gab78
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batterie missilistiche e contraerea

come mai nelle opere non si era pensato a questo?visto che negli anni 60 si e fatto ammodernamento e comunque le ultime opere risalgono al 86 lungo autostrada sono state costruite similari alle altre?per esempio non si poteva dotarle di tecnologia piu recente?
tracer
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Re: batterie missilistiche e contraerea

Le batterie missilistiche non vedo a cosa servissero: per difendere le opere? non ce n'era bisogno in quanto troppo disperse e mimetizzate. Inoltre le "batterie" devono avere radar e ausiliari energetici per cui sono troppo ingombranti.
Riguardo alla seconda domanda le opere recenti sono state costruite come le altre per motivi di standardizzazione e facilitarne l'uso ai militari. Anche negli ambienti industriali si tende ad avere i macchinari tutti uguali per avere poche linee tecniche.
tracer
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jolly46
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Re: batterie missilistiche e contraerea

Negli anni della guerra fredda le al solito scarse risorse economiche permisero unicamente lo schieramento delle batteria Hawk (media/bassa quota) dell'Esercito e dei gruppi Nike (alta quota) dell'Aeronautica per la protezione d'area del nord/est fino a Lombardia ed Emilia Romagna.
Più arretrati erano disponibili i pezzi contraerei leggeri da 40/70 dell'Esercito che difendevano anche le principali basi AM, la difesa contraerei delle unità  dell'Esercito da campagna (ovvero quello schierato alla frontiera) era assicurato da unità  c.a.l. da costituirsi solo all'emergenza.
Insomma la copertura controaerea dell'Esercito rimase un problema insoluto.

Ed anche l'Aeronautica non se la passava bene se i gruppi IT Nike potevan o disporre al massimo di pochi (due?) pezzi da 20 mm per la difesa della base (che era articolata su due/tre zone!).
E solo qualche arma in più per la difesa degli aeroporti, mentre i sistemi missilistici a corto raggio Spada arrivarono quando in pratica non servivano più, tanto è vero che la maggior parte di essi furono ben presto tolti dalle basi dove erano stati posizionati.

Posizionare unità  controaerei presso le opere non aveva nemmeno senso perchè certamente esse non sarebbero state un bersaglio primario dell'aviazione avversaria che avrebbe avuto obiettivi ben più paganti negli aeroporti, nelle unità  corazzate, nei ponti e nelle linee di rifornimento, per le opere era sufficiente l'azione terrestre.
Al limite per un azione contro-elicotteri si prevedeva l'impiego delle 12,7 delle torrette M-26.
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M26
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Re: batterie missilistiche e contraerea

Eppoi le opere alpine erano all'interno delle montagne. E questo offriva un notevole mascheramento alla ricognizione aerea e protezione aggiuntiva ai bombardamenti.
Le torrette aggiunte a copertura dell'autostrada erano comunque abbastanza ridotte nel numero e debitamente distanziate fra loro. Un'abile copertura nel momento dell'attivazione le avrebbe rese di difficile individuazione dall'alto.

Le opere di pianura/collina erano sostanzialmente delle isole di circa una decina di postazioni ciascuna. Postazioni dissimulate nel terreno e poste le une dalle altre ad una distanza di almeno 100 metri. Escludendo bombardamenti nucleari mirati, quelli tradizionali dovevano essere intensi e svilupparsi a tappeto su tutta l'area per garantire la totale inefficienza dell'opera. Anche qui il mascheramento ad opera attiva era fondamentale per la sua non individuazione.
Stefano
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gab78
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Re: batterie missilistiche e contraerea

quali opere hanno avuto la fortuna di avere un sistema di visione e puntamento notturno ad intensificazione di luce?
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Re: batterie missilistiche e contraerea

Che io sappia nessuna.
Al 63° giunsero degli esperti dell'Arsenale di Napoli per valutare l'installazione di sistemi notturni ad infrarossi sulle torrette enucleate di M26 Pershing. Me lo disse il vice comandante del reparto. Credo che il muro di Berlino fosse già  caduto ed infatti non se ne fece nulla. Tutto chiuso e demolito. Anzi asportato.

Da quanto ne sò in caso di attacco notturno i fucilieri della Difesa Vicina sparavano dei razzi illuminanti verso direzioni prestabilite, quelle da cui dovevano giungere gli arancioni.
Stefano
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