Luigi ha scritto:Federico ha scritto:Rispondo alla tua curiosità , Luigi.
Grazie

.
In realtà non è che volessi parlare di questioni "meteo-fisico-chimiche"

, ma solo vedere se mi fossi spiegato male io nel mio primo intervento, in cui, e solo per fare un esempio, avevo tirato in ballo la questione del riscaldamento della terra, che non so come si era poi "transmutato" successivamente nel problema dell'assottigliamento della fascia di ozono, problema quest'ultimo serio e provato da vari risultati sperimentali.
Risultati che, come hai notato tu, non esistono per quanto riguarda l'aumento della temperatura terrestre; anzi, ricerche condotte con i metodi dell'analisi geologica (perchè, appunto, la meteorologia è scienza piuttosto giovane ed "immatura") hanno mostrato come l'aumento dell'anidride carbonica sia sempre stato successivo all'aumento di temperatura.
Il che significa che gli USA non hanno tutti i torti nel non voler ratificare il trattato di Kyoto sulle riduzioni di CO2 nell'atmosfera, contrariamente a quanto cercano di farci credere gli eco-integralisti.
Che poi era l'unico scopo per cui avevo parlato della questione, cioè per dimostrare come prima di giudicare sia sempre meglio approfondire le proprie conoscenze.
Riguardo alla teoria dell'evoluzionismo, confesso la mia ignoranza, salvo che su un punto: da appassionato, mi trovo purtroppo spesso a sentire di una psedo-discendenza dei nostri cani domestici dal lupo attuale, quando invece al massimo si tratta di cugini, cioè di animali diversi ma con antenati identici.
Non è che la stessa cosa valga per uomini e scimmie, e la presunta discendenza dei primi dalle seconde sia una versione "addomesticata"?
Mandi.
Luigi
P.S.: chi sono (od erano) i Dogon?
Prego
Sull'evoluzionismo: se fosse come dici, cioè, se ben capisco, che ci fosse nella notte dei tempi un antenato comune a uomo e scimmia si dovrebbe ipotizzare che la discendenza di questo si sarebbe da una parte "evoluta" (nel senso di "migliorata") giungendo all'uomo, dall'altra "involuta" (nel senso di "peggiorata" giungendo alla scimmia. A me suona strana la cosa, ma penso che sia proprio quello che si ipotizza (sottolineo ipotizza). Nemmeno io sono un esperto in materia, quello che so è che archeologi e soprattutto paleontologi stanno cercando da decenni il cosiddetto "anello mancante", cioè un fossile che mostri lo stadio intermedio tra quadrumane e primate se non ho capito male. Dovrebbe, se ho capito bene, essere una specie di "papà " di Lucy, il famoso schelettro trovato in Africa di cui si dice sia il nostro più vecchio, o uno dei più vecchi, antenato fino ad ora scoperto.
Anche se lo scoprissero, se cioè riuscissero, al di là di ogni dubbio, a ricostruire la catena completa dei nostri predecessori, rimarrebbe da spiegare una cosettina abbastanza curiosa.
Negli ultimi anni sono state condotte parecchie ricerche su larga scala circa la genetica delle popolazioni e a confrontarne i risultati con quelli ottenuti da simili ricerche effettuate su popolazioni di primati, scimpanzè (i più geneticamnete simili a noi) soprattutto. Sorpresa: si è scoperto che uno scimpanzè è più geneticamnete diverso da un suo simile dello stesso gruppo di quanto voi od io lo siamo rispetto a qualsiasi altro essere umano sulla Terra. Strano, perchè prova che l'uomo è giunto davvero ad un passo dall'estinzione, e nemmeno tanto tempo fa (si parla di tempi "geologici" naturalmente). Ci si aspettava (evoluzionisticamente parlando) che le differenze fossero molto ridotte, in base alla teoria dell'evoluzione, invece la varabilità genetica degli scimpanzè è infinitamente superiore a quella dell'uomo.
Altre ricerche hanno confrontato gorilla, scimpanzè, uomo e DNA fossile di Uomo di Neanderthal. Stesso risultato: gli uomini, rispetto a tutti gli altri, sono molto ma molto più simili tra di loro. Il che, tra il resto, li rende anche un bersaglio più facile per le malattie.
Gli scienziati, per cercare di spiegare questa stranezza, ipotizzano un qualche evento che spazzò via dalla faccia della terra quasi tutto il genere umano. Noi saremmo i discendenti dei pochissimi sopravvissuti. Quale sia questo evento, a tutt'oggi non si sa.
Altre ricerche, basate sullo stesso principio della variabilità genetica, hanno provato a cercare l'età dell'uomo, cioè a cercare di sapere da quanto tempo il genere umano, così come lo conosciamo, viva sulla Terra. E qui le soprese sono state, se possibile, ancora più incredibili.
Sono stati analizzati i cromosomi Y di una quarantina di maschi umani provenienti da tutta la terra e di differente background etnico. Il risultato è incredibile: nei loro cromosomi non è stata trovata alcuna differenza. Geneticamente parlando, essi sono praticamente identici il che porta a datare la loro presenza sulla terra a non più di 27.000 anni fa, quando visse il loro progenitore comune (un singolo individuo, non un gruppo di persone). Perplessi da questo risultato sorprendente, altri genetisti si proposero di approfondire la cosa ed analizzarono un campione più ampio (soprattutto ampliarono, di parecchi fattori, la "base" di coppie di nucleotidi del cromosoma Y da anlizzare, mantendo la differenza di origine dei soggetti analizzati). Risultato: età minima 37.000 anni, età massima 49.000. Ci si era spostai, ma non di molto. Come mettere in relazione, oltretutto, questo risultato con il supposto antenato, l'Homo Erectus, che visse sulla Terra tra 0,5 e 1,5
milioni di anni fa?
Nel frattempo altri scienziati avevano analizzato, con le stesse tecniche, l'altra "metà del cielo"

e cioè le donne. Siccome esse non hanno cromosoma Y (che fu preso in considerazione per gli uomini dato che è, ovviamente, di sicura provenienza paterna, cioè maschile) venne analizzato per loro il DNA mitocondriale che si sa essere di sicura provenienza esclusivamente materna, cioè femminile. Risultato: sorpresissima! si risaliva, per giungere alla comune antenata (un singolo individuo che gli scienziati hanno soprannominato "Eve"), di qualche centinaio di migliaia di anni, almeno un paio.
Si sa quindi che l'antenato comune maschio, nostro "Nonno", ha al massimo circa 50.000 anni, mentre la nostra "Nonna" ne ha almeno 200.000. Risultati un po' contrastanti no?
Qualcuno, ma qui si è nel campo delle supposizioni, quasi delle
boutade (ma è poi così?) ha fatto notare che il racconto Biblico del Diluvio Universale e di Noè si sposa alla perfezione con quanto trovato dagli scienziati nel nostro DNA. Noè si imbarcò sull'arca portando sua moglie, i suoi figli (solo maschi) e le mogli di questi. Dopo il Diluvio, secondo la Bibbia (ma altre leggende di altri popoli presentano racconti paragonabili), essi, unici sopravvissuti, ripopolarono la Terra. Ma mentre le femmine del gruppo non erano imparentate fra loro e potevano far risalire il loro corredo genetico fino alla Eva della Creazione, i maschi erano tutti figli di Noè e solo fino a lui potevano far risalire il loro corredo cromosomico, facendone partire le variazioni da quel punto.
Curioso no, che nella Bibbia (e non solo) si trovino delle corrispondenze così marcate con la verità scientifica di noi moderni.
Saluti
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86