Non c'entra la preparazione e nemmeno l'ideologia.
Un militare combatte per il suo paese, è un rappresentante di un governo riconosciuto, fa parte di una formazione delle forze armate del suo paese, veste una divisa e ha delle regole, dilatate in tempo di guerra, ma delle regole, di cui risponde dell'infrazione. Un militare attacca obiettivi militari o obiettivi ritenuti necessari per il raggiungimento degli scopi che il suo paese si è prefissato e per tutto ciò che sono gli interessi del suo paese.
Un terrorista combatte per una ideologia, per una formazione non riconosciuta, non vestendo una divisa. Il suo scopo non è quello di attaccare obiettivi per il raggiungimento di un obiettivo, ma bensì quello di creare il maggior numero possibile di morti e di danni. Il terrorista attacca senza nessuna regola, non risponde ai suoi comandanti di eventuali errori perchè qualsiasi danno collaterale è comunque pagante. Il terrorista agisìce con lo scopo di uccidere, distruggere, terrorizzare appunto, le persone di ideologia diversa dalla sua.
cioè quando succede qualcosa, come di fa a dire: è opera di terroristi o è
opera di militari.........
Quando succede che cosa? Quando le due cose possono essere TECNICAMENTE confuse?
Non venitemi a dire che il soldato che spara per difendersi e colpisce un civile è un terrorista o lo diventa solo perchè qualche bravo figliolo dice che lui lo ha fatto apposta perchè è un americano bastardo.
Poi quando un "civile" imbraccia un fucile e fa il cecchino e spara ai militari o ad altri, diventa un obiettivo militare, e deve essere eliminato poichè costituisce una minaccia. Si è trasformato da civile a franco tiratore, o membro di banda armata, che non potendo essere riconducibile a nessuna nazione, bandiera o altra cosa immediatamente riconoscibile costituisce una grave minaccia per tutti coloro che si trovano nei paraggi.