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Pompiere
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Partenza Ultimi Soldati di Leva

Nessuno di noi si è accorto che questa settimana sono partiti gli ultimi soldati di leva?

Ne hanno parlato un pò (non troppo, eh!) i quotidiani e qualche telegiornale.

Chissà  come cresceranno i ragazzi delle nuove (e già  pessime) generazioni, senza fare la Naja...
Pompiere 7/92

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Bah, concordo con te, la vita non è la stessa senza aver fatto la naja. O perlomeno la mia è cambiata. In meglio.
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Re: Partenza Ultimi Soldati di Leva

Pompiere ha scritto:Nessuno di noi si è accorto che questa settimana sono partiti gli ultimi soldati di leva?

Ne hanno parlato un pò (non troppo, eh!) i quotidiani e qualche telegiornale.

Chissà  come cresceranno i ragazzi delle nuove (e già  pessime) generazioni, senza fare la Naja...
di certo quest'ultimo scaglione non se la passera' benissimo perche' ormai in caserma non c'e' piu' nulla da fare........tu pensa che non possono nemmeno scaglionare........poverini, un pochetto mi fanno compassione....squicci a vita 8)
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di certo quest'ultimo scaglione non se la passera' benissimo perche' ormai in caserma non c'e' piu' nulla da fare........tu pensa che non possono nemmeno scaglionare........poverini, un pochetto mi fanno compassione....squicci a vita
Di sicuro gli incarichi non saranno il massimo dell'operatività , negli ultimi tempi le destinazioni per la leva sono i distretti, i comandi RFC, le basi logistiche (= alberghi x ufficiali) e in qualche raro caso i reggimenti operativi (in CCS però).
Quello che conta è prenderla bene, anche l'incarico più umile è importante. La naja è stata per me un'esperienza bellissima che ripeterei subito, altro che 10 mesi persi!
Abolire il servizio di leva obbligatorio è stato un gravissimo errore.
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axtolf
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Non ho postato nulla proprio perchè i giornali ne parlavano fin troppo. In questi mesi (anni?) abbiamo scritto tonnellate di opinioni sull'abolizione della leva e tante belle idee sono uscite.

Su Ferreamole ne hanno parlato e hanno riportato il ministro delle difesa che diceva che questi ultimi erano sfortunati. Poi mi sono letto articoli e ascoltato telegiornali che dicevano che questi ultimi "facevano il servizio di leva perchè ovviamente quasi tutti volevano fare carriera militare". Mi sono poi sorbito le interviste con domande idiote.

Sinceramente a me bastava così. Non vado a rispolverare perchè a suo tempo ho scelto di fare il militare e non il servizio civile. Non vado a ripetere che cosa penso di certe affermazioni e articoli. Dico solo che se fossi stato uno degli ultimi a partire, sarei partito comunque, anche sapendo che il mio servizio sarebbe stato l'ultimo, anche immaginando che il mio servizio sarebbe stato umile e magari noioso.

Chissà  quei ragazzi che cosa diranno, cosa penseranno quando si imbatteranno in certi "reperti" degli scaglioni prima. Chissà  quei pochissimi a cui qualcuno consegnerà  una stecca. Quello che prima di loro si congeda dirà  "... è questo lo dovrai passare a chi viene dopo di te!". E quei pochissimi risponderanno " ma dopo di me non c'è nessuno"

Nessuno.

Mi piacerebbe davvero sapere chi sarà  l'ultimo alpino di leva. Per dirgli che siamo tutti qui. Che molti di noi si sono trovati alpini e non ci pensavano neanche. Che alcuni di noi lo hanno fatto per scelta, altri lo hanno fortemente voluto, altri ancora avrebbero voluto fare di tutto tranne che l'alpino. Ma che comunque siamo qui, tutti dietro di lui. E dietro di noi ci sono molte altre cose. Molti altri che non parlano piu' perchè non possono piu' parlare. Molte cose che quelli dopo, soldati con la penna ma non alpini, non capiranno.

Spero che in mezzo a questi volontari ci sia chi manterrà  un minimo di tradizioni, ricorderà  la nostra storia, e perchè no, anche noi che in fin dei conti, abbiamo fatto quello che lo Stato ci ha chiesto, in un modo o nell'altro.
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axtolf ha scritto:Non ho postato nulla proprio perchè i giornali ne parlavano fin troppo. In questi mesi (anni?) abbiamo scritto tonnellate di opinioni sull'abolizione della leva e tante belle idee sono uscite.

Su Ferreamole ne hanno parlato e hanno riportato il ministro delle difesa che diceva che questi ultimi erano sfortunati. Poi mi sono letto articoli e ascoltato telegiornali che dicevano che questi ultimi "facevano il servizio di leva perchè ovviamente quasi tutti volevano fare carriera militare". Mi sono poi sorbito le interviste con domande idiote.

Sinceramente a me bastava così. Non vado a rispolverare perchè a suo tempo ho scelto di fare il militare e non il servizio civile. Non vado a ripetere che cosa penso di certe affermazioni e articoli. Dico solo che se fossi stato uno degli ultimi a partire, sarei partito comunque, anche sapendo che il mio servizio sarebbe stato l'ultimo, anche immaginando che il mio servizio sarebbe stato umile e magari noioso.

Chissà  quei ragazzi che cosa diranno, cosa penseranno quando si imbatteranno in certi "reperti" degli scaglioni prima. Chissà  quei pochissimi a cui qualcuno consegnerà  una stecca. Quello che prima di loro si congeda dirà  "... è questo lo dovrai passare a chi viene dopo di te!". E quei pochissimi risponderanno " ma dopo di me non c'è nessuno"

Nessuno.

Mi piacerebbe davvero sapere chi sarà  l'ultimo alpino di leva. Per dirgli che siamo tutti qui. Che molti di noi si sono trovati alpini e non ci pensavano neanche. Che alcuni di noi lo hanno fatto per scelta, altri lo hanno fortemente voluto, altri ancora avrebbero voluto fare di tutto tranne che l'alpino. Ma che comunque siamo qui, tutti dietro di lui. E dietro di noi ci sono molte altre cose. Molti altri che non parlano piu' perchè non possono piu' parlare. Molte cose che quelli dopo, soldati con la penna ma non alpini, non capiranno.

Spero che in mezzo a questi volontari ci sia chi manterrà  un minimo di tradizioni, ricorderà  la nostra storia, e perchè no, anche noi che in fin dei conti, abbiamo fatto quello che lo Stato ci ha chiesto, in un modo o nell'altro.
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Dall'Alpino di Gennaio:


di Vittorio Brunello

Una tranquilla sera di fine agosto, alla caserma Degol a Strigno e giù per i valloni della Valsugana si erano appena spente le note del silenzio fuori ordinanza delle trombe delle batterie da montagna quando da tutte le finestre del grande edificio esplose un possente “l'è finitaaa!!!”. Settecento najoni avevano messo in quell' urlo tutta la forza che avevano in corpo e tutta la speranza che presto anche per loro sarebbe arrivata una serata così. I giorni “all'alba” venivano contabilizzati con più rigore dei pochi soldi che tintinnavano in tasca, eppure... i cinque sottotenenti destinatari di tanto entusiasmo se ne stavano seduti, come si conviene ai vecchi stanchi, sulla gradinata dell'ingresso principale a lasciare in libertà  una valanga di emozioni e sentimenti contrastanti al pensiero di mettere in naftalina la divisa.

I sudori sulle sabbie arse dal sole di Torre Veneri, in quel di Lecce, i patimenti nel fango e nevischio di Colfiorito, in Umbria, i campi sulle splendide mulattiere delle Dolomiti con le lunghe file di muli, ma anche il gelo delle trune o delle valli dell'Isarco in OP (ordine pubblico) che strappava la pelle dalle mani se appena si sfiorava la canna della carabina e tanti volti di amici, di rompiscatole, di ragazze conosciute appena il tempo di una sosta andavano ad intrigare un momento atteso diciotto mesi ed oltre.

Ci si sentiva più uomini, più responsabili e attenti nei confronti degli altri, formati da una disciplina a volte non capita ma che obbligava a fare squadra, a rinunciare ad essere protagonisti per concentrare le energie sull'obiettivo da raggiungere. Nessuno era migliore di un altro, ma il pezzo, la batteria, il gruppo dovevano per definizione essere i migliori. Bastava un “centrato!” per vedere esultare anche il conducente Benvegnuo, incapace di contare perfino i giorni di licenza.

L'alzabandiera trovava tutti sull'attenti alle prime luci dell'alba e l'inno di Mameli faceva riflettere sulla valanga di carri armati, aerei, missili puntati verso il nostro Paese a poche centinaia di chilometri.
Nove dicembre 2004, altro scenario. Con la cartolina di precetto parte l'ultima recluta e verrebbe da dire che ora sì “l'è finita” per tutti. Eppure l'entusiasmo contagia solo il ministro Martino, tanti segretari di partito e non poche mamme. A ostinarsi a considerare sbagliata la scelta del Parlamento, pur nel pieno rispetto delle prerogative del legislatore, restano gli Alpini; ma sono tanti anche quelli che pur riconoscendo l'esigenza di un cambiamento nell'organizzazione e nell'impiego dell'Esercito, hanno dei dubbi che la strada scelta sia quella giusta.

La stampa ha dato ampio spazio all'evento e il settimanale Famiglia Cristiana ha perfino riservato la copertina alla fine della naja. Tutti ne parlano bene come si conviene ad un funerale civile. Nessuno mette in discussione la funzione educativa del servizio militare e il valore dei giovani che hanno portato le stellette nei 143 anni di storia del nostro Esercito.

Ai tempi della nostalgia alpina, è vero che la nostra operatività  non avrebbe consentito di arrestare il nemico più di qualche settimana o forse meno, ma c'era la volontà , la determinazione ad opporsi a chi minacciava la Patria, intesa in senso lato, compresi i valori della Costituzione e anche “la millenaria civiltà  cristiana”. Oggi abbiamo la sensazione di scivolare verso un Paese devitalizzato, che non conosce il termine dovere e deresponsabilizza i giovani azzerando gli ideali che alimentano l'orgoglio di sentirsi Italiani. Le residue sacralità , passate indenni all'iconoclastia delle ideologie, restano in vita grazie all'entusiasmo del Presidente della Repubblica.

Ai nostri giovani, che di problemi ne hanno già  per conto loro - insicurezza nel lavoro, instabilità  nei rapporti familiari, ricerca edonistica di un effimero e talvolta tragico benessere - si offre con “baldanzosa sicurezza” l'“abolizione di una tassa sulla gioventù”. Un'espressione che continua a suonare bestemmia agli orecchi degli Alpini.
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Mettici pure che qualche anno fa al servizio di leva era attribuita pure la responsabilità  del mancato posto di lavoro per i giovani... ora che la leva non c'è più, la situazione non è certo cambiata.
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Oggi ho voglia di fare polemica!
La fine della leva non ha abolito il servizio militare, ma ha solo tolto l'obbligo di farlo.
Se un giovane ci crede va a fare il volontario, magari solo per un anno!
Se un padre crede nel valore formativo del servizio militare, convinca il figlio a fare il volontario, sempre magari solo per un anno !.
Ma se non si riesce a convincere il figlio o l'amico, è meglio stare zitti!
Se mandano i meridionali negli alpini è perché i settentrionali non ci vogliono andare!
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Però Winter ammetterai che almeno prima il dovere ci metteva tutti alla pari: raccomandati a parte, tutti sapevano che c'era da fare.
Sinceramente io l'ho fatto "perchè c'era da fare". Solo dopo ho capito che per tanti aspetti è stata una grande esperienza di vita (alemno per il mio piccolo mondo).
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Bello, ed estremanente significativo il "raccomandati a parte",
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Abbadia
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Il servizio militare, o la naja come la chiamo io, era un DOVERE e come tale era sentito e come tutti i doveri ( al contrario dei piaceri ) era preso con la giusta rassegnazione e senza eccessivi entusiasmi; diciamo con un equilibrio geneticamente acquisito.

E io la naja l'ho fatta cosi': inevitabile ( non avevo raccomandazioni!!! ) , da farsi come ogni cosa, nel miglior modo possibile.

Ora che di DOVERI non si vuole sentir parlare, mi pare consequienziale aver spazzato via anche quello di fare la naja.

Io non credo che sia un bene...ma non so come avrei risposto 35 anni fa!

Per la naja alpina in particolare : i meridionali vanno nelle TTAA come vanno a tutti i concorsi pubblici; per un posto di lavoro ; i nostri figli evidentemente non ne hanno bisogno .

In conclusione voglio dire che ci sono delle cose che non si fanno se non sono ...obbligatorie..o ..convenienti...che poi queste cose ti aiutino a formarti, é tutto un altro discorso ( peraltro passato di moda).

Evitiamo pero' l'accidia , molte volte non l'abbiamo perdonata ai nostri padri...non lasciamola in eredita' ai nostri figli.

Quindi prenderei le cose con un minimo di equilibrio...la naja non é stata la salvezza del genere umano, non ne sara' la dannazione !

Di certo mi capita piu' di una volta di pensare che un po' di naja dura servirebbe a tanti ...giovanotti di mia conoscenza, ma sono solo le considerazioni di un Geniere Alpino brontolone e lasciano il tempo che trovano ( per fortuna!!! )

A proposito di " naja alpina " ho un pezzettino che mi permetto di allegare, a onore e ringraziamento per quelli che prima di noi hanno provato le mille emozioni diverse di portare il Cappello Alpino:

Ciao a tutti

Abbadia

**********************
VORIA VEDARTE IN FACIA

Voria védarte in facia
ti che sul muro de la prison
a to modo, t'é scrito con un ciodo:

"VIVA I ALPINI E ABASSO LA NAJA "

Centro !!

T'è fà to centro, paese !

La ponta del to ciodo l'ha parlado
par na longa fila de Alpini :
quei del Monte Canin,
del Monte Nero,
de l'Ortigara e de l'Adamel.
E quei dei Tepeleni
e quei del Golico,
e quei de Nikolajèwka,
quei del Don.
E tuti quei che ancò porta la penna
e tuti i altri che i la portara'.

Voria verdarte in facia, paese
e bévar meso litro co ti !!

Note: Per una frase incisa da un Alpino sul muro della prigione di rigore.
Di Tolo da Re " Poesie par la clase de fero"
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Il DOVERE (morale) di fare la naja se uno se lo sente, non finisce se cessa l'OBBLIGO (con annesse sanzioni penali se non rispettato) di farla!

Se un cittadino sente questo dovere faccia il servizio militare, anche solo per un anno, ed avrà  il mio MASSIMO rispetto, certamente maggiore di quello che ho per chi, come me, la naja (abbastanza dura) l'ha fatta per rispettare un obbligo, pur senza nessuna raccomandazione.

Io però vorrei sapere quanti figli di alpini (o altri critici dell'abolizione del servizio militare obbligatorio) faranno non dico l'alpino, ma anche solo lo scritturale.
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..... e qui non mi becchi Winter ehehehhe: ho due figlie, quindi sposando le vecchie tradizioni, le donne stanno a casa a tirar la sfoglia :wink:

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