I francesi cercano sempre di comprare francese, ma non sono stupidi.
Per le loro truppe alpine hanno ordinato gli scarponi LOWA Cevedale (da 10.000 a 30.000 pezzi) che arrivano da GIAVERA DEL MONTELLO.
Sulla qualità non si discute.
Le truppe alpine francesi - Chasseurs Alpins - sono mediamente molto ben equipaggiati, sopratutto per quel che riguarda i materiali tecnici alpinistici e scialpinistici; del resto hanno ottimi marchi francesi che anche a livello civile sono ai vertici delle categorie. Ho recentemente arricchito la mia collezione di sci militari con un paio di sci attualmente in uso agli Chasseurs, prodotti dalla Dynastar/Rossignol e marcati "Armée" e da scialpinista posso dire che sono di ottima qualità ed a mio avviso più performanti dei Silvretta in uso alle nostre TT.AA.wintergreen ha scritto:Nuova notizia, stessa origine:.
Sempre i francesi hanno ordinato da 100.000 a 300.000 paia di scarponi a una ditta tedesca.
Ma che suole usa?
Italianissime VIBRAM, inventate dal Signor VItale BRAmani di Varese.
Ogni tanto parlar bene dell'Italia....
come quelli acquistati dalla protezione civile! come vedi non hai solo tu questi problemi.btgtolmezzo ha scritto:Confermo che solo piccoli nuclei dispongono di materiale tecnico di buona qualità. Ho saputo che i nuovi scarponi da montagna hanno una durata molto lunga, 3 settimane e poi si stacca la suola!
Federico ha scritto:Ragazzi,
si chiama obsolescenza programmata.
Ci sono reparti nelle grandi aziende, che si occupano proprio di questo: fare in modo che il loro prodotto duri per un certo lasso di tempo, e non di più.
Esempio: la durata delle lampadine (parlo di quelle a filamento) un tempo duravano infinitamente di più di quelle recentemente uscite dal commercio.
Oppure: La Mercedes, quando ancora si badava alla sostanza, ai clienti che raggiungevano il milione di chilometri percorsi con la loro auto, regalava una stella a tre punte d'oro, il loro marchio. Ora se coi nuovi modelli superi indenne i 100.000 Km (o i due anni di garanzia...) sei fortunato...
Non vi sarà sfuggito, inoltre, che il processo di sempre più rapida obsolescenza dei prodotti che acquistiamo si è sviluppato parallelamente al totale cambio di paradigma sulle motivazioni di acquisto di un bene. Prima: la necessità di un mezzo di trasporto (restando nell'ambito automobilistico) durevole ed affidabile. Ora: che soddisfi le esigenze di immagine (a loro volta indotte) dell'acquirente.
Il tutto in un processo sempre più veloce...
Secondo alcuni il futuro nemmeno troppo lontano del mercato automobilistico sarà qualcosa di molto simile a quello delle stampanti: costano pochissimo ma le cartucce di inchiostro, carissime, durano altrettanto poco.
Corriamo ad uccidere il bue grasso...axtolf ha scritto:Questo thread è talmente potente che ha fatto tornare Federico