I cinefili riconosceranno la citazione del titolo del film di J. Carpenter.
L'inquietudine è la stessa.
Voi direte: sono solo quattro deficienti.
Vero.
Ma quanti erano, all'inizio, coloro che presero a diffondere il verbo della razza superiore?
Leggete bene: "Il suo diritto alla parola non esiste..."
Agghiacciante.
Un solo dato.
Dal 2003 al 2004 gli atti di antisemitismo -noti- in Europa son aumentati del 22%, passando da 232 a 284.
Mandi.
Luigi
«Via l' ambasciatore d' Israele» Fischi e insulti all' università
Gol contestato dagli studenti: «Sei un fascista»
A Firenze i professori chiamano la polizia. L' incontro va avanti
Imarisio Marco
DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE - «Provi a vedere se ne trova uno nel cestino della carta straccia. Li hanno strappati tutti». I cartelli che annunciano la lezione sul tema «Prospettive di pace in Medio Oriente» in effetti sono dove dice la donna delle pulizie che sta spazzando l' atrio della facoltà di Giurisprudenza. Il timbro dell' ateneo di Firenze, «Lezione di S.E. l' Ambasciatore di Israele, che avrà luogo alle ore 12 nell' aula 1.18 (D6) del polo universitario di Novoli». Sui muri (e per terra, e sui banchi) adesso ci sono altri cartelli, i volantini del «Collettivo politico di Scienze Politiche». Titolo: «L' ambasciator che porta pena». Contenuto: «È indegno che a parlare di prospettive di pace sia l' indesiderato ospite, portavoce di uno Stato che, in nome di una presunta democrazia, espropria di fatto la popolazione dei diritti fondamentali... Vogliamo quindi ribadire il nostro sdegno di fronte alla presenza di un tale personaggio nelle nostre aule...». Il loro sdegno lo hanno ribadito, su questo pochi dubbi. Alle 12.10, mentre l' ambasciatore Ehud Gol stava per prendere la parola, gli studenti di Scienze Politiche hanno srotolato una striscione («Vita, terra e libertà per il popolo palestinese»), e hanno urlato. «Sharon boia», «Israele fascista», «Assassini» eccetera. Così per venti minuti. Il professore ordinario di Storia delle Costituzioni moderne Stefano Mannoni, che organizzava l' incontro, ha deciso che la lezione si faceva lo stesso. Si è consultato con il rettore, e ha chiamato la questura. Lo sgombero è stato laborioso, con scontri verbali tra il preside di Giurisprudenza e gli ospiti («Fascista», «No, fascisti voi»). Sono arrivate le camionette del reparto mobile, c' erano i poliziotti in assetto antisommossa. Cinque ore dopo, l' ambasciatore Gol è ancora furibondo. «Ridicoli, ridicoli», dice. «E pensare che ero felice. Dall' inizio dei nuovi negoziati, era la prima volta che parlavo ai giovani. Ho sentito l' odio di questi ragazzi nei confronti dello Stato che rappresento. Un odio totale e ignorante. Ma li leggono i giornali?». Gol dice che è la seconda volta. Quattro mesi fa a un suo collaboratore era stato impedito di parlare all' università di Pisa. C' era di mezzo sempre un altro collettivo, che spiegò come «l' oppressore» fosse stato «respinto a calci nel culo». Ragazzi, forse era meglio se vi veniva un' altra idea. «Dici? Guarda che le vittime siamo noi. La polizia ci ha prelevato di peso». Sono una trentina in tutto. Il più grande ha 24 anni, diciannove la più giovane. Il Collettivo esiste dal 1976. La sede è al pianterreno, nel palazzo accanto a quello di Giurisprudenza. Una stanza lunga e stretta. Ai muri ci sono i poster di ordinanza, «Guatemala resiste», «Solidaridad obrera», «Contro gli imperialismi». Qualche scritta a pennarello: «Chavez no se ne va», «Antifascismo militante, parole poche, mazzate tante». Si finanziano con le feste organizzate in facoltà , quella del 12 ottobre scorso ha lasciato strascichi. Il rettore non ha gradito lo stato di viali e corridoi a musica finita. Organizzano convegni, il prossimo è con l' economista Walden Bello. Jacopo e Giovanni, uno fiorentino, l' altro sardo di Nuoro: «Non accettiamo lezioni di democrazia, perché quell' uomo non rappresenta uno Stato democratico». Sono sinceramente stupiti quando apprendono che la loro trovata ha scatenato altri sdegni, come quello del presidente della Camera Casini («Indegno episodio di violenza e sopraffazione»). Dice una ragazza: «Quella lezione non aveva contraddittorio, era antidemocratica». Alla facoltà di giurisprudenza fanno notare che è in programma anche un incontro con un delegato palestinese, bastava aspettare. «Se verrà , lo faremo parlare». Ecco, magari il problema è questo. «Quale?». Non vi sembra sbagliato impedire a una persona di esprimere le sue opinioni? Jacopo dice: «Il suo diritto alla parola non esiste, perché lui appartiene a uno Stato che non assicura neppure il diritto alla vita». Alla fine Gol ha parlato per mezz' ora, rispondendo alle domande anche dure degli studenti rimasti in aula. Quelli del Collettivo si sono trovati nel pomeriggio, hanno discusso un comunicato per rivendicare l' iniziativa, giudicata «un successo».
Marco Imarisio ("Corriere della Sera" del 23/02/2005)