i mortai con la fanteria, là davanti "in trincea", in appoggio (e pure qui: l'81 o al limite il 120 liscio sono ben più mobili di un 120 rigato).
Poco dietro i 105, Artiglieria, che si muove in accordo con la Fanteria, d'appresso, nei suoi sbalzi. Generalmente in accordo coi comandi dei complessi minori di Fanteria. In ambito NATO ( e suppongo - ma non ne sono certo - si parlava di Close Support).
Più dietro ancora i 155.
In questo modo, e ovviamente disponendo di un'ottima coordinazione fra tutti - essenziale (per non parlare di quella con altro possibili aiuti per la Fanteria, tipo Aviazione/Elicotteri e tiro controcosta da parte della Marina), la Fanteria vede moltpilicate di un bel po' le possibilità di vedersi sempre sotto l'ombrello di fuoco di forze amiche.
Togliete una componente, una qualunque, e il moltiplicatore si riduce di un bel po'.
Nella terminologia italiana, ai 105 mm era devoluto l'appoggio di fuoco diretto, ai 155 invece l'appoggio indiretto.
Di più, fino agli ultimi giorni dell'Artiglieria da Montagna - "La Garde meurt mais ne se rend pas" - nelle scuole tiro almeno un pezzo andava sempre sulla ipotetica prima linea per il tiro diretto.
Naturalmente il tuo discorso non fa una grinza, sempre che si intenda prepararsi a combattere; e infatti, misconosciuto e imbarazzante, rimane sullo sfondo il fatto che chi combatte il 105 mm lo impiega.
Fatte altre scelte (che poi però si pagano), anche l'attuale sistemazione ha in effetti una sua logica.
Il problema è che a questo punto l'esercito non serve più. Si passino armi e bagagli ai CC e saremmo a posto.
La cosa interessante, e ben messa in luce da Fabio Mini nel suo "La guerra dopo la guerra", è che, mentre si tende a far passare il messaggio che la guerra non si fa più (con tutta la retorica italica delle missioni di pace, dei soldati di pace, del nemico che è sempre un subumano), ecco che la stessa tende invece a pervadere ogni recesso della società e a perdere ogni carattere autonomo rispetto alla pace, intesa nel senso più terragno di "periodo senza guerra".
Basta pensare allo straordinario profluvio di sceneggiati televisi - spesso desolatamente imbarazzanti - di tema militare o simile, quando fino a pochi anni fa non si andava più in là di "Classe di ferro".
Purtroppo un simile "salto di paradigma" non ha impatto solo sulla programmazione televisiva, considerato come dal 1914 ad oggi è aumentato ad ogni conflitto il rapporto fra perdite civili e perdite militari, arrivando agli attuali eccessi mostruosi in cui si danno mille vittime civili per ogni soldato caduto.
Ma se si considera quali entità si celino solitamente dietro a questi cambi di mentalità , questo particolare non stupisce.
Gli stessi che inventarono la propaganda moderna, ai tempi degli unni che mutilavano i bambini belgi, idearono pochi anni dopo le "tempeste di fuoco" al solo scopo di meglio massacrare - e questa volta davvero - donne e bambini.
Contemporanemente e necessariamente, si è passati dalla figura del "soldato" alla riproposizione di quella del "guerriero", figure che hanno etiche di fondo decisamente differenti: fondamentalmente il primo va in guerra se deve, il secondo deve andare in guerra, altrimenti non è.
Certo i guerrieri, in determinati frangenti storici, fanno comodo; ma non si può negarne la pericolosità latente, visto che senza guerra sono dei falliti. Al riguardo il caso statunitense è emblematico.
Per fortuna l'IA ha sì perso buona parte dei soldati, ma non ha acquisito guerrieri che in numero risibile.
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)
Il 105/14 poteva essere utilizzato anche nel ruolo controcarro, quali erano le prestazioni del pezzo in questa funzione?
Quale tipo di proiettili era utilizzato?
L'addestramento al tiro controcarro è stato fatto fino al ritiro del 105/14 dai reparti?
Dal 1975 al 1990 tutti i gruppi di artiglieria da montagna che avevano in dotazione il 105/14, avevano tutti, oltre la batteria comando, tre batterie con sei pezzi ognuna?
Come avveniva lo spostamento dei pezzi in dotazione?
Mi è parso di capire che una parte poteva essere someggiata e tutti al completo trainati con trattori leggeri (di che tipo?) E' corretto?
Fino al 1990 le batterie obici erano tre, su 4 pezzi ognuna. Nel 1998-99 erano tre su 8 pezzi (teorici).
Il traino meccanico era svolto principalmente con l'ACL75, successivamente anche con i VM 90 (se ricordo bene anche le AR90 potevano svolgerlo, ma non l'ho mai visto effettivamente). Per il resto, forza di braccia (voglio vedere, a farlo con l'FH70...).
Per il tiro controcarri (non "controcarro"; perdona la pignoleria, ma al Reggimento venni ripreso dall'SCB per questo errore) anche negli ultimi giorni si continuava l'addestramento, ma solo in bianco o a fuoco contro bersagli fissi. Del resto le potenzialità del pezzo in tale compito erano ormai residuali, e per le capacità di perforazione della granata, e per quelle di inseguimeno/brandeggio.
Il munizionamento usato nel tiro c/c era a carica fissa, testa HEAT. Per i dati di perforazione, devi ricercare sulla rete perchè al momento non li ho sotto mano.
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)
Il tiro controcarri noi lo abbiamo fatto durante la scuola tiri del 1986 a Prazzo (CN). Bersaglio: un bel roccione al di la di una valletta (distanza direi poco meno di 1000 metri). I miei vejass, però, parlavano di una scuola tiri specifica controcarri fatta in trasferta presso, se mal non ricordo, un poligono che si chiamava di Rivoli Bianchi o qualcosa del genere. Lì cera una piccola ferrovia tipo decauville che trainava i bersagli, in modo tale che i puntatori (a tutta la Squadra Pezzo) potessero addestrarsi al tiro controcarri contro bersagli mobili. I proiettli usato a Prazzo erano quelli CC da addestramento: inerti, cioè, ma col fondello tracciante (come sui colpo "veri") di modo tale che fosse possibile seguire la traiettoria del colpo.
Riesumo questo vecchio topic per fare una domanda.
Qualcuno ha capito se i reparti di artiglieria terrestre hanno in dotazione anche i mortai da 120mm ?
All'ultima esercitazione Falzarego, sono arrivati gli Artiglieri de 3° con VM 90 e mortaio da 120 a traino ed hanno fatto la scena di messa in posizione del pezzo a braccia con l'ausilio di corde... (giù per una piccola scarpata) proprio davanti al palco autorità .
Un FH70 fino lassù non ce lo portavano di sicuro.
Che la fanteria li abbia, non ci sono dubbi...
Sull'artiglieria nutro qualche perplessità in quanto non sembra scritto da nessuna parte. Sul sito EI, sembra, ma sappiamo quanto sia esso affidabile, che il 2° artiglieria abbia i mortai da 120 mentre 1° e 3° no. Ma evidentemente non è così. E se ci sono i 120 con l'artiglieria, cosa equipaggiano? Una batteria?
A Torino il 1° artiglieria è arrivato solo con l'FH70.
All'ultima esercitazione Falzarego, sono arrivati gli Artiglieri de 3° con VM 90 e mortaio da 120 a traino ed hanno fatto la scena di messa in posizione del pezzo a braccia con l'ausilio di corde... (giù per una piccola scarpata) proprio davanti al palco autorità .
In sostanza questa immagine, tratta in effetti da quella esercitazione:
Allegati
40e5112d-026e-4c56-9c52-74a8ad91eb7aMortaio_da120mm.jpg (284 KiB) Visto 4649 volte
Ma allora come sono struttrati i reggimenti di artiglieria?
Lo strano è che, come dice Axtolf, il 2 "Pesante campale" li abbia in dotazione, visto il suo livello ordinativo.
Più logico li abbiano (ancora per quanto?) 1 e 3, ma come norma o solo in alternativa, in base al possibile utilizzo?
Sarà poi da vedere in futuro; dopo che 1 e 3 saranno sciolti, penso che i 120 rimarranno nelle compagnie mortai dei battaglioni, magari ridenominate batterie con numeri di vecchi unità dell'Arma.