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jolly46
Maresciallo Maggiore
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Il rancio degli Alpini

Dal Corriere della Sera odierno:

Alpini, il rancio conquista la vetta. Dello scaffale.
di Giuliano Vigini

Dopo il recente successo del cioccolato, adesso in libreria arriva il rancio. No, non è perché aprile è un mese di vacche magre e ci si è messi a fare economia. Anzi, per andar subito al dunque, stavolta non c’è proprio niente da mangiare. È perché di recente è uscito un libro di Alberto Redaelli dal titolo Cucina, vino & alpini (edito a Brescia da Walmar), che reca come sottotitolo: «Storia del rancio degli alpini e dei soldati italiani, in pace e in guerra dall’Ottocento alla seconda guerra mondiale».
Uno, a prima vista, pensa che sia un saggio un po’ particolare o per addetti ai lavori, da mettere accanto alla memoria accademica sui meccanismi nervosi e umorali nella modulazione del lampeggiamento nelle lucciole; alla ricerca sul comportamento sociale delle mosche nella Guinea occidentale in periodo di luna piena, oppure al saggio sul culto dei gemelli nel Sudan meridionale: cioè tutti libri molto interessanti, ma troppo specifici, di scarsa diffusione e oggi praticamente non più sul mercato (tranne le «lucciole» che continuano ad essere regolarmente in vendita).
In questo caso, invece, si tratta di un’opera di divulgazione, molto ben documentata anche fotograficamente, che - se la memoria e soprattutto le banche dati non m’ingannano - è anche il primo libro dedicato al rancio.
Chi l’avrebbe mai detto che si sarebbe potuto scrivere un libro su un argomento simile! Redaelli - specialista di storia militare (in particolare degli alpini), oltrechè di automobilismo sportivo - ci ha provato e c’è riuscito. Ha consultato un’infinità  di carte, lettere e documenti; ha vagliato molti libri di ricordi e testimonianze, e ha narrato questo aspetto di storia italiana che meritava di essere ricostruito, perché sono pagine di vita militare intense e spesso drammatiche, con un rancio che in molti casi è perfino troppo nobile chiamar così.
Forse per questo, poi, in tempo di pace, questi alpini affamati si sono rifatti e, oltre a continuare a essere quello che sono sempre stati - maestri di valore e di coraggio -, sono diventati anche grandi esperti di luculliane mangiate e di memorabili ciucche.
..... E PER RINCALZO IL CUORE!
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axtolf
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Bel libro quello citato. Lo devo comprare appena possibile perchè è unico nel suo genere.
Redaelli in un altro libro di cui non ricordo il titolo, scriveva comunque già  di rancio e soprattutto perchè agli alpini piace tanto il vino.
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