Lorenzo ha scritto:L'antiamericanismo è di moda più che mai, mi spiace contraddirti.
Se intendi che, oggi più che mai, si deve essere antiamericanisti, mi trovi d'accordo (o forse no).
Se però intendi che, rispetto a qualche anno fa, è aumentato il numero di coloro che assumono tale posizione, non mi sembra proprio sia così. Basta pensare a cosa è diventata quasi tutta la sinistra italiana, e come si è ridotta la gran parte della destra. Entrambe, fino alla fine della guerra fredda, erano infatti percorse da forti correnti anti-statunitensi, o per lo meno non erano prone su un filo-atlantismo talmente servizievole da scadere nel ridicolo.
Se consideri anche soltanto un Napolitano o un Fini, hai un chiaro esempio di cosa intendo. Sia per la mutazione del pensiero, sia per il ridicolo.
La cosa interessante, come hai notato, è che sono proprio i fatti nella loro globalità che dovrebbero portare su determinate posizioni. Se cinque o sei anni fa, su questo forum, scrivevo quello che scrive adesso Alex - solo che io lo facevo decisamente meno bene - è solo perchè avevo informazioni parziali e/o errate. Avendone di migliori, come nel tuo caso anch'io mi son purtroppo dovuto ricredere (per cui, incidentalmente, osservo che forse l'accusa di scarsa lucidità è un po' ingenerosa. Penso che anche nel suo caso si tratti solo di
intelligence approssimativa

).
Quanto a Roma
"Caput Mundi" e al baluardo, il problema è naturalmente complesso. Non è comunque solo il Vaticano, e non è tutto il Vaticano (soprattutto dal 1960 in poi).
Prima di questo - come premessa, se vuoi - c'è l'idea imperiale di Roma. Il diritto e la pace (cioè la tranquillità nell'ordine, per dirla con S. Agostino) garantiti a genti diverse, che proprio perchè rispettate nella loro specificità aderiscono poi sentitamente al progetto comune, e sono - nelle ore buie dell'Impero - l'ultimo baluardo di questo (basta pensare a Ezio e Stilicone).
È l'idea imperiale che poi, completata e perfezionata dal Cattolicesimo, si ritrova tanto nel millenario Sacro Romano Impero - che a dimostrazione della capacità di integrazione era anche "della Nazione Germanica" - quanto nella Spagna Asburgica, laddove bastava ad unire popoli e genti diverse la Fede nello stesso Dio e la fedeltà allo stesso Re.
Questa capacità di unione - che però non era omologazione - è dimostrata dal fatto che le genti della penisola sentivano spagnoli o austriaci non come stranieri, tanto che per i quattro secoli ricordati soldati e condottieri italiani versarono sangue sotto le bandiere tanto dei
Tercios quanto dei Reggimenti Imperiali, da Lepanto fino ai campi della Galizia nella Grande Guerra.
Dove sono ora i Montecuccoli, gli Spinola, i principe Eugenio che guidano soldati statunitensi sul campo di battaglia? Io non ne vedo. Anzi, laddove ci sono comandi "europei" spesso gli USA sottraggono a tale giurisdizione i loro soldati (vedi la Somalia, vedi l'Afghanistan); quando non pretendono di fare tutto da sè.
Perchè l'Occidente non è un impero, ma una parodia di impero. O forse un'anti-impero, che come hai ben descritto umilia e annichilisce tutto ciò che è autonomo e diverso e libero, omologandoci fin nel modo di vestire o mangiare.
E tutto questo nel disordine del "totalitarismo della dissoluzione" - altro che "tranquillità nell'ordine" - per cui sarebbe da introdurre la questione del
Katechon.
Ma direi che siamo già fuori abbondantemente, rispetto al nucleare coreano
Osservo solo che in questa ottica o Roma è il baluardo, o il baluardo non è più. Con tutto ciò che ne consegue.
Mandi.
Luigi