Leonardo
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qualche altra considerazione

Non metto in dubbio che nell'esercito di leva la motivazione mancasse o fosse ben poca (è ovvio, si era costretti e spesso controvoglia), però questo non contava nulla, il lavoro doveva essere fatto ugualmente e lo si faceva bene, volenti o nolenti. Nell'esercito di "professionisti" la mancanza di motivazione è invece inaccettabile: il volontario sceglie lui di arruolarsi, nessuno lo obbliga, pretendere un entusiasmo maggiore rispetto alla leva mi sembra il minimo... ed invece non solo manca la motivazione, ma non si può neppure farli lavorare come ai tempi della leva. Un VFB se vuole prendere in mano una scopa e pulire la camera lo fa, altrimenti nessuno lo può obbligare, perchè ciò non rientra nelle sue mansioni. Lo stesso se occorre caricare uno scatolone su un camion: se vuole lo fa (è una gentilezza sua) altrimenti non c'è verso di farglielo fare.
Allora io dico meglio il najone, anche se brontolando e maledicendo la naja, il suo lavoro lo faceva e bene, e prendendo molto molto meno!

La colpa non è dell'estrazione sociale o della provenienza, ma perchè i comandi e i comandanti non fanno nulla per motivarli verso la naja alpina e verso i loro compiti.
Senz'altro è vero. Inoltre manca completamente una disciplina seria, c'è parecchio lassismo verso i volontari, meglio chiudere un'occhio su tante robe, meglio lasciar correre, altrimenti nessuno si arruola più. Prendiamo la cura dell'uniforme: i volontari sono i primi a sbracarsi, se ne vedono di tutti i colori, scarpe da ginnastica al posto degli anfibi, capelli ossigenati, un mio collega porta addirittura un cinturone nero da swat e un distintivo del 7° cavalleria USA... e nessuno dice niente. E' un piccolo esempio, ma significativo perchè il volontario dovrebbe essere lui per primo a tenere alla propria uniforme.
Per quanto riguarda l'aspetto della storia e delle tradizioni, al car (1° San Giusto) qualcosa si faceva, tipo grido di compagnia o marcia cantando, ma niente di più. La storia del reggimento era affissa in bacheca, non so quanti l'abbiano mai letta. Chi ha fatto il car all'Edolo mi ha raccontato che là  le cose erano diverse, la storia del reparto veniva insegnata e alla fine veniva fatta una verifica scritta. Comunque si dovrebbe fare molto di più, Axtolf ha ragione, è su queste cose che si crea lo spirito di corpo.
Andrea, quindi fai VFA perché é l'unico mezzo per andare negli alpini?
Per quale misterioso motivo si manda sulle alpi il ragazzo di Maddaloni e aTaranto il ragazzo di Bressanone ?
Il problema è che nei reparti alpini non viene più mandata gente di leva, o ne viene mandata ben poca. Gli alpini di leva esistono ancora, ma sono cinque-sei per scaglione. Gli altri ragazzi non è che vengano dirottati all'estremo opposto della penisola, si cerca anzi di avvicinarli il più possibile a casa, ma vengono impiegati nella logistica e nei comandi territoriali (questo perchè è stata fatta la scelta di non impiegare la leva in compiti operativi). Al car con me c'erano diversi alto atesini, di questi uno lo hanno mandato al Comalp di Bolzano, tutti gli altri all'RFC Trentino.
Ultima modifica di Leonardo il sab giu 26, 2004 5:20 pm, modificato 1 volta in totale.
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Luigi
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Abbadia ha scritto:E la prova si é avuta quando la leva non ha piu' funzionato come coscrizione, che i nostri baldi giovani...alpestri...alpinisti..montagnini eccetera, hanno sapientemente evitato di andarsi a cercare col lanternino il cappello alpino..
Ovviamente ci sono le eccezioni che confermano la regola...
Per il resto, sia sulle differenti motivazioni che sul confronto Leva/VFA/VFB, concordo con quanto ha scritto Ax.
I nostri Ufficiali ci facevano capire, e bene, cosa significasse la Penna Nera: sudore ed orgoglio.
Mandi.
Luigi
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Abbadia
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Le motivazioni si fanno venire con l'esempio, col badare alla sostanza piu' che alla forma.
Le motivazioni vengono se é ben chiaro che c'é chi comanda e chi obbedisce...e se chi comanda lo fa solo in forza delle stellette che porta sulle spalline o tenendo conto solo delle apparenze e dei regolamenti, poca motivazione puo' dare.
L'orgoglio della penna non viene perché il comandante legge le gesta della Compagnia fa imparare a memoria la motivazione della medaglia d'oro " Tenace, infaticabile e modesta, scavando la dura trincea...... eccetera eccetera..." ma riesce a farti sentire orgoglioso per quello che SEI TU col cappello alpino, non per quello che altri sono stati.
Aprezzi chi ti comada se lo senti vicino....soprattutto nei momenti di crisi...vicino per aiutarti e per farti scattare se occorre ....e apprezzando chi ti comanda apprezzi quello che stai facendo e quello che rapprersenta.
Mi spiace, forse sono l'eccezione che conferma la regola, ma di chi mi ha comandato, ricordo , per quello che mi ha insegnato solo un tenente due stelle...che combinazione era il meno formalista di tutti...mai preteso presentazioni formali se non in caso di cerimonie, mai trovato a dire sulla mano ben tesa al saluto al cappello....l'unico che ho visto caricarsi sul suo lo zaino di un geniere che non riusciva ad andare avanti..
E' l'unico di cui ricordo con piacere il nome ancora oggi e con orgoglio dico che ho avuto come comandante il tenente , ora generale ,Luigi Piccini !

Non ci ha mai fatto discorsi fumosi e retorici..eppure ci ha reso orgogliosi di quello che eravamo , del cappello e delle mostrine che portavamo.

Abbadia
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maxslope
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x andrea

Il tuo post mi sembra uno dei miei di 10 mesi fa...
è bello partire con entusiasmo pensando di andare chissà  dove a fare chissà  cosa.
Spero che ti vada meglio di me perchè io ho preso una enorme delusione..
Fin'ora la mia naja si è svolta così:
Arruolato il 16 settembre al 7° alpini Feltre pensando di fare l'alpiere o il fuciliere, di passare 1 anno in mezzo alle montagne e a entrare a far parte di un corpo serio e ricco di tradizione quali gli alpini,comunque:

- 1 mese e 1/2 di car dove ho solo marciato a parte un paio di poligoni in cui ho sparato circa 40 colpi, niente lancio della bomba come invece previsto, incarico finale dopo il car, con mia somma gioia, FUCILIERE.
Mi immaginavo già  in addestramento a fare pattugliamenti assalto di squadra, marce in montagna e via dicendo...

-INVECE- La sera al rientro dalla licenza post giuramento mi dicono di preparare le borse che si parte in domino!
Domino?! (se non sai cos'è dovrebbero esserci ancora i miei vecchi post nel forum)
Ma come?
Non ho addestramento non so cosa devo fare e per di più mi mandano a Genova , gli Alpini al mare...
A Genova ho fatto un mese, 5 giorni a casa e poi ancora domino, questa volta ad abano terme (anche qui vedi vecchi post) dove ho fatto 4 mesi senza tornare a casa e montando di guardia tutti i giorni sabati e domeniche 6 ore in piedi fermo davanti a un cancello!
Quando pensavamo di finire la naja così ci dicono che torniamo in caserma a fare addestramento (finalmente una nota positiva).
Per circa un mese e mezzo addestramento all'assalto di squadra , alla fine niente di particolare, comunque qualcosa abbiamo fatto compresa una marcia sul Grappa.
Dopo questo periodo, 1 giugno, sono andato in convalescenza per una tendinite, mentre la mia compagnia è ripartita in domino dove resterà  fino al congedo senza pause ne licenze.
Dimmi tu che naja sarà  una passata per 8 mesi a montare di guardia con un minimo addestramento di base e soprattutto senza la benchè minima tradizione di questi famosi alpini dove i valori a partire dai superiori (sempre a parte le solite eccezzioni) è chiudere alla svelta la baraccha quando è ora di uscire o passarsela il meglio possibile senza fare troppa fatica.
Da quello che mi dicono all'ottavo si sta meglio E si fà  di più come addestramento, ma se farai il conduttore o il fuciliere la domino non te la toglie nessuno.
Il mio consiglio è di cercarti un posto nel gruppo sportivo o negli alpieri altrimenti al coro in brigata si sta bene, giri tutta l'italia vedi tanta montagna e soprattutto lì le tradizioni sono ancora vive tanto da non farti pensare di aver buttato un anno nel cesso.
Spero ti vada meglio che a me.
In bocca al lupo

MaxSlope
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Gian Luca
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Tristezza infinita...
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)
Beppe
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axtolf ha scritto:Nel tuo intervento fiume, Abbadia, non ho capito da dove hai dedotto che i VFA siano bistrattati dagli altri volontari. Questo non succede sempre o meglio non è sempre successo, non è la norma insomma. Questo giusto per la precisione.

Personalmente ho una opinione migliore dei VFA che di VFB e VSP. Avendo avuto modo di parlare con tutte le categorie e di averci a che fare, durante e dopo la naja, devo dire che tra i VFB e VSP è molto piu' complicato trovare gente motivata e che lavori bene. Tra i VFA la gente che lavora bene ed è abbastanza motivata da fare i suoi compiti non manca.

La colpa non è dell'estrazione sociale o della provenienza, ma perchè i comandi e i comandanti non fanno nulla per motivarli verso la naja alpina e verso i loro compiti. Perchè in nessun caserma che io conosca c'è un personaggio di qualsiasi grado che si occupa della storia del reparto e della specialità ? Perchè non si istituisce un personaggio che una volta al mese o alla settimana parli ai volontari del reparto, delle medaglie e della specialità ? Perchè tutti i volontari che ho visto in adunata non cantano le canzoni defluendo?
Io sono convinto che se era possibile motivare un najone OBBLIGATO a far servizio militare è di certo possibile motivare uno che lo fa di professione, solo che non c'è nessun desiderio.
concordo in pieno.
Bravo Andrea!
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Paolino
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Ciao a tutti e una breve presentazione (al più presto e in apposita sezione quella completa): sono stato comandante di plotone reclute e vice comandante della 78^ Cp al 16° Rgt "BELLUNO" nel 2001 e, fra gli altri, avevamo i compiti di "vestire" e occuparci dell' addestramento di base dei VFA di vari reggimenti, anche non alpini; ho potuto, quindi, toccare con mano le due realtà  (leva e VFA) anche attraverso amici appartenenti alle due diverse categorie. Premetto che molti ragazzi meridionali sono finiti nelle truppe alpine perché i posti nei reggimenti al sud erano esauriti e, per non perdere tempo, sono partiti per la prima destinazione utile proposta loro in alternativa.
Concordo sul fatto che si sia abbassato il tasso di scolarizzazione: i laureati erano in media 4/5 su 130 e i diplomati un' ottantina.
Le differenze ci sono (a parte lo stipendio): il volontario bene o male può scegliere dove andare e quando partire; a Feltre i domiciliati entro 15 km potevano dormire a casa e ripresentarsi in caserma al mattino successivo (problemi di sovraffollamento?), la possibilità  di partecipare alle missioni operative, gli alloggi dovrebbero essere camere da 4 con armadietti a doppia anta (ma so che in alcune caserme non è così)... Per contro ad ogni lamentela viene risposto che sono volontari e se la sono scelta loro (non che al militare di leva andasse meglio, comunque!).
Per quanto riguarda lo spirito di corpo e l' affetto per il cappello, si raggiungono gli estremi: in genere, chi proviene da famiglie di tradizione alpina, dopo il congedo, o rimane indifferente o continua ad applicare lo spirito alpino (o alpinità  come sostiene l' ANA) anche nella vita civile; per gli altri vale lo stesso ma, in più, ci sono quelli che covano del risentimento: ho visto ragazzi (a dire il vero erano "bambini" di 18 anni) gettare a terra e calpestare il proprio cappello alpino dopo il congedo!
Un saluto a tutti
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Nicola
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Paolino ha scritto: ho visto ragazzi (a dire il vero erano "bambini" di 18 anni) gettare a terra e calpestare il proprio cappello alpino dopo il congedo!
Io gli avrei sottratto i cappelli.
Mentre erano chinati a raccogliere i propri denti :evil: .
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[quote="]Io gli avrei sottratto i cappelli.
Mentre erano chinati a raccogliere i propri denti .[/quote]

Ben detto!!!!!! :evil:
...Ma gli alpini non hanno paura

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e' triste e forse inizialmente le aspettative sono altre ma...purtoppo qualcuno deve svolgere questi incarichi e.........
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e' triste e forse inizialmente le aspettative sono altre ma...purtoppo qualcuno deve svolgere questi incarichi e.........
Scusa? Quali incarichi, quali aspettative? Spiegati....
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axtolf ha scritto:
e' triste e forse inizialmente le aspettative sono altre ma...purtoppo qualcuno deve svolgere questi incarichi e.........
Scusa? Quali incarichi, quali aspettative? Spiegati....
Aspettative quali marcie, appostamenti e comunque non nello stesso posto per 4 mesi!!!!
incarichi............beh, 4 mesi e oltre nello stesso posto!!!!!!
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Gian Luca ha scritto:Tristezza infinita...
Veramente.
Dove sono finiti i bei tempi delle marce iniziate alle 5 del mattino con 30 kg di zaino, dei poligoni ad usura, delle pattuglie fra i boschi, dello spirito di corpo senza pari?
Mandi.
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Luigi ha scritto:
Gian Luca ha scritto:Tristezza infinita...
Veramente.
Dove sono finiti i bei tempi delle marce iniziate alle 5 del mattino con 30 kg di zaino, dei poligoni ad usura, delle pattuglie fra i boschi, dello spirito di corpo senza pari?
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Già . Ma non si può pretendere di trovare tutto ciò in ragazzi "rovinati" dal domino o come capperi si chiama.

Lo scrissi a maxslope dopo uno dei suoi primi interventi e lo ripeto ora: un conto è (era) la VAM, un "Corpo" nato apposta per montare a raffica di guardia e che su questo lavoro ha potuto, se lo ha fatto, costruire delle tradizioni e uno spirito di corpo. Tutt'altra faccenda è prendere dei ragazzi che si presentano volontari (ma anche di leva poco cambia) con certe aspettative sugli Alpini e mandarli a far la guardia in posti tipo Fortezza Bastiani (cioè al nulla o poco meno) per un anno. E' ovvio che la scarsa motivazione e la delusione siano i sentimenti più diffusi tra il personale.

Confermo la tristezza espressa da chi mi ha preceduto e ringrazio il Cielo che mi ha consentito di fare una naja completamente diversa.

Ciao
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Forse sarà  Ot in questo thread ma voglio riportare il ricordo che ho degli alpini in servizio e in congedo risalente a diversi anni fa.
Sella Nevea,agosto inizio anni 80.
Reparti di artiglieria del gruppo Belluno sono accampati nel bosco.
A pochi metri di distanza lo sono anche alpini friulani di 40 e 50 anni n congedo.
Questi seguiranno anche in qualche marcia quelli in servizio.
La sera ci si incontra al Rifugio Div.Julia (e poteva essere diversamente?)
dove,all'interno e all'esterno del rifugio gioveni e meno giovani,in servizio e congedo,di ogni ordine e grado,dottore e capitano compreso cantano"....Figli del Belluno....fra le roccie noi viviam...." Tutto questo per più giorni. Avevo fraternizzato (non poteva essere diversamente) con il comandante la batteria con il quale parlavo spesso,raccontandoci dei ns trascorsi a Civitavecchia io S.Ten di 1^nomina nei bersaglieri e lui alla Sc.di Guerra. Questo una sera invita tutti a cena dentro l'accampamento militare(in fondo gli alpini in congedo erano max una dozzina,ma sarebbe avvenuto comunque) con mangiata,ripetute bevute e canti alpini.
Io,ripeto bersagliere,mi sono sentito alpino e pur sentendomi parte di loro mi è dispiaciuto non esserlo anche perché ho uno sviscerato amore per la montagna. Ai ns giorni sarebbe ripetibile una situazione cos^ ?

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