Ma , Hellis, questo è un invito a nozze e io sono tradizionalista in certe cose e decisamente contr ai Pacs/DicoHellis ha scritto:Descrivine alcuni. Non 'sospetti', o 'si dice che', o 'a mio parere'... roba reale, tangibile.. come i decoder del fratello Paolo.Federico ha scritto: Sta menata del conflitto di interessi, poi, ha davvero stufato. Intendiamoci: non che in capo al Silvio non esista. Ma se lo si confronta a quello che sta in capo ai DS e a Prodi&Co è un nulla, una pinzillacchera direbbe il grande Totò.
Non che non abbia il sospetto che pure questi si facciano i loro interessi. Però un conto è il mio parere, il mio sospetto. Un'altro conto sono i dati di fatto.

Bisogna guardare i CdA delle Coop. I capi e capetti della LegaCoop. Il CdA di Hera SpA, o quello di altre SpA che sono controllate dalle Coop (e/o da gente diessina) come Holmo SpA e Finsoe SpA.
Prendi Hera Spa. E' controllata da una paccata di Comuni emiliani (Bologna, Modena, Imola, Cesena, Ravenna, Rimini, Ferrara e Forlì. Con l'appoggio di due interessantissimi altri soci - Pictet Asset Management SA (Banque Pictet, Ginerva, CH) e Schroder Investment Management LTD (Londra, ma con filiali in tutto il mondo, Italia compresa (attraverso la filiale lussemburghese Shroders SA). La LTD è quella di Londra, però). Come nasce e come, soprattutto, cresce Hera SpA? Semplice: i vari comuni cedono alla società le loro municipalizzate. Concorrenza nel processo? Possibilità di un comune di far diversamente? Penso proprio di no, visto che una cosa accomuna tutti i decisori (acquirenti e cedenti): la loro appartenenza a quell'area molto paludosa (dall'esterno) ma molto chiara nei suoi funzionamenti all'interno in cui tessere DS (e qualche sporadica tessera ex DC, rigorosamente corrente di sinistra, clan Prodi/Nomisma), carriera in cooperative, ruoli da amministratori pubblici, docenze universitarie eccetera si mescolano in un cocktail incerdibilmente intricato. Nel caso di Hera puoi trovare, addirittura, degli ex amministratori dei comuni cedenti (che hanno seguito l'affare dalla parte del venditore) che siedono oggi nel CDA. Costoro hanno fatto gli interessi di chi: dei cittadini che amministravano a quel tempo o quelli di coloro per i quali avrebbero poi lavorato? O ancora, ipotesi ancora più plausibile, del milieu che dirige entrambe le parti?
Ma poi, Hellis, tu vivi li nel Soviet Emiliano-Romagnolo. Penso che tu sappia benissimo di che cosa parlo, no? E' un sistema che funziona da decenni e che permea la vostra regione.
Il milieu di cui parlavo prima ha espresso (almeno) due nomi: Prodi (che gode anche del placet di un altro mondo molto più etereo ma non per questo meno potente, anzi, quello che può essere definito come quello di Goldman-Sachs) e Bersani (ce ne sono anche altri). Quest'ultimo, soprattutto: credi che potrebbe mai, ad esempio, far qualche cosa di sgradito alle Coop? No, è ovvio. Tipo: perchè Esselunga (o qualsiasi altro operatore non cooperativo) deve pagare tasse in pratica doppie rispetto alla Coop? Dov'è finito lo spirito mutualistico e la finalità sociale in un complesso enorme come la Coop? E la stessa mancanza di requisiti la puoi trovare in tantissimi altri casi.
Sai chi ha scritto la legge sulle (cosiddette) liberalizzazioni di Bersani? L'oramai celebre Decreto Bersani? La Lega Coop. Bersani ha solo fatto copia e incolla, parola per parola. Può bastare come conflitto d'Interessi?
Sennò si può andare a vedere pure nella costellazione Holmo-Finsoe (e quindi Unipol). Anche qui ("Allora, abbiamo una banca?") potremmo trovare cosucce interessanti.
Ti riporto l'Art. 45 della Costituzione.
La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità .
La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell'artigianato.
Mi sono permesso di sottolinare tre passaggi e di metterne uno in grassetto.
Il primo riguarda la mutualità : i cosiddetti "soci" Coop (La Coop sei tu) sono in tutto identici a qualsiaso altro cliente di altra catena di supermercati. Non hanno, in pratica, nessun controllo sulla "loro" cooperativa. Bella mutualità , vero?
Il secondo è ancora più interessante: Holmo SpA e Finsoe SpA (sotto controllo delle Coop) sono società di capitali classiche, non cooperative. Sono delle finanziarie (grandi e potenti). Come la mettiamo con la seconda sottolineatura? Che senso ha che delle Coop creino e/o entrino con partecipazioni di controllo in società finanziarie e/o holding di controllo il cui oggetto sociale è, appunto, la speculazione privata?
Questo mi porta alla terza sottolineatura: la legge ne assicura, con gli opportuni controlli ecc. Qui, la parte fondamentale è: controlli. Non ci sono. Punto. Cioè: in teoria ci sono ma se vai a grattare la superficie vedi che in pratica i bilanci e l'amministrazione di una piccola Coop li controlla il sindacato (leggi CGIL): lo so perchè è da loro che siamo andati per informarci su una cooperativa che si voleva fare. In pratica: col loro timbro, tu Cooperativa non avrai mai controlli della Finanza. Bello eh?
Per il resto le leggi riguardano solo i caratteri che devono avere le Cooperative e, sono un sacco, i vantaggi fiscali e contributivi di cui godono.
Pensi che Bersani metterà mai mano alla cosa? Mai. E nemmeno il Berlusca ha fatto più di tanto (un pochettino si), perchè oramai la "bestia" è talmente cresciuta che di Coop non rosse ce ne sono tante e queste fanno riferimento alla vecchia DC, di cui un pezzettino (accidentaccio!) sta nel CDX.
E un conto è la Cooperativa che viene qui a fare le pulizie in ufficio da noi. Tutt'altro sono" la Coop sei tu" e altri mastodonti del genere.
Da ultimo il grassetto: la funzione sociale. Cioè lo stesso principio in funzione del quale la stessa Costituzione Repubblicana (non) tutela la proprietà privata. E quindi in nome di uno stesso principio si hanno due regimi totalmente differenti e sperequati: da una parte la proprietà privata (a partire dal frutto del sudore della mia fronte per arrivare, ad esempio, ad una Srl) negletta e à¼ber-tartassata (questa è la parte dei cattivi), e dall'altra la proprietà privata buona, quella nominalmente cooperativa, ma gestita da veri e propri "padrun de la ferera (padroni della ferriera: in gergo lumbard l'epitome del cattivo padrone)) che fanno e disfano come se si trattase di cosa loro e quella delle grandi (enormi) SpA quotate in borsa, nominalmente (ma solo per gli sciocchi) "public ccompanies" e cioè ad azionariato diffuso (ad esempio le grandi banche) amministrate anch'esse da pochi giannizzeri, come fosse cosa loro.
Sono andato un po' lungo e ho forse allargato troppo il discorso, scusami. Mi sto un poco documentando, in ogni caso, e sarò in grado, spero quanto prima, di fornire altri casi.
Chiudo ricordando Prodi/Nomisma e la famosa consulenza miliardaria data dalle Ferrovie. Non è mica giusto lasciare Bersani da solo nel brago

Ciao