Mah, a me è venuto il pensiero che fosse voluto. Erano gli USA che dovevano attaccare, e noi colpire in contropiede. Incanalato l'attacco nemico nelle direzioni volute, al momento buono abbiamo contrattaccato magistralmente. Purtroppo nel proseguio non tutte le nostre unità si sono dimostrate all'altezza.Pierpa ha scritto: Restano però, a parer mio, gli interrogativi sulla scarsa "elan" vista dopo il fischio d'inizio.
Qualcosa si è rotto
Per l'Italia sta rapidamente arrivando il punto di non ritorno. Il gruppo si sta spezzando, inevitabilmente. Una parte di giocatori ha capito che non giocherà mai e sente tutto il peso di un ritiro lungo e inutile (Amelia, Peruzzi, Inzaghi, Oddo, Materazzi). Una parte ha capito di aver giocato e perso la sua occasione (Del Piero, Toni, Totti, Zaccardo). Un'altra parte non è abituata a stare sui nervi (Camoranesi, De Rossi, Gattuso) e a non avere un posto fisso. I giocatori si guardano con sospetto, la concorrenza è diventata esclusione, non c'è più allegria e la partita è già diventata uno spareggio. Non c'è più unità d'intenti perché non è più la nazionale di tutti. Molti sono fuori, molti stanno per andarci. Questo allontana anche Lippi dalla considerazione dei giocatori. Il tecnico che ti esclude è sempre colpevole, impossibile amarlo. Nascono i gruppetti, le lamentele, i mormorii con gli amici giornalisti. Ma nemmeno Lippi ha più bisogno del gruppo. Era importante per arrivare al Mondiale e tirare avanti un'idea di progresso in comune. Al Mondiale è diverso, il gruppo è continuamente rinnovato perché non ha più tempo. Non è più perfettibile perché se sbagli sei fuori ed entra un altro gruppo, un altro tecnico. Lippi non ha più il dovere di cercare la riconoscenza dei suoi giocatori. Ha solo il compito di tirarne fuori un risultato, con i metodi che crede. Questo spiega il rigore usato con De Rossi e la freddezza avuta con Totti, chiamato a discutere in mezzo al campo, sotto gli occhi di tutti, evidenziando un problema. Questo spiega anche i dubbi non tanto sulla formazione ma sui fondamenti del suo gioco.
Lippi non si fida più della squadra con tre attaccanti. È la sua squadra, ma non ha la condizione per reggere le tre punte. Il dubbio è di fare un passo indietro. Si può smentire un progetto lungo due anni per una partita lunga un'ora? Il dubbio è questo è non è un dubbio sentimentale. Lippi non avrebbe nessun problema a mettere fuori Totti o Toni se sapesse davvero che questo è utile. Perché siamo al punto in cui la discussione finisce, c'è solo la verità del risultato. Se vinci hai ragione, se perdi torni a casa e sei sepolto di polemiche. Per questo il piacere di un c.t. dentro un Mondiale è quello della libertà assoluta, senza nessun vincolo di riconoscenza.
Il problema è indovinare la verità . In questo momento di sicuro c'è che Perrotta gioca e che Inzaghi non giocherà mai. Si sono chiariti Inzaghi e Lippi e dicono non sia stato facile. L'altra certezza è la preoccupazione per De Rossi. È dato per perso, la squalifica sarà lunga, questo è sicuro. Il problema è la mancanza di mediani. Accreditando Gattuso di un'ammonizione a partita, verosimile nel suo ruolo di scogliera, fra due partite resteremmo senza un mediano. Unico ruolo senza il quale qualunque fantasia non conta. Anche per questo la tentazione è fra un attaccante e un centrocampista. In sostanza fra Camoranesi (accanto a Perrotta-Pirlo-Gattuso) e Toni o Totti. Che in bilico ci siano i due giocatori più importanti del campionato scorso (Toni e Totti) dà l'idea dell'importanza del dubbio di Lippi e della sua solitudine. Nel dettaglio ricorderei che la Repubblica Ceca ha difensori centrali lenti e mediocri mentre ha buoni mediani. Avere due buoni attaccanti potrebbe essere decisivo. Avere un buon trequartista no.
Mario Sconcerti
Concordo confermo e sottoscrivo!Von Kleist ha scritto:Gilardino dimostra per l'ennesima volta la sua inutilità ...da oggi voglio vedere sempre Superpippo in campo dal primo minuto!!!
Un elogio al mio beniamino che ha segnato di testa!
