Luigi ha scritto:
Vero. Comunque io non dispero ancora.
Ovviamente, man mano sale il livello della nazionale, più diventa difficile percorrere gli ultimi passi che ci separano dagli altri.
Una nota di colore: ho visto i fisici dei francesi piuttosto sul modello palestrato. Tutt'altra cosa gli inglesi, con certe panze da birra...

Però sono i campioni del mondo, quindi si vede che la medicina ci racconta un po' di frottole in merito.
Luigi
RUGBY
Sei Nazioni, gli azzurri spaventano la Francia ma crollano nel finale
PETER FREEMAN
Non bastano il rispetto e la considerazione degli avversari. Non basta essere stati avanti per quaranta minuti. Non basta avere fatto passi da gigante. Bisogna migliorare ancora, ancora strada da fare prima di raccogliere quei risultati che ormai sono alla portata del rugby italiano. A Parigi finisce 37 a 12 per la Francia, cinque mete a zero per i coqs, di cui quattro segnate negli ultimi venti minuti del match. Per gli azzurri i calci piazzati e un drop di Ramiro Pez, sempre preciso dalla piazzola, ma soprattutto quasi un'ora giocata alla pari, prima di un crollo mentale prima ancora che fisico. L'Italia è passata in vantaggio al 15' del primo tempo, quando una punizione di Pez ha portato gli azzurri sul 6 a 3, ed è rimasta davanti ai francesi fino al 17' della ripresa, colpa di un errore su calcio di spostamento di Stoica che ha permesso a Castaignede di avviare un'azione conclusa in meta da Nyanga. 16 a 12 per i padroni di casa. Pochi minuti dopo l'arbitro ha punito Del Fava con un cartellino giallo, e lì la Francia si è trovata davanti un'autostrada aperta: mete di De Villiers (26'), Rougerie (37') e Michalak (39'). Black out Italia.
E' un risultato bugiardo, se volete, perché la Francia non ha affatto meritato quei 25 punti di scarto. Ma quando si gioca il Sei Nazioni bisogna sapere: a) che i propri errori si pagano cari; b) che gli errori avversari vanno puniti senza pietà . La prima regola la conosciamo a memoria. La seconda no, dobbiamo ancora memorizzarla. Altri punti deboli da correggere: la touche (12/17) che continua a regalare palloni agli avversari, i ricicli non abbastanza precisi, e i calci tattici, quelli che devono servire a spostare il gioco e conquistare terreno e non invece a regalare agli avversari opportunità per riattaccare.
Anche ieri la Francia ha lasciato piuttosto perplessi. Se continuano di questo passo, il Sei Nazioni se lo scordano, i transalpini. Certo, molto è merito degli azzurri, feroci in difesa e sufficientemente lucidi nel riaprire il gioco. I francesi, si sa come sono: quando gli gira male, si innervosiscono, perdono lucidità , vanno nel pallone. E si incazzano. Esattamente come ieri: subito avanti con un piazzato di Elissalde, poi il marasma e la confusione. Palloni buttati via, sofferenza nelle mischie aperte, enormi difficoltà di organizzazione. Azzurri invece precisi come chirurghi: conquista della palla, avanzamento, calci di punizione sfruttati al meglio. Al 7' il pareggio, poi al 15' e al 21' altri due piazzati di Pez tra i pali. Meta di Lievremont e Francia che si porta a un punto, ma l'Italia allunga ancora con un drop di Pez che gela lo Stade de France. Si va al riposo con gli azzurri in vantaggio per 12 a 8. Inaudito.
Voi capite lo stato d'animo. In vantaggio a Parigi. I francesi basiti. Nessun cenno di riscossa, anzi. Rugby-champagne annacquato (pessima vendemmia, quest'anno) e improvvise voragini da colmare nelle proprie solide convinzioni. Si riparte e la Francia spinge, conquista per due volte un calcio di punizione a ridosso dei 22 metri. Vogliono la meta, i bleus, e dunque cercano la touche a un passo dalla linea di meta. Roba semplice: prendi l'ovale e lo calci in rimessa. E invece no, loro lo calciano direttamente a fondo campo. Ovale in mano azzurra. Quel horreur! Ecco, è qui che l'Italia doveva affondare il coltello. Aveva l'occasione per sbranarli, quei presuntuosi. Doveva fargli male: sarebbero bastato poco. Ma vai a sapere che gli è passato per la testa, ai nostri. E sia. Attendiamo la riscossa. Tra due settimane. Con il Galles, a Cardiff.
Nel pomeriggio grande sorpresa a Edimburgo, dove la Scozia ha superato l'Inghilterra 18-12