Il 4 novembre è passato.
Qui a Gorizia parte della cittadinanza è sempre attiva nella commemorazione. Anche quest'anno si sono visti tricolori esposti alle finestre ed ai balconi.
Per alcune attività commerciali è consuetudine abbellire l'estreno dei negozi con drappi tricolore, altri invece allestiscono una vetrina con bandiere, manichini con uniformi storiche ed oggettistiche della I Guerra.
Stefano
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«Oltre la morte, Fanteria d'Arresto»
dato che admin(?) mi ha sollecitato a scrivere, faccio una considerazione sul 4 novembre.Anche se in ritardo.
Il manifesto con " anniversario della fine della 1^g.m. " è davvero brutto.Potevano lasciare festa delle FFAA.....però.
Sono stato varie volte in vacanza in Pusteria, Badia,Ega,Venosta e mi sono sempre trovato bene.
Ma ( e spero non si arrabbi nessuno) non è Italia.
O meglio è Italia ma popolata da tedeschi, meglio tirolesi.
l'Austria ha perso la guerra nel '18 e noi abbiamo liberato Trento,Trieste,l'Istria e abbiamo occupato l'Alto Adige.
Ma loro sono tedeschi. Che poi gli sia convenuto economicamente restare in Italia sono pienamente convinto.
ho letto tra questi post che si indica il 4 novembre come "giorno della vittoria". A livello storico non c'è alcun dubbio, ma io credo sia più giusto ricordarlo come è stato "cambiato" il 4 novembre del 1920, quando a seguito della deposizione a Roma della salma del Milite Ignoto e tutto il grande messaggio di pace, si possa intitolare "Giorno in ricordo di tutti i caduti" e come accade spesso negli ambienti militari, si trasfigura il lutto in commemorazione "festa delle forze armate".
Sul finire della prima guerra mondiale nacque in tutta Europa una sorta di "culto del caduto", in qualche modo si doveva dare un senso a questo enorme massacro e molto presto, il senso della vittoria svanì nel vedere quanta desolazione aveva lasciato nelle famiglie e nella società.
Non a caso, i primi monumenti ai caduti, nati a partire dal 1919, sono stati fatti o solo con un cippo o con donne tristi che piangevano sui cadaveri dei loro figli.
Naturalmente, tutto questo non poteva andare bene sotto il ventennio e presto venne ribaltato ogni concetto.
I monumenti ebbero presto giovani soldati che danno il petto alla battaglia in modo fiero o che nonostante la grande fatica sorreggevano la bandiera d'Italia come baluardo di grande vittoria.
Io credo, senza togliere nulla al grande coraggio degli Italiani, che il 4 novembre segni davvero la fine di un lungo periodo di acerbi rapporti italo-austriache e che da entrambi i lati, ci siano stati uguali giovani che ci hanno rimesso la pelle, nonostante le divise diverse.
Quindi io credo che dovremmo vedere questo 4 novembre come effettivamente una vittoria militare storica, ma ricordiamolo davvero, in maniera leale e da Europei uniti, che è stata la perdita di entrambi. La perdita della civiltà. Peccato che poi il messaggio non sia passato e ci siamo ricaduti vent'anni dopo.
e sarà nella libera uscita, quando il cantiere metterà fuori il tavolo, che un gotto biondo bagnerà la penna e suggellerà la stima. (P.Jahier 1916)