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midnight
Maresciallo Capo
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Alpini e GaF

Nel libro "Cinque corpi, un solo confine", proprio perchè scritto dal generale degli alpini Massimo Ascoli, confesso mi sarei aspettato di trovare di più sul rapporto fra gli storici difensori dei confini della patria (gli alpini, appunto) ed il neo-costituito corpo della Guardia alla Frontiera.
Quello che emerge è il mutamento del concetto di impiego delle truppe alpine: è oltremodo sottolineata la volontà di non impegnarle più nella difesa statica nel nuovo (per l'epoca) modello di difesa.

Ma nulla o quasi ho trovato (e non solo in quel testo) di più intrinsecamente legato al comune sentire dell'epoca: come veniva visto questo nuovo "oggetto misterioso" (la GaF) dagli alpini stessi? Un'interferenza oppure un semplice cambio di facciata dettato da ragioni burocratiche ma che non pregiudicava quello che era fino a quel momento stato e che auspicabilmente sarebbe continuato, o addirittura uno sbocco di prestigio per la carriera di chi magari si sentiva più affine alla difesa "fortificata", vista conseguentemente come punta di diamante dello schieramento delle forze sulla frontiera (o, se vogliamo, come miglioramento tecnologico ed ausilio per i compiti da sostenere)?

E ancora, una volta costituita la GaF, quali compiti sono rimasti alle truppe delle varie caserme alpine disseminate sul territorio: solo addestrarsi per ipotetici (la guerra era ancora da venire) scenari in cui mettere in pratica lo status di "corpo d'elite", truppe mobili e quant'altro oppure anche precise mansioni direttamente legate alla sorveglianza / controllo / presidio della frontiera?

Possibile che si siano spese (giustamente, per carità) pagine e pagine su struttura, storia ed incarichi dei vari Carabinieri Reali, Pubblica Sicurezza e camicie nere, e sugli alpini poco/nulla?
Mi lascia perplesso vedere prima citati gli alpini come storici difensori della soglia di casa, custodi delle terre in cui sono nati ed altro ancora e poi, una volta costituita la GaF improvvisamente diventati evanescenti (si potrebbe dire "secretati": me lo sarei aspettato dai CC.RR., non certo dagli alpini).
E la perplessità aumenta quando sulle carte e nei documenti d'epoca diventa quasi difficile, in alcuni casi, distinguere fra caserme (in alcuni casi perfino fra comandi) GaF ed alpine, come se le une fossero quasi sovrapposte alle altre (per le zone di cui mi sto occupando, ovvero la frontiera jugoslava, mi vengono in mente i casi di Na Logu, Aidussina e Vipacco ma ce ne saranno di certo altri non evidenziati dalla documentazione esistente notevolmente rarefatta).

Magari voi, che siete parte in causa, potete aiutarmi a fare un po' di chiarezza?
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Re: Alpini e GaF

In attesa di una risposta dei diretti interessati, e cioè gli Alpini, per quanto ne so, in quegli anni si faceva soprattutto affidamento sulla mobilità delle truppe alpine in montagna piuttosto che sulla difesa statica. I compiti affidati alla "Julia" all'inizio della campagna contro la Grecia dovevano basarsi proprio sulla mobilità, poi le cose andarono come sappiamo ma, oltre ad altri fattori, la responsabilità primaria fu degli alti comandi che impiegarono le truppe in modo sconsiderato e questo emerge chiaramente dalle considerazioni fatte dagli ufficiali dei reparti alpini che videro vanificato l'addestramento specifico dei propri uomini. Se ne potrebbe dedurre che anche in azioni difensive alla nostra frontiera gli Alpini si sarebbero integrati con la difesa fortificata svolgendo un ruolo di contrasto dinamico. Concordo sulla perplessità che non sia stato fatto, a quanto sembra, uno studio più approfondito di questo aspetto.
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