Non metto in dubbio che nell'esercito di leva la motivazione mancasse o fosse ben poca (è ovvio, si era costretti e spesso controvoglia), però questo non contava nulla, il lavoro doveva essere fatto ugualmente e lo si faceva bene, volenti o nolenti. Nell'esercito di "professionisti" la mancanza di motivazione è invece inaccettabile: il volontario sceglie lui di arruolarsi, nessuno lo obbliga, pretendere un entusiasmo maggiore rispetto alla leva mi sembra il minimo... ed invece non solo manca la motivazione, ma non si può neppure farli lavorare come ai tempi della leva. Un VFB se vuole prendere in mano una scopa e pulire la camera lo fa, altrimenti nessuno lo può obbligare, perchè ciò non rientra nelle sue mansioni. Lo stesso se occorre caricare uno scatolone su un camion: se vuole lo fa (è una gentilezza sua) altrimenti non c'è verso di farglielo fare.
Allora io dico meglio il najone, anche se brontolando e maledicendo la naja, il suo lavoro lo faceva e bene, e prendendo molto molto meno!
Senz'altro è vero. Inoltre manca completamente una disciplina seria, c'è parecchio lassismo verso i volontari, meglio chiudere un'occhio su tante robe, meglio lasciar correre, altrimenti nessuno si arruola più. Prendiamo la cura dell'uniforme: i volontari sono i primi a sbracarsi, se ne vedono di tutti i colori, scarpe da ginnastica al posto degli anfibi, capelli ossigenati, un mio collega porta addirittura un cinturone nero da swat e un distintivo del 7° cavalleria USA... e nessuno dice niente. E' un piccolo esempio, ma significativo perchè il volontario dovrebbe essere lui per primo a tenere alla propria uniforme.La colpa non è dell'estrazione sociale o della provenienza, ma perchè i comandi e i comandanti non fanno nulla per motivarli verso la naja alpina e verso i loro compiti.
Per quanto riguarda l'aspetto della storia e delle tradizioni, al car (1° San Giusto) qualcosa si faceva, tipo grido di compagnia o marcia cantando, ma niente di più. La storia del reggimento era affissa in bacheca, non so quanti l'abbiano mai letta. Chi ha fatto il car all'Edolo mi ha raccontato che là le cose erano diverse, la storia del reparto veniva insegnata e alla fine veniva fatta una verifica scritta. Comunque si dovrebbe fare molto di più, Axtolf ha ragione, è su queste cose che si crea lo spirito di corpo.
Il problema è che nei reparti alpini non viene più mandata gente di leva, o ne viene mandata ben poca. Gli alpini di leva esistono ancora, ma sono cinque-sei per scaglione. Gli altri ragazzi non è che vengano dirottati all'estremo opposto della penisola, si cerca anzi di avvicinarli il più possibile a casa, ma vengono impiegati nella logistica e nei comandi territoriali (questo perchè è stata fatta la scelta di non impiegare la leva in compiti operativi). Al car con me c'erano diversi alto atesini, di questi uno lo hanno mandato al Comalp di Bolzano, tutti gli altri all'RFC Trentino.Andrea, quindi fai VFA perché é l'unico mezzo per andare negli alpini?
Per quale misterioso motivo si manda sulle alpi il ragazzo di Maddaloni e aTaranto il ragazzo di Bressanone ?