L'esempio di Luigi (la Guerra d'Etiopia) calza a pennello (aggiungerei oltre al petrolio, i trattori caterpillar e i camion Ford, senza i quali...la lettura di Fronte Sud dell'allora Gen. Graziani è illuminante al proposito. Le sanzioni, insomma, erano - da parte USA - un bel colabrodo) e si riferisce ad un periodo nel quale la politica Estera USA era saldamente in mano al Governo di quel Paese. O quantomeno molto, ma molto!, più di adesso.alex2000 ha scritto:...
Fammi un esempio in cui questi due Paesi hanno usato il petrolio come arma contro un qualsiasi alrto Paese del Mondo, fosse anche uno dei Paesi definiti "canaglia"!
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Ciao
Alex da Livorno
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Oggi non è più così: ci sono forze supergovernative che agiscono in questo senso. E pongono i loro affari davanti a tutto. Non si sentono legati ai destini di una Nazione, qualunque sia, ma al contrario usano le nazioni per il loro interesse. Il quale è rappresentato dalla loro scomparsa ché esse, ai loro occhi, null'altro rappresentano se non ostacoli.
L'esempio più recente, è presto fatto: il petrolio a 150+ U$ al barile non era dovuto a nessuna, ripeto: nessuna, motivazione legata a maggior domanda di prodotto né - quel che è peggio - a motivazioni di politica estera, nemmeno quella USA. Si è trattato di una bolla speculativa immane, che ha messo in ginocchio un bel pezzeto di mondo, per soddisfare l'esclusivo interesse di alcune centinaia di persone e qualche decina di finanziarie. Si trattava di investire proficuamente le masse di danaro che, alla chetichella, stavano fuggendo da alcuni settori che di lì a non molto sarebbe implosi, trascinando nel gorgo l'economia mondiale.
Il petrolio è stato quindi usato come un arma: si sono succhiati miliardi di dollari dalle tasche della gente, americani compresi, anzi in primis, proprio mentre gli USA avevano bisogni di spendere meno per le loro guerre. E il Governo USA non ha potuto farci niente. E i giochi si facevano proprio lì, a Wall Street.
E' un po', elevata alla potenza, la situazione dell'ENI di Mattei. Le forze in gioco sono di tutt'altra magnitudine, ma il concetto di fondo è il medesimo: chi è che comanda? Chi la fa la politica - estera in questo caso - di una Nazione? L'ENI o il Governo Italiano (pur retrocesso a livello di governatorato coloniale)? La Lobby e i suoi amici di Wall Street (sì, proprio quella Lobby) o il Governo USA? Mattei sarà pur stato un Grande, non lo nego affatto. Ma il concetto di fondo è un altro: il suo agire fu spesso in contrasto con quello del Governo, democraticamente eletto. Il fatto è, detto incidentalmente, che egli aveva ragione, e il Governo torto (stendiamo un velo pietoso sui motivi del torto). Eppure rimane il concetto di fondo: l'ENI dovrebbe seguire la politica del paese, e non agire per conto suo.
Il che mi porta ad osservare che è stata più e più volte menzionata la democrazia. Ebbene a me piacerebbe che ci si rendesse conto che la democrazia, oggi come, non da oggi, è equivale a mero flatus vocis. A parte il fatto che il criterio su cui si basa, puramente quantitativo anzi: numerario e cioè la maggioranza, non è motivo sufficiente per far sic et simpliciter delle sue deliberazioni qualcosa di corretto - men che mai giusto - siamo oramai anni luce dal concetto di democrazia. Basta che vi andiate a dare un'occhiata alle reazioni, e alle proposte soluzioni, che definirei belluine, circa il referendum sull'UE in Irlanda. Possono esse essere definite democratiche? Ci sono qualche milione di cittadini "europei" che non ne vogliono assolutamente sapere di cedere altra loro Sovranità ad un entità di cui non si ha nessun controllo. Essi, democraticamente, dicono di no.
Ora, in vista di ciò: in base a quale criterio la democrazia è per forza migliore di altri sistemi di governo?
PS: la celebre massima dell'albionese col sigaro non vale come risposta
