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Luigi
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"Quelli che vengon poi...

... van raccontando agli altri quel che facemmo noi"
(G. Bonaldi)

Una premessa.
A me questa gente non è mai piaciuta.
Penso anche lo si fosse capito.
Non mi parlate di rispetto delle scelte degli altri, perchè molti fra loro, per primi, non rispettavano la mia.
Ora, ipocrisia su ipocrisia, vengono a belare di aver difeso la Patria.
Mi dispiace, ma a tutt'oggi esiste un solo modo di fare ciò: con le armi e le stellette al bavero.
Buona lettura.
Mandi.
Luigi

“L'Ufficio nazionale per il servizio civile saluta gli 800mila obiettori di coscienza che dal 1972 hanno difeso la Patria attraverso il servizio civile…”. Così recita la campagna di stampa per il reclutamento dei volontari del servizio civile, giocando su un equivoco ed assimilando gli obiettori di coscienza ai giovani che liberamente scelgono di svolgere, oggi, il servizio civile, meritorio ed utile al prossimo.

Certo, prima che venisse sospesa la leva, un esiguo numero delle decine di migliaia di obiettori (una media di 70mila, dal 1972 in poi, con punte di 96 mila: tanti quanti ce n'erano nell'intera Comunità  europea) veniva dirottato sul servizio cosiddetto civile: una manna per tante associazioni ed enti fra i più svariati, ma soprattutto per tanti giovani che volevano starsene a casa, lasciando ai loro coetanei il più impegnativo (e spesso lontano) servizio militare.

Ora vogliono farci credere che tutti coloro che hanno portato la divisa, disposti a difendere (veramente) la Patria anche mettendo in gioco la propria vita, avrebbero assolto al diritto-dovere costituzionale al pari di coloro che con la scusa di non voler maneggiare le armi rimasero a casa dalla mamma e dalla morosa. Perché un conto è parlare dei soldati di leva e dei giovani che oggi chiedono di far parte del servizio civile e un altro è tirare in ballo gli obiettori di coscienza. Con la doverosa precisazione che anche fra questi ultimi non sono mancati ragazzi che hanno davvero svolto lavori socialmente utili e talvolta anche scomodi e che pertanto meritano tutto il nostro rispetto.

Ma andiamo con ordine, facendo la cronaca dell'antefatto.
A gettare il sassolino nello stagno è stato un ricorso alla Corte Costituzionale della Provincia autonoma di Trento la quale chiedeva “se il servizio civile, alla luce della sospensione della leva obbligatoria, potesse essere ancora considerato come difesa della Patria” (e quindi di competenza nazionale), o non dovesse invece “essere inteso come “un'attività  di tipo sociale di esclusiva competenza regionale”.

In sostanza, la Provincia di Trento - che ha competenze specifiche in virtù dello Statuto speciale d'autonomia - intendeva avvalersi anche dell'esclusiva del servizio civile per poterlo gestire in proprio.
La Corte si è pronunciata solo sul carattere costituzionale del quesito, e considerando il nuovo servizio civile (che nulla ha a che fare con quello degli anni dell'obiezione di coscienza) ha affermato che “il dovere di difendere la Patria deve essere letto alla luce del principio di solidarietà  espresso nell'articolo 2 della Costituzione…”. In base a questo articolo “va superato l'obbligo imposto dall'autorità  e considerato anche profondamente sociale l'agire per libera e spontanea decisione dell'individuo. In questo contesto - conclude la Consulta - il servizio civile tende a proporsi come forma spontanea di adempimento del dovere costituzionale di difesa della Patria”. Tende a proporsi: come dire, tende a diventare, tende a trasformarsi, tende ad …essere.

Lo sarà  mai?
Come si vede la Consulta non confonde l'odierno servizio civile nazionale con l'obiezione di coscienza degli anni Settanta e Ottanta, come invece hanno fatto - travisando il significato della sentenza - gli autori della campagna di stampa.
Se infatti l'invito a prestare servizio civile è certamente legittimo e condivisibile, affermare che gli 800mila obiettori hanno difeso la Patria suona come un'offesa e una beffa nei riguardi prima di tutto di coloro che per compiere il proprio dovere in difesa della Patria hanno perso la vita, di quanti hanno sopportato sacrifici immani in guerra e infine di tutti coloro che in circostanze pur meno drammatiche hanno indossato la divisa fieri di servire - davvero - la Patria.

Un conto è dire che la competenza di un servizio nazionale dev'essere dello Stato e non di una Regione o di una Provincia e che rende un servizio alla Patria chi svolge oggi (e ripetiamo, oggi) il servizio civile che consideriamo utile ed appagante, altro è sostenere che gli obiettori di coscienza, rifiutando il servizio militare quand'era obbligatorio difesero la Patria.

Il fatto è che da sempre, e così stabilirono coloro che la Costituzione l'hanno scritta, difesa della Patria definita “sacro dovere” significa difesa armata. Significa difenderne i confini, l'integrità  territoriale, le istituzioni, tutto ciò che siamo: uomini liberi in un Paese libero. Se la difesa della Patria si poteva fare anche con l'obiezione di coscienza dovevano dircelo prima di sospendere la leva. E non prendere in giro tutte quelle migliaia di giovani che hanno risposto alla cartolina precetto e che hanno compiuto - anche quelli che erano partiti di malavoglia - il loro dovere di soldato.

E poi, se la leva è scuola di vita e di valori (in un periodo di caduta di valori e di degrado giovanile come il nostro) si difende la Patria anche difendendo - e non certo sospendendo - questi valori.
C'è poco da dire “grazie” agli 800mila obiettori, dunque. I conti della difesa della Patria non tornano.
(da "L'Alpino" di febbraio)
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Federico
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Re: "Quelli che vengon poi...

Luigi ha scritto:... van raccontando agli altri quel che facemmo noi"
(G. Bonaldi)

...
Buona lettura.
Mandi.
Luigi

...
Mica tanto buona, Luigi.

Anche questo ci potrebbe toccare ora: la beffa di vederci equiparati agli obiettori.

Ma una cosa ci distingue, e sono stupito del fatto che nessuno lo tiri mai fuori: noi abbiamo fatto un Giuramento. Non mi risulta che altrettanto abbiano fatto costoro. Possibile che si possa passare sopra ad una cosa del genere come se niente fosse, tamquam non esset?

Ciao
Art. Federico
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Abbadia
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Evidentemente la demagogia é diventata ormai di uso comune e le parole non vengono piu' utilzzate per il loro significato, ma per il fragore modaiolo che producono.
A prescindere dal contentuo dell'articolo sul quale uno piu' essere o meno d'accordo ( o perché no, parzialmente d'accordo ...) quel "hanno difeso " é puerile e appunto demagogico.
Sai che io non sono esattamente un ...militarista :D , ma se fossi stato un odc in coerenza con le mie idee mi sentirei danneggiato da una espressione del genere in quanto contraria ai mie principi; accetterei per esempio un " hanno servito" se per Patria si puo' intendere anche la collettivita'.
Ma evidentemente, come per le gonne delle donne , ci sono i periodi in cui certe espressioni sono proibite e certi in cui se ne fa abuso, sono " di moda", appunto come in questo caso.
Sul resto sarebbe un discorso lungo e sai bene che non ne usciremmo ...per me ci sono e ci sono stati ottimi e coerenti militari e ottimi ragazzi che in coerenza con le loro idee hanno fatto una scelta, alcuni pagando anche di persona.
In contemporanea militari ai quali della Patria non ne puo' frega' de meno e obiettori che si sono imboscati sotto le gonne della mammina a fare fotocopie o ancora meno.
Poi le idee che uno ha sono tutte valide se si agisce con coerenza e soprattutto con estrema onesta' e autocritica.
Non buttiamo l'erba tutta insieme per non volerla riconoscere...sarebbe un grave errore.
Ciao Luigi, ciao a tutti
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che grande delusione.....
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Hellis
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Commovente quel "hanno servito". Forse si dimenticano dei più che, ai miei tempi, sceglievano il servizio civile per starsene vicino a casa e non fare possibilmente un cazzo (e scusate la parolaccia).
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Gian Luca
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Sono curioso di vedere le cifre di coloro i quali sceglieranno di fare servizio civile dal 2005 e confrontarli con i numeri ante 2005.
Attendo fremente.
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)
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Hellis ha scritto:Commovente quel "hanno servito". Forse si dimenticano dei più che, ai miei tempi, sceglievano il servizio civile per starsene vicino a casa e non fare possibilmente un cazzo (e scusate la parolaccia).
Si il 99% dei miei amici l'ha fatto per stare a casa, per continuare gli studi all'universita' e.......perche' qua da noi, fino a qualche anno fa (visto che ormai non esiste piu) se facevi il militare non eri visto benissimo nel senso che tutti pensavano......"ma come sei messo, chi te lo fa fare?"
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Abbadia ha scritto: Sul resto sarebbe un discorso lungo e sai bene che non ne usciremmo ...per me ci sono e ci sono stati ottimi e coerenti militari e ottimi ragazzi che in coerenza con le loro idee hanno fatto una scelta, alcuni pagando anche di persona.
Su questo non ho infatti nulla da obiettare.
Lo schifo monta quando leggo che gente che riteneva non corrispondente al proprio sentire l'impugnare le armi millanta di aver "difeso la Patria", o quando, dopo aver richiesto il rispetto dei propri diritti, scarica veleno su chi ha fatto scelte diverse.
Sono questi che non mi piacciono.
E sono la quasi totalità  di quanti "conosco".
D'altronde, non mi risulta che qualcuno dei "peace&love" abbia protestato per l'iniziativa...
Mandi.
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Re: "Quelli che vengon poi...

Federico ha scritto: Ma una cosa ci distingue, e sono stupito del fatto che nessuno lo tiri mai fuori:
Ed a me, sinceramente, va bene così.
Perchè "non si fa, di una promessa così bella, lo sgabello della vanità  personale."
E perchè potrebbe essere il caso, un giorno, di dover mantener fede a quel "lo giuro!"

Preferisco, insomma, il silenzio al chiasso degli obiettori che hanno difeso la Patria.
Mandi.
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Altri erano i tempi della spedizione in Russia. Gli ideali sono cambiati. La gente è cambiata e se vai a combattere in prima linea ti danno dello scemo, perchè potresti startene a casa comodo in poltrona o a Viareggio a mangiare un gelato.
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Re: "Quelli che vengon poi...

Luigi ha scritto:
Federico ha scritto: Ma una cosa ci distingue, e sono stupito del fatto che nessuno lo tiri mai fuori:
Ed a me, sinceramente, va bene così.
Perchè "non si fa, di una promessa così bella, lo sgabello della vanità  personale."
E perchè potrebbe essere il caso, un giorno, di dover mantener fede a quel "lo giuro!"

Preferisco, insomma, il silenzio al chiasso degli obiettori che hanno difeso la Patria.
Mandi.
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Sono d'accordo con te: non è questione di vanto. Ma rimane comunque il fatto che militeassolti e odc NON possono essere messi sullo stesso piano. E une delle discriminanti è proprio il Giuramento, che noi abbiamo prestato (volenti o nolenti, devo dire in tutta onestà ) e che ci lega vita natural durante alla Patria. Loro, invece, hanno obiettato, per questione di coscienza (in teoria) proprio al fatto di dover giurare fedeltà  a qualche cosa che secondo loro non è degno di un impegno simile, la Patria, concetto vecchio, ottocentesco, antimoderno e socialmente deteriore. L'obiezione di coscenza era indirizzata proprio contro il concetto di Patria.

E adesso mi si viene a dire che anche loro hanno difeso la Patria? Ma allora mi devono anche dire che il concetto stesso di obiezione di coscienza è una putta***a e che le scelte che hanno fatto allora erano basate su concetti sbagliati e che, invece, aveva ragione chi ha fatto la naja (volente o nolente). In mancanza di questo, non è possibile iniziare a discutere della cosa.

Ciao
Art. Federico
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Abbadia
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Secondo me rischiamo di fare un lungo discorso su un qualche cosa che ha una base fasulla.
Noooo calma, non il concetto-naja/odc ....
Ma il motivo di tutte quelle parole e di quel "difeso la Patria".
Se non ho capito male tutto é nato per una questione politico pratica: un giocare sui termini per la gestione del servizio civile.
Di certo gli odc non hanno difeso la Patria, questo mi pare lapalissiano e credo che nessuno di loro, motivato o no, sincero o paraculo, abbia mai preteso questo.
Il termine " servire" secondo me ( e so che magari mi attirero' le ire del mondo.. ) invece si puo' in generale riferire sia alla naja che agli odc..
Per Patria penso si possa intendere anche collettivita' ( Patria = Terra Patria= Terra dei Padri, sia in senso fisico che in senso di popolo ).
Quanto sopra in un discorso puramente teorico, supponendo che abbiano servito con coscienza, sia i najoni che gli odc.
Questo non é vero lo sappiamo benissimo, sia per una categoria che per l'altra; quindi possiamo considerarlo solo come metro teorico e penso sia abbastanza difficile fare delle statistiche tra i lavativi e gli imboscati di ogni categoria che non sia una opinione personale.
Quindi in linea teorica il verbo " servire " potrebbe essere accettato per entrambe le strade ( almeno a mio modo di vedere ).
Ho qualche problema anche sul verbo " difendere ".
Parlando della nostra naja, dire che abbiamo " difeso" la Patria mi sembra inesatto..diciamo forse che eravamo pronti a difendere la Patria e che per fortuna non é mai stato necessario ( almeno a livello di intervento ).
Quali fossero le motivazioni che ci hanno portato in questa condizione di "disponibilita'"...beh credo che piu' o meno fossero le stesse di quelli di Caporetto e di Nikolajewka, con una maggiore motivazione forse per i primi che almeno "giocavano in casa " mentre i secondi si sono sempre chiesti il perché...
Per prevenire facili obiezioni, devo dire che queste convinzioni derivano da lunghe chiaccherate con Reduci di tutte e due le Guerre...e che se c'é un motivo che mi spinge a praticare Ana é proprio quello di tenere viva la memoria di quelli che non sono tornati...tanto per essere chiaro...
Fino a quando la naja ( uso questo termine per evitare di fare dei distinguo continui sui vari concetti di militare ) era un DOVERE , come tale era concepito e sentito: un qualche cosa che si DOVEVA fare e basta...e se si riusciva a scansare, per i piu', era tutto di guadagnato.
Conoscete nessuno che si é raccomandato per non fare la naja?
Come mai sotto naja si tramava per servire la Patria in Fureria piu' che alla polveriera?
Ma é normale...un dovere si cerca di farlo nel modo che ci é piu' consono, visto che si deve fare...
Se la naja diventa una scelta, un mestiere , il discorso si fa diverso.
Non si DEVE fare , ma si VUOLE fare , ma anche qui, vista la provenienza dei Volontari , si puo supporre che la loro spinta sia, in genere , la stessa cha spingeva i loro padri e i loro nonni ad emigrare in Belgio per cercare un lavoro in miniera.
Con le dovute eccezioni chiaramente
Altra considerazione: la naja é stata "sospesa" e sara' ripristinata in caso di bisogno; questo vuol dire che se ci sara' da "diffendere la Patria" tocchera' come é sempre successo ai najoni di leva.
Non leggete nessuna polemica e nessuna denigrazione in quello che ho scritto, non é nelle mie intenzioni; solo che essendo abbastanza ...neutrale, ho cercato di inquadrare la cosa un po ...asetticamente.
Un po' pero' mi girano le eliche a pensare che noi siamo qui a discutere su principi in cui crediamo e qualcuno gioca sui termini per un controllo politico e anche economico ( non dimentichiamolo..) della risorsa "Servizio civile ".
Ciao a tutti

Abbadia GA TAU
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Quello che fa' più schifo, che fa' montare la rabbia, è lo Stato ingeneroso ed utilitaristico che prima ti chiede di servire in armi e con le stellette la Patria ai suoi confini e poi, quando non ne ha più bisogno e necessità  solo di manovalanza in uniforme da mandare all'estero, "scopre" di avere altre esigenze e rinnega il tuo entusiasmo, la tua dedizione, il tuo piccolo sacrificio di un anno o più.
Ora ha bisogno della "meglio gioventù" degli odc, se la fa sotto perchè sa benissimo che prima i numeri tornavano per puro comodo ed egoismo ed ora invece i numero non torneranno più e quindi inventa questo "hanno difeso la Patria" per blandire le nuove leve, dare un significato di missione a quello che per i più è stato un atto utilitaristico.

Bel tradimento, bella pugnalata alle spalle per generazioni di giovani che non hanno esitato, volenti più o meno, a servire con le stellette.
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Hellis
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Scusami Federico, una pura e semplice domanda (non è una provocazione, anche perchè mi trovi sostanzialmente d'accordo): ma l'obiezione è riferita alla Patria, o al fatto di utilizzare armi con annessi e connessi? a me pareva di aver capito che, ai miei tempi, l'obiezione di coscienza fosse riferita all'suo delle armi, e non al fatto di servire la Patria.
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Hellis ha scritto:Scusami Federico, una pura e semplice domanda (non è una provocazione, anche perchè mi trovi sostanzialmente d'accordo): ma l'obiezione è riferita alla Patria, o al fatto di utilizzare armi con annessi e connessi? a me pareva di aver capito che, ai miei tempi, l'obiezione di coscienza fosse riferita all'suo delle armi, e non al fatto di servire la Patria.
Figurati, Hellis.

Dunque: al CAR gli odc che dici tu (quelli delle armi) erano i Testimoni di Geova: rifiutavano di prendere in mano le armi ma non il servizio per lo Stato. Motivo per cui obbidivano alla cartolina precetto ma rifiutavano il fucile e quindi se ne andavano 6 mesi a Peschiera del Garda (carcere militare) dove, ci dissero, c'era un reparto apposta per loro.

Quelli a cui mi riferivo io erano quelli di qualche anno prima (direi dal 68 alla fine anni 70) che, imbevuti di tutte quelle concezioni che sappiamo fossero di moda in certi ambienti in quegli anni, dicevano che quello di Patria era un concetto errato alla base e fonte di tutti i mali passati. E' piuttosto interessante notare come simili concetti, nella loro evoluzione del XXI secolo, circolino abbastanza frequentemente nei cosiddetti centri sociali. Questo concetto contestavano e quindi chiedevano il servizio civile, invero una richiesta piuttosto strana, dato che comunque avrebbero svolto delle attività  per l'entità  da loro contestata. Pochissimi (credo non più di qualche decina, ma dubito) portarono alle estreme conseguenze questa visione (che non mi trova concorde ma che, per questi ultimi coerenti fino in fondo alle loro idee, rispetto) facendosi non so più quanta galera.

Tutti gli altri (almeno quelli che ho conosciuto io) avevano solo un problema: quello di evitare la naja e l'obiezione era un sistema piuttosto comodo per sfangarla.

Ciao
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