Si però lo lascerei stare questo K2 con tutte le altre montagne, perchè disturbare il silenzio e sporcare con i residui che scaricano ogni volta che salgono. Per me diventano pattumiere le montagne se si continua a dare adito a queste imprese; purtroppo ci sono pochi controlli, poca civiltà .
(Speriamo di non aver sollevato un polverone).
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
C.le Istr. 9°/96
Brigata Alpina Cadore
C'era già una discussione che trattava di questo argomento, comunque:
OSTA - Alle 16,40 locali (le 13,30 in Italia) due alpinisti della spedizione italiana 'K2 2004' hanno raggiunto la vetta del K2, a 8.611 metri di quota, dal versante sud (quello dello Sperone Abruzzi), in Pakistan, e altri tre sono arrivati in vetta alle 17,15 locali.
Ad arrivare sulla seconda cima del mondo per primi sono stati Silvio Mondinelli, di 46 anni, bresciano, e Karl Unterkicher, di 34 anni, di Selva di Val Gardena, mentre dopo i compagni di cordata Michele Compagnoni, di 32 anni, di Bormio, Ugo Giacomelli, di 47 anni, di Sondrio, Walter Nones, di 33 anni, di Trento.La scalata si e' svolta in stile 'alpino', senza l' utilizzo di bombole di ossigeno. Insieme con il secondo gruppo di italiani ci sono alcuni membri della spedizione spagnola 'Al filo de lo impossible' e uno sherpa.
Gli alpinisti erano partiti la notte scorsa, verso le 2,30, dal campo IV a 7.800 metri di quota. La marcia verso la vetta e' durata 11 ore. L' ascensione e' stata organizzata in occasione del 50/o anniversario della conquista del K2 da parte di Lino Lacedelli e Achille Compagnoni. Era dal 2001 che nessuno riusciva a scalare la seconda montagna piu' alta del mondo (e quella alpinisticamente piu' difficile).
AOSTA - A 50 anni dalla prima ascensione sul K2, una spedizione italiana e' tornata oggi a calcare la vetta della seconda montagna piu' alta del mondo con i suoi 8.611 metri di quota. Silvio 'Gnaro' Mondinelli, di 46 anni, finanziere bresciano, e Karl Unterkicher, di 34 anni, guida alpina di Selva di Val Gardena, alle 16,30 locali (le 13,30 in Italia) hanno piantato la piccozza con il tricolore sulla cima, proprio come mezzo secolo fa avevano fatto Lino Lacedelli e Achille Compagnoni. Circa tre quarti d' ora dopo sulla vetta sono arrivati anche Michele Compagnoni, di 32 anni, di Bormio, Ugo Giacomelli, di 47 anni, di Sondrio, e Walter Nones, di 33 anni, di Trento, insieme con quattro alpinisti spagnoli. Per la spedizione 'K2 2004' (che il 24 maggio scorso era arrivata sulla vetta dell' Everest) e' il meritato riconoscimento per tanti giorni di fatica sulle pendici del K2. ''Siamo riusciti a domare il mostro - e' stato il commento entusiasta di Agostino Da Polenza, il capo della spedizione - perche' quest' anno il K2 piu' che una montagna sembrava proprio un mostro. Cinquant' anni dopo gli italiani sono tornati sul K2, ce l' abbiamo fatta''. Il gruppo di alpinisti e' partito la notte scorsa, verso le 2,30, dal campo IV a 7.800 metri, dopo aver bivaccato nella tenda modello 'Colle sud', capace di ospitare 12 persone. Stabilito di comune accordo chi fosse in condizione di tentare la vetta e informato Giuliano De Marchi (incaricato di dirigere le operazioni alpinistiche), la squadra avanzata si e' diretta verso la cima, mentre gli altri sono rientrati al campo base (Mario Merelli, Stefano Zavka e i valdostani Alex Busca e Massimo Farina). Le condizioni meteorologiche hanno senza dubbio favorito la salita. Con l' avanguardia c' erano anche gli alpinisti spagnoli Juanito Oiarzabal, Edurbe Pasaban, Mikel Zabalza e Juan Vallejo, della spedizione 'Al filo de lo imposible', oltre ad un hunza (portatore d' alta quota pakistano). Il gruppo diretto alla cima ha affrontato l' ultimo ripido pendio che porta alla 'Spalla', a 8.000 metri, e poi una salita meno verticale in neve fresca fino a 8.300 metri, dove inizia il tratto piu' difficile dell' ascensione: il famigerato 'Collo di Bottiglia', uno stretto e ripido corridoio ghiacciato che conduce sotto ad un immenso seracco da aggirare sulla sinistra. Superato quel punto, gli alpinisti hanno risalito l' ultimo pendio in mezzo alla neve per arrivare alla 'Pinna del Pescecane', la gobba dove inizia la cresta finale che conduce in vetta. Per fare circa 1.800 metri di dislivello sono state necessarie 11-12 ore di marcia, di grande fatica, con l' aria rarefatta che rende difficile anche il minimo sforzo e con il vento sferzante sul volto. Mondinelli (che, compreso il K2, ha scalato 11 dei 14 'Ottomila') e Unterkicher si sono dimostrati i piu' in forma dall' inizio, 'battendo' la traccia nella neve fresca con un buon ritmo. Poco prima della cresta finale hanno staccato di alcune decine di metri i compagni e gli spagnoli. E sono arrivati insieme sulla cima, quasi sottobraccio, come Compagnoni e Lacedelli nel 1954. Circa 45 minuti dopo li hanno raggiunti anche Michele Compagnoni (nipote del primo conquistatore del K2), Ugo Giacomelli e Walter Nones. E infine, alle 17,50 locali, sono sopraggiunti gli spagnoli. Con il telefono satellitare Mondinelli ha subito informato Da Polenza (che e' rientrato da alcuni giorni in Italia per gravi motivi famigliari) dell' arrivo in vetta e lo stesso capo spedizione ha avvisato il campo base. La splendida giornata ha consentito agli scalatori di ammirare dalla cima la catena del Karakorum, i ghiacciai Godwin Austen e Baltoro, la vicina cima del Broad Peak. Qualche minuto per le fotografie, il filmato, per osservare il panorama, e poi giu' verso il campo IV dove trascorreranno la notte. Sono tutti in buone condizioni; domani in tarda mattinata e' previsto il rientro a campo base. Sempre domani la spedizione 'K2 2004' potrebbe tentare il bis: ai campi di alta quota si trovano Nadia Tiraboschi, Pierangelo Maurizio e Tarcisio Bello', che potrebbero provare a raggiungere la vetta; una decisione sara' presa in mattinata valutando le previsioni meteorologiche e la condizione degli alpinisti. Immediate le reazioni in Italia: per il Ministro delle Politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, ''non si poteva celebrare in un modo migliore i cinquanta anni dalla prima scalata italiana al K2''. ''Sono contentissimo per il raggiungimento di questo traguardo - ha aggiunto - che rappresenta non solo un evento tra i piu' importanti di tutta la nostra storia sportiva, ma ha anche finalita' scientifiche, umanitarie e culturali''. Secondo il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, si tratta di una ''straordinaria impresa dei nostri connazionali che, dopo 50 anni, riportano la bandiera italiana sul K2''. Emozionatissimo Achille Compagnoni ha ammesso di essere da tre giorni in attesa di buone notizie dal K2. ''Sono felice, felicissimo, entusiasta - ha concluso - per quest' impresa. Voglio fare a tutti i miei complimenti, e in particolare a mio nipote Michele che e' lassu'. Non vedo l' ora di incontrarli, di sentire il loro racconto, di vedere le immagini della spedizione. E' stata davvero un' impresa perche' dal 1954 ad oggi molte cose sono cambiate, ma gli uomini e la montagna sono rimasti uguali, ed e' sempre faticoso salire su quelle cime''.