Parlare del 25 aprile è ancora oggi come attraversare bendati un campo minato in piena notte!
Da tutte le parti (come d’altronde tante cose in questo Paese) si ragiona secondo la convenienza politica attuale, non siamo ancora in grado di dare un analisi imparziale e storica di quelle giornate.
Farò anch’io le mie osservazioni, sebbene sia cosciente che discussioni di questo tipo non si esauriscono in pochi interventi ma richiederebbero analisi approfondite, anche perché questa data è storicamente legate a quelle precedenti e soprattutto a quella infausta dell’8 settembre.
Innanzitutto riconosco che il 25 aprile è la “Festa della Liberazione”, ovvero il giorno assurto a simbolo della sconfitta dell’invasore che aveva occupato il nostro Paese ed aveva imposto il suo arbitrio, pur instaurando un parvenza di governo quale fu la Repubblica di Salò.
Detto questo, aggiungo che la liberazione dell’Italia è stata compiuta ad opera degli Alleati e non da altri, la Resistenza (pur fondamentale e positiva per aver risollevato un popolo dallo sfascio dell’armistizio) ha dato il suo contributo di sangue (55 mila su tutti i fronti ed oltre 22 mila mutilati ed invalidi) ma è lapalissiamo, anche per chi non è esperto di storia e tecnica militare, che da sola sarebbe stata facilmente messa a tacere.
Sempre dopo l’8 settembre, i militari italiani deceduti sul campo di battaglia e nei campi di internamento tedeschi, furono ben 85.000, ma di questi, tolto Cefalonia e qualche altro episodio, ben poco generalmente se ne parla (forse perché non avevano colore politico).
E che dire dei paracadutisti italiani, due centinaie, che il 20 aprile 1945, a guerra oramai volta alla fine, non esitarono a lanciarsi alle spalle dei tedeschi, fra Mantova, Ferrara e Modena, lasciando ancora una volta un tributo di sangue. Ma si sa i paracadutisti all’epoca ed ancor oggi sono tacciati come fascisti, quindi perché ricordarli? Eppure uno dei Caduti degli ultimi giorni era un diciannovenne abruzzese, Amelio De Juliis, partigiano e poi arruolatosi volontariamente nello Squadrone “F”, brevettato paracadutista proprio per partecipare all’azione che gli sarebbe costata la vita, sacrificandosi per tentare di difendere il suo Comandante, una delle ultime e forse la più giovane Medaglia d’Oro al Valor Militare di quella guerra.
A Bologna insieme ad inglesi e polacchi (polacchi che prima di venire in Italia e morire anche per noi, erano prigionieri in Unione Sovietica, catturati nel 1939 quando la Polonia fu attaccata insieme, e ripeto insieme, dalla Germania di Hitler e dall’Urss di Stalin!) entrarono anche i soldati italiani della Friuli, i bersaglieri e gli alpini della Legnano (ma l’alpino Maggiore De Cobelli cadde prima di arrivare alla città ), a Venezia entrarono i fanti della Cremona, i paracadutisti del Nembo ed i marò del San Marco erano anch’essi alle porte di Bologna.
Ma poco si vuole parlare di questa coralità della Liberazione d’Italia, per tanti troppi anni è stata sfruttata questa giornata a fini puramente politici, anche quest’anno nella mia città le celebrazioni conservano questo carattere di parte, ho visto il programma della manifestazioni, letto i nomi delle “autorità ” e di chi rappresentano: ebbene niente che voglia essere un ricordo, una memoria storica di quel fondamentale periodo della nostra storia, ma un tutto indirizzato in prospettiva ad una politica elettoralistica.
Dal 26 aprile la “Liberazione” è poi diventata uno strumento politico di parte, un mezzo da sfruttare per raggiungere il potere da parte della sinistra ed un mezzo da sfruttare per il proprio tornaconto da parte della gente comune.
Come nel 1926 o giù di lì, tutti corsero ad iscriversi al Partito Fascista, tanto che il partito stesso dovette bloccare le iscrizioni (ma intanto i partecipanti alla marcia su Roma erano decuplicati a posteriori), così dopo l’insurrezione dell’aprile 1945 tutti divennero partigiani.
Come testimoniato e scritto dal ViceComandante della 106^ Brigata Garibaldi (la formazione nella quale militava anche Paolo Caccia Dominioni), la forza della brigata prima del 25 aprile era di 310 uomini, dopo diventò di 1320 e quanto proliferare di post Comandanti, post Vicecomandanti e post commissari e relative prebende!
La realtà è che dietro alla giusta lotta per liberare la Patria, c’era anche la lotta per imporre, dopo, un regime socialista di stile sovietico, ne è prova il fatto che la struttura militare comunista non fu affatto smantellata (premetto che mio padre è stato partigiano veramente combattente in una Brigata Garibaldi nella zona Metauro-Montefeltro e, per sovrappiù, dopo il passaggio del fronte sminò tutta la statale che da Bocca Trabaria scende a valle verso Urbino, aspetta sempre un grazie dallo Stato!) ma furono emanate direttive affinchè fossero consegnate solo le armi meno moderne come i fucili ed invece nascosti i mitra e le mitragliatrici. Esiste una relazione commissionata dalla Commissione Stragi del Parlamento italiano nel 1998 (notare bene la data) che mette in luce che per almeno un decennio, dal 1945 al 1955, rimase altamente attivo e pronto un apparato paramilitare per sovvertire le istituzioni in Italia, apparato nato dalla struttura che aveva combattuto la guerra partigiana.
Due righe, oggi 25 aprile, anche sui ragazzi di Salò, quelli che hanno combattuto e sono morti dalla parte sbagliata. Andate in libreria e comprate un saggio ed un romanzo autobiografico entrambi di Carlo Mazzantini: “I ragazzi andarono a Salò” e “A cercar la bella morte”. Capirete molte cose, quelle che nessun politico, nessun fazioso, potrà e vorrà mai dirvi, di qualunque parte esso sia.
Mazzantini si arruolò a 18 anni dopo l’8 settembre per andare a combattere gli Alleati e si ritrovò invece in piena guerra civile ad ammazzare per non essere ammazzato. Lui punta il dito sui “cattivi maestri”, quelli che da bambino, da ragazzo, da adolescente, gli avevo spiegato che il Duce ed il fascismo erano tutto, ciò che di meglio si poteva avere! Gli stessi “cattivi maestri” che, cambiato il vento, non esitarono a saltare il fosso e diventare antifascisti (della prima ora?), a proclamare che i fascisti, anche i ragazzini come Mazzantini dovevano essere ammazzati senza pietà ! Oggi un diciottenne può leggere quello che gli pare, fare quello che più gli piace, formarsi delle idee, subire le idee di quello e di quell’altro, insomma vive in una realtà aperta ad ogni dibattito, ma allora quei ragazzi non avevano nessun metro di paragone, al momento delle scelte uno poteva benissimo andare a Salò come in montagna, non crediate che la distanza fosse poi così abissale come vogliono farci credere. Tanto per fare un esempio, Dario Fo si arruolò volontariamente, e ripeto volontariamente, nei paracadutisti di Salò (ora dice perché la scuola era vicino a casa sua, io sono perplesso perché se lo fai per evitare danni maggiori non ti arruoli nei paracadutisti, che erano fra i reparti più impegnati al fronte ed anche più malvisti, ma cerchi di andare nella contraerea od in qualche altro reparto di leva obbligatoria).
La maggior parte dei ragazzi di Salò combatterono e morirono per l’Italia ed a loro deve andare il nostro rispetto ed il nostro ricordo, fra tutti ai bersaglieri al confine orientale che arresesi ai “titini” alla fine della guerra furono immediatamente passati per le armi.
E non ditemi che veniva fatto così anche per i partigiani, tutti i partigiani sapevano benissimo che se catturati sarebbero stati giustiziati immediatamente per le armi poiché combattenti senza divisa e quindi considerati come spie e quinte colonne (i sabotatori/informatori di Salò che agivano dietro le linee alleate, catturati, furono giustiziati come previsto dalle Convenzioni, esistono i filmati americani in proposito). Tutti lo sapevano ma avevano scelto di correre il rischio e combattere.
Per la questione “foibe” devo contraddire Hellis, non è assolutamente vero che le foibe sono nate come ritorsione slava a presunti eccidi delle truppe di occupazione italiana. Questo è un classico esempio della “disinformazione” in cui sono sempre stati maestri i paesi comunisti, le foibe sono state uno strumento di pulizia etnica ante litteram per far fuori senza tanti discorsi l’etnia italiana e soprattutto i membri più importanti e significativi della comunità (tanto è vero che a Trieste finirono infoibati anche esponenti partigiani comunisti non allineati alle mire annessionistiche titine).
Questa disinformazione fa la pari con quella che vuole tutti gli istriani fascisti (e così vennero accolti in Italia ed in particolare in Emilia, quando dovettero lasciare i loro paesi natali), a me sembra inverosimile solo per il fatto che gli abitanti di Pola che nel 1947 esiliarono furono ben 30.000 su 34.000! A Venezia fu fischiata dai comunisti anche la salma di Nazario Sauro, anch’essa esiliata !
Ci sarebbe poi la questione Porzus …………… .
Ci sarebbero moltre altre cose, ad esempio mi verrà rinfacciato che non ho parlato delle “colpe” della parte avversa ma credo che certe cose vergognose, inumane ed ingiustificate quali: le leggi razziste del 1938, la sciagurata entrata in guerra per “qualche migliaio di morti da portare al tavolo della pace”, i lutti e le distruzioni della guerra, lo sciagurato operato del Re e del Governo dell’8 settembre (posso capire Mussolini ma non capirò mai un Badoglio, un generale buono per tutte le stagioni, un generale che abbandona le sue truppe alla mercè dello straniero irato per il “tradimento”!), le stragi di civili, la violenta guerra civile, siano talmente evidenti che ho preferito puntare il dito sulle cose che non si vuole siano conosciute, diffuse e capite!
Mi inchino a Jolly di cui condivido il perfetto intervento sopratutto al riguardo delle foibe.
intervengo solo per dire che salvo (sempre possibili) errori il piu' giovane caduto insignito della Medaglia Oro Valor Militare dovrebbe essere:
Bresciani Sergio 3° Articelere caduto in Nord Africa 16 anni.
motivo del conferimento
Avanguardista sedicenne, fuggito di casa per accorrere sul fronte libico, portava nella batteria che lo accoglieva la poesia sublime della sua fanciullezza eroica. Sempre primo nel pericolo, rifiutava qualsiasi turno di riposo, riuscendo in ogni occasione di superbo esempio ai camerati più anziani. Durante una giornata particolarmente aspra, in cui il suo reparto veniva sottoposto a violentissimo tiro di controbatteria, in qualità di tiratore dell'ultimo pezzo rimasto efficiente, in piedi continuava a sparare fino all'ultimo colpo al grido di: “Viva il 3 Celere “. in altra azione di guerra, colpito dallo scoppio di una mina che gli recideva una gamba, sopportava con stoica fermezza la medicazione e, prossimo alla fine, pronunciava stupende parole di amor patrio, rammaricandosi di doversi separare dal reparto e dai compagni. Splendida figura di eroe fanciullo, simbolo purissimo della virtù della gente d'Italia. — Marmarica - Egitto (A.S.), marzo - dicembre 1941; maggio - settembre 1942.
A parte un pizzico ma giusto un pochino di retorica nella motivazione credo che anche loro siano da ricordare piu' degnamente e non con un 4 novembre che la maggior parte della gente manco sà cosa sia.
Come promesso vi mando anch'io la mia opinione riguardo al 25 aprile.
Oggi tutti hanno commemorato l'epopea della Resistenza, nei discorsi ufficiali pieni di retorica si sprecano i soliti discorsi sui meriti dei partigiani,.... e nessuno si ricorda di chi - volente o nolente - stava dall'altra parte!
E guai a mettere in discussione tutto ciò: la storia ufficiale ci insegna che i partigiani erano tutti santi, mentre i repubblichini ovviamente erano tutti sanguinari, torturatori, fanatici....
Poco importa se molti giovani scelsero Salò non perchè erano fascisti o servi dei tedeschi, ma perchè avevano un altissimo senso dell'onore che impediva loro di accettare il tradimento dell'8 settembre. O ancor meno importa se tanti altri giovani si arruolarono perchè costretti, pena ritorsioni contro le loro famiglie. Nulla conta l'eroismo di tanti giovani, consapevoli di aver ormai perso la guerra, ma che non per questo si sono tirati indietro. Stavano dalla parte sbagliata, e tanto basta per screditarli in eterno.
Dal 43 al 45 si consumò in Italia una vera e propria guerra civile, e come in tutte le guerre civili l'odio e la crudeltà erano presenti da ambo le parti. Le nefandezze non le commisero solo i repubblichini, anche i partigiani ebbero la loro parte. Ma la cosa più grave è che al termine del conflitto, quindi in tempo di pace, molti partigiani poterono dare libero sfogo alle loro vendette: qualcuno si ricorda qual era il trattamento riservato alle ausiliarie? vi dice niente l'eccidio di Schio? Come finivano i soldati della RSI che si arrendevano già lo avete ricordato voi. E di tutto ciò cosa si legge nei libri di scuola: NIENTE! Tutto è stato messo a tacere per non adombrare i meriti dei "liberatori". Questa è secondo me una grande ingiustizia.
Poi, come voi avete ricordato, c'è il discorso di come questa celebrazione sia stata strumentalizzata dai comunisti. Tanto per dirne una, ho assistito alla celebrazione del 25 aprile a Trento l'anno scorso: ebbene oltre alle solite autorità c'era soltanto un codazzo di "autonomi" con le solite bandiere rosse di Che Guevara ed il solito armamentario di slogan: cosa avessero a che fare con la Resistenza non si sa! Se fossi io un partigiano sarei il primo a mettermi le mani sui capelli!
Adesso sapete perchè non considero il 25 aprile una festa nazionale e perchè oggi non ho appeso la bandiera come faccio il 4 novembre ed il 2 giugno.
Siamo d'accordo su alcuni temi.
E sia... sulle foibe non sono documentatissimo, comunque sia è stato e resta un delitto peraltro vergognoso.
Ho pure scritto anch'io che tante persone si sono "ritrovate" dalla parte sbagliata.. e aggiungo che allora decidere quale fosse la parte "giusta" non era certo così facile. Lo sport di saltare il fosso all'italiana doveva essere una cosa quotidiana, ma allora si parlava di vivere o morire, oggi lo si fa per molto meno.
Ho anche aggiunto che pure la parte "giusta" si è certamente macchiata di delitti, e che non ha senso dividere gli italiani di allora in buoni e cattivi.
Aggiungo che la Resistenza Italiana, per quanto eroica potesse essere, non sarebbe giunta da nessuna parte senza l'aiuto americano.
Non sto smorzando i toni, sono dati di fatto oggettivi e sarebbe sciocco arrocarsi su posizioni non sostenibili.
Presentarsi alla Festa della Liberazione con la bandiera di Che Guevara, magari portato dai famosi "cittadini del mondo" resta un'eresia.
Il 25 aprile è una festa che appartiene alla Repubblica Italiana a mio modo di vedere.
Ma detto questo, restano anche le persone di sinistra. Che non sono tutte come quelle che voi descrivete. Anzi. Allora che facciamo? ..anzi che fate? io sono comunista quindi sto dalla parte "sbagliata". Mandate fuori dall'Italia i comunisti perchè mangiano i bambini? Bisogna procedere ad una epurazione? Le persone di sinistra non sono tutte sciocche o tutte furbe.. non sono tutte incivili o sante.. non sono tutte antistataliste o salvatori della società .
Oggi arriviamo a toni di reciproca insofferenza che 15/20 anni fa non esistevano. Perchè? io trovo assolutamente normale che ci si possa trovare d'accordo anche su questioni politiche, o su qualsiasi altro piffero di argomento. Invece no, pare che non si possa. Bisgona sempre arrivare allo scontro. E' questo astio che non condivido e non sopporto: gli "altri" sono sempre i cattivi e "noi" siamo sempre i buoni.
Forse allora, ai tempi della vera Resistenza, era una cosa normale e comprensibile.. c'erano di mezzo morti, sciagure, drammi.. ma oggi perchè siamo dovuti tornare ad un odio viscerale?
Penso che i comunisti italiani abbiano scheletri nell'armadio, così come hanno meriti per il contributo che hanno fornito insieme agli "altri" nel far nascere la nazione Italia... ed è così per tutte le forze politiche storiche.
Il 25 Aprile non è la festa della sinistra.. forse gli si addice meglio il 1° Maggio (anche se non è proprio così nemmeno per quello).
Ma il 25 aprile è il giorno della Liberazione, non dei caduti alle foibe che pure pesano come un macinio sulla storia d'Italia. Non è il giorno per commerare i civili massacrati sull'Italicus, o in piazza Fontana, o alla stazione di Bologna.
Allora che forza italia o Alleanza Nazionale partecipi con le proprie bandiere alle manifestazioni!! ..perchè non lo fa?! Ci vada! sono Italiani come e quanto i comunisti! Un certo Montanelli, non certo comunista, era un viscerale antifascista! perchè non doveva partecipare alla festa per la Liberazione dell'Italia?!
Sinceramente penso che al piduista ridens non glie ne freghi un cazzo di 25 aprile, 2 giugno etc etc.. gli importerebbe solamente nel momento in cui potrebbe diventare un business.
Ma Fini perchè non va?! è da lui, uomo di Stato, che mi aspetto una rivendicazione di Italianità . Lo vada a dire ai "sinistri" con la bandiera rossa che anche loro, a modo loro certo, sono per una Italia libera e che essere di destra non significa approvare in toto l'operato di Mussolini.
Di qui sorgeranno certo polemiche. Ma tante persone, come me, penseranno che la destra odierna è una destra moderata.
Parliamo di 25 aprile ma in realtà si parla di cose ben più complesse.
Molti di voi non vorrebbero in Italia i "sinistri" come me. Molti sinistri non vorrebbero in Italia voi destri, e molti altri ancora non vorrebbero un'Italia.
Io vorrei un'Italia dove esistano destra e sinistra, e dove dei briganti mediatici non possano sedersi in Parlamento e fomentare l'odio.
Buon 25 Aprile a tutti
Magari Hellis se le manifestazioni non fossero monopolizzate da sinistri ci andrebbero anche i destri, ma se attualmente fischiano e non fanno parlare neanche Pezzotta che ieri a Milano rappresentava tutti e tre i sindacati solo un povero idiota ci si ficcherebbe dentro di sua spontanea volontà .
Fini era proprio il personaggio di cui parlavo che è stato criticato per essere andato al cimitero americano.
Altro esempio sulla libera festa del 25 aprile ieri in un comune in provincia di Bergamo ha organizzato (grazie alla presenza in zona di un gruppo di appassionati di veicoli storici) una manifestazione con tanto di mezzi storici tra i quali uno Sherman e camion d' epoca, apriti cielo l' associazione partigiani non ha partecipato (perchè? gli toglievano i meriti?), esagitati di rifondazione con striscioni contro la guerra preventiva infinita (sig!!! che azzo c'entra) sono quasi arrivati allo scontro con le persone sul palco "personalità ".
p.s. mica male l'idea di esportare i sinistri, potrei organizzare
Noto che l’argomento, come scontato, fa’ discutere e le argomentazioni così come le posizioni sono diversissime.
Bene così. Non si tratta, come teme Hellis, di buttare fuori i “sinistri” (od i “destri”), se tutti la pensassimo allo stesso modo sai che bella dittatura con il più furbo a “tirare i fili”! E’ giusto che oggi una parte governi e l’altra faccia una rigorosa, corretta ed onesta opposizione. Un giorno si tireranno le somme, se chi comanda oggi ha fallito se ne andrà a casa e si metterà a fare la sua rigorosa, corretta ed onesta opposizione. E’ così via, questa è per me la politica, non quella cosa che vedo e leggo ogni giorno qui in questo Paese.
Tornando al 25 aprile, la mia speranza, da amante della storia ed in particolare della nostra storia contemporanea, è che prima o poi arrivi il tempo in cui le ideologie la smetteranno di manipolare e stravolgere la realtà storica ai loro fini ed obiettivi, ma si arrivi invece ad un esame obiettivo ed onesto delle vicende storiche per comprendere gli errori e correggerli, condannare le nefandezze e punirle, individuare meglio la strada da intraprendere nel futuro.
Finora secondo me tutto questo non è stato, sono stati manipolati molti avvenimenti della storia per creare un’egemonia politica, un primato, nella lotta per la Liberazione del Paese.
L’attuale reciproca insofferenza citata da Hellis nasce perché la parte che ha monopolizzato la Liberazione per oltre cinquant’anni ha avuto la possibilità di essere egemone della cultura, dei media, dell’”intellighenzia”, dei “salotti buoni” di questo Paese, egemonia ben volentieri regalata da chi in quei cinquanta anni ha sempre governato (noi governiamo e ci facciamo gli “affari” nostri, voi occupate pure i santuari della “società civile”). Oggi che questo monopolio cede posizioni, ecco l’insorgere dell’ “insofferenza”, ecco i toni da scontro verso la parte che oggi governa, peraltro a ciò delegata dal voto del popolo italiano (che poi si possano fare obiezioni sull’attuale legge elettorale è un altro discorso, ma quella legge si chiama “mattarellum” e quindi sappiamo benissimo chi l’ha fatta, a quali scopi e dove sta seduto ora in Parlamento).
Per quanto riguarda i “briganti mediatici” ognuno ha ciò che si merita, quando le era possibile la sinistra (che aveva fatto altre strategie, ma nessuno è perfetto e anche loro qualche errore, pur ammettendo onestamente che sono molto bravi ed abili, lo fanno) non ha voluto risolvere il problema e quindi adesso se lo tiene e chissà per quanto visto l’andazzo.
Ma qui si va troppo in politica e quindi smetto, perché non è il tema del forum e del sito.
Torniamo al 25 aprile.
Festeggiamolo e festeggiamolo insieme e con convinzione per quello che è, la Liberazione del nostro Paese.
Smettiamola, ogni parte, di fare la conta delle nefandezze dell’altra. Purtroppo sono cose oramai nella nostra storia, studiamole seriamente, cerchiamo di capire perché sono accadute, ricordiamoci cosa è una guerra civile ed andiamo avanti.
Da appassionato della nostra storia contemporanea e soprattutto di quel periodo, potrei farvi qualche paginetta di nefandezze dell’una e dell’altra parte, di quel periodo è stato scritto molto da ambo le parti solo che poi le cose che vengono dette sono e sempre le solite, magari non sempre esatte, mentre altre vengono taciute.
Da parte mia io sto con gli uomini che in quel frangente si sono sacrificati per la Liberazione della Patria, tanto per dire la “firma” che compare in fondo ai miei messaggi è il motto dei paracadutisti del Nembo che il 19 aprile 1945 a Case Grizzano, alle porte di Bologna, affrontarono corpo a corpo e sconfissero i temuti paracadutisti tedeschi che tenevano quelle ultime posizioni.
Ma il mio pensiero va anche agli italiani dell’altra parte, soprattutto ai giovanissimi non ancora ventenni, che sacrificarono la loro vita comunque nel nome dell’Italia e non nel nome di un’ideologia.
A me piace tanto leggere la “piccola” storia fatta dai “piccoli” personaggi, i più umili, la gente semplice, eppure la migliore, più istintiva (quella magari che i tanti “cattivi maestri” prediligono manipolare), quella capace di “grandi” gesti di amicizia e solidarietà .
Ecco quindi due righe scritte da una di queste piccole-grandi figure di cui questo Paese è fortunatamente dotato:
“E’ questa l’Italia per cui siamo morti? Noi ci battemmo per un Italia libera e unita, e vediamo gli animi torbidi e divisi da solchi profondi, i cuori accesi dall’odio. Ovunque noi siamo morti, abbiamo creduto in qualcosa che invano cerchiamo di scoprire in voi sopravvissuti………
…………
Perché ognuno di noi Caduti ha creduto in qualcosa ed è morto per qualcosa. Qualcosa che si chiama brevemente e semplicemente Italia.”
Complimenti a Jolly46 e ad Hellis per il tono e la profondità delle osservazioni e puntualizzazioni. Sono convinto che se la grande onestà intellettuale che traspare nelle argomentazioni dei suddetti fosse fatta propria anche da "altri", ben diverso sarebbe il clima nella "politica" italiana, e non ci sarebbero le motivazioni per chiedere od osteggiare la rivisitazione della storia patria del secolo trascorso.
Il mio grazie ad entrambi per lo stimolo alla riflessione che ci hanno fornito, e un invito a Jolly per avere visione di "quella paginetta" a cui faceva cenno, sfruttando così la sua conoscenza della storia contemporanea.