Spiega Elena Cattaneo, che insegna farmacologia all'università di Milano, ed ha partecipato allo studio: "Con la legge che abbiamo appena riconfermato tramite referendum rimarremo sempre dipendenti dall'estero".
Quando una goccia dalla bottiglia è stata prelevata, e messa sotto il microscopio, sono comparsi i neuroni e tutti gli altri tipi di cellule che formano la struttura del nostro organo del pensiero. Un cervello in bottiglia? "Beh, non proprio" risponde Luciano Conti, ricercatore del dipartimento di scienze farmacologiche dell'università di Milano, che molti mesi ha trascorso nel laboratorio di Edimburgo. "Il liquido contiene tutti gli ingredienti che compongono il cervello umano, ma disposti in maniera caotica, senza nessuno dei circuiti ordinati che ci caratterizzano".
È la prima volta che le cellule staminali dell'embrione umano vengono prelevate così come sono, prive di qualunque specializzazione. Poi fatte proliferare mantenendole allo stato di "bambine", e solo alla fine indotte a specializzarsi in neuroni, astrociti e oligodendrociti: i tre tipi di cellule che formano il cervello umano. "Finora eravamo capaci di isolare staminali dal cervello, ma mescolate alle cellule mature. E non sapevamo controllarle, cioè farle proliferare mantenendole allo stadio di bambine e poi chieder loro di specializzarsi. La tecnica non è ancora precisa al cento per cento, ma questa nostra ricerca è un punto di partenza per ulteriori sviluppi".
Lo studio, apparso ieri nella Public Library of Science (una rivista accessibile a tutti via internet, senza bisogno di alcun abbonamento), apre la porta a diverse vie di ricerca. "Da un lato - prosegue Conti - lo studio dei fattori di controllo delle cellule staminali. Dall'altro potremo simulare le malattie del cervello in una provetta. E quindi testare farmaci e terapie con maggiore efficacia". Salvando tra l'altro molti animali di laboratorio e accelerando i tempi tecnici delle sperimentazioni.
Anche se occorreranno periodi di studio lunghi, il successo di ieri pone le premesse per la produzione di tessuto neurale in laboratorio, e per il suo impianto nel cervello per curare Parkinson's, lesioni del midollo spinale, sclerosi e la terribile Còrea di Huntington (ma solo dopo aver corretto il gene responsabile del male).
Che ruolo avrà il nostro paese in queste ricerche di frontiera? "In Italia non possiamo derivare nuove linee di cellule staminali, ma possiamo importarle dall'estero" spiega Cattaneo. La legge è restrittiva, ma sembra facilmente aggirabile. "Anche se - prosegue la professoressa - non sempre è così agevole. A Edimburgo, per esempio, avevano appena messo a punto una nuova tecnica per derivare staminali purissime dagli embrioni in sovrannumero. Il loro metodo per la prima volta non prevede l'uso di mezzi di coltura che contengano sostanze animali. Non ci avrebbero ceduto le loro cellule, allora siamo stati noi a portare la nostra competenza in fatto di staminali del cervello da loro". Il risultato pubblicato ieri deriva comunque da uno sforzo europeo più ampio.
L'università di Milano, quella di Edimburgo e altri 25 laboratori in Europa fanno parte del consorzio Eurostemcell. Un modo di unire le forze per portare avanti la ricerca sulle cellule staminali. E una strategia che rimette in discussione il ruolo della legislazione nazionale in un mondo scientifico che preferisce la strada della divisione internazionale dei compiti.