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Hellis
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Luigi ha scritto:
I "pisarei" sono una tipica "gonfiatura" turistica, come il lardo di Colonnata.
L'unica praticamente che qui abbiano fatto, per cui è ovvio che in realtà  la nostra cucina è di vari metri superiore alla vostra. :twisted:
Come minimo allora, a noi pamrici ci va riconosciuta una superiore capacità  di marketing, perchè Cucina Emiliana si identifica sopratutto con Parma, mica con Piacenza.
Comunque, anche le rane qui alla Bassa non sono da disdegnare. :D
Da queste parti c'è pure la 'festa della rana', anche se le rane non fanno festa, quindi sarebbe meglio optare per una 'festa alla rana'. Comunque il filo del discorso era per via di quella citazione in francese.. sopratutto dopo il Sei Nazioni....
(A proposito, quello è il film più bello dei 4 tratti dai libri di Guareschi. La scena del comizio, quando Don Camillo spara dall'altoparlante "La leggenda del Piave", è forse l'unico punto dove l'adattamento cinematografico supera, anche se di pochissimo, la pagina scritta. Quando Don Camillo scatta in piedi con gli occhi lucidi e risponde "presente!" mi viene sempre un groppo in gola. Altri tempi, altri uomini)
Mandi.
Luigi
Devo dire che piace tantissimo anche a me. Il pensiero forse infantile che, per amor di patria, vecchi nemici posano le relative posizioni per il bene comune....
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Federico
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Hellis ha scritto:...
e li da voi Fede? che si mangia oltre alla polenta? :twisted:
La cassoela (OE sta per o con umlaut, i due puntini sopra alla lettera) Piatto soprafinerrimo. Ma quest'anno, purtroppo, lo si è potuto fare poco (o almeno: non secondo la ricetta doc). Le temperature quasi mai sotto zero, non sono state d'aiuto. Perchè ricetta vuole che si usino le verze che sono gelate nei campi. Pazienza. Ah, la carne: puntine (e/o piedini, e/o testina e/o codino) di maiale. Il tutto quasi stracotto insieme. Ottimo (anche con un po' di polenta di fianco :D ). Con "stracotto" ho enormemente semplificato e quasi insultato l'arte di preparare questo piatto. Il processo è lungo, lunghissimo, e quasi ogni famiglia ha il suo "segreto".

Qualcuno la chiama bottaggio, mi dicono, o anche ragò... poche palle: si chiama cassoela :D

Ancora: la scigulada (da scìgula = cipolla) una zuppa di cipolle (non ricca come la soupe à  l'onion dei galli :D ) servita in pagnotte di pane raffermo, svuotate dell'interno.

I mitici missultìn (missoltini) e cioè agoni (pesce di lago) pescati a maggio quando sono in frèga (fregola) e cioè quando si imbrancano vicino alle rive e scendono lungo le sponde del lago per deporre e fecondare le uova. Sono pesci lunghi 10/15 cm che pescati vengono appesi ai ballatoi delle case a seccare. Poi si inscatolano pressatissimi con sale. Si gustano scaldati su una piastra rovente, di fianco alla polenta anch'essa alla piastra/brace (cioè quella avanzata riscaldata a fette), versandoci sopra qualche goccia di aceto. Eccezionali :D

Polenta: da noi è spesso gialla. Ma la tarà gna, specialità  valtellinese, è diffusissima anche qui. Si tratta di una farina mista di mais (gialla) e di grano (che grano non è) saraceno (nero). Ne esce un mix sul grigio/beige carico e posso assicurare che è ottima, meglio della gialla. La polenta bianca, qui da noi, non esiste. Mentre in Veneto trovi solo quella, in pratica: là  danno ai maiali quella gialla, qui da noi la bianca :lol: Vedi un po', paese cha vai, polenta che trovi.

Il bollito (ul lèss) poi meriterebbe un moumento...

Ciao[/list]
Art. Federico
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...osei niente?
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Von Kleist
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OT

Una curiosità : nel nord italia come chiamate le castagne arrostite?
La nostra patria per noi sono i villaggi, i nostri altari, le nostre tombe. La nostra patria è la nostra Fede, il nostro Re. Ma la loro patria che cos’è per loro? Voi lo capite? Loro l’hanno in testa, noi la sentiamo sotto i nostri piedi.
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Hellis ha scritto:Ciao Elio. Osteria del Teatro, a fontanellato.. la salama era 'fuori menù', nel senso che glie l'hanno chiesta prima, però secondo me se glie la chiedete ve la fanno eccome. :D
Conosco il posto,ci sono stato per una "maialata"molti anni fa quando erano nella sede vecchia con il bersò di fianco....
Non sapevo che il patron fosse un alpino..!Andrò a controllare.. :wink:
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Quando era sotto al barsò era tutta un'altra cosa.. ora è un pò più imborghesito, anche a livello di prezzi. Comunque suo cognato, il gelataio che c'è dopo il voltone nonchè organizzatore delle serate 'tiriamo il collo alla salama', è nel gruppo alpini e mi ha detto l'altra sera che anche suo cognato ha fatto la naja scarpona.
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Von Kleist ha scritto:OT

Una curiosità : nel nord italia come chiamate le castagne arrostite?
Caldarroste

Ciao
Art. Federico
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Von Kleist
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No intendo in dialetto, perchè da qualche parte ho letto che in alcune zone del nord vengono chiamate burolle, cosa che mi ha molto colpito visto che al pese dei miei nonni, nel Cilento, vengono chiamate b'role.
Ogni tanto gli estremi si toccano :)
La nostra patria per noi sono i villaggi, i nostri altari, le nostre tombe. La nostra patria è la nostra Fede, il nostro Re. Ma la loro patria che cos’è per loro? Voi lo capite? Loro l’hanno in testa, noi la sentiamo sotto i nostri piedi.
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Luigi
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Federico ha scritto:La tripartizione (dico io, loro non usavano questo termine) della società  Italiana tratteggiata dal Prof. Ricolfi mi ha molto interessato. Chi se ne va in Cina e all'est sono i rappresentanti di una delle tre parti in cui è suddivisibile la società . Naturalmente sarebbe anche la parte più dinamica e dal più alto rendimento ed efficienza energetica, per così dire, delle tre. Quella sulla quale contare per il futuro, anche perchè, in cambio, dallo Stato riceve poco, anzi: nulla.
Visto che sarebbe ora di terminare la pausa spaccio :-)(-:, riprendo questa osservazione per chiedere: quali sono le tre partizioni della società  italiana illustrate da Ricolfi?

Quindi osservo che, dopo una campagna elettorale condotta al grido disperato di "stanno distruggendo l'Italia", abbiamo avuto nel 2006 un aumento del PIL del 2%, un maggiore introito fiscale di 35 mld., un rapporto deficit/PIL che se non sarà  sotto il 3% poco ci manca.
Merito, naturalmente, dei primi sei mesi di dittatura.

Dal che, due domande oziose: ma la finanziaria 2006 è stata scritta dai sinistri, o dai poco meno sinistri?
E il paese, è allo sfascio a corrente alternata?
Mandi.
Luigi

P.S.: von Kleist, lazzarone matricolato :D, se facevi una mezza ricerca con gugà¼l avresti scoperto che almeno nel lecchese il termine è in uso.
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
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ok Luigi. Il tuo discorso è sacrosanto. Ci sono solo due questioncine da mettere a posto:
A) Se hanno avuto 5 anni per far ripartire l'Italia, perchè proprio negli ultimi 2 mesi di Governo?
B) Ci sta che gli effetti positivi siano anche o solo una conseguenza della passata politica. Però a questo punto, va detto che non è stato il Governo attuale a mettere le mani nei portafgoli degli Italiani, ma quello passato. Sai, c'era gente che a settembre 2006 si lamentava di essere senza soldi a causa della finanziaria di prodi.
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Federico
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Hellis: l'Italia, nel 2006, è ripartita nonostante (stavo per scrivere a dispetto :D ) le attività  dei governi.

Però: l'ultima (più della precedente) finanziaria del governo del Silvio conteneva alcune riforme strutturali, gli effetti delle quali si vedono ora. Nel corso del 2007 (coi saldi che si vedranno all'inizio del 2008) ci godremo la finanziaria tax&spend formulata dal Soviet, cioè scusa, dal Governo Mortazza.

Tutti ci dicono che costerà  come minimo mezzo punto di calo del PIL.

Ma insomma, chi vivrà , vedrà . Intanto io, da gennaio, mi posso godere i circa 75 euri in meno di stipendio. Figata: un po' più dell'3% dei ricavi netti segati d'amblè. In cambio di nulla, naturalmente. Faccio modestamente notare che con 75 euri mese potrei farmi una dignitosa assicurazione sulla vita ad accumulo, ottenendo un reddito per la vecchiaia senza pesare di una lira sulle casse dello stato. Invece quei 75 euri che mi portano via, sono senza alcuna contropartita. Uno scippo bello e buono.

Luigi: il Prof. Ricolfi "tripartiva" così la società  (vado a nasissimo e a poca memoria. Di sicuro non si tratta di una tripartizione Tradizionale, ovviamente. Deriva dagli studi e indagini sociologiche che il gruppo di cui il Prof è parte compie in Italia tutti gli anni)

- I Garantiti: dipendenti pubblici, pensionati e dipendenti privati di grandi aziende/gruppi. Costoro, per piccolo che sia, possono contare su un reddito sicuro. Per pensionati e dipendenti pubblici il motivo è evidente, i dipendenti di grandi gruppi invece possono contare, in casi di dissesto aziendale, su ampie piattaforme di ammortizzatori sociali che li tutelano. Questo gruppo, inoltre - particolare di enorme importanza - è ottimamente ben rappresentato a tutti i livelli istituzionali e non. In pratica: stanno nella bambagia.

- I detentori del rischio: qui il gruppo comprende figure in apprenza contrapposte: piccoli imprenditori, commericanti, liberi profesionisti e loro dipendenti, "atipici", tempo determinato eccetera. Sono coloro che muovono il paese, che producono reddito ed innovazione. Insomma: la famosa parte vitale del paese, quella che produce il surplus su cui vivono gli altri. Questo surplus è la contropartita del rischio, ovviamente, che non è assolutamente né considerato né tutelato né riconosciuto dalle istituzioni. Questo gruppo è totalmente non rappresentato istituzionalmente, a giudicare dai risultati che detta supposta rappresentaza riesce ad ottenere. Zero. Per cui una fetta di questo gruppo cerca di coprire il rischio con l'unico sistema che si ritrova, facile facile, a portata di mano: l'evasione fiscale. E attenzione: questa è endemica e di notevolissimo spessore, rappresentando una enorme massa finanziaria, in talune aree geografiche ben determinate. E no, contariamente a quanto si può pensare, queste aree non sono né la Brianza né il Nord Est né le altre aree e distretti produttivi del Paese in cui si nota effervescenza economica. Sono invece tutte aree poste a Sud di Roma, tanto per capirci. Una seconda parte di questo gruppo tenta di comprire il rischio mediante l'elusione e cioè con una attentissima gestione legale e fiscale delle attività , tali da abbassare il peso esorbitante che lo Stato rappresenta nei loro conti. Insomma: chi può si arrangia. Sono, comunque, tutti velocissimi e iper reattivi, molto più di quanto una qualsiasi amministrazione burocratica potrà  mai sognare di essere, posto che lo desideri... Altra parte di questo gruppo se ne va: trova all'estero, e senza dover andare in luoghi "selvaggi" amministrazioni pubbliche estere che fanno a gara per conquistarne le attività . A pochissimi chilometri, come in Ticino dove in più si parla Italiano, all'Irlanda, alla Spagna. La parte più debole di questo gruppo, i cosiddetti precari, "godono", alla luce di questo studio, delle stesse attenzioni che lo stato riserva ai datori di lavoro: nessune, anzi. Coloro i quali dicono di difenderli e di volerli proteggere, i Sindacati, in realtà  puntano ad una sola cosa: l'abolizione dei contratti di lavoro che ne regolano l'attività . Un po' come se il medico, per curare il male, uccidesse il paziente. L'ostilità  dei sindacati per i "precari" è evidentissima, al di la delle parole. Essi sono una forza lavoro a costi accettabili per le aziende e quindi ricercati, al contrario dei dipendenti classici e ciè di coloro i quali, insieme ai pensionati, sono il vero, unico ed autentico riferimento dei sindacati. Naturale che i meno imbecilli tra i precari abbiano da tempo mangiato la foglia sindacale e si arrangino quindi per conto loro, cercando in tutti i modo di migliorare se stessi e quindi le loro condizioni. Ma si tratta di una lotta dura e senza quartire, in cui i sindacati sono appoggiati dall'INPS che, per principio preso, considera illegittimi TUTTI i contratti a progetto che incontra durante le ispezioni (moltiplicatesi esponenzialmente negli ultimi mesi: occhio!!). Risultato: precario a casa, a gonfiare le fila dei disoccupati, categoria utilissima alla rivendicazione sindacale, al contrario dei precari che, in fondo, un lavoro ce l'hanno.

- la protesta (ma quasi certamente il nome è un altro che non ricordo). Qui ci entrano tutti coloro che non si adattano. E che spesso e volentieri combattono lo Stato, lecitamente e non. I no global, centri sociali, dissenzienti e protestanti di ogni colore e di ogni orientamento. Pure i tifosi del calcio. Per assurdo che possa sembrare questo gruppo, sensibilmente meno numeroso degli altri, gode, al contrario del precedente, di ottime entrature e protezioni, cioè di rappresentanza, all'interno dello Stato, ruolo politico centrale e locale e non solo: pure parte del mondo economico, (quello grande della categoria Garantiti) offre protezioni e rappresentanza dove conta questa categoria.

Il vero problema per Ricolfi, quindi, sta nel fatto che le due categorie più o meno parassitarie del Paese sono quelle che godono della più ampia e capillare rappresentazione e quindi protezione dei loro interessi. Mentre la parte positiva, creatrice e innovativa della società  è, in una parola, vessata e sfruttata dalle altre. E la situazione peggiora sempre di più, tanto che, dopo quest'utlima finanziaria (ma il Prof ha criticato pure le precedenti, per almeno una dozzina d'anni), per lui si rischia di rompere il meccanismo e, quindi, di uccidere la gallina dalle uova d'oro. Se un terzo, quello che conta sotto questo punto di vista, del Paese si trova in netto, perenne e totale contrasto col resto del Paese, che può succedere? Storicamente, in occasioni del genere, si sono fatte "le rivoluzioni". Cosa che molto probabilmente non avverrà  da noi. Ma di sicuro il punto della rottura degli equilibri è vicinissimo, se non già  sorpassato. Urgono interventi pesanti atti a riequilibrare una situazione che, oggettivamente, è patologicamente ingessata sulla difesa dell'indifendibile, cosa che grava oltre ogni limite di sopportabilità , oramai, su coloro che mantengono in funzione la macchinetta, per così dire. Con un ulteriore pessima aggravante, rappresentata dagli esiti della finanziaria in vigore. Il CSX ha vinto le elezioni non solo promettendo di non mettere le mani nelle tasche degli Italiani ma anche, nel contempo, promettendo grande attenzione alla protezione e all'aumento del reddito reale delle famiglie, in special modo di quelle dei dipendenti privati. Cosa che ha certamente avuto il suo peso in cabina elettorale, dal momento che negli scorsi anni mentre i dipendenti pubblici vedevano il loro reddito aumentare più che sensibilmente (due cifre percentuali), al contrario quelli privati sono riusciti - se pure lo hanno potuto - solo a proteggerlo dall'inflazione. Quindi i dipendenti pubblici sono riusciti a mitigare il devastante effetto euro, mentre i dipendenti privati da qualche anno se lo stanno godendo tutto.

Questo potrebbe provocare una sorta di alleanza tra una parte dei garantiti con i detentori del rischio, cosa che potrebbe natruralmente rendere ancora peggiore un'eventuale esplosione.

Ciao
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Infatti, Hellis, il punto non è i due mesi piuttosto che i sei.
È prevedibile e molto italiano, anche se non logico, che un governo concentri il bastone all'inizio e la carota alla fine.
Il problema è: o l'Italia arranca, o non arranca. Non è possibile che ogni governo inizi l'attività  gridando allo sfascio lasciato dal precedente, e poi si vanti di avere raddrizzato la situazione. Da questo punto di vista vendono aria entrambi, a mio modesto parere (ovviamente di più il CSX, di meno il CDX; tu penserai il contrario).
Ovvio che a settembre i soldi non erano finiti per colpa di Giocondo; altrettanto ovvio che però a gennaio la colpa è sua (ma non solo sua: purtroppo ci sono i più realisti del re, o meglio, gli sponsor del re-marionetta).

Federico, interessante l'analisi di Ricolfi (grazie per il riassunto!); potrebbe magari sforzarsi ancora un po' e spingersi indietro ancora di qualche anno. Non avevo dubbi sul fatto che non fosse di tipo Tradizionale, però almeno è a bande orizzontali e non verticali: è già  qualcosa. Di solito tocca sorbirsi i minestroni del tipo "tutti i dipendenti pubblici (o gli imprenditori, dipende dal cuoco) tirano la carretta, la colpa è degli altri", mentre è lapalissiano che fra un cocainomane di Torino e te passi un abisso.

Molto interessante anche l'ammissione sull'evasione fiscale.
Ricordo che la scorsa estate era stata pubblicata un'interessante ricerca che mostrava come la colpa del solito autonomo che non rilascia fattura fosse molto minore rispetto a quanto viene di solito inculcato; se non sbaglio, su circa 400 mld di tasse evase 11 erano addebitabili a questi comportamenti, mentre il resto erano suddivisi fra attività  criminali e lavoro dipendente in nero.
Naturalmente questa indagine era stata messa rapidamente in soffitta senza molti commenti.

Quanto ai protestanti, spero tu non ti sia perso ier sera (sempre a 8 1/2) il sinistro Brutti contrastare le critiche ai centri sociali del poco meno sinistro Sacconi con uno stupendo "Vogliamo rispettare questi ragazzi diversi da noi?": naturalmente il rispetto è invocato solo quando si tratta della soi-disant "meglio gioventù".
Mandi.
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Ragazzi,
vi leggo volentieri ma per problemi di tempo, veramente poco in queste settimane, non riesco a postare.
Mi piace perchè il dibattito, condito da qualche escursus goliardico-gastronomico :D rimane sempre estremamente rispettoso. Bravi! È per questo che il forum di vecio.it è bello!
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Vogliamo rispettare questi ragazzi diversi da noi.

Che meraviglia, che meraviglia! direbbero Ezio&Enzino...

Forse lo hanno detto in un momento di assenza mia, che la trasmissione l'ho vista a pezzettini. Meglio, però, un po' di fegato grosso in meno.

Una frase che conferma appieno le teorizzazioni di Ricolfi: i protestanti hanno le spalle molto ben coperte. Qui, addirittura, da uno che ha le mani ben in pasta e ben profondamente nei servizi segreti italiani.

I ragazzi diversi da noi, invece, dovrebbero iniziare a camminare con le loro gambe, invece che, di riffa o di raffa, farsi mantenere dai contribuenti.

E' qui che cascherà , sperabilmente, l'asino. Secondo Ricolfi i tempi son ben più che maturi perchè l'avvenuta presa di coscienza di sè da parte dei portatori di rischio (con o senza l'apporto dei possibili alleati garantiti) porti a conseguenze che, nelle possibilità , potrebbero anche essere non indolori.

Ciao
Art. Federico
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Luigi ha scritto:Infatti, Hellis, il punto non è i due mesi piuttosto che i sei.
È prevedibile e molto italiano, anche se non logico, che un governo concentri il bastone all'inizio e la carota alla fine.
Il problema è: o l'Italia arranca, o non arranca. Non è possibile che ogni governo inizi l'attività  gridando allo sfascio lasciato dal precedente, e poi si vanti di avere raddrizzato la situazione. Da questo punto di vista vendono aria entrambi, a mio modesto parere (ovviamente di più il CSX, di meno il CDX; tu penserai il contrario).
Luigi
Mah non è vero che sia convinto del contrario di ciò che dici. Credo che sia molto improbabile attribuire l'attuale 'miracolo' al CSX. Sinceramente, in tutta onestà , credo che le aziende non italiane che pensano di investire in Italia, siano per certi versi un pò più tranquille ora. Una politica più filoeuropeista e meno filo americana, la sensazione che si voglia regolare un pò più il mercato, qualche timido passo verso liberalizzazioni vere e non la consegna di monopoli ai soliti amici (sia CSX che CDX in passato), un premier che non ha conflitti di interesse palesi. Per questo c'è un pò più di verve, al momento. Poi vediamo se si stancheranno di stare ad ascoltare promesse.

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